La vacanza in cui mi innamorai di tre bellissime ragazze pt. 8
di
Signor Holden Corelli
genere
trans
Salve a chi leggerà. mi scuso del lungo periodo di assenza, ero propenso a smettere dato che qualche genio del male ha deciso di boicottarmi, perchè i voti erano tutti positivi e improvvisamente sono drasticamente diminuiti. ho ricevuto molti complimenti e mi sembra molto strano tutto ciò, quindi mi duole dover cedere al complottismo ma credo sia la riposta più plausibile. ciononostante continuo.
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Giorno 8 – Lunedì
La sera prima non avevamo chiuso del tutto le serrande e così mi svegliai con la luce del sole che inondava la stanza. Sara e Mady non erano nel letto, guardai l’orologio e segnava le 10.43, Mady sarebbe partita dopo pranzo e forse stavano sistemando le cose prima di andare via, anche se non credo avesse mai disfatto la valigia.
Martina dormiva beatamente, da vera dormigliona. Era rivolta verso di me, aveva la bocca leggermente aperta, involontariamente iniziai ad osservarla minuziosamente: le studiavo il viso, quel suo morbido seno, scendevo giù osservando l’addome e poi come la coscia sinistra posava sulla destra, chiudendo così la visuale alla sua parte più intima. Tornai su con lo sguardo per notare come una parte della faccia era coperta dai capelli, sorrisi e poi mi decisi a scendere dal letto.
Scesi al piano di sotto. Trovai le ragazze in piscina, Sara era sdraiata sul materassino blu vicino a Mady, teneva le gambe spalancate mentre si massaggiava la figa, Mady era inginocchiata nella parte bassa della piscina, si stava toccando anche lei, delicatamente, mentre teneva un piede di Sara con una mano, lo baciava e lo leccava avidamente.
- lo vedi che è eccitante? – dissi a voce alta una volta uscito fuori, prendendole alla sprovvista.
- Sì, fa parte del gioco baciarsi e leccarsi. – disse con un tono da vecchio saggio.
- mangio una cosa e vi raggiungo. - conclusi tornando dentro casa alla ricerca di una colazione.
Presi un Magnum dal freezer e mi andai a sedere in salone, accesi la tv e la misi su sky sport per sentire le ultime sul calciomercato. Dopo il primo gelato ne andai a prendere un altro.
Senza rendermene conto passò mezz’ora, lo scoprii quando vidi Martina arrivare dalle scale. Si venne a sedere accanto a me, mi baciò sulla guancia e poi mi abbracciò. Sentivo il suo seno premermi sul costato. In quella mezz’ora mi ero talmente estraniato che per un attimo mi scordai di tutto quello che era successo. Mi eccitai subito con quel contatto fisico, come se fosse stata la prima volta. Martina se ne accorse.
- così, senza perdere tempo. -
- scusa, non volevo, non so perché mi è diventato duro. - dissi addirittura arrossendo.
- cos’è? Tutto in una volta hai scoperto il pudore? - mi prese in giro lei, ma appena vide il mio rossore cambiò - oddio, non volevo, cosa c’è? - e si distaccò da me.
- no niente, mi ero per un attimo dimenticato di… di questo, insomma. Riavvicinati. -
Subito si sedette su di me, ora la tenevo per i fianchi mentre la guardavo dal basso verso l’alto. Lei mi sorrideva, mi abbassò e mi baciò.
- cioè ti sei dimenticato di questo bacio? -
Io non risposi. Iniziò poi a muoversi lentamente schiacciando il mio cazzo eretto tra il mio addome e la sua figa. Lo sentivo bagnarsi e pulsare.
- e anche del mio bagnarmi? -
Stavolta risposi affermativamente, buttandomi sul suo seno, baciandolo e leccandolo. Lei dopo poco mi allontanò e si alzò. La guardai perplesso.
- bene, però ora non mi va. Ho fame e poi voglio andare fuori. -
- ma… - provai a dire qualcosa mentre le tenevo le mani e la guardavo negli occhi, ma mi arresi subito - sei bellissima. Quando vuole lei signorina. - e la lasciai andare mentre adesso ad arrossire era lei.
Spensi la tv, la seguii in cucina guardando il suo bellissimo sedere danzare ad ogni passo. Lei mangiò del pancarrè con la nutella, io feci fuori un mini cornetto. I gelati mi tentano più di una ragazza nuda.
Uscimmo fuori, le ragazze adesso erano stirate sotto l’ombrellone e noi ci andammo a sistemare accanto a loro. Parlammo del più e del meno, poi io mi buttai in acqua e dopo poco mi seguì Mady. Si mise a fare “la morta” vicino a me, così non potevo far altro che osservare tutte le sue forme. Era bellissima anche lei, mentre la guardavo iniziai a toccarmi per farmelo venire duro, ma non perché volevo segarmi, solo per la pura sensazione di avere l’erezione. Decisi di mettermi di fianco a lei e imitarla; le presi la mano e mi misi a galleggiare pancia in su, così il cazzo sembrava l’albero di una nave. Mi rilassai troppo e l’erezione scomparì dopo poco, poi mi sentii premere sull’addome e affondai. Quando emersi vidi Mady ridere come una matta.
- addirittura? Per questa cretinata hai le lacrime? - domandai divertito.
- sì, è stato divertente. -
Mi voltai verso Sara e Martina e anche loro ridevano di gusto.
- oh dai, non fare così- mi disse Mady mentre mi stringeva a sé abbracciandomi. Sentii i nostri flaccidi peni toccarsi, il suo seno spingere sul mio petto.
- ti perdono solo se… - ma non sapevo cosa chiedere.
- tutto quello che vuoi. -
- eh, ci sto pensando. - la guardavo negli occhi, portandole i capelli dietro l’orecchio - ho deciso. - e così la baciai.
Durò qualche minuto, le nostre lingue si colpivano, si cercavano, le nostre labbra si bagnavano. Lei iniziò a masturbarci. Mi si drizzò subito, poco dopo anche il suo si trasformò, così li faceva duellare. Continuava a baciarmi e a segarmi, quando si staccò e mi spinse verso il muro della piscina.
- beh, prima che io vada via, un’ultima scopata dobbiamo farla. - disse.
Così fece un saltello in modo tale da riuscire a mettersi il mio cazzo dentro. Subito cominciammo a muoverci, il suo culo si scontrava con il mio bacino, il suo pene dure mi sbatteva sull’addome. Potei segarla solo per pochi secondi perché le mani mi aiutavano nel tenerla e a muoverla verso di me.
Ogni tanto guardavo le ragazze, entrambe erano sedute gambe aperte e ci guardavano, entrambe si toccavano, in realtà Sara si masturbava quasi selvaggiamente emettendo gemiti e versi, Martina si massaggiava più delicatamente. Dopo una decina di minuti cambiammo posizione spostandoci verso la parte più bassa della piscina, così iniziai a scoparla a pecora. Durai altri dieci minuti scarsi, lei volle che le sborrassi sul suo cazzo così poteva segarsi usando il mio sperma come lubrificante. Così accadde, tutto ciò avvenne però sul prato, io inginocchiato mentre mi segavo per finire, lei davanti a me che implorava. Il suo cazzo divenne bianco, i miei schizzi le finirono sull’addome e sul seno.
Mady cominciò subito a segarsi, ora il suo pene eretto era bagnato dalla mia sborra, lei andava su e giù con la mano, era molto eccitante la cosa. Arrivò Sara che voleva essere scopata da Mady, la quale eseguì, così lo mise dentro. Io mi andai a sedere accanto a Martina che nel frattempo aveva smesso di massaggiarsi e si era spostata al sole sdraiandosi. Le presi una mano, lei con il pollice mi accarezzava il dorso. Vedevo leggermente da lontano Mady che scopava Sara sdraiata a pancia in giù sul prato. Mi accorsi, per la prima volta, come intorno a noi ci fosse solo silenzio, intervallato dalla cicale; i nostri versi, ora quelli di Mady e Sara, rimbombavano nell’aria, era strano. Mi resi conto di quanto eravamo andati oltre per scopare senza remore fuori, all’aria aperta, sotto il sole e un cielo sempre azzurro. Si notavano le campagne intorno, distese di vigneti e uliveti.
- quando Sara accompagna Mady, ce la facciamo una passeggiata qui intorno? - chiesi a Martina, la quale mi rispose affermativamente.
Nel frattempo Sara si era messa a spompinare Mady, la quale dopo qualche minuto le venne in bocca, e mia cugina tutta ghiotta buttò giù. Poi, si rituffarono in acqua e io mi sdraiai accanto a mia sorella. Restammo così fino a quando Mady e Sara uscirono per sistemarsi e organizzarsi per andare in stazione.
Così ci alzammo ed entrammo in casa anche noi. Fu il turno delle docce, stavolta ci alternammo; prima andarono Sara e Mady così poi potevano preparare il pranzo. Io e Martina eravamo comunque in bagno che le guardavamo lavarsi. Poi fu il nostro turno, ci pulimmo a vicenda, con cura e attenzione; le insaponai i capelli massaggiandole la testa, poi delicatamente passai il sapone sulle spalle, il morbido seno, le cosce fino ai piedi. E lei fece lo stesso con me, soffermandosi forse un po’ troppo sul pene che mi si indurì. Martina ridacchiò soddisfatta, tornò su, mi baciò e mi disse: “so che ancora non abbiamo scopato, e vorresti tanto, ma per il momento te lo tieni duro e basta. Dobbiamo iniziare ad allenarci per quando saremo a casa e non potremo scopare sempre.”
Così finimmo di sciacquarci e uscimmo dalla doccia per asciugarci.
Dopodiché raggiungemmo le ragazze in cucina che stavano ultimando di condire la pasta con il pesto. Ci sedemmo e mangiammo. Una volta concluso il pranzo Mady e Sara si andarono a vestire, mia cugina l’avrebbe accompagnata in stazione alle 14.30.
Ci salutammo con affetto, scambiandoci qualche bacio, l’abbraccio fu strano poiché ero nudo e lei non più, inoltre, scese fino al mio cazzo, gli diede un bacio e tornò su; fece lo stesso con Martina, baciandole il monte di venere.
- mi mancherete, mi raccomando le foto e le videochiamate, ci tengo. - disse lei salutandoci.
Io e Martina le accompagnammo alla macchina e le vedemmo andare via. Poi rientrammo in casa.
Dopo qualche minuto, mi squillò il cellulare, era mia madre che stava chiamando. Misi in vivavoce e lei fece altrettanto così si unì anche il padre di Martina; ci aggiornarono sulla loro crociera, si stavano divertendo molto, erano fermi a Barcellona e al rientro si sarebbero fermati due giorni in più a Roma prima di tornare a casa; quindi, il loro rientro sarebbe slittato di un paio di giorni, ci chiesero se a noi andava bene rimanere lì con Sara fino al sabato, così loro avrebbero avuto anche il tempo di sistemare a casa. Ovviamente prendemmo di buon grado il rientro posticipato; infine, ci informò che avremmo dovuto fare un favore per i genitori di Sara, ovvero mercoledì saremmo dovuti andare in stazione a prendere due cugine di Sara, le gemelle Ludovica e Valentina (di cui avevo spesso sentito parlare mai non le avevo mai incontrate), poiché si sarebbero fermate lì con Sara in quanto il venerdì sera sarebbero tornati sia i genitori di Sara sia i suoi zii. Le gemelle a quanto pare erano rimaste a casa loro per tutta quella settimana e dopo vari tentavi i loro genitori erano finalmente riusciti a convincerle a passare almeno quel week-end insieme. Finalmente ci salutammo e gli augurammo un buon continuo di crociera.
Appena chiusi la chiamata guardai Martina che ricambiava il mio sorriso, ma subito ci interrogammo su come ci saremmo dovuti comportare non con una, ma con due sconosciute.
- beh, che dici se ci mettiamo qualcosa e andiamo ad esplorare? Tanto Sara torna tra un’oretta. - chiesi a mia sorella, lei ne fu entusiasta.
Ci andammo a mettere un costume e una maglietta ma restammo con le infradito, poi avvisammo per messaggio Sara. Così partì l’avventura.
Una volta chiuse le porte di casa e prese le chiavi, uscimmo dal cancello e ci incamminammo per la strada. Dopo qualche metro ecco che iniziavano i campi, ci addentrammo in un uliveto, dove ad un certo punto trovammo dei ruderi di un piccolo vecchio casolare, vi erano solo tre stanze, ovviamente senza soffitto e il tutto pieno di erbacce e piante arrampicanti. Continuammo a camminare e sbucammo su una vecchia strada di campagna, al di là di questa iniziava un vigneto. Non c’erano operai in giro, effettivamente con quel caldo lavoravano solo la notte e nelle prime ore del giorno. Dentro le serre faceva un caldo atroce, io gocciolavo come non mai, Martina pure grondava. Così uscimmo e ci trovammo in un boschetto, forse esagerato definirlo tale ma c’erano delle querce che facevano ombra su un’ampia zona, tra gli alberi si scorgeva non troppo lontana la villetta di Sara. Decidemmo di restare un po’ lì, soprattutto perché entrambi dovevamo fare pipì. La facemmo uno di fronte all’altra. Prima andai io in realtà, mi misi vicino ad un albero e urinai, nel frattempo Martina mi guardava. Così decise di spogliarsi, adesso era nuda davanti a me mentre finivo, rimanendo all’in piedi allargò le gambe e vidi la pipì cadere dritta sotto di lei. Pisciava guardandomi negli occhi, non era lontano da me così qualche schizzo arrivò sui miei piedi.
- sei proprio fregna. - mi venne da dire.
- siamo diventati un po’ troppo depravati. Non sai quanto mi eccita l’idea di tornare a casa e averti nel mio letto. -
Sorrisi e intanto mi stava diventando duro a furia di coprire e scoprire il glande per “levare le ultime gocce”. Mi levai il costume e mi avvicinai a lei mentre finiva di urinare. Mi misi alla sua destra e le poggiai il cazzo ormai duro sulla coscia, iniziai a masturbarmi cercando di schiacciare il glande su di lei. Si voltò per guardarmi, si leccò una mano e se la portò sulla figa bagnata, iniziò a masturbarsi anche lei. Portai subito la mano sinistra sulla tetta destra, ci baciammo. Iniziammo ad ansimare, a fare qualche verso, continuavamo a fissarci negli occhi mentre ci masturbavamo.
- ok, ora ti voglio dentro. - mi ordinò, io eseguii.
La voltai verso di me prendendola dai fianchi. Rimanemmo all’in piedi, ci stringemmo e io riuscii a metterlo dentro, non tutto ma buona parte. Eravamo troppo eccitati. Dopo neanche cinque minuti portai una mano sul suo collo, l’altra sul suo culo per spingerla ancora di più verso di me.
- vengo, vengo. -
- sborrami dentro, ti voglio dentro! - poi portò le sue mani sul mio volto e mi fissò negli occhi - vieni dentro la figa di tua sorella! - e infine mi ficcò la lingua in bocca.
Martina consapevole che il mio genere di porno preferito riguardava proprio stepsis e stepbro, ne approfittava ogni volta per farmi perdere il controllo. Così portai anche l’altra mano sul suo culo per spingerla su di me così da entrare con tutto il cazzo dentro e inondarla del mio sperma.
Lei mi abbracciò più forte e iniziò a leccarmi sul collo. Io restai dentro di lei per qualche minuto ancora, fino a quando non si staccò lei lasciandomi il collo pieno della sua saliva che colava giù. Ci rivestimmo e ritornammo mano nella mano verso casa.
Arrivammo contemporaneamente a Sara, che notò immediatamente il mio collo e sorrise maliziosamente; le demmo subito la notizia della nostra partenza posticipata, che prese con infinita gioia. Prese con meno entusiasmo la seconda notizia, a quanto pare Ludovica e Valentina non erano il massimo della convivialità, entrambe stavamo quasi sempre per conto loro, passavano sempre tantissime ore insieme, solitamente isolandosi nella loro stanza. Ci interrogammo sul da farsi, forse avremmo dovuto dire addio alle nostre perversioni, o magari scopare in segreto e di nascosto. Certo, non vivere più da nudisti mi sarebbe dispiaciuto. Arrivammo alla conclusione che il gironzolare nudi non lo volevamo abbandonare: avremmo iniziato come avevamo fatto noi, piano piano con la scusa di prendere il sole, poi chissà, magari anche loro avrebbero fatto lo stesso. Per scopare arrivammo alla conclusione che lo avremmo fatto solo la sera.
Una volta risolti i nostri dubbi, dedicammo il pomeriggio al chill, con qualche tuffo, qualche canto e qualche bacio, ma niente di più.
Andammo a cenare con della mozzarella e dei salumi sottovuoto, e decidemmo cosa fare.
- ci vediamo un film in stanza? – M
- sì, assolutamente, tutti insieme sotto il lenzuolo. – S
Io non mi opposi.
- allora, ci facciamo le docce e poi ci buttiamo sul letto. – S
Così facemmo. Mentre ci lavavamo la situazione si fece ovviamente più sensuale ma con toni molto scherzosi: Martina provava a sbattermi il suo grande seno in faccia, io mi accostavo ora a Sara ora a mia sorella e le colpivo sul culo e sulle cosce con il mio cazzo duro. Scegliemmo il film, sarebbe stato “Shrek”.
21.38
Finalmente entrammo nel letto, accendemmo la tv e cominciammo a guardare il film. Io ero al centro e Marti e Sara ai miei fianchi, e sotto il lenzuolo i nostri corpi che si sfioravano e si toccavano diventavano un tutt’uno.
Finì il film ma noi non avevamo sonno e così iniziammo a cercare nel catalogo qualcos’altro. Optammo per un classico demenziale: “American Pie”. Ad un certo punto del film, io involontariamente iniziai a toccarmi e subito il pene mi si indurì mi guardai intorno e vidi lo specchio. Osservai noi stirati sul letto, la mia erezione che creava una montagnetta sulla superficie del lenzuolo, e allora iniziai ad eccitarmi di più e cominciai a segarmi sotto il lenzuolo.
Era come vedere un porno, attraverso lo specchio vedevo due bellissime ragazze seminude, avendo il seno scoperto, e io che stavo masturbandomi accanto a loro. Che stupido a non averlo sfruttato prima lo specchio! Per fortuna c’erano ancora giorni a disposizione per recuperare, partendo da quel momento.
Allora levai del tutto il lenzuolo, Sara e Martina si voltarono verso di me, come a dire “che fai”. Ripresi a segarmi mentre le ragazze passavano le loro mani su di me. Sara allora interruppe il film.
- va bene, diamoci da fare. Però io stasera posso darti solo le mie mani… la mia bocca… i miei piedi. – disse lei con tono lento e sensuale - mi fa un po’male laggiù dopo che Mady mi ha scopato così forte. -
- a me invece pomeriggio non è bastato, ne voglio ancora. – M
- lo rifacciamo in piedi? - le chiesi. Rispose di sì. - va ben, va bene. Però voglio fare una cosa. – dissi guardando Martina mentre Sara portava i suoi piedi sul mio cazzo iniziando a muoverli – ti voglio scopare accanto allo specchio. -
- uuuhh, bella questa. – S
- tutto quello che vuoi. – concluse mia sorella mentre mi rificcava la testa tra le sue tette.
Dopo qualche minuto la invitati ad alzarci; ci posizionammo sul tappeto, le chiesi di mettersi a pecora dando il viso allo specchio, così da guardarsi in faccia. Lei subito si girò, baciai il suo culo e poi le penetrai la figa con dolcezza. Iniziai a scoparla mentre ci vedevo nello specchio, io che facevo avanti e indietro, lei che gemeva mentre con la lingua leccava il vetro.
- ti piace? – le chiesi perentorio.
- sì, guardami mentre mi lecco. – rispose lei affannosamente.
- e a te? Ti piace vederci scopare eh? – mi rivolsi pure a Sara che si avvicinò.
- da morire. – e si posizionò accanto a me inginocchiandosi, guardando dal basso verso l’alto me e Martina scopare.
Mia sorella dopo dieci minuti volle spostarsi sul letto.
Riprendemmo a scopare sempre a pecora. Sara si mise ancora acconto a noi, allargò le gambe e iniziò lentamente a toccarsi mentre ci guardava, poi allungò un piede verso Martina che lo prese in bocca. Adesso i gemiti si facevano più intensi. Dopo qualche minuto Sara si mise pancia in giù, appoggiando il volto sulle mani, non smetteva di guardarci. Io osservavo lei che guardava me e mia sorella scopare, osservavo come faceva dondolare i piedi, con le piante rivolte verso di me. Era super eccitante.
- ci sono quasi! –
- Dammelo in bocca. Almeno questo lo prendo. – S
- Marti vieni qui, voglio vederti con la mia sborra sulle guance. ¬¬–
Lei non se lo fece dire due volte, si stirò sul letto e mise il suo viso accanto a quello di Sara. Uscii il cazzo dalla figa e finii di segarmi; sborrai un po’ su una e un po’ sull’altra. Entrambe mi guardavano desiderose con la lingua di fuori. Lo sperma che finì in bocca lo mandarono giù subito, poi presero a leccarsi il viso a vicenda lentamente così da rendere il tutto ancora più sensuale, io mi lasciai svenire sui loro corpi baciandole ovunque.
Ci fu una loro risatina finale, segno di gioia e soddisfazione. Riandammo in bagno per pulirci e poi tornammo a letto per addormentarci, stretti in un unico abbraccio.
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Giorno 8 – Lunedì
La sera prima non avevamo chiuso del tutto le serrande e così mi svegliai con la luce del sole che inondava la stanza. Sara e Mady non erano nel letto, guardai l’orologio e segnava le 10.43, Mady sarebbe partita dopo pranzo e forse stavano sistemando le cose prima di andare via, anche se non credo avesse mai disfatto la valigia.
Martina dormiva beatamente, da vera dormigliona. Era rivolta verso di me, aveva la bocca leggermente aperta, involontariamente iniziai ad osservarla minuziosamente: le studiavo il viso, quel suo morbido seno, scendevo giù osservando l’addome e poi come la coscia sinistra posava sulla destra, chiudendo così la visuale alla sua parte più intima. Tornai su con lo sguardo per notare come una parte della faccia era coperta dai capelli, sorrisi e poi mi decisi a scendere dal letto.
Scesi al piano di sotto. Trovai le ragazze in piscina, Sara era sdraiata sul materassino blu vicino a Mady, teneva le gambe spalancate mentre si massaggiava la figa, Mady era inginocchiata nella parte bassa della piscina, si stava toccando anche lei, delicatamente, mentre teneva un piede di Sara con una mano, lo baciava e lo leccava avidamente.
- lo vedi che è eccitante? – dissi a voce alta una volta uscito fuori, prendendole alla sprovvista.
- Sì, fa parte del gioco baciarsi e leccarsi. – disse con un tono da vecchio saggio.
- mangio una cosa e vi raggiungo. - conclusi tornando dentro casa alla ricerca di una colazione.
Presi un Magnum dal freezer e mi andai a sedere in salone, accesi la tv e la misi su sky sport per sentire le ultime sul calciomercato. Dopo il primo gelato ne andai a prendere un altro.
Senza rendermene conto passò mezz’ora, lo scoprii quando vidi Martina arrivare dalle scale. Si venne a sedere accanto a me, mi baciò sulla guancia e poi mi abbracciò. Sentivo il suo seno premermi sul costato. In quella mezz’ora mi ero talmente estraniato che per un attimo mi scordai di tutto quello che era successo. Mi eccitai subito con quel contatto fisico, come se fosse stata la prima volta. Martina se ne accorse.
- così, senza perdere tempo. -
- scusa, non volevo, non so perché mi è diventato duro. - dissi addirittura arrossendo.
- cos’è? Tutto in una volta hai scoperto il pudore? - mi prese in giro lei, ma appena vide il mio rossore cambiò - oddio, non volevo, cosa c’è? - e si distaccò da me.
- no niente, mi ero per un attimo dimenticato di… di questo, insomma. Riavvicinati. -
Subito si sedette su di me, ora la tenevo per i fianchi mentre la guardavo dal basso verso l’alto. Lei mi sorrideva, mi abbassò e mi baciò.
- cioè ti sei dimenticato di questo bacio? -
Io non risposi. Iniziò poi a muoversi lentamente schiacciando il mio cazzo eretto tra il mio addome e la sua figa. Lo sentivo bagnarsi e pulsare.
- e anche del mio bagnarmi? -
Stavolta risposi affermativamente, buttandomi sul suo seno, baciandolo e leccandolo. Lei dopo poco mi allontanò e si alzò. La guardai perplesso.
- bene, però ora non mi va. Ho fame e poi voglio andare fuori. -
- ma… - provai a dire qualcosa mentre le tenevo le mani e la guardavo negli occhi, ma mi arresi subito - sei bellissima. Quando vuole lei signorina. - e la lasciai andare mentre adesso ad arrossire era lei.
Spensi la tv, la seguii in cucina guardando il suo bellissimo sedere danzare ad ogni passo. Lei mangiò del pancarrè con la nutella, io feci fuori un mini cornetto. I gelati mi tentano più di una ragazza nuda.
Uscimmo fuori, le ragazze adesso erano stirate sotto l’ombrellone e noi ci andammo a sistemare accanto a loro. Parlammo del più e del meno, poi io mi buttai in acqua e dopo poco mi seguì Mady. Si mise a fare “la morta” vicino a me, così non potevo far altro che osservare tutte le sue forme. Era bellissima anche lei, mentre la guardavo iniziai a toccarmi per farmelo venire duro, ma non perché volevo segarmi, solo per la pura sensazione di avere l’erezione. Decisi di mettermi di fianco a lei e imitarla; le presi la mano e mi misi a galleggiare pancia in su, così il cazzo sembrava l’albero di una nave. Mi rilassai troppo e l’erezione scomparì dopo poco, poi mi sentii premere sull’addome e affondai. Quando emersi vidi Mady ridere come una matta.
- addirittura? Per questa cretinata hai le lacrime? - domandai divertito.
- sì, è stato divertente. -
Mi voltai verso Sara e Martina e anche loro ridevano di gusto.
- oh dai, non fare così- mi disse Mady mentre mi stringeva a sé abbracciandomi. Sentii i nostri flaccidi peni toccarsi, il suo seno spingere sul mio petto.
- ti perdono solo se… - ma non sapevo cosa chiedere.
- tutto quello che vuoi. -
- eh, ci sto pensando. - la guardavo negli occhi, portandole i capelli dietro l’orecchio - ho deciso. - e così la baciai.
Durò qualche minuto, le nostre lingue si colpivano, si cercavano, le nostre labbra si bagnavano. Lei iniziò a masturbarci. Mi si drizzò subito, poco dopo anche il suo si trasformò, così li faceva duellare. Continuava a baciarmi e a segarmi, quando si staccò e mi spinse verso il muro della piscina.
- beh, prima che io vada via, un’ultima scopata dobbiamo farla. - disse.
Così fece un saltello in modo tale da riuscire a mettersi il mio cazzo dentro. Subito cominciammo a muoverci, il suo culo si scontrava con il mio bacino, il suo pene dure mi sbatteva sull’addome. Potei segarla solo per pochi secondi perché le mani mi aiutavano nel tenerla e a muoverla verso di me.
Ogni tanto guardavo le ragazze, entrambe erano sedute gambe aperte e ci guardavano, entrambe si toccavano, in realtà Sara si masturbava quasi selvaggiamente emettendo gemiti e versi, Martina si massaggiava più delicatamente. Dopo una decina di minuti cambiammo posizione spostandoci verso la parte più bassa della piscina, così iniziai a scoparla a pecora. Durai altri dieci minuti scarsi, lei volle che le sborrassi sul suo cazzo così poteva segarsi usando il mio sperma come lubrificante. Così accadde, tutto ciò avvenne però sul prato, io inginocchiato mentre mi segavo per finire, lei davanti a me che implorava. Il suo cazzo divenne bianco, i miei schizzi le finirono sull’addome e sul seno.
Mady cominciò subito a segarsi, ora il suo pene eretto era bagnato dalla mia sborra, lei andava su e giù con la mano, era molto eccitante la cosa. Arrivò Sara che voleva essere scopata da Mady, la quale eseguì, così lo mise dentro. Io mi andai a sedere accanto a Martina che nel frattempo aveva smesso di massaggiarsi e si era spostata al sole sdraiandosi. Le presi una mano, lei con il pollice mi accarezzava il dorso. Vedevo leggermente da lontano Mady che scopava Sara sdraiata a pancia in giù sul prato. Mi accorsi, per la prima volta, come intorno a noi ci fosse solo silenzio, intervallato dalla cicale; i nostri versi, ora quelli di Mady e Sara, rimbombavano nell’aria, era strano. Mi resi conto di quanto eravamo andati oltre per scopare senza remore fuori, all’aria aperta, sotto il sole e un cielo sempre azzurro. Si notavano le campagne intorno, distese di vigneti e uliveti.
- quando Sara accompagna Mady, ce la facciamo una passeggiata qui intorno? - chiesi a Martina, la quale mi rispose affermativamente.
Nel frattempo Sara si era messa a spompinare Mady, la quale dopo qualche minuto le venne in bocca, e mia cugina tutta ghiotta buttò giù. Poi, si rituffarono in acqua e io mi sdraiai accanto a mia sorella. Restammo così fino a quando Mady e Sara uscirono per sistemarsi e organizzarsi per andare in stazione.
Così ci alzammo ed entrammo in casa anche noi. Fu il turno delle docce, stavolta ci alternammo; prima andarono Sara e Mady così poi potevano preparare il pranzo. Io e Martina eravamo comunque in bagno che le guardavamo lavarsi. Poi fu il nostro turno, ci pulimmo a vicenda, con cura e attenzione; le insaponai i capelli massaggiandole la testa, poi delicatamente passai il sapone sulle spalle, il morbido seno, le cosce fino ai piedi. E lei fece lo stesso con me, soffermandosi forse un po’ troppo sul pene che mi si indurì. Martina ridacchiò soddisfatta, tornò su, mi baciò e mi disse: “so che ancora non abbiamo scopato, e vorresti tanto, ma per il momento te lo tieni duro e basta. Dobbiamo iniziare ad allenarci per quando saremo a casa e non potremo scopare sempre.”
Così finimmo di sciacquarci e uscimmo dalla doccia per asciugarci.
Dopodiché raggiungemmo le ragazze in cucina che stavano ultimando di condire la pasta con il pesto. Ci sedemmo e mangiammo. Una volta concluso il pranzo Mady e Sara si andarono a vestire, mia cugina l’avrebbe accompagnata in stazione alle 14.30.
Ci salutammo con affetto, scambiandoci qualche bacio, l’abbraccio fu strano poiché ero nudo e lei non più, inoltre, scese fino al mio cazzo, gli diede un bacio e tornò su; fece lo stesso con Martina, baciandole il monte di venere.
- mi mancherete, mi raccomando le foto e le videochiamate, ci tengo. - disse lei salutandoci.
Io e Martina le accompagnammo alla macchina e le vedemmo andare via. Poi rientrammo in casa.
Dopo qualche minuto, mi squillò il cellulare, era mia madre che stava chiamando. Misi in vivavoce e lei fece altrettanto così si unì anche il padre di Martina; ci aggiornarono sulla loro crociera, si stavano divertendo molto, erano fermi a Barcellona e al rientro si sarebbero fermati due giorni in più a Roma prima di tornare a casa; quindi, il loro rientro sarebbe slittato di un paio di giorni, ci chiesero se a noi andava bene rimanere lì con Sara fino al sabato, così loro avrebbero avuto anche il tempo di sistemare a casa. Ovviamente prendemmo di buon grado il rientro posticipato; infine, ci informò che avremmo dovuto fare un favore per i genitori di Sara, ovvero mercoledì saremmo dovuti andare in stazione a prendere due cugine di Sara, le gemelle Ludovica e Valentina (di cui avevo spesso sentito parlare mai non le avevo mai incontrate), poiché si sarebbero fermate lì con Sara in quanto il venerdì sera sarebbero tornati sia i genitori di Sara sia i suoi zii. Le gemelle a quanto pare erano rimaste a casa loro per tutta quella settimana e dopo vari tentavi i loro genitori erano finalmente riusciti a convincerle a passare almeno quel week-end insieme. Finalmente ci salutammo e gli augurammo un buon continuo di crociera.
Appena chiusi la chiamata guardai Martina che ricambiava il mio sorriso, ma subito ci interrogammo su come ci saremmo dovuti comportare non con una, ma con due sconosciute.
- beh, che dici se ci mettiamo qualcosa e andiamo ad esplorare? Tanto Sara torna tra un’oretta. - chiesi a mia sorella, lei ne fu entusiasta.
Ci andammo a mettere un costume e una maglietta ma restammo con le infradito, poi avvisammo per messaggio Sara. Così partì l’avventura.
Una volta chiuse le porte di casa e prese le chiavi, uscimmo dal cancello e ci incamminammo per la strada. Dopo qualche metro ecco che iniziavano i campi, ci addentrammo in un uliveto, dove ad un certo punto trovammo dei ruderi di un piccolo vecchio casolare, vi erano solo tre stanze, ovviamente senza soffitto e il tutto pieno di erbacce e piante arrampicanti. Continuammo a camminare e sbucammo su una vecchia strada di campagna, al di là di questa iniziava un vigneto. Non c’erano operai in giro, effettivamente con quel caldo lavoravano solo la notte e nelle prime ore del giorno. Dentro le serre faceva un caldo atroce, io gocciolavo come non mai, Martina pure grondava. Così uscimmo e ci trovammo in un boschetto, forse esagerato definirlo tale ma c’erano delle querce che facevano ombra su un’ampia zona, tra gli alberi si scorgeva non troppo lontana la villetta di Sara. Decidemmo di restare un po’ lì, soprattutto perché entrambi dovevamo fare pipì. La facemmo uno di fronte all’altra. Prima andai io in realtà, mi misi vicino ad un albero e urinai, nel frattempo Martina mi guardava. Così decise di spogliarsi, adesso era nuda davanti a me mentre finivo, rimanendo all’in piedi allargò le gambe e vidi la pipì cadere dritta sotto di lei. Pisciava guardandomi negli occhi, non era lontano da me così qualche schizzo arrivò sui miei piedi.
- sei proprio fregna. - mi venne da dire.
- siamo diventati un po’ troppo depravati. Non sai quanto mi eccita l’idea di tornare a casa e averti nel mio letto. -
Sorrisi e intanto mi stava diventando duro a furia di coprire e scoprire il glande per “levare le ultime gocce”. Mi levai il costume e mi avvicinai a lei mentre finiva di urinare. Mi misi alla sua destra e le poggiai il cazzo ormai duro sulla coscia, iniziai a masturbarmi cercando di schiacciare il glande su di lei. Si voltò per guardarmi, si leccò una mano e se la portò sulla figa bagnata, iniziò a masturbarsi anche lei. Portai subito la mano sinistra sulla tetta destra, ci baciammo. Iniziammo ad ansimare, a fare qualche verso, continuavamo a fissarci negli occhi mentre ci masturbavamo.
- ok, ora ti voglio dentro. - mi ordinò, io eseguii.
La voltai verso di me prendendola dai fianchi. Rimanemmo all’in piedi, ci stringemmo e io riuscii a metterlo dentro, non tutto ma buona parte. Eravamo troppo eccitati. Dopo neanche cinque minuti portai una mano sul suo collo, l’altra sul suo culo per spingerla ancora di più verso di me.
- vengo, vengo. -
- sborrami dentro, ti voglio dentro! - poi portò le sue mani sul mio volto e mi fissò negli occhi - vieni dentro la figa di tua sorella! - e infine mi ficcò la lingua in bocca.
Martina consapevole che il mio genere di porno preferito riguardava proprio stepsis e stepbro, ne approfittava ogni volta per farmi perdere il controllo. Così portai anche l’altra mano sul suo culo per spingerla su di me così da entrare con tutto il cazzo dentro e inondarla del mio sperma.
Lei mi abbracciò più forte e iniziò a leccarmi sul collo. Io restai dentro di lei per qualche minuto ancora, fino a quando non si staccò lei lasciandomi il collo pieno della sua saliva che colava giù. Ci rivestimmo e ritornammo mano nella mano verso casa.
Arrivammo contemporaneamente a Sara, che notò immediatamente il mio collo e sorrise maliziosamente; le demmo subito la notizia della nostra partenza posticipata, che prese con infinita gioia. Prese con meno entusiasmo la seconda notizia, a quanto pare Ludovica e Valentina non erano il massimo della convivialità, entrambe stavamo quasi sempre per conto loro, passavano sempre tantissime ore insieme, solitamente isolandosi nella loro stanza. Ci interrogammo sul da farsi, forse avremmo dovuto dire addio alle nostre perversioni, o magari scopare in segreto e di nascosto. Certo, non vivere più da nudisti mi sarebbe dispiaciuto. Arrivammo alla conclusione che il gironzolare nudi non lo volevamo abbandonare: avremmo iniziato come avevamo fatto noi, piano piano con la scusa di prendere il sole, poi chissà, magari anche loro avrebbero fatto lo stesso. Per scopare arrivammo alla conclusione che lo avremmo fatto solo la sera.
Una volta risolti i nostri dubbi, dedicammo il pomeriggio al chill, con qualche tuffo, qualche canto e qualche bacio, ma niente di più.
Andammo a cenare con della mozzarella e dei salumi sottovuoto, e decidemmo cosa fare.
- ci vediamo un film in stanza? – M
- sì, assolutamente, tutti insieme sotto il lenzuolo. – S
Io non mi opposi.
- allora, ci facciamo le docce e poi ci buttiamo sul letto. – S
Così facemmo. Mentre ci lavavamo la situazione si fece ovviamente più sensuale ma con toni molto scherzosi: Martina provava a sbattermi il suo grande seno in faccia, io mi accostavo ora a Sara ora a mia sorella e le colpivo sul culo e sulle cosce con il mio cazzo duro. Scegliemmo il film, sarebbe stato “Shrek”.
21.38
Finalmente entrammo nel letto, accendemmo la tv e cominciammo a guardare il film. Io ero al centro e Marti e Sara ai miei fianchi, e sotto il lenzuolo i nostri corpi che si sfioravano e si toccavano diventavano un tutt’uno.
Finì il film ma noi non avevamo sonno e così iniziammo a cercare nel catalogo qualcos’altro. Optammo per un classico demenziale: “American Pie”. Ad un certo punto del film, io involontariamente iniziai a toccarmi e subito il pene mi si indurì mi guardai intorno e vidi lo specchio. Osservai noi stirati sul letto, la mia erezione che creava una montagnetta sulla superficie del lenzuolo, e allora iniziai ad eccitarmi di più e cominciai a segarmi sotto il lenzuolo.
Era come vedere un porno, attraverso lo specchio vedevo due bellissime ragazze seminude, avendo il seno scoperto, e io che stavo masturbandomi accanto a loro. Che stupido a non averlo sfruttato prima lo specchio! Per fortuna c’erano ancora giorni a disposizione per recuperare, partendo da quel momento.
Allora levai del tutto il lenzuolo, Sara e Martina si voltarono verso di me, come a dire “che fai”. Ripresi a segarmi mentre le ragazze passavano le loro mani su di me. Sara allora interruppe il film.
- va bene, diamoci da fare. Però io stasera posso darti solo le mie mani… la mia bocca… i miei piedi. – disse lei con tono lento e sensuale - mi fa un po’male laggiù dopo che Mady mi ha scopato così forte. -
- a me invece pomeriggio non è bastato, ne voglio ancora. – M
- lo rifacciamo in piedi? - le chiesi. Rispose di sì. - va ben, va bene. Però voglio fare una cosa. – dissi guardando Martina mentre Sara portava i suoi piedi sul mio cazzo iniziando a muoverli – ti voglio scopare accanto allo specchio. -
- uuuhh, bella questa. – S
- tutto quello che vuoi. – concluse mia sorella mentre mi rificcava la testa tra le sue tette.
Dopo qualche minuto la invitati ad alzarci; ci posizionammo sul tappeto, le chiesi di mettersi a pecora dando il viso allo specchio, così da guardarsi in faccia. Lei subito si girò, baciai il suo culo e poi le penetrai la figa con dolcezza. Iniziai a scoparla mentre ci vedevo nello specchio, io che facevo avanti e indietro, lei che gemeva mentre con la lingua leccava il vetro.
- ti piace? – le chiesi perentorio.
- sì, guardami mentre mi lecco. – rispose lei affannosamente.
- e a te? Ti piace vederci scopare eh? – mi rivolsi pure a Sara che si avvicinò.
- da morire. – e si posizionò accanto a me inginocchiandosi, guardando dal basso verso l’alto me e Martina scopare.
Mia sorella dopo dieci minuti volle spostarsi sul letto.
Riprendemmo a scopare sempre a pecora. Sara si mise ancora acconto a noi, allargò le gambe e iniziò lentamente a toccarsi mentre ci guardava, poi allungò un piede verso Martina che lo prese in bocca. Adesso i gemiti si facevano più intensi. Dopo qualche minuto Sara si mise pancia in giù, appoggiando il volto sulle mani, non smetteva di guardarci. Io osservavo lei che guardava me e mia sorella scopare, osservavo come faceva dondolare i piedi, con le piante rivolte verso di me. Era super eccitante.
- ci sono quasi! –
- Dammelo in bocca. Almeno questo lo prendo. – S
- Marti vieni qui, voglio vederti con la mia sborra sulle guance. ¬¬–
Lei non se lo fece dire due volte, si stirò sul letto e mise il suo viso accanto a quello di Sara. Uscii il cazzo dalla figa e finii di segarmi; sborrai un po’ su una e un po’ sull’altra. Entrambe mi guardavano desiderose con la lingua di fuori. Lo sperma che finì in bocca lo mandarono giù subito, poi presero a leccarsi il viso a vicenda lentamente così da rendere il tutto ancora più sensuale, io mi lasciai svenire sui loro corpi baciandole ovunque.
Ci fu una loro risatina finale, segno di gioia e soddisfazione. Riandammo in bagno per pulirci e poi tornammo a letto per addormentarci, stretti in un unico abbraccio.
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