Antonio, non farlo
di
Simone
genere
etero
Salve, sono il proprietario di un pornoshop e come potete facilmente immaginare grazie al mio lavoro vengo a conoscenza delle abitudini sessuali di molte persone. Sono tante le storie che potrei raccontarvi, e siccome oggi è una giornata fiacca ho deciso di mettermi al computer per raccontarvene una. Quella che sto per raccontarvi è la storia di uno dei miei più affezionati clienti, quando venne da me la prima volta era un po’ imbranato in fatto di sesso ma oggi le sue esperienze farebbero impallidire anche i più navigati di voi.
Dunque, il tipo in questione risponde al nome di Antonio e all’epoca in cui cominciò questa storia aveva una innocente e normale relazione con una dolce e cara ragazza di nome Rocca. Tutto filava abbastanza liscio fra i due, si riempivano di coccole, si facevano eterne promesse d’amore e naturalmente facevano anche un po’ di sesso, insomma una normale relazione tra due giovani di una cittadina del centro-sud. Tuttavia Antonio era un po’ insoddisfatto di questo tranquillo ménage. Il materiale pornografico che ogni tanto consumava e le navigazioni su internet gli avevano fatto nascere delle fantasie erotiche che avrebbe voluto realizzare con la sua ragazza. La più ossessiva tra le fantasie che gli erano venute era la vecchia e cara sodomia. Ebbene sì, Antonio moriva letteralmente dalla voglia di farsi il bel culetto di Rocca. Il nostro eroe non sapeva però come affrontare il discorso con la sua tenera fidanzatina, era molto imbarazzato e aveva paura che lei l’avrebbe presa male. Mai e poi mai avrebbe voluto correre il rischio di offendere in qualche modo il suo dolce tesoro, ma così il problema permaneva e peggiorava di giorno in giorno. Ormai quelle veloci scopatine che qualche volta si facevano in macchina gli sembravano un po’ scialbe e le sue prestazioni ne risentivano molto, con gran delusione della ragazza. Non poteva più andare avanti così, doveva chiedere aiuto a qualcuno, ma a chi? Pensò che avrebbe avuto bisogno del consiglio di una donna, ma non aveva nessun’amica con cui parlare di questo problema. Sicché si rivolse a internet, c’era un newsgroup che frequentava spesso e sul quale aveva notato come lì le esponenti dell’altro sesso si esprimessero in maniera molto disinibita, ritenne allora che quello potesse essere il posto giusto dove chiedere consiglio. Ma il risultato di questo tentativo lo lasciò deluso. Gli rispose solo una donna, e la risposta lo spiazzò parecchio, perché lei gli consigliò di provare in prima persona ciò che avrebbe voluto far provare alla sua ragazza.
Così ad Antonio non rimase altro che armarsi di tutto il coraggio che aveva e provare a palare con Rocca.
“Ma tu sei scemo, io sta cosa non la faccio! Sai che male dopo. Non ci penso neanche” disse Rocca dopo che il nostro aspirante sodomizzatore era riuscito a confessarle le sue intenzioni. Ovviamente lui ci restò male, ma fu sollevato dal fatto che la ragazza non si fosse offesa e che il motivo del rifiuto fosse basato solo su di una comprensibile paura del dolore. Stando così le cose gli sembrò che insistendo avrebbe potuto convincerla, tanto oramai parlarne non era più così imbarazzante, visto che Rocca non si era mostrata scandalizzata dalla proposta. Antonio non lasciava passare un giorno senza almeno accennare alla fantasia della sodomizzazione. Era diventato quasi un argomento famigliare per loro e spesso ci scherzavano anche. E fu così che un giorno, dopo aver fatto l’amore, Rocca, standosene distesa sopra ad Antonio, che era sdraiato a pancia in giù, disse:
“E se t’inculassi io, cosa ne diresti? Sarebbe bello sapere cosa prova un uomo quando lo fa”.
Mentre diceva ciò, muoveva il bacino su e giù per mimare l’inculata. Antonio, rimanendo sotto a farsi "inculare", la prese a ridere e cominciò a fare l’imitazione di Rocca mentre godeva. La cosa però non piacque a Rocca, che irritata disse: “Quanto sei scemo, non capisci mai niente.” Antonio fu un po’ sorpreso da questa reazione, ma non gli diede peso e così non ci stette a pensare più di tanto. Finché un altro bel giorno, proprio mentre erano intenti a fare sesso, la cara ragazza, come se niente fosse, infilò il suo grazioso ditino nel culo del nostro aspirante sodomizzatore. Non vi dico la sorpresa di Antonio, che non riusciva a credere a cosa stesse succedendo. Il nostro, dopo essersi ripreso dalla sorpresa, stava per chiedere alla ragazza di smettere con quella pratica eterodossa a suo parere, ma, vedendo la sua morosa godersela come non l’aveva mai vista fare, si trattenne. Pensò che se a lei piaceva tanto un piccolo sacrificio poteva pur farlo, d’altronde quel dito nel culo non faceva poi male. C’erano inoltre dei lati positivi in questa novità. Antonio trovò molto stuzzicante l’enorme eccitazione che manifestava la dolce fanciulla, sembrava quasi l’attrice di un film porno. Senza contare poi il fatto che data quest’incredibile eccitazione la fica di Rocca era talmente bagnata che era una vera delizia penetrarla, il cazzo pareva andar su e giù da solo.
Perciò da quel giorno in poi la ragazza prese l’abitudine di penetrare con le dita l’orifizio anale del suo tesoro. E in questa pratica cominciava ormai ad acquisire una certa perizia, non si limitava più a un timido ditino nel culo nel bel mezzo dell’amplesso. La penetrazione anale di Antonio faceva adesso parte integrante anche dei preliminari, ed ogni volta la nostra sodomizzatrice escogitava qualche deliziosa novità. Intanto il nostro ex aspirante sodomizzatore, man mano che questa cosa andava avanti, iniziò a prenderci gusto, arrivò persino a dare suggerimenti al suo tesoruccio su come dovesse procedere durante le penetrazioni. Vi risparmio poi le oscenità che si dicevano durante queste pratiche, tanto penso che possiate benissimo immaginarle, visto che in ciò non dimostravano una grande originalità.
Ma ben presto venne il giorno in cui alla nostra puella la penetrazione con le dita venne a noia. Aveva ormai bisogno di qualcosa di più forte. Insomma, voleva un "vero" cazzo con cui inculare il suo amore. Ad Antonio la notizia non fece affatto piacere, perché passi farsi inculare con delle piccole e graziose dita, quali erano quelle di Rocca, ma farsi inculare con quei grossi cosi di plastica gli sembrava veramente troppo. Qui si passava la misura, in tutti i sensi!
“Antonio, non farlo !” gli aveva detto uno che aveva letto sul newsgroup il messaggio nel quella gli era stato consigliato di farsi inculare. E Antonio era deciso a non farlo. Sicché ora penserete che siamo giunti ad una situazione di stallo da cui non usciremo e che perciò il racconto finisce qui. Ma non avete calcolato quanto siano brave le donne a far fare agli uomini quello che vogliono. Ne so qualcosa io che prima di incontrare la mia Lei ero deciso a non sposarmi e a non avere figli, e adesso eccomi qua con moglie e due bambini. Comunque Antonio era almeno riuscito a farsi promettere che se avesse accettato di farsi inculare lei gli avrebbe restituito la cortesia.
Finalmente siamo arrivati al giorno in cui Antonio mise piede per la prima volta nel mio pornoshop. Appena entrò, capii subito che non era mai stato in un pornoshop, la sua timidezza e il suo imbarazzo erano tali che muovevano a pietà. Mettere a proprio agio il cliente è una regola importante in ogni attività commerciale e in particolar modo nel mio settore, come capirete benissimo. Io quando ho a che fare con un novizio, com’era nel caso di Antonio, o assumo un’aria annoiata, per far capire al cliente che ne ho viste così tante che le sue particolari inclinazioni non mi fanno alzare neppure un sopracciglio, oppure mi comporto da bravo fratello maggiore che sa ascoltare e dare buoni consigli. Ora poiché sono un tipo molto intelligente, non a caso sono io il padrone (se permettete l’assioma calvinista/liberale/liberista), capii subito che con Antonio ci voleva l’approccio da fratello maggiore. Non mi fu difficile farmi raccontare tutto, aveva una tale voglia di confidarsi con qualcuno. Grazie alle sue confidenze riuscii a consigliargli l’articolo più adatto alle sue esigenze. Si trattava di una particolare mutandina che aveva incorporato un bel fallo, in questo modo Rocca avrebbe potuto inculare Antonio quasi come un uomo.
Quando Antonio fece vedere l’oggetto alla ragazza, questa ne fu talmente entusiasta che volle assolutamente custodirlo lei fino al giorno del suo utilizzo, dato che il nostro caro ragazzo aveva chiesto un po’ di tempo per prepararsi alla deflorazione anale. Ma i giorni passavano e Antonio rinviava sempre. La nostra aspirante sodomizzatrice era un po’ esasperata da questi continui rinvii e perciò decise di porvi rimedio. Rocca organizzò tutto per bene, riuscì a fare in modo di rimanere sola in casa un sabato pomeriggio e quindi invitò il suo amore. Antonio si era appena accomodato nella cameretta di lei, che questa tirò fuori da un comodino il fallo. Il ragazzo ebbe un brivido di terrore, ma la sua amata conosceva il modo per farglielo passare. Gli disse di annusare la punta di quel cazzo di plastico. Antonio obbedì.
“Riconosci l’odore? È odore di fica. Ma non è la mia, è quella di mia sorella. Lei non è un gran che soddisfatta del suo ragazzo e così un po’ per questo motivo e un po’ per curiosità mi ha chiesto se potevo farglielo provare.” Rocca sapeva quanto ad Antonio piacesse sua sorella, e pensava perciò che la sorpresa che gli aveva preparato avrebbe potuto eccitarlo abbastanza da fargli passare il suo iniziale timore.
“Io racconto sempre a mia sorella tutto quello che facciamo, e le dico che sei bravissimo a scopare. Non sai quante volte mi ha detto quanto sono fortunata ad avere uno come te. Mi ha perfino confessato che quando si è goduta questo coso ha pensato a te”, dicendo questo la ragazza cominciò a spogliare il suo tesoro, che ormai era molto eccitato. Rocca continuò a parlargli della sorella anche quando cominciò masturbarlo piano piano
“Io voglio molto bene a mia sorella e per lei sarei anche disposta a mettere da parte la mia gelosia. Se ci tenesse proprio tanto a farlo con te io non mi opporrei mica. Ma adesso rilassati tesoro, dai sdraiati che ti faccio un bel massaggio come piace a te, e pazienta solo un minuto che devo spogliarmi”. E Antonio si distese prono in attesa del massaggio.
“Ma quanto sei bello! Non posso proprio prendermela con mia sorella se ti si vuole fare. Mhmm quanto sono eccitata! Ecco allarga un po’ le gambe, tesoro…ancora un pochetto…perfetto! Che belle gambe muscolose.. siii che bello massaggiarle…alza un po’ il bacino caro che così arrivo anche alle palle….aaah che bel culetto!”.
All’inizio fu un terribile e bruciante dolore, Rocca era stata un po’ troppo violenta. Tuttavia Antonio non si ribellò a quella violenza e si piegò alla furiosa eccitazione della sua ragazza. Quindi Rocca attenuò l’impeto che imprimeva alle penetrazioni, e forse per questo o forse perché Antonio cominciava ad abituarsi, fatto sta che al dolore cominciò ad accompagnarsi il piacere. Lo sfintere anale sembrò fare meno resistenza e il cazzo tornò a diventargli duro. Il ritmo con cui Rocca inculava Antonio si fece sempre più lento
“Stai godendo vero?”.
“Si sto godendo” ma questa risposta non accontentò la ragazza
“Allora fammelo vedere come godi. Non restartene in silenzio come quando mi scopi. Su che questa volta voglio sentirti godere bene !!”.
Quando Antonio scopava Rocca non si lasciava mai andare veramente, era sempre attento a non venire troppo presto, al modo migliore per farla godere, a pensare qualche porcata da dire per eccitarla di più ecc. Dall’espressione che aveva quando scopava sembrava che stesse facendo tutto tranne che cercare di godersela. Ora invece grazie al suo ruolo passivo si sentiva libero di concentrarsi solo sulle sensazioni che provava. Era bello per Rocca vederlo finalmente perdere il controllo di sé e godere del suo abbandono. Antonio cominciò a gemere e gridare tutto il dolore e tutto il piacere che provava in quel momento. Quando poi l’orgasmo fu vicino Rocca smise d’incularlo e si mise davanti a lui per ricevere il caldo sperma frutto di quella inculata.
Ma purtroppo adesso non posso continuare a raccontare questa storia. È entrato in negozio un cliente molto esigente, sapete questo è uno che vuole dei cazzi così grossi che devo ordinarglieli appositamente.
Ok ora devo proprio andare, ciao e alla prossima.
Dunque, il tipo in questione risponde al nome di Antonio e all’epoca in cui cominciò questa storia aveva una innocente e normale relazione con una dolce e cara ragazza di nome Rocca. Tutto filava abbastanza liscio fra i due, si riempivano di coccole, si facevano eterne promesse d’amore e naturalmente facevano anche un po’ di sesso, insomma una normale relazione tra due giovani di una cittadina del centro-sud. Tuttavia Antonio era un po’ insoddisfatto di questo tranquillo ménage. Il materiale pornografico che ogni tanto consumava e le navigazioni su internet gli avevano fatto nascere delle fantasie erotiche che avrebbe voluto realizzare con la sua ragazza. La più ossessiva tra le fantasie che gli erano venute era la vecchia e cara sodomia. Ebbene sì, Antonio moriva letteralmente dalla voglia di farsi il bel culetto di Rocca. Il nostro eroe non sapeva però come affrontare il discorso con la sua tenera fidanzatina, era molto imbarazzato e aveva paura che lei l’avrebbe presa male. Mai e poi mai avrebbe voluto correre il rischio di offendere in qualche modo il suo dolce tesoro, ma così il problema permaneva e peggiorava di giorno in giorno. Ormai quelle veloci scopatine che qualche volta si facevano in macchina gli sembravano un po’ scialbe e le sue prestazioni ne risentivano molto, con gran delusione della ragazza. Non poteva più andare avanti così, doveva chiedere aiuto a qualcuno, ma a chi? Pensò che avrebbe avuto bisogno del consiglio di una donna, ma non aveva nessun’amica con cui parlare di questo problema. Sicché si rivolse a internet, c’era un newsgroup che frequentava spesso e sul quale aveva notato come lì le esponenti dell’altro sesso si esprimessero in maniera molto disinibita, ritenne allora che quello potesse essere il posto giusto dove chiedere consiglio. Ma il risultato di questo tentativo lo lasciò deluso. Gli rispose solo una donna, e la risposta lo spiazzò parecchio, perché lei gli consigliò di provare in prima persona ciò che avrebbe voluto far provare alla sua ragazza.
Così ad Antonio non rimase altro che armarsi di tutto il coraggio che aveva e provare a palare con Rocca.
“Ma tu sei scemo, io sta cosa non la faccio! Sai che male dopo. Non ci penso neanche” disse Rocca dopo che il nostro aspirante sodomizzatore era riuscito a confessarle le sue intenzioni. Ovviamente lui ci restò male, ma fu sollevato dal fatto che la ragazza non si fosse offesa e che il motivo del rifiuto fosse basato solo su di una comprensibile paura del dolore. Stando così le cose gli sembrò che insistendo avrebbe potuto convincerla, tanto oramai parlarne non era più così imbarazzante, visto che Rocca non si era mostrata scandalizzata dalla proposta. Antonio non lasciava passare un giorno senza almeno accennare alla fantasia della sodomizzazione. Era diventato quasi un argomento famigliare per loro e spesso ci scherzavano anche. E fu così che un giorno, dopo aver fatto l’amore, Rocca, standosene distesa sopra ad Antonio, che era sdraiato a pancia in giù, disse:
“E se t’inculassi io, cosa ne diresti? Sarebbe bello sapere cosa prova un uomo quando lo fa”.
Mentre diceva ciò, muoveva il bacino su e giù per mimare l’inculata. Antonio, rimanendo sotto a farsi "inculare", la prese a ridere e cominciò a fare l’imitazione di Rocca mentre godeva. La cosa però non piacque a Rocca, che irritata disse: “Quanto sei scemo, non capisci mai niente.” Antonio fu un po’ sorpreso da questa reazione, ma non gli diede peso e così non ci stette a pensare più di tanto. Finché un altro bel giorno, proprio mentre erano intenti a fare sesso, la cara ragazza, come se niente fosse, infilò il suo grazioso ditino nel culo del nostro aspirante sodomizzatore. Non vi dico la sorpresa di Antonio, che non riusciva a credere a cosa stesse succedendo. Il nostro, dopo essersi ripreso dalla sorpresa, stava per chiedere alla ragazza di smettere con quella pratica eterodossa a suo parere, ma, vedendo la sua morosa godersela come non l’aveva mai vista fare, si trattenne. Pensò che se a lei piaceva tanto un piccolo sacrificio poteva pur farlo, d’altronde quel dito nel culo non faceva poi male. C’erano inoltre dei lati positivi in questa novità. Antonio trovò molto stuzzicante l’enorme eccitazione che manifestava la dolce fanciulla, sembrava quasi l’attrice di un film porno. Senza contare poi il fatto che data quest’incredibile eccitazione la fica di Rocca era talmente bagnata che era una vera delizia penetrarla, il cazzo pareva andar su e giù da solo.
Perciò da quel giorno in poi la ragazza prese l’abitudine di penetrare con le dita l’orifizio anale del suo tesoro. E in questa pratica cominciava ormai ad acquisire una certa perizia, non si limitava più a un timido ditino nel culo nel bel mezzo dell’amplesso. La penetrazione anale di Antonio faceva adesso parte integrante anche dei preliminari, ed ogni volta la nostra sodomizzatrice escogitava qualche deliziosa novità. Intanto il nostro ex aspirante sodomizzatore, man mano che questa cosa andava avanti, iniziò a prenderci gusto, arrivò persino a dare suggerimenti al suo tesoruccio su come dovesse procedere durante le penetrazioni. Vi risparmio poi le oscenità che si dicevano durante queste pratiche, tanto penso che possiate benissimo immaginarle, visto che in ciò non dimostravano una grande originalità.
Ma ben presto venne il giorno in cui alla nostra puella la penetrazione con le dita venne a noia. Aveva ormai bisogno di qualcosa di più forte. Insomma, voleva un "vero" cazzo con cui inculare il suo amore. Ad Antonio la notizia non fece affatto piacere, perché passi farsi inculare con delle piccole e graziose dita, quali erano quelle di Rocca, ma farsi inculare con quei grossi cosi di plastica gli sembrava veramente troppo. Qui si passava la misura, in tutti i sensi!
“Antonio, non farlo !” gli aveva detto uno che aveva letto sul newsgroup il messaggio nel quella gli era stato consigliato di farsi inculare. E Antonio era deciso a non farlo. Sicché ora penserete che siamo giunti ad una situazione di stallo da cui non usciremo e che perciò il racconto finisce qui. Ma non avete calcolato quanto siano brave le donne a far fare agli uomini quello che vogliono. Ne so qualcosa io che prima di incontrare la mia Lei ero deciso a non sposarmi e a non avere figli, e adesso eccomi qua con moglie e due bambini. Comunque Antonio era almeno riuscito a farsi promettere che se avesse accettato di farsi inculare lei gli avrebbe restituito la cortesia.
Finalmente siamo arrivati al giorno in cui Antonio mise piede per la prima volta nel mio pornoshop. Appena entrò, capii subito che non era mai stato in un pornoshop, la sua timidezza e il suo imbarazzo erano tali che muovevano a pietà. Mettere a proprio agio il cliente è una regola importante in ogni attività commerciale e in particolar modo nel mio settore, come capirete benissimo. Io quando ho a che fare con un novizio, com’era nel caso di Antonio, o assumo un’aria annoiata, per far capire al cliente che ne ho viste così tante che le sue particolari inclinazioni non mi fanno alzare neppure un sopracciglio, oppure mi comporto da bravo fratello maggiore che sa ascoltare e dare buoni consigli. Ora poiché sono un tipo molto intelligente, non a caso sono io il padrone (se permettete l’assioma calvinista/liberale/liberista), capii subito che con Antonio ci voleva l’approccio da fratello maggiore. Non mi fu difficile farmi raccontare tutto, aveva una tale voglia di confidarsi con qualcuno. Grazie alle sue confidenze riuscii a consigliargli l’articolo più adatto alle sue esigenze. Si trattava di una particolare mutandina che aveva incorporato un bel fallo, in questo modo Rocca avrebbe potuto inculare Antonio quasi come un uomo.
Quando Antonio fece vedere l’oggetto alla ragazza, questa ne fu talmente entusiasta che volle assolutamente custodirlo lei fino al giorno del suo utilizzo, dato che il nostro caro ragazzo aveva chiesto un po’ di tempo per prepararsi alla deflorazione anale. Ma i giorni passavano e Antonio rinviava sempre. La nostra aspirante sodomizzatrice era un po’ esasperata da questi continui rinvii e perciò decise di porvi rimedio. Rocca organizzò tutto per bene, riuscì a fare in modo di rimanere sola in casa un sabato pomeriggio e quindi invitò il suo amore. Antonio si era appena accomodato nella cameretta di lei, che questa tirò fuori da un comodino il fallo. Il ragazzo ebbe un brivido di terrore, ma la sua amata conosceva il modo per farglielo passare. Gli disse di annusare la punta di quel cazzo di plastico. Antonio obbedì.
“Riconosci l’odore? È odore di fica. Ma non è la mia, è quella di mia sorella. Lei non è un gran che soddisfatta del suo ragazzo e così un po’ per questo motivo e un po’ per curiosità mi ha chiesto se potevo farglielo provare.” Rocca sapeva quanto ad Antonio piacesse sua sorella, e pensava perciò che la sorpresa che gli aveva preparato avrebbe potuto eccitarlo abbastanza da fargli passare il suo iniziale timore.
“Io racconto sempre a mia sorella tutto quello che facciamo, e le dico che sei bravissimo a scopare. Non sai quante volte mi ha detto quanto sono fortunata ad avere uno come te. Mi ha perfino confessato che quando si è goduta questo coso ha pensato a te”, dicendo questo la ragazza cominciò a spogliare il suo tesoro, che ormai era molto eccitato. Rocca continuò a parlargli della sorella anche quando cominciò masturbarlo piano piano
“Io voglio molto bene a mia sorella e per lei sarei anche disposta a mettere da parte la mia gelosia. Se ci tenesse proprio tanto a farlo con te io non mi opporrei mica. Ma adesso rilassati tesoro, dai sdraiati che ti faccio un bel massaggio come piace a te, e pazienta solo un minuto che devo spogliarmi”. E Antonio si distese prono in attesa del massaggio.
“Ma quanto sei bello! Non posso proprio prendermela con mia sorella se ti si vuole fare. Mhmm quanto sono eccitata! Ecco allarga un po’ le gambe, tesoro…ancora un pochetto…perfetto! Che belle gambe muscolose.. siii che bello massaggiarle…alza un po’ il bacino caro che così arrivo anche alle palle….aaah che bel culetto!”.
All’inizio fu un terribile e bruciante dolore, Rocca era stata un po’ troppo violenta. Tuttavia Antonio non si ribellò a quella violenza e si piegò alla furiosa eccitazione della sua ragazza. Quindi Rocca attenuò l’impeto che imprimeva alle penetrazioni, e forse per questo o forse perché Antonio cominciava ad abituarsi, fatto sta che al dolore cominciò ad accompagnarsi il piacere. Lo sfintere anale sembrò fare meno resistenza e il cazzo tornò a diventargli duro. Il ritmo con cui Rocca inculava Antonio si fece sempre più lento
“Stai godendo vero?”.
“Si sto godendo” ma questa risposta non accontentò la ragazza
“Allora fammelo vedere come godi. Non restartene in silenzio come quando mi scopi. Su che questa volta voglio sentirti godere bene !!”.
Quando Antonio scopava Rocca non si lasciava mai andare veramente, era sempre attento a non venire troppo presto, al modo migliore per farla godere, a pensare qualche porcata da dire per eccitarla di più ecc. Dall’espressione che aveva quando scopava sembrava che stesse facendo tutto tranne che cercare di godersela. Ora invece grazie al suo ruolo passivo si sentiva libero di concentrarsi solo sulle sensazioni che provava. Era bello per Rocca vederlo finalmente perdere il controllo di sé e godere del suo abbandono. Antonio cominciò a gemere e gridare tutto il dolore e tutto il piacere che provava in quel momento. Quando poi l’orgasmo fu vicino Rocca smise d’incularlo e si mise davanti a lui per ricevere il caldo sperma frutto di quella inculata.
Ma purtroppo adesso non posso continuare a raccontare questa storia. È entrato in negozio un cliente molto esigente, sapete questo è uno che vuole dei cazzi così grossi che devo ordinarglieli appositamente.
Ok ora devo proprio andare, ciao e alla prossima.
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