Ho rubato il ragazzo a mia sorella 8

di
genere
gay

Quando lunedì tornai dopo la scuola vidi una strana automobile davanti a casa mia. Non c’era allenamento di nuoto quel giorno e speravo di farmi un sonnellino, Giacomo ed i suoi genitori erano fuori quella sera ed avrei potuto avere un po’ di tempo per me stesso.
La macchina davanti a casa mi sembrava familiare. Entrai e vidi Alice che parlava con Renzo. Renzo era nella squadra di nuoto con me ed aveva sviluppato una certa rivalità con me. Renzo era anche il primo miglior amico di Giacomo fino a quando non si era messo con Sara, e questo lentamente li aveva separati. Giacomo mi aveva confessato di essere stato innamorato di Renzo, ma che poi ad una riunione di nuoto aveva visto me.

Guardai Renzo per un momento. Se Alice gli stava parlando, di qualsiasi cosa si trattasse, non era niente di buono. "Nick sa qualche cosa." Disse Alice. "Ma lui non parla."
"Alice cosa cazzo c’è adesso? Non ne hai fatte abbastanza a Giacomo?"
"Non sarà mai abbastanza."
"Giacomo è gay?" Chiese Renzo.
“Ti sei già dimenticato di lei?" Risi. "Lei è incazzata solo perché Giacomo l’ha scaricata."
Renzo si alzò e venne a pochi centimetri dalla mia faccia. "Ascoltami, ti devo sopportare nella squadra di nuoto, ma non voglio che tu coinvolga il mio miglior amico in qualsiasi cosa da checche."
Io mi avvicinai ancora di più al suo viso. "Io non sto coinvolgeno Giacomo in niente. Te ne accorgeresti se non passassi tutto il tuo tempo con Sara o ad ascoltare quello che dice la mia sorella combina guai.”
Renzo mi spinse ed io lo spinsi. Lui alzò la mano per colpirmi con un pugno. Io abbassai la testa e lo sbattei sul pavimento. "Ragazzi" Gridò mio padre e spostò Renzo prima che potessi colpirlo.
"Signor Vardi." Disse Renzo detto. "Nick mi ha attaccato."
"No, prima l’hai spinto tu e hai tentato di dargli un pugno." Disse mio padre. "Lui stava solo difendendosi. Ora ti suggerisco di andartene."
Renzo fece l’offeso ed uscì dalla porta. "Alice." Disse mio padre. "C’entri qualche cosa con tutto questo?"
"Cosa stai dicendo papà?" Chiese Alice sbattendo le ciglia.
"Naturalmente c’entra!" Dissi io. "Diffonde ogni genere di bugie su Giacomo a scuola e Renzo era qui perché crede ad ogni sua parola."
"Alice vai in camera tua." disse mio padre. "Con te parlerò più tardi, ora voglio parlare da solo con Nick ."
Alice se ne andò. "Nick siediti.”
Io mi sedetti sul divano. "Prima ha chiamato il papà di Giacomo, ti ha invitato ad andare in gita con loro. Ha detto che potranno essere qui in un'ora. Penso che dovresti andare, sarà meglio che tu stia lontano da tua sorella per un po’."
Io accennai col capo. "Per favore sii onesto con me, ho sempre saputo che sei diverso dagli altri ragazzi. Aspettavo che tu ti aprissi con me ma il modo con cui hai diifeso Giacomo è stato chiaro, non lo dirò ad Alice o a tua madre, ma tu e Giacomo state insieme?"
Respirai profondamente e poi dissi: "Sì."
Guardai mio padre e non vidi delusione nei suoi occhi. "Ok, è ciò che volevo sapere. I genitori di Giacomo lo sanno?"
"Sì."
"Bene. Penso sia meglio che tu lo tenga per te ora. Se Alice sta provocando solo guai a Giacomo immagino il guaio ulteriore che potrebbe provocare se lo sapesse. Giacomo è un bravo ragazzo e è una vergogna che Alice lo tratti così. Enrico è venuto a trovarci e ha detto che potrebbe essere lui il padre del bambino ed abbiamo concordato una prova di paternità. Io parlerò coi genitori di Giacomo e loro, tu, Giacomo ed io ci incontreremo col vostro preside per parlare dei problemi con Alice."
“Non sei arrabbiato con me?" Chiesi. "No Nick, non lo sono. Non è la vita che avrei scelto per te ma queste cose sono fuori non possono dipendere da me. Tu hai sempre pensato che tua madre ed io preferivamo Alice, non è la verità. Tu sei speciale Nick, e noi abbiamo sempre pensato che tu potevi essere qualsiasi cosa volessi essere, ecco perché ti abbiamo spinto a fare di più. Ora perché non vai a prepararti per andare con Giacomo ed i suoi genitori."
Mi alzai e mio padre mi diede un grande abbraccio, poi andai nella mia stanza. Mio padre mi seguì ed andò nella stanza di Alice. Poco dopo sentii delle grida. Bussarono alla mia porta. Era mia madre che mi diceva che Giacomo ed i suoi genitori stavano aspettandomi fuori. Mentre uscivo sentii mio padre ed Alice che stavano ancora litigando.
Uscii, Giacomo era sul sedile posteriore della macchina e salii. "Abbiamo un problema." Dissi.
"Cosa?" Chiese Giacomo mentre la macchina partiva.
"Il tuo vecchio amico Renzo." E gli raccontai tutto compreso il nostro litigio. Poi anche di mio padre e di quanto mi aveva detto.

Mi divertii con la famiglia di Giacomo, andammo a fare shopping e cenammo in un bel ristorante. Quando parcheggiarono davanti a casa mia, mio padre ci stava aspettando. "Signori Grasso." disse mio padre. "Posso parlare con voi?"
"Giacomo, Nick perché non entrate?”.Disse mio padre.
Noi entrammo ed andammo nella mia stanza. "Perché succede tutto questo?" Chiese Giacomo. "Perché tua sorella provoca tutto questo?"
"È il suo modo di fare, è sempre stata così,"
Tirai Giacomo a me ed io gli diedi un bel bacio profondo. Giacomo scivolò sulle ginocchia e cominciò a slacciarmi la cintura. "Giacomo, mio padre sarà qui tra qualche minuto." Dissi.
"E per allora avrò finito." Disse lui abbassandomi la cerniera dei pantaloni.
Prese il mio cazzo e cominciò a farmi un pompino. Io reclinai la testa indietro quando sentii la bocca di Giacomo salire e scendere sul mio uccello. Feci correre le dita tra i suoi capelli ed assaporai la sensazione della sua lingua che turbinava intorno alla mia cappella. Prima che me ne rendessi conto stavo eiaculando nella sua bocca. Quando ebbi finito di venire mi tirai su i pantaloni e ci baciammo appassionatamente.

Mio padre entrò qualche attimo più tardi. "Ok ragazzi, domani organizzeremo una riunione col vostro preside, preparatevi."
"Bene." Dicemmo all’unisono.
Poi Giacomo ed io ci salutammo, il giorno seguente ci sarebbe stata la riunione col preside.
di
scritto il
2014-04-01
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