Lo stallone italiano
di
Simone
genere
zoofilia
Io ho ventiquattro anni e sono Finlandese, ma sono andata via dal mio paese a causa della sfrenata passione che nutro per uno splendido stallone italiano. Lo vidi per la prima volta cinque anni fa in Francia, non potei fare a meno di ammirare immediatamente la sua potenza e la sua eleganza. Lui era veramente fantastico e solo a vederlo mi sembrava di impazzire, tutti gli uomini che avevo conosciuto fino ad allora non avevano mai suscitato in me una sensazione simile.
Da quel giorno lo seguii dovunque andasse. Ora finalmente ha smesso di girare per l’Europa, e vive tranquillo nella provincia di Torino. Io mi prendo cura di lui, non gli faccio mancare niente e soddisfo ogni suo bisogno. Godo tantissimo a sentirmi la schiava di questo magnifico essere.
E quasi ogni notte, quando so non di essere vista da nessuno, vado a trovarlo per appagare i nostri sensi. Comincio ad accarezzarlo dolcemente, lui mi lascia fare, quasi indifferente, ma so che gli piace molto. Quando sento che lui è completamente preso dalle mie attenzioni, mi spoglio e godo nel sentire il contatto dei nostri corpi. Infine la mia mano eccitata impugna il suo enorme fallo. La fantastica erezione che ha immediatamente mi comunica tutto il suo piacere, ed io mi eccitato tantissimo a sentirmi una giumenta in calore che non pensa ad altro che a farsi montare. La mia fica è talmente bagnata e dilatata che potrebbe accogliere il suo cazzo senza alcuna difficoltà.
Ormai riesco a capire quando sta per venire, e così mi metto in modo di ricevere il suo prezioso sperma. E Immancabilmente un lungo e caldo getto di colore avorio mi inonda il viso, ed io assaporo ingorda il nettare divino uscito dai suoi magnifici lombi.
E sempre assai doloroso accomiatarsi da lui, ma non posso farmi scoprire, la nostra deve rimanere una passione segreta. D’altronde il suo seme viene venduto a 15.000,00 euro a dose, e non so cosa mi farebbero, se scoprissero che io ogni notte mi intrufolo nella sua stalla e ne spreco il seme in quel modo . Però mi sembra una ingiustizia che un animale come lui che ha vinto tanto debba trascorrere il resto della vita senza una femmina accanto a sé, condannato a sborrare su una sagoma di legno.
Poi ogni mattino mi alzo presto e vado a strigliarlo per benino e quando nessuno mi vede gli do una toccatine alle palle, lui apprezza moltissimo e mi ricambia leccandomi la faccia.
Da quel giorno lo seguii dovunque andasse. Ora finalmente ha smesso di girare per l’Europa, e vive tranquillo nella provincia di Torino. Io mi prendo cura di lui, non gli faccio mancare niente e soddisfo ogni suo bisogno. Godo tantissimo a sentirmi la schiava di questo magnifico essere.
E quasi ogni notte, quando so non di essere vista da nessuno, vado a trovarlo per appagare i nostri sensi. Comincio ad accarezzarlo dolcemente, lui mi lascia fare, quasi indifferente, ma so che gli piace molto. Quando sento che lui è completamente preso dalle mie attenzioni, mi spoglio e godo nel sentire il contatto dei nostri corpi. Infine la mia mano eccitata impugna il suo enorme fallo. La fantastica erezione che ha immediatamente mi comunica tutto il suo piacere, ed io mi eccitato tantissimo a sentirmi una giumenta in calore che non pensa ad altro che a farsi montare. La mia fica è talmente bagnata e dilatata che potrebbe accogliere il suo cazzo senza alcuna difficoltà.
Ormai riesco a capire quando sta per venire, e così mi metto in modo di ricevere il suo prezioso sperma. E Immancabilmente un lungo e caldo getto di colore avorio mi inonda il viso, ed io assaporo ingorda il nettare divino uscito dai suoi magnifici lombi.
E sempre assai doloroso accomiatarsi da lui, ma non posso farmi scoprire, la nostra deve rimanere una passione segreta. D’altronde il suo seme viene venduto a 15.000,00 euro a dose, e non so cosa mi farebbero, se scoprissero che io ogni notte mi intrufolo nella sua stalla e ne spreco il seme in quel modo . Però mi sembra una ingiustizia che un animale come lui che ha vinto tanto debba trascorrere il resto della vita senza una femmina accanto a sé, condannato a sborrare su una sagoma di legno.
Poi ogni mattino mi alzo presto e vado a strigliarlo per benino e quando nessuno mi vede gli do una toccatine alle palle, lui apprezza moltissimo e mi ricambia leccandomi la faccia.
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