Sesso riparatore

di
genere
tradimenti

- Amore sei arrivato a casa ?

Isabella aspettó qualche minuto, poi andó a letto senza aver ricevuto risposta.
La mattina dopo troverà un messaggio del suo ragazzo che la tranquillizzerà.
Matteo, però, a casa non ci era mai arrivato.
Mentre riceveva il messaggio di Isabella, lui era nudo e scopava con violenza Veronica, la sua ex.
Per tutta la cena con la sua ragazza non aveva pensato ad altro e alla fine aveva ceduto.
Finita la cena, aveva riaccompagnato a casa la sua fidanzata ed era corso dalla sua ex, aveva trovato tutte le porte aperte, compresa lei, piegata a pecora sul divano del salone, nuda, che gli apriva in faccia le natiche del suo culo abbondante e perfetto, invitandolo a distruggerla.
Per anni non si erano parlati, si erano lasciati male, con rancore e Matteo non ne aveva più voluto sapere niente di lei.
Ironia della sorte le aveva sgamato dei messaggi sul cellulare, aveva scoperto così che gli metteva le corna da mesi con il ragazzo che aveva lasciato per mettersi con lui ormai tre anni prima.
Lo schema si era ripetuto. Era bastato un incontro casuale un sabato sera e la resistenza a cui si era aggrappato fino a quel momento era crollata. Le aveva scritto. Erano finiti a discutere di vecchie questioni aperte. Lei lo aveva invitato a casa sua per chiarire.
“Vieni da me una sera di queste e ne parliamo faccia a faccia”.
Così gli aveva detto. Lui aveva titubato.
Gli era costata troppa fatica e dolore riprendersi da quella rottura, era stato difficile trovare qualcun’altra da amare e della quale imparare di nuovo a fidarsi.
Veronica quella sera, mentre Matteo era fuori con Isabella, aveva ribadito il concetto.
“L’invito è ancora valido. Io sono a casa, ti mando la posizione con il mio nuovo indirizzo. Raggiungimi se vuoi. Ti aspetto.”
Così lui era andato, aveva varcato il portone con spavalderia, ma era mentalmente crollato prima ancora di aver chiuso la porta di casa.
L’aveva vista, lì, nuda, piegata a gattoni, pronta per lui, non ci aveva capito più niente; si era slacciato la cintura, abbassato i pantaloni e mutande con impazienza, lei lo guardava con la stessa luce negli occhi che ha il predatore quando osserva la preda spacciata; si era inginocchiato dietro di lei, le aveva assestato un potente schiaffo sul sedere, poi l’aveva presa per i fianchi ed era entrato.
A chilometri di distanza, Isabella si rigirava nel letto, gli occhi le si chiudevano per il sonno, l’ultimo fugace pensiero rivolto al ragazzo che amava.
A chilometri di distanza da lei, anche Matteo chiudeva gli occhi, non ce la faceva più, in testa solo “Veronica”, il suo corpo, l’idea di lei, quanto la odiava, quanto lo faceva eccitare; nel piccolo salone le grida della sua ex gli inondavano il cervello, grida di incitamento, di godimento, fino a farlo liberare, fino a fargli inondare lei in un istante di abbandono.
Così era andata e se è vero esista il sesso riparatore allora, sdraiati sul pavimento, nudi, col fiatone, senza sapere cosa dirsi, capirono di avere decisamente riparato.

scritto il
2025-01-18
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