Che notte

di
genere
gay

Ero eccitato all’idea di lasciare la casa per andare all'università. C’era voluto un anno dopo il liceo per decidere cosa volevo studiare, un anno per fermarmi su diritto.
Chiudendo la valigia diedi un ultimo sguardo alla mia stanza che avevo diviso per la maggior parte della mia vita con mio fratello, Luca.
Dei passi che si avvicinavano mi costrinsero rapidamente a controllare le mie emozioni. Era ora di partire. Era ora di cominciare una vita tutta mia.
La mia ansia trasformò il viaggio verso l’università in un'eternità. Il traffico non era pesante sull’autostrada. Il sole non era ancora salito all’orizzonte. Guidai per un’autostrada apparentemente senza fine, chiedendomi che cosa era la vita di università a cui stavo andando incontro. Speravo che il mio compagno di camera fosse figo ed attraente. Sarei stato eternamente grato se fosse risultato essere un giovane fusto eccitante con un grande corpo, una mente curiosa ed una verga sempre rigida. Pensai a Tommaso, un amico di Luca, se il mio compagno di camera fosse stato solo come Tommaso! Dio che fusto! Tommaso aveva capelli scuri ed ondulati, pelle liscia, enormi occhi da cucciolo e labbra sode e piene che si trasformavano in uno dei sorrisi più sexy che avessi mai visto. Solo pensando a lui mi venne duro.
Avevo visto Tommaso in giro con Luca, ma non l’avevo conosciuto fino all'estate precedente. Una sera, dopo essere stato fuori con alcuni amici, ritornai a casa e scoprii che Luca aveva un ospite. Non era insolito, Luca aveva spesso qualcuno che passava la notte da noi, ma in quella particolare notte il suo ospite era qualcuno di speciale: era Tommaso. Fino a quella notte avevo ammirato Tommaso solamente da distante. Era così eccitante che io mi chiusi in bagno e mi sedetti sul wc a menare i miei 20 centimetri con frenesia mentre fantasticavo di leccare il suo piccolo sedere rotondo.
Mentre guidavo in autostrada pensando a quella notte il mio cazzo doleva. Slacciai la cintura di sicurezza ed aprii i jeans. Il mio uccello rigido aveva inondato le mutande. La testa scampanata del mio serpente irrequieto sbucava dalla cima delle mutande. Distolsi gli occhi dalla strada per un istante per gettare uno sguardo al mio serpente piangente. La delizia pura e semplice di quella notte non fu niente di meno che straordinaria.
Noi tre restammo fino a mezzanotte a guardare vecchi film horror. Non ero stanco per niente, ma decisi di averne abbastanza. Dopo aver dato la buona notte, cominciai a spogliarmi per andare a letto. Non potevo fare a meno di notare che Tommaso sembrava piuttosto distratto dal mio spogliarmi. Lo faceva di nascosto ma si vedeva interessato. Il tempo di togliermi le mutande e scivolare fra le lenzuola ed il mio uccello era duro come una pietra.
Luca si alzò e spense tutte le luci a parte una piccola lampada fioca sul suo comodino. Ascoltai la loro conversazione fingendo di addormentarmi. Passò un'ora prima che le loro chiacchiere noiose prendessero una strada eccitante. Tommaso chiese improvvisamente a Luca se si era mai masturbato. Luca rimase silenzioso per molti secondi. Mio fratello ed io ci eravamo masturbati insieme per anni. Ero curioso di vedere se aveva abbastanza fiducia in Tommaso per confessare la verità.
Mi sembrava che la domanda di Tommaso fosse scomoda per lui ma alla fine, piuttosto esitante, ammise di masturbarsi ogni volta che ne aveva l’opportunità. Tommaso non sembrò per niente sorpreso dalla confessione di mio fratello ed ammise prontamente che anche lui era particolarmente affezionato a quell'atto. Il mio cazzo sobbalzò d’eccitazione quando lui aggiunse,
convinto, che si sentiva eccitato e voleva farsi una sega, ma non lo avrebbe fatto a meno che anche Luca non lo avesse fatto.
Attraverso gli occhi semi chiusi guardai Luca e Tommaso spogliarsi. Una volta che furono nudi si alzarono in piedi per un momento, ammirando l’un l’altro i loro magnifici corpi.
Luca era mio fratelli ma io non ero mai riuscito ad ignorare il fatto che lui era anche un giovane molto attraente. La sua figura era impressionantemente muscolosa e possedeva una generosa
razione di carne d’uomo spessa e molto venata.
Tommaso era meno muscoloso di Luca, era molto magro. Il suo giovane cazzo rigido era più piccolo di quello di Luca ma a me sembrava anche più desiderabile.
Luca sorrise con orgoglio mentre si toccava la gloriosa virilità. I due poi si sdraiarono sul letto di Luca e cominciarono a menarsi tranquillamente le verghe eccitate.
Il mio pene mi faceva male, desideravo disperatamente vedere meglio, ma non mi fidavo. Era una cosa eccitantissima ed avevo paura che se avessero sospettato che non ero veramente addormentato, avrebbero interrotto quello che avrebbe potuto trasformarsi in uno spettacolo da Oscar.
Lo stridio improvviso di pneumatici ed il suono di un clacson mi trascinarono fuori dalla mia fantasia ormonale. Guidare nel traffico pesante mi innervosisce, ma ero così eccitato che il mio cazzo palpitante rimaneva sveglio, non soggetto agli influssi del traffico intenso e degli automobilisti impazienti. Ero tentato di uscire dall’autostrada e masturbarmi, ma non era proprio il momento per tale attività intima. Tentai di ignorare il mio pressante bisogno sessuale e mi concentrai sulla guida, ma i miei ricordi rimasero attaccati ai giovani giochi notturni che si celebrarono quella notte.
Luca non era stato mai uno che faceva le cose con calma, incluso il masturbarsi. Come al solito si menava il cazzo come se si stesse vendicando, interessato solamente a venire. Tommaso, d’altra parte, sembrava assaporare ogni spinta lenta e controllata della sua mano, dandomi l'impressione che avesse più in mente il lungo godimento che non venire rapidamente.
Suggerì a Luca di rallentare ed io fui sorpreso quando mio fratello accettò il suo consiglio da amico e, abbandonato il cazzo pulsante, cominciò ad accarezzarsi le palle. Quella vista e quei rumori mi avevano infuocato.
Poichè sembrava stessi dormendo profondamente, Tommaso chiese a Luca se pensava che fosse possibile strisciare sotto il mio lenzuolo a dare una sbirciatina senza disturbarmi. Luca alzò le spalle fiducioso e si avvicinarono al mio letto.
Io chiusi gli occhi mentre si avvicinavano a piedi nudi silenziosamente sullo spesso tappeto. Delicatamente tirarono indietro il lenzuolo e guardarono il mio corpo nudo. Io mi girai sulla schiena e rimasi completamente immobile, un braccio sotto la mia testa, l’altro piegato sul mio liscio torace nudo. Le mie lunghe gambe erano larghe con un ginocchio leggermente curvato di fianco creando un'apertura sensuale fra le mie cosce. Tommaso vide immediatamente che avevo un’erezione pulsante.
Quando suggerì di tirarmi giù le mutande per poter ispezionare più da vicino il mio cazzo, Luca non esitò.
Agganciando le dita sotto l’elastico, tirò giù la parte anteriore delle mutande ed espose la mia impressionante virilità. Tommaso disse prontamente che possedevo il più grosso uccello che avesse mai visto.
Con una maliziosa risatina cominciò a strofinare il mio organo dalla pelle spessa con sue fresche, snelle dita. Luca fece un passo indietro, stupito dall’audacia sessuale dell’amico.
Ora Tommaso era abbastanza vicino da permettermi di scrutare i suoi attributi fisici e virili molto più dappresso. Solo allora mi resi conto che il duro cazzo da 15 centimetri di Tommaso era
intonso. Una grossa grinza di carne stava dietro la sua cappella; il pene era snello ed il sacco delle palle liscio.
Gli unici peli ben visibili sul suo corpo germogliavano alla base dell’uccello creando un denso cespuglio triangolare.
Tommaso prese il mio grosso cazzo nel suo pugno e lo strinse. Fece correre le dita sulla mia verga lucente, coprendole con la pre eiaculazione che stava colando dal mio buco.
Una fitta dolorosa al mio collo mi riportò alla realtà, mi stirai per alleviare la tensione. La mia erezione persistente era diventata una sofferenza dolorosa. La testa violacea del mio cazzo brillava bagnata di pre eiaculazione. Tirai giù la parte anteriore dei boxer per permettere alle mie palle sudate e dolenti di uscire. Governando la macchina con una mano lavorai appassionatamente con l'altra il mio cazzo desideroso di attenzione.
Di nuovo mi persi nella mia eccitante fantasia. Ricordai l'espressione di mio fratello mentre guardava il suo bel giovane amico che mi stava seducendo. Era là fermo fissando con stupore ad occhi spalancati la scena che si svolgeva di fronte a lui.
Tommaso abbandonò il mio cilindro sbavante e focalizzò la sua attenzione sulle mie grandi palle. Pensavo di impazzire quando le sue dita invasero la fessura del mio sedere, non ero mai stato toccato là prima di allora. Avevo sempre in qualche modo impedito di giocare col mio buco del culo, ma Tommaso non aveva problemi ad istruirmi sui piaceri che poteva offrire questo stretto orificio corrugato.
Nessuno sicuramente avrebbe potuto dormire con uno strofinamento del genere.
Tommaso doveva essere così preso dalla sua azione che non si preoccupava se ero sveglio o no. Non era più necessario che fingessi di essere addormentato. Allungai una mano ed afferrai la sua rigida verga ondeggiante. Non appena la punta delle mie dita lo toccò, lui saltò nel letto con me, strofinò il suo uccello contro la mia coscia soda. Il suo organo delicato implorava la mia attenzione mentre lui allargava le natiche del mio sedere vergine e mi titillava il buco con un tocco leggero. La punta di un solo dito penetrò il mio stretto passaggio anale. Io mi alzai in ginocchio proponendo il mio sedere al bel diavolo dagli occhi scuri. Era l'incoraggiamento di cui aveva bisogno per immergere il suo dito profondamente dentro di me. Io ansai di piacere a quella sensazione nuova e meravigliosa. Luca si avvicinò e si chinò per avere una migliore prospettiva dell'azione. Nervosamente la sua mano salì sulla sua coscia a circondare il duro cazzo pulsante.
Il dito di Tommaso mi sditalinò il sedere per molti minuti prima di decidere che era il suo turno.
Spingendo le mie gambe sul letto, Tommaso mi si mise sopra a gambe divaricate, sputò molta saliva sulla sua mano e ne imbrattò la testa del mio uccello. Lentamente abbassò il piccolo sedere sodo sopra il mio cazzo enorme. Grugnì rumorosamente di soddisfazione quando la testa del mio grosso organo passò oltre il suo resistente muscolo ad anello del sedere. La sensazione del suo buco del culo che afferrava il mio cazzo mi fece rabbrividire di delizia.
Tommaso aveva fatto alzare Luca sul letto di fronte a lui. Io guardai come il mio cazzo di mio fratello scompariva nelle profondità della gola di Tommaso. Tutto quello che Luca poteva fare era tenere l’equilibrio mentre sbatteva la carne del suo uccello rigido nella bella faccia del suo amico.
Abbassai lo sguardo tra le cosce larghe di Tommaso, il suo pene era su e sembrava vibrare di desiderio incontrollabile. Allungai una mano tra le sue cosce tremanti e cominciai a fargli una sega.
Luca ansò freneticamente mentre con uno strattone estraeva l’uccello dalla bocca sbavante di Tommaso. Cominciò a masturbare violentemente il suo organo duro e bagnato mentre si lasciava cadere lentamente sulle ginocchia ed annunciava che stava per venire nel momento in cui il suo cazzo eruttava fiotti del suo sperma appiccicoso e caldo sopra la mia pancia.
Raccolsi una buona quantità del suo succo del pene e l'imbrattai su e giù per tutta la lunghezza del cazzo tremante di Tommaso.
Luca crollò sul letto appoggiando la testa sul mio torace ansante mentre mi guardava menare l’uccello scivoloso di Tommaso.
Il nostro amico rimbalzava su e giù sul mio cazzo come se fosse a cavalcioni di un magnifico stallone galoppante. Il mio grosso attrezzo palpitante si immergeva profondamente dentro di lui. Sentivo il suo uccello tremare nel mio pugno mentre io lavoravo il suo viscido organo in uno stato incontrollabile di delirio. Tommaso si alzò dal mio pene mentre ne usciva sperma spesso fiotto dopo fiotto.
Afferrò il suo organo e cominciò a masturbarlo. Con dolci piagnucolii rilasciò il primo scoppio di succo latteo.
Lo sperma fu sparato dal suo buco con la forza di un cannone riempiendo la faccia di Luca. L’erezione di mio fratello non si era abbassata e si stava di nuovo masturbando nel tentativo urgente di soddisfare la sua concupiscenza. Col cazzo ormai esaurito Tommaso prese una posizione più comoda e tutti e tre ci sdraiammo fianco a fianco a masturbarci. Bastò una piccola stretta al mio organo esplosivo per realizzare immediati risultati, il mio cazzo era come un tubo infuocato fuori controllo che spediva continui ruscelli di sperma bollente in aria.
Non smisi di masturbarmi dopo essere venuto, volevo masturbarmi una terza volta. I nostri corpi erano coperti di sudore, l’aria nella stanza era satura del profumo inebriante di carne di maschio eccitata.
Noi tre ci menavamo ferocemente la carne, venimmo uno, due, tre volte, uno dopo l'altro a cominciare da Luca, poi Tommaso e finalmente io aggiunsi il mio terzo contributo all’appiccicoso liquido che copriva i nostri giovani corpi esausti.
Il bel ricordo di quella notte ebbe improvvisamente il predominio con una serie di convulsioni che sembrarono sorgere da ogni fibra della mia virilità. La mia mente era sovraccarica, una massa confusa pressocché inebriante. Immagini frammentate di sesso ingombravano il mio cervello. L'inequivocabile sensazione di un’eiaculazione aveva preso le mie palle. Mi sentii gridare di liberazione quando il mio cazzo eruttò. Fu un miracolo se riuscii a tenere la macchina sulla strada. Il mio cazzo era come una fontana che eruttava succo d’uomo spesso e cremoso.
Quando il mio piacere diminuì mi resi conto del pasticcio che avevo combinato, la mia mano e tutto il mio inguine erano bagnati del mio grande carico. Grosse gocce del mio piacere colavano dal volante. Usai la mia giacca per pulire il risultato del mio piacere.
Arrivai a destinazione circa alle 7 di sera e fui accompagnato nella mia stanza. Quando entrai i miei occhi ebbero la vista più sorprendente. C’era Giorgio, il mio nuovo compagno di camera, con indosso solamente un paio di boxer di seta. Assomigliava molto a Tommaso, avrebbero potuto essere fratelli.
Più tardi quella notte, dopo che Giorgio mi ebbe aiutato a sistemarmi ci preparammo per andare a dormire ed io non potei fare a meno di chiedergli se conosceva Tommaso. Ci crediate o no erano cugini.
Giorgio sembrò esaltarsi per questa conoscenza comune, si gettò sul letto e si tolse i boxer. Guardai tra le sue cosce sode e lisce e vidi un’altra caratteristica che condivideva con suo cugino. Giorgio sorrise come se avesse letto nella mia mente e si mosse a portata del mio braccio. Naturalmente non resistetti e lo toccai.
Giorgio si sciolse nelle mie braccia strisciando il suo uccello delizioso contro il mio. Lentamente scese sulle ginocchia e prese la mia grossa erezione tra le sue morbide labbra umide. Leccò la mia virilità finché le palle non mi fecero male.
Prendendomi per mano mi tirò sul pavimento dove si mise a gambe divaricate sopra il mio corpo. Il suo il cazzo intonso di 15 centimetri si agitò rigido mentre abbassava il sedere sopra il mio organo ansioso.
Gettò indietro la testa mentre il mio cazzo stirava il suo piccolo buco. Ero così ansioso di riempire il suo retto con un bel carico di sperma! Menai il cazzo di Giorgio finché non fu al limite dell’eruzione. Lui a quel punto assunse il comando, diede uno strattone così forte al suo pene che le sue palle schiaffeggiarono contro le sue cosce. Nel momento in cui stava per sparare, spinse la testa del suo organo febbricitante tra le mie labbra bagnando la mia lingua col suo sperma delizioso.

Non so come ho fatto ad essere così fortunato, ma ora sto solo aspettando le vacanze di Natale. Quest’anno saremo tutti a casa di Tommaso; ho già deciso che staremo insieme una notte e non vedo l’ora di avere i due cugini insieme nello stesso letto.
di
scritto il
2013-10-21
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