Sognando (Seconda parte)
di
Aramis
genere
gay
Alle 6 e 50 ero al luogo dell’appuntamento ad aspettare Enrico. Ero dannatamente nervoso. E se non fosse venuto? Se fosse venuto e poi se ne fosse andato?
Non ero mai stato così nervoso ad un primo appuntamento, poi non ero mai stato ad un appuntamento con un altro ragazzo. C’ero stato con donne ed avevo fatto sesso con altri ragazzi, ma mai le due cose insieme. Se aggiungiamo il fatto che Enrico era un buon amico da cui ero molto attirato, era praticamente troppo.
Erano le 6 e 54, il tempo stava passando troppo lentamente. Perché ero andato là così presto? Chiaramente se non fossi arrivato presto, sarei stato molto in ritardo, il bus non aveva l’orario adatto.
Il mio orologio sembrava stesse beffandosi di me per la mia impazienza, erano solamente le 6 e 57. Sorrisi e parlai un po’ a persone che riconoscevo. Perché Enrico non arrivava in anticipo una volta in vita sua.
Finalmente le 7, dovevo essere lì da 25 minuti, veramente erano stati 11 minuti ma giuro che il tempo passava così lentamente che sembravano 25 minuti.
Alle 7 e 02 il panico cominciò a prendermi, mille pensieri correvano attraverso la mia mente. "Non viene." "Ha cambiato idea." "Mi sono spinto troppo lontano questa mattina." "Lo dirà a tutti." "Forse è solo in ritardo, di solito lo è."
Alla fine rinsavii: "Calma, fermati e pensa, se lui non è qui tra un minuto lo chiamerai, potrebbe essere successa qualche cosa. Malgrado tutto il panico non aiuta."
Facile per la parte razionale della mia mente, mentre il resto di me era in subbuglio. Fortunatamente lo vidi venire verso di me sul marciapiede.
"Sei è in ritardo di 5 minuti, hai idea di come stavo?"
Lui mi sorrise con quel suo sorriso timido per il quale nessuno poteva essere arrabbiato con lui a lungo. Non che fossi arrabbiato, ero soprattutto sollevato perché era arrivato.
"Allora dove vuoi andare a mangiare?" Gli chiesi, quel genere di dettagli era importante.
"Hmmm. Che ne dici di... ?"
"Ok mi sembra buono." Quindi cominciammo a camminare per prendere di nuovo il bus verso la periferia.
Sfortunatamente all’ora di cena il bus era stracolmo, ma trovammo un punto dove stare vicini.
Chiacchierammo per tutto il viaggio, quando finalmente arrivammo decidemmo di prendere cibo cinese per cena. Fu una grande cena, il cibo era niente male. Parlammo tra di noi, a chi ci stava vicino sembravamo solo buoni amici che chiacchieravano a cena. Invece tra di noi era come se stessimo tessendo una rete di intimità.
Dopo cena andammo al cinema, nonostante la coda ci sbrigammo in fretta. Avevamo scelto un film che non sembrava molto popolare e riuscimmo a trovare dei posti a sedere appartati senza qualco vicino a noi.
Appena le luci si spensero Enrico mi sorprese afferrandomi la mano. Restammo così per l’intero film. Era fantastico, essere vicino a lui tenendogli la mano, un delicato contatto intimo.
Avrei desiderato restare così per sempre, ma il film finì così uscimmo ed andammo a prendere di nuovo il bus. Questa volta era molto più vuoto di prima e trovammo anche una panca dove poter continuare a sedere vicini. Le panche del bus non sono molto grandi e normalmente questo dà l’impressione di essere accalcati, ma non ci facevo caso, potevo stare seduto un po’ più vicino ad Enrico.
"Allora cosa vuoi fare ora?" Gli chiesi sperando in qualche cosa che coinvolgesse ambedue.
"Non so, tu cosa vuoi fare?"
"Potremmo tornare a casa mia e guardare la TV."
"OK." Nel mio appartamento avevo la TV via cavo che lui non nella sua stanza, così potevamo avere più scelta.
Arrivammo di nuovo al mio appartamento. "Qualche cosa da bere?"
"OK."
Ritornai in soggiorno con le due bibite e trovai Enrico allungato sul divano. Appoggiai la sua bibita e mi avviai verso la sedia quando lui disse: "Vieni qui, sdraiati con me."
Io ero più alto di lui di cinque centimetri per cui gli dissi: "Mi piace a parte una cosa, io sono più alto di te, se mi metto davanti a te non vedrai la TV."
"Oh, giusto." Si alzò e mi fece sdraiare per primo sul sofà, sdraiandosi poi accanto a me. Gli feci scivolare un braccio intorno e non lo sentii lagnarsi, così l'abbracciai più stretto. Non andai oltre, non volevo che si spaventasse.
Parlammo a lungo quella sera, nulla di più, solo parole. Tacevamo di quando in quando per ascoltare la TV. Durante uno di questi momenti di silenzio mi resi conto che Enrico si era addormentato tra le mie braccia.
Ero comodo ed evidentemente anche lui lo era, così spensi la TV, lo tenni abbracciato contro di me e mi addormentai. Penso di non aver mai dormito più saporitamente di quanto feci quella notte tenendolo contro di me. Nessun sogno tuttavia.
Quando mi svegliai il sole splendeva attraverso la finestra, avrei dovuto chiudere le imposte la sera prima, ma non sapevo sarebbe stato un problema fino a che non mi ero sdraiato con Enrico e poi non ce n’era stata la possibilità. Pochi minuti dopo essermi svegliato mi resi conto che lui era già sveglio.
"Buon giorno." Era veramente un buon giorno, naturalmente ogni risveglio con Enrico lo sarebbe stato.
"Buon giorno, hai dormito bene?"
"Cosa ne pensi? Quanto tempo sei rimasto sveglio?"
“Circa 25 minuti."
"Perché non ti sei alzato?"
“Cosa vuoi fare oggi?"
"Mi piacerebbe stare qui così ma devo andare a pisciare e qualche cosa da mangiare sarebbe un bell’inizio."
"Vanno bene uova ed un toast?"
"Per me va bene."
Si alzò ed andò in bagno, io andai in cucina. Misi il toast nel tostapane e misi sul fuoco la caffettiera.
Quando lui uscì entrai io e vuotai la vescica dolorante. Poi mi lavai i denti.
Quando ritornai in cucina mi diede un bacio.
"Non è giusto, ti sei lavato i denti, io non ho uno spazzolino qui."
"Bene se vuoi puoi usare il mio, ma ce n’è uno di ricambio nell’armadietto, quello ti può servire."
"Grazie."
Uscì dalla stanza ed io cominciai a cucinare le uova. Pochi minuti dopo ritornò e la colazione era pronta.
"Non mi hai risposto, cosa vuoi fare oggi?"
Il cibo e la caffeina dovevano essergli arrivate alla testa perché rispose: "L’ho fatto, ho già fatto quello che volevo fare."
Sì, ora era completamente sveglio. "OK così hai fatto quello che volevi fare, e ora?"
"Mi piacerebbe fare una doccia. Dopo non so."
"Bene fai una doccia qui se vuoi, ma dovrai tornare alla tua stanza se ti vuoi cambiare i vestiti, non so se qualche cosa di mio è della tua taglia me è probabile che qualche cosa potrai trovare."
"Bene perché non andiamo a dare un'occhiata, vediamo se c'è qualche cosa."
Alla fine trovammo qualche vestito che non era male nonostante la differenza di altezza.
"Vai per primo a fare la doccia, sei l'ospite."
"Perché non fai la doccia con me."
"Mi piacerebbe, ma sei sicuro di essere pronto a questo?"
"Sì, penso di sì.” Poi mi sorrise, come potevo dire di no a quel punto, chiaramente era quello che aveva programmato.
Mi stava sorridendo in maniera così sexy che non potevo non farlo. Mi incamminai verso il bagno ma quando gli fui vicino, mi girai improvvisamente e lo baciai. Lo sorpresi nel prendere l’iniziativa ma non ci lo volle molto perché rispondesse al mio bacio. Feci scivolare la lingua nella sua bocca e lo strinsi tra le braccia. Sì, era decisamente pronto, dal modo in cui la sua lingua lottava con la mia potevo dire che stava aspettando da molto tempo quel momento.
Alla fine interrompemmo il bacio. Lo circondai con le mie braccia e ci dirigemmo verso il bagno. Volevo lasciare ancora a lui il controllo della situazione, non volevo spaventarlo e così offrii:
"Come vuoi farlo, ci spogliamo da soli o ci spogliamo l'un l'altro."
Sul suo viso balenò un ghigno maligno e sexy e mi si avvicinò, mi alzò la maglia sopra la testa e mi baciò il capezzolo mentre lo faceva. Era un modo di rispondere alla mia domanda.
Dopo avermi tolto la maglia mi baciò di nuovo. Io gli sbottonai la camicia e seguii le mie mani con la bocca, scendendo col bacio al collo, al torace fino ad arrivare alla fine alla cintura.
A quel punto risalii a baciargli lo stomaco, amavo quella bella pista che correva da sotto la vita, su al torace in mezzo agli addominali. Quando ritornai alla sua testa lo baciai di nuovo sulla bocca.
Era di nuovo il suo turno e mi slacciò i pantaloni, li allentò lasciandoli cadere al pavimento ed io ne uscii. Slacciai la fibbia della sua cinghia, slacciai il bottone e gli aprii la patta lasciando che i suoi jeans precipitassero a terra.
La sua erezione faceva una protuberanza ben visibile e deliziosa nei boxer. Mi avvicinai baciandolo di nuovo e pigiando il mio uccello coperto dalla stoffa contro il suo.
Si lamentò piano ed io decisi che se fossi morto in quel momento sarei stato felice. Fortunatamente tuttavia non accadde. Interruppi il bacio ed aprii la doccia per scaldare l’acqua. Poi ritornai, era ora. Quando gli fui vicino misi le mani sotto la cintura dei suoi boxer. Dando una carezza rapida al suo uccello li feci scivolare giù sulle sue anche e li feci cadere alle caviglie.
Il suo pene era diritto ed ondeggiava orgogliosamente nell'aria. Lui mise una mano sulla parte anteriore dei miei boxer, massaggiandomi il cazzo attraverso la stoffa che si stava tendendo.
Poi con un movimento fluido lasciò cadere i miei boxer ai miei piedi. Entrammo nella doccia. La mia doccia non era stata costruita per due persone ma non avevamo problemi a stare vicini.
Enrico prese la salviettina ed il sapone e insaponò la stoffa. Mise da parte il sapone e cominciò a lavarmi il torace, poi mi tirò a se e mi baciò di nuovo.
Mi lavò il torace finché non raggiunse il mio capezzolo destro che pizzicò attraverso la stoffa. Mi lavò scendendo sulle braccia ritornando poi su ed io alzai il braccio per farlo lavare sotto.
Era una carezza sensuale e lenta. Non avevo avuto nessuno che mi lavasse da quando ero bambino, ed io ero di nuovo come un bambino, sottomesso. È un atto di fiducia quando qualcuno ti lava, ti arrendi alla sua volontà ed è molto più intimo.
Mi lavò tutto il davanti ed io lavai il suo con la stessa gentilezza, poi lui si voltò e mi fece lavare la sua schiena. Quando ebbi finito si voltò ed io mi girai. La sensualità della situazione aveva eccitato entrambi.
Uscimmo dalla doccia e ci asciugammo l'un l'altro, poi andammo in camera da letto. Ci baciammo, bocche chiuse in passione, lingue che scivolavano una contro l'altra. I nostri corpi erano così pigiati insieme che eravamo pressoché una persona sola.
Ci sdraiammo sul letto e continuammo a baciarci, nessuno ne aveva abbastanza dell'altro. Io gli carezzai il cazzo. Feci correre un dito lungo la cresta sulla parte inferiore della sua erezione. Sentivo il suo corpo tendersi e sensazioni di piacere attraversare il suo corpo. Mentre continuavo la stimolazione sul suo uccello, leccavo e mordicchiavo prima il suo capezzolo destro e poi il sinistro.
Era ora di passare alla fase seguente. Smisi di carezzarlo e leccarlo e baciando scesi tra i suoi pettorali, giù ai suoi addominali, leccando in mezzo ed intorno. Poi gli stuzzicai l’ombelico per un minuto con la lingua prima di continuare ad abbassarmi.
Leccai la sua asta dura come l’acciaio ed avvolsi le labbra intorno alla testa dell’uccello, colpendo leggermente con la lingua la fessura per farlo impazzire. Feci scivolare la testa giù sull'asta e poi scivolai di nuovo su.
Spinto oltre la resistenza possibile ci vollero solo pochi secondi ed Enrico venne. Il suo corpo si contorse in estasi e lui sparò colpo dopo colpo del suo sperma dolce e salato.
Quando finalmente si calmò, risalii alla sua testa baciandolo con forza sulla bocca. "Allora come’è stata la tua prima volta?"
"Eccellente ma ora tocca a me", e lui scivolò giù sul letto e sul mio corpo.
Invece di andare diretto come avevo fatto io, decise di stuzzicarmi ulteriormente.
Mise una mano intorno al mio cazzo, quindi fece scivolare leggermente un dito sulle mie palle spedendo brividi attraverso il mio corpo. Poi indietro al mio pene tracciando sino alla cappella e correndoci sopra, ritornando poi alla base ed attraverso le palle ad accarezzare il punto sensibile tra le mie gambe. Per essere la sua prima volta con un altro uomo certamente sapeva come farmi impazzire.
Quando ne ebbe abbastanza di stuzzicarmi con la mano, abbassò la bocca alle miei noci e le leccò. Poi le succhiò nella sua bocca una alla volta. Leccando e succhiando le faceva rotolare in bocca.
Io mi lamentai piano, non faccio rumore quando faccio sesso, e finalmente lui decise di fare la sua mossa. Alzò la testa al mio uccello e leccò intorno alla cappella suscitando in me un altro lamento.
Poi proseguì tentando di ingoiare il mio uccello, succhiandolo e leccandolo. Usò un po’ troppo i denti ma era ancora un novizio e non potevo lagnarmi.
In pochi minuti la sua tecnica era migliorata rapidamente e mi aveva fatto lamentare di piacere frequentemente. Alla fine mi portò ad un orgasmo tremendo.
Dopo che ebbi finito di godere si alzò e mi baciò sulle labbra. “Grazie per essere stato il mio primo uomo."
"Oh grazie a te, ma come hai imparato a farlo così bene?"
"Sopratutto le storie sulla rete.” e sorrise
Mi accorsi di sorridere perché lui lo stava facendo. "E ora cosa vuoi fare?"
"Perché non ci vestiamo ed andiamo fuori un po’."
"Mi piace."
Ci vestimmo ed uscimmo, andammo a guardare le vetrine e ci approvvigionammo di generi alimentari per la cena.
Quando finalmente tornammo a casa erano le 7,30. Cenammo insieme. quindi disse che doveva tornare alla sua stanza, non voleva che il suo compagno di camera facesse troppe domande.
"Mi piacerebbe che tu stessi qui stanotte."
"Anche a me, ma... "
"Avremo il fine settimana...."
Lui sorrise, io lo baciai: "Allora è stato abbastanza bello per la tua prima volta? Era come speravi?"
"Sì e di più." E mi baciò.
Ci sedemmo godendo dell’essere l'uno con l'altro, ma lui doveva ritornare alla sua camera. Quando se ne andò tornai a pensare al fine settimana, a come ci eravamo trovati improvvisamente insieme e come sembrava che fossimo sempre stati insieme. Io ero felice e passai quella notte sognando di essere con lui.
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Il suono strillante della mia sveglia mi ricordò a che era ora di alzarsi. Era ben diverso dallo svegliarsi con Enrico, ma non potevo aspettarmi che accadesse ogni giorno, anche se potevo sperarlo.
C'era almeno un lato brillante alle lezioni di quel giorno: Enrico. Quando arrivai in classe lui c’era già; mi sedetti vicino a lui che si girò, sorrise e mi fece l'occhiolino.
"Hai avuto un buon fine settimana? "
"Oh è stato ok." Gli feci l'occhiolino mentre lo dicevo.
Ebbe appena il tempo di sorridere prima che il professore entrasse, quindi non parlammo più fino alla fine della lezione. Quando finalmente il professore ebbe finito, prendemmo i nostri libri ed uscimmo.
Andammo al bar per un caffè da seduti. Chiacchierammo per un po’ godendo della nostra compagnia. Enrico doveva andare in bagno e questo mi diede un'idea.
"Perché non andiamo in cantina?"
Naturalmente rispose piuttosto confuso: "Perché andare là? Ci sono bagni qui e quello è fuori mano."
"Precisamente." Improvvisamente capì quello che stavo suggerendo.
Uscimma dalla porta posteriore che conduceva direttamente in cantina. I bagni laggiù erano abbastanza piccoli, ma avevano altre caratteristiche che li rendevano più utili per certi tipi di riunione. Essendo piuttosto fuori mano non erano molto usati e per la loro posizione era difficile capire se erano occupati ed ancora più difficile se erano occupati da due persone.
Lasciai cadere i miei libri in un box e chiusi la porta, dopo di che tirai Enrico con me nell'altro.
"Perché hai lasciato di là la tua roba?"
"Così sembrano ambedue occupati e sarà meno probabile che qualcuno entri."
Per non fargli fare altre domande lo tirai a me e lo baciai. Amo un bacio appassionato e lungo, un senso di fiamme corre attraverso il tuo corpo, Il cuore corre e c’è il sapore di un’altra bocca chiusa contro la tua. Con Enrico sembrava che ogni bacio fosse così.
Ma non avevamo molto tempo da sprecare, a breve avremmo avuto un’altra lezione. Abbassai una mano tra di noi a stringere il suo cazzo fino a che non gli tese i pantaloni.
Mi sedetti sull'orlo del water e gli abbassai la chiusura lampo. I boxer che portava erano tesi contro la sua asta rigida. Potevo chiaramente vedere la testa del suo uccello attraverso la stoffa bagnata di pre eiaculazione intorno alla punta.
Gli leccai la cappella attraverso la stoffa rendendola ancora più bagnata e facendolo lamentare per la sensazione. Poi liberai l’uccello dalla sua prigione per permettergli di svettare orgoglioso.
Appoggiai la lingua alla fessura per assaggiare la pre eiaculazione che ne gocciolava fuori. Succhiai la testa nella mia bocca. Enrico afferrò la mia nuca per mantenere l’equilibrio mentre io cominciavo a far scivolare il suo uccello dentro e fuori della mia bocca.
Lo succhiai profondamente nella mia gola mentre la mia lingua scivolava lungo la sua asta. Poi lo feci scivolare di nuovo fuori finché solo la sua cappella vellutata rimase nella mia bocca, ne tracciai la cresta e leccai ritornando al suo pube.
Pochi minuti e lui stava anelando forte, il suo uccello si stava contorcendo nella mia bocca pronto ad eruttare. Improvvisamente il suo corpo si tese e la sua sborra fuoriuscì nella mia bocca in attesa. Dopo che ebbe finito di sparare pulii via lo sperma dal suo glande e mi alzai per baciarlo in modo che potesse assaggiare il suo sapore.
Contemporaneamente tenevo in mano il suo cazzo che si stava ammorbidendo finché non fu possibile reintrodurlo nelle mutande. Alla fine interrompemmo il lungo bacio.
Era ora di lezione ma purtroppo le nostre lezioni erano diverse e non saremmo più stati insieme per quel giorno.
"Perché non vieni stasera nel mio appartamento? Potremmo ordinare una pizza o qualche cosa d’altro e lavorare a quel compito per un po’."
"Ok, ti dispiace se porto la mia roba per fermarmi?"
"Ottimo, mi piacerebbe svegliarmi di nuovo vicino a te.”
"Anche a me." E mi lanciò quel suo sorriso seducente mentre lo diceva. "A che ora devo venire, va bene le sette?"
"Benissimo." A quel punto ci separammo ed andammo alla nostra lezione.
Il giorno passò relativamente in fretta e presi il bus per andare a casa. Alle sette meno un quarto chiamai per ordinare la pizza prima che fosse troppo tardi.
Alle 7 e 5 bussarono alla porta, era Enrico. Lo tirai dentro, chiusi la porta e lo baciai. Sparpagliammo i libri ed i quaderni sulla tavola di cucina, avremmo studiato davvero quella sera, quasi niente sesso.
Lavorammo finché non arrivò la pizza, poi andammo in soggiorno per guardare la TV mentre mangiavamo. Dopo cena siamo ritornati a lavorare. Alle 9 abbiamo finito e siamo ritornati al divano.
Mi sdraiai per primo e lui si accoccolò contro di me. Era un modo comodo di passare una notte. Ero già stato con altri ragazzi, ma si arrivava subito al sesso. Il tempo che passavo con Enrico era diverso, era più di solo sesso. Noi eravamo più intimi, un'amicizia, praticamente gemelli.
"Sai che non abbiamo mai parlato di quello che è accadeva nei nostri sogni." Il suo commento mi fece uscire dalla mia piacevole fantasticheria.
"Non l’abbiamo mai fatto. Vuoi parlarne?"
"Sì." Afferrò il telecomando, spense la TV e si girò verso di me. "Credo che comincerò col mio, anche se non sono sicuro di riuscire a spiegarmi."
"Ok va avanti, spiegati meglio che puoi."
"Bene, noi eravamo in classe e tu eri seduto vicino a me, il professore entrò con una bracciata di quaderni...
Enrico proseguì a descrivere il mio sogno, dalla sua prospettiva naturalmente. Ascoltai attentamente per un minuto prima di continuare a raccontare il sogno. Lui fu scioccato nello scoprire che avevo avuto lo stesso sogno.
L'avevo sospettato ma non ne ero sicuro. Mi era già successo. Nel mio anno di matricola c’era un studente di biologia che viveva due stanze dopo la mia. In qualche modo il mio sogno ed il suo finirono insieme.
Io ero saltato in qualche modo dal mio sogno nel suo. Io ero vicino a un fiume e mi trovavo improvvisamente con lui. Eravamo nel laboratorio di biologia (dove non ero mai stato). La stanza era piena di serpenti (che io odio e di cui ho una paura tremenda). Più tardi sentii che i serpenti si presentavano quando io lo facevo, sospetto che fosse perché nel fiume c'erano stati serpenti.
Quando vidi il laboratorio di biologia pieno di serpenti capii che era un sogno, il pensiero dei serpenti mi infuocava. Poi ritornai al fiume dove due miei giovani cugini erano circondati da serpenti, in qualche modo Will, il ragazzo del pensionato, era finito là con me. Diedi fuoco ai serpenti e rispedii i miei cugini a casa e poi mi svegliai. Non chiedetemi perché, ma devo correggere sempre i problemi nel mio sogno quando comprendo che è un sogno.
Quindi quello che era accaduto aveva senso. Enrico era confuso nel trattare il problema.
Ne parlammo a lungo ma l'unica cosa che trovammo era che ora eravamo insieme, avevo scoperto che mi voleva da tanto tempo e che io lo volevo... se solo l’avessi saputo l'anno prima.
La prova emotiva della notte ci aveva reso molto stanchi così andammo a letto. Quella notte non ci fu sesso, abbiamo solo dormito insieme, uno vicino all'altro.
Ancora una volta Enrico si alzò prima di me, quella mattina decise di svegliarmi, ma che modo di svegliare! Il mio cazzo che si irrigidiva mi svegliò mentre lui mi leccava le palle, poi prese in bocca la testa della mia asta.
Quando guardò su e vide che ero sveglio lasciò che il mio uccello scivolasse fuori della sua bocca e disse: "Ora è il mio turno, tu l’hai avuto ieri." Mi sorrise e riprese a succhiare il mio uccello.
"Bene, buon giorno anche a te." fu tutto quello che mi uscì prima di abbandonarmi al piacere che irradiava dal mio inguine. Considerato che era solo la seconda volta che faceva un pompino, lo stava facendo incredibilmente bene. Amavo il contatto con la sua lingua rugosa che scivolava lungo il mio pene e la suzione faceva concorrenza ad un’aspirapolvere.
Improvvisamente decise di stuzzicarmi di più. Chiaramente questo non era un problema per me. Cominciò di nuovo a leccarmi le palle succhiandole poi nella sua bocca e facendole rotolare sulla lingua. Dopo un po’ decise di cambiare di nuovo e spostò le sue attenzioni al mio stomaco.
Fece correre la lingua sui miei addominali facendomi un solletico sensuale col movimento.
Continuò a far scivolare la lingua spedendomi in un parossismo di desiderio. Io non potevo sopportarlo più a lungo, le sensazioni che attraversavano il mio corpo stavano spingendomi all'orlo.
Subito prima che fossi pronto ad eiaculare, Enrico si fermò e si alzò a baciarmi. Prima che potessi protestare interruppe il bacio, si leccò la punta di un dito e lo strofinò sulla testa del mio uccello mentre mi baciava di nuovo. La sensazione improvvisa sul mio cazzo spedì un flusso di
adrenalina attraverso di me mentre venivo esplodendo tra di noi.
Mi lamentai nella sua bocca durante l'esplosione dell’orgasmo. Finalmente mi rilassai nel suo abbraccio e coi suoi baci. Restammo sdraiati per un po’ prima di poter parlare.
"Buon giorno." Enrico fu il primo a interrompere il bacio e parlare.
“Buon giorno anche a te. Stai migliorando sai."
Lui sorrise e mi baciò di nuovo. Dopo di ciò uscimmo dal letto ed andammo in doccia insieme. Ci lavammo l'un l'altro, lui mi lavò per primo, poi io gli resi il favore.
Diedi lunghe e sensuali carezze al suo corpo eccitandolo. Insaponai lentamente il suo corpo lasciando poi che l’acqua lo risciacquasse. Alla fine raggiunsi il suo membro congestionato e vi avvolsi la mano.
Lui pigiò la sua schiena contro di me mentre gli facevo una sega. Lo baciai dolcemente e lo mordicchiai sul collo, sulle orecchie e sulle spalle mentre lo accarezzavo. Cominciò a lamentarsi ed mossi la mano lungo la sua asta più velocemente, poi rallentai per prolungare il piacere.
Quando si avvicinò all’orgasmo il suo corpo cominciò a contorcersi e lui pigiò il suo inguine con forza contro il mio. Presi il ritmo e le sue ondulazioni aumentarono. Con l’altra mano lo circondai e cominciai a pizzicare e stuzzicare i suoi capezzoli mentre continuavo la stimolazione del suo uccello.
Lui incastrò le sue anche contro di me mentre raggiungeva l’orgasmo "Uh, ahhh, oooh...” anelò mentre si rilassava contro di me nella beatitudine post orgasmica.
Finimmo la doccia ci asciugammo rapidamente l'un l'altro e ci vestimmo. Una rapida colazione e poi via per non arrivare tardi alla lezione.
Il resto della settimana passò come al solito: lezioni, studio, sonno e di quando in quando sesso. Enrico rimase solo un'altra notte quella settimana.
Venerdì sera avevamo progettato di cenare insieme e speravamo di passare insieme il fine settimana.
Non ero mai stato così nervoso ad un primo appuntamento, poi non ero mai stato ad un appuntamento con un altro ragazzo. C’ero stato con donne ed avevo fatto sesso con altri ragazzi, ma mai le due cose insieme. Se aggiungiamo il fatto che Enrico era un buon amico da cui ero molto attirato, era praticamente troppo.
Erano le 6 e 54, il tempo stava passando troppo lentamente. Perché ero andato là così presto? Chiaramente se non fossi arrivato presto, sarei stato molto in ritardo, il bus non aveva l’orario adatto.
Il mio orologio sembrava stesse beffandosi di me per la mia impazienza, erano solamente le 6 e 57. Sorrisi e parlai un po’ a persone che riconoscevo. Perché Enrico non arrivava in anticipo una volta in vita sua.
Finalmente le 7, dovevo essere lì da 25 minuti, veramente erano stati 11 minuti ma giuro che il tempo passava così lentamente che sembravano 25 minuti.
Alle 7 e 02 il panico cominciò a prendermi, mille pensieri correvano attraverso la mia mente. "Non viene." "Ha cambiato idea." "Mi sono spinto troppo lontano questa mattina." "Lo dirà a tutti." "Forse è solo in ritardo, di solito lo è."
Alla fine rinsavii: "Calma, fermati e pensa, se lui non è qui tra un minuto lo chiamerai, potrebbe essere successa qualche cosa. Malgrado tutto il panico non aiuta."
Facile per la parte razionale della mia mente, mentre il resto di me era in subbuglio. Fortunatamente lo vidi venire verso di me sul marciapiede.
"Sei è in ritardo di 5 minuti, hai idea di come stavo?"
Lui mi sorrise con quel suo sorriso timido per il quale nessuno poteva essere arrabbiato con lui a lungo. Non che fossi arrabbiato, ero soprattutto sollevato perché era arrivato.
"Allora dove vuoi andare a mangiare?" Gli chiesi, quel genere di dettagli era importante.
"Hmmm. Che ne dici di... ?"
"Ok mi sembra buono." Quindi cominciammo a camminare per prendere di nuovo il bus verso la periferia.
Sfortunatamente all’ora di cena il bus era stracolmo, ma trovammo un punto dove stare vicini.
Chiacchierammo per tutto il viaggio, quando finalmente arrivammo decidemmo di prendere cibo cinese per cena. Fu una grande cena, il cibo era niente male. Parlammo tra di noi, a chi ci stava vicino sembravamo solo buoni amici che chiacchieravano a cena. Invece tra di noi era come se stessimo tessendo una rete di intimità.
Dopo cena andammo al cinema, nonostante la coda ci sbrigammo in fretta. Avevamo scelto un film che non sembrava molto popolare e riuscimmo a trovare dei posti a sedere appartati senza qualco vicino a noi.
Appena le luci si spensero Enrico mi sorprese afferrandomi la mano. Restammo così per l’intero film. Era fantastico, essere vicino a lui tenendogli la mano, un delicato contatto intimo.
Avrei desiderato restare così per sempre, ma il film finì così uscimmo ed andammo a prendere di nuovo il bus. Questa volta era molto più vuoto di prima e trovammo anche una panca dove poter continuare a sedere vicini. Le panche del bus non sono molto grandi e normalmente questo dà l’impressione di essere accalcati, ma non ci facevo caso, potevo stare seduto un po’ più vicino ad Enrico.
"Allora cosa vuoi fare ora?" Gli chiesi sperando in qualche cosa che coinvolgesse ambedue.
"Non so, tu cosa vuoi fare?"
"Potremmo tornare a casa mia e guardare la TV."
"OK." Nel mio appartamento avevo la TV via cavo che lui non nella sua stanza, così potevamo avere più scelta.
Arrivammo di nuovo al mio appartamento. "Qualche cosa da bere?"
"OK."
Ritornai in soggiorno con le due bibite e trovai Enrico allungato sul divano. Appoggiai la sua bibita e mi avviai verso la sedia quando lui disse: "Vieni qui, sdraiati con me."
Io ero più alto di lui di cinque centimetri per cui gli dissi: "Mi piace a parte una cosa, io sono più alto di te, se mi metto davanti a te non vedrai la TV."
"Oh, giusto." Si alzò e mi fece sdraiare per primo sul sofà, sdraiandosi poi accanto a me. Gli feci scivolare un braccio intorno e non lo sentii lagnarsi, così l'abbracciai più stretto. Non andai oltre, non volevo che si spaventasse.
Parlammo a lungo quella sera, nulla di più, solo parole. Tacevamo di quando in quando per ascoltare la TV. Durante uno di questi momenti di silenzio mi resi conto che Enrico si era addormentato tra le mie braccia.
Ero comodo ed evidentemente anche lui lo era, così spensi la TV, lo tenni abbracciato contro di me e mi addormentai. Penso di non aver mai dormito più saporitamente di quanto feci quella notte tenendolo contro di me. Nessun sogno tuttavia.
Quando mi svegliai il sole splendeva attraverso la finestra, avrei dovuto chiudere le imposte la sera prima, ma non sapevo sarebbe stato un problema fino a che non mi ero sdraiato con Enrico e poi non ce n’era stata la possibilità. Pochi minuti dopo essermi svegliato mi resi conto che lui era già sveglio.
"Buon giorno." Era veramente un buon giorno, naturalmente ogni risveglio con Enrico lo sarebbe stato.
"Buon giorno, hai dormito bene?"
"Cosa ne pensi? Quanto tempo sei rimasto sveglio?"
“Circa 25 minuti."
"Perché non ti sei alzato?"
“Cosa vuoi fare oggi?"
"Mi piacerebbe stare qui così ma devo andare a pisciare e qualche cosa da mangiare sarebbe un bell’inizio."
"Vanno bene uova ed un toast?"
"Per me va bene."
Si alzò ed andò in bagno, io andai in cucina. Misi il toast nel tostapane e misi sul fuoco la caffettiera.
Quando lui uscì entrai io e vuotai la vescica dolorante. Poi mi lavai i denti.
Quando ritornai in cucina mi diede un bacio.
"Non è giusto, ti sei lavato i denti, io non ho uno spazzolino qui."
"Bene se vuoi puoi usare il mio, ma ce n’è uno di ricambio nell’armadietto, quello ti può servire."
"Grazie."
Uscì dalla stanza ed io cominciai a cucinare le uova. Pochi minuti dopo ritornò e la colazione era pronta.
"Non mi hai risposto, cosa vuoi fare oggi?"
Il cibo e la caffeina dovevano essergli arrivate alla testa perché rispose: "L’ho fatto, ho già fatto quello che volevo fare."
Sì, ora era completamente sveglio. "OK così hai fatto quello che volevi fare, e ora?"
"Mi piacerebbe fare una doccia. Dopo non so."
"Bene fai una doccia qui se vuoi, ma dovrai tornare alla tua stanza se ti vuoi cambiare i vestiti, non so se qualche cosa di mio è della tua taglia me è probabile che qualche cosa potrai trovare."
"Bene perché non andiamo a dare un'occhiata, vediamo se c'è qualche cosa."
Alla fine trovammo qualche vestito che non era male nonostante la differenza di altezza.
"Vai per primo a fare la doccia, sei l'ospite."
"Perché non fai la doccia con me."
"Mi piacerebbe, ma sei sicuro di essere pronto a questo?"
"Sì, penso di sì.” Poi mi sorrise, come potevo dire di no a quel punto, chiaramente era quello che aveva programmato.
Mi stava sorridendo in maniera così sexy che non potevo non farlo. Mi incamminai verso il bagno ma quando gli fui vicino, mi girai improvvisamente e lo baciai. Lo sorpresi nel prendere l’iniziativa ma non ci lo volle molto perché rispondesse al mio bacio. Feci scivolare la lingua nella sua bocca e lo strinsi tra le braccia. Sì, era decisamente pronto, dal modo in cui la sua lingua lottava con la mia potevo dire che stava aspettando da molto tempo quel momento.
Alla fine interrompemmo il bacio. Lo circondai con le mie braccia e ci dirigemmo verso il bagno. Volevo lasciare ancora a lui il controllo della situazione, non volevo spaventarlo e così offrii:
"Come vuoi farlo, ci spogliamo da soli o ci spogliamo l'un l'altro."
Sul suo viso balenò un ghigno maligno e sexy e mi si avvicinò, mi alzò la maglia sopra la testa e mi baciò il capezzolo mentre lo faceva. Era un modo di rispondere alla mia domanda.
Dopo avermi tolto la maglia mi baciò di nuovo. Io gli sbottonai la camicia e seguii le mie mani con la bocca, scendendo col bacio al collo, al torace fino ad arrivare alla fine alla cintura.
A quel punto risalii a baciargli lo stomaco, amavo quella bella pista che correva da sotto la vita, su al torace in mezzo agli addominali. Quando ritornai alla sua testa lo baciai di nuovo sulla bocca.
Era di nuovo il suo turno e mi slacciò i pantaloni, li allentò lasciandoli cadere al pavimento ed io ne uscii. Slacciai la fibbia della sua cinghia, slacciai il bottone e gli aprii la patta lasciando che i suoi jeans precipitassero a terra.
La sua erezione faceva una protuberanza ben visibile e deliziosa nei boxer. Mi avvicinai baciandolo di nuovo e pigiando il mio uccello coperto dalla stoffa contro il suo.
Si lamentò piano ed io decisi che se fossi morto in quel momento sarei stato felice. Fortunatamente tuttavia non accadde. Interruppi il bacio ed aprii la doccia per scaldare l’acqua. Poi ritornai, era ora. Quando gli fui vicino misi le mani sotto la cintura dei suoi boxer. Dando una carezza rapida al suo uccello li feci scivolare giù sulle sue anche e li feci cadere alle caviglie.
Il suo pene era diritto ed ondeggiava orgogliosamente nell'aria. Lui mise una mano sulla parte anteriore dei miei boxer, massaggiandomi il cazzo attraverso la stoffa che si stava tendendo.
Poi con un movimento fluido lasciò cadere i miei boxer ai miei piedi. Entrammo nella doccia. La mia doccia non era stata costruita per due persone ma non avevamo problemi a stare vicini.
Enrico prese la salviettina ed il sapone e insaponò la stoffa. Mise da parte il sapone e cominciò a lavarmi il torace, poi mi tirò a se e mi baciò di nuovo.
Mi lavò il torace finché non raggiunse il mio capezzolo destro che pizzicò attraverso la stoffa. Mi lavò scendendo sulle braccia ritornando poi su ed io alzai il braccio per farlo lavare sotto.
Era una carezza sensuale e lenta. Non avevo avuto nessuno che mi lavasse da quando ero bambino, ed io ero di nuovo come un bambino, sottomesso. È un atto di fiducia quando qualcuno ti lava, ti arrendi alla sua volontà ed è molto più intimo.
Mi lavò tutto il davanti ed io lavai il suo con la stessa gentilezza, poi lui si voltò e mi fece lavare la sua schiena. Quando ebbi finito si voltò ed io mi girai. La sensualità della situazione aveva eccitato entrambi.
Uscimmo dalla doccia e ci asciugammo l'un l'altro, poi andammo in camera da letto. Ci baciammo, bocche chiuse in passione, lingue che scivolavano una contro l'altra. I nostri corpi erano così pigiati insieme che eravamo pressoché una persona sola.
Ci sdraiammo sul letto e continuammo a baciarci, nessuno ne aveva abbastanza dell'altro. Io gli carezzai il cazzo. Feci correre un dito lungo la cresta sulla parte inferiore della sua erezione. Sentivo il suo corpo tendersi e sensazioni di piacere attraversare il suo corpo. Mentre continuavo la stimolazione sul suo uccello, leccavo e mordicchiavo prima il suo capezzolo destro e poi il sinistro.
Era ora di passare alla fase seguente. Smisi di carezzarlo e leccarlo e baciando scesi tra i suoi pettorali, giù ai suoi addominali, leccando in mezzo ed intorno. Poi gli stuzzicai l’ombelico per un minuto con la lingua prima di continuare ad abbassarmi.
Leccai la sua asta dura come l’acciaio ed avvolsi le labbra intorno alla testa dell’uccello, colpendo leggermente con la lingua la fessura per farlo impazzire. Feci scivolare la testa giù sull'asta e poi scivolai di nuovo su.
Spinto oltre la resistenza possibile ci vollero solo pochi secondi ed Enrico venne. Il suo corpo si contorse in estasi e lui sparò colpo dopo colpo del suo sperma dolce e salato.
Quando finalmente si calmò, risalii alla sua testa baciandolo con forza sulla bocca. "Allora come’è stata la tua prima volta?"
"Eccellente ma ora tocca a me", e lui scivolò giù sul letto e sul mio corpo.
Invece di andare diretto come avevo fatto io, decise di stuzzicarmi ulteriormente.
Mise una mano intorno al mio cazzo, quindi fece scivolare leggermente un dito sulle mie palle spedendo brividi attraverso il mio corpo. Poi indietro al mio pene tracciando sino alla cappella e correndoci sopra, ritornando poi alla base ed attraverso le palle ad accarezzare il punto sensibile tra le mie gambe. Per essere la sua prima volta con un altro uomo certamente sapeva come farmi impazzire.
Quando ne ebbe abbastanza di stuzzicarmi con la mano, abbassò la bocca alle miei noci e le leccò. Poi le succhiò nella sua bocca una alla volta. Leccando e succhiando le faceva rotolare in bocca.
Io mi lamentai piano, non faccio rumore quando faccio sesso, e finalmente lui decise di fare la sua mossa. Alzò la testa al mio uccello e leccò intorno alla cappella suscitando in me un altro lamento.
Poi proseguì tentando di ingoiare il mio uccello, succhiandolo e leccandolo. Usò un po’ troppo i denti ma era ancora un novizio e non potevo lagnarmi.
In pochi minuti la sua tecnica era migliorata rapidamente e mi aveva fatto lamentare di piacere frequentemente. Alla fine mi portò ad un orgasmo tremendo.
Dopo che ebbi finito di godere si alzò e mi baciò sulle labbra. “Grazie per essere stato il mio primo uomo."
"Oh grazie a te, ma come hai imparato a farlo così bene?"
"Sopratutto le storie sulla rete.” e sorrise
Mi accorsi di sorridere perché lui lo stava facendo. "E ora cosa vuoi fare?"
"Perché non ci vestiamo ed andiamo fuori un po’."
"Mi piace."
Ci vestimmo ed uscimmo, andammo a guardare le vetrine e ci approvvigionammo di generi alimentari per la cena.
Quando finalmente tornammo a casa erano le 7,30. Cenammo insieme. quindi disse che doveva tornare alla sua stanza, non voleva che il suo compagno di camera facesse troppe domande.
"Mi piacerebbe che tu stessi qui stanotte."
"Anche a me, ma... "
"Avremo il fine settimana...."
Lui sorrise, io lo baciai: "Allora è stato abbastanza bello per la tua prima volta? Era come speravi?"
"Sì e di più." E mi baciò.
Ci sedemmo godendo dell’essere l'uno con l'altro, ma lui doveva ritornare alla sua camera. Quando se ne andò tornai a pensare al fine settimana, a come ci eravamo trovati improvvisamente insieme e come sembrava che fossimo sempre stati insieme. Io ero felice e passai quella notte sognando di essere con lui.
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Il suono strillante della mia sveglia mi ricordò a che era ora di alzarsi. Era ben diverso dallo svegliarsi con Enrico, ma non potevo aspettarmi che accadesse ogni giorno, anche se potevo sperarlo.
C'era almeno un lato brillante alle lezioni di quel giorno: Enrico. Quando arrivai in classe lui c’era già; mi sedetti vicino a lui che si girò, sorrise e mi fece l'occhiolino.
"Hai avuto un buon fine settimana? "
"Oh è stato ok." Gli feci l'occhiolino mentre lo dicevo.
Ebbe appena il tempo di sorridere prima che il professore entrasse, quindi non parlammo più fino alla fine della lezione. Quando finalmente il professore ebbe finito, prendemmo i nostri libri ed uscimmo.
Andammo al bar per un caffè da seduti. Chiacchierammo per un po’ godendo della nostra compagnia. Enrico doveva andare in bagno e questo mi diede un'idea.
"Perché non andiamo in cantina?"
Naturalmente rispose piuttosto confuso: "Perché andare là? Ci sono bagni qui e quello è fuori mano."
"Precisamente." Improvvisamente capì quello che stavo suggerendo.
Uscimma dalla porta posteriore che conduceva direttamente in cantina. I bagni laggiù erano abbastanza piccoli, ma avevano altre caratteristiche che li rendevano più utili per certi tipi di riunione. Essendo piuttosto fuori mano non erano molto usati e per la loro posizione era difficile capire se erano occupati ed ancora più difficile se erano occupati da due persone.
Lasciai cadere i miei libri in un box e chiusi la porta, dopo di che tirai Enrico con me nell'altro.
"Perché hai lasciato di là la tua roba?"
"Così sembrano ambedue occupati e sarà meno probabile che qualcuno entri."
Per non fargli fare altre domande lo tirai a me e lo baciai. Amo un bacio appassionato e lungo, un senso di fiamme corre attraverso il tuo corpo, Il cuore corre e c’è il sapore di un’altra bocca chiusa contro la tua. Con Enrico sembrava che ogni bacio fosse così.
Ma non avevamo molto tempo da sprecare, a breve avremmo avuto un’altra lezione. Abbassai una mano tra di noi a stringere il suo cazzo fino a che non gli tese i pantaloni.
Mi sedetti sull'orlo del water e gli abbassai la chiusura lampo. I boxer che portava erano tesi contro la sua asta rigida. Potevo chiaramente vedere la testa del suo uccello attraverso la stoffa bagnata di pre eiaculazione intorno alla punta.
Gli leccai la cappella attraverso la stoffa rendendola ancora più bagnata e facendolo lamentare per la sensazione. Poi liberai l’uccello dalla sua prigione per permettergli di svettare orgoglioso.
Appoggiai la lingua alla fessura per assaggiare la pre eiaculazione che ne gocciolava fuori. Succhiai la testa nella mia bocca. Enrico afferrò la mia nuca per mantenere l’equilibrio mentre io cominciavo a far scivolare il suo uccello dentro e fuori della mia bocca.
Lo succhiai profondamente nella mia gola mentre la mia lingua scivolava lungo la sua asta. Poi lo feci scivolare di nuovo fuori finché solo la sua cappella vellutata rimase nella mia bocca, ne tracciai la cresta e leccai ritornando al suo pube.
Pochi minuti e lui stava anelando forte, il suo uccello si stava contorcendo nella mia bocca pronto ad eruttare. Improvvisamente il suo corpo si tese e la sua sborra fuoriuscì nella mia bocca in attesa. Dopo che ebbe finito di sparare pulii via lo sperma dal suo glande e mi alzai per baciarlo in modo che potesse assaggiare il suo sapore.
Contemporaneamente tenevo in mano il suo cazzo che si stava ammorbidendo finché non fu possibile reintrodurlo nelle mutande. Alla fine interrompemmo il lungo bacio.
Era ora di lezione ma purtroppo le nostre lezioni erano diverse e non saremmo più stati insieme per quel giorno.
"Perché non vieni stasera nel mio appartamento? Potremmo ordinare una pizza o qualche cosa d’altro e lavorare a quel compito per un po’."
"Ok, ti dispiace se porto la mia roba per fermarmi?"
"Ottimo, mi piacerebbe svegliarmi di nuovo vicino a te.”
"Anche a me." E mi lanciò quel suo sorriso seducente mentre lo diceva. "A che ora devo venire, va bene le sette?"
"Benissimo." A quel punto ci separammo ed andammo alla nostra lezione.
Il giorno passò relativamente in fretta e presi il bus per andare a casa. Alle sette meno un quarto chiamai per ordinare la pizza prima che fosse troppo tardi.
Alle 7 e 5 bussarono alla porta, era Enrico. Lo tirai dentro, chiusi la porta e lo baciai. Sparpagliammo i libri ed i quaderni sulla tavola di cucina, avremmo studiato davvero quella sera, quasi niente sesso.
Lavorammo finché non arrivò la pizza, poi andammo in soggiorno per guardare la TV mentre mangiavamo. Dopo cena siamo ritornati a lavorare. Alle 9 abbiamo finito e siamo ritornati al divano.
Mi sdraiai per primo e lui si accoccolò contro di me. Era un modo comodo di passare una notte. Ero già stato con altri ragazzi, ma si arrivava subito al sesso. Il tempo che passavo con Enrico era diverso, era più di solo sesso. Noi eravamo più intimi, un'amicizia, praticamente gemelli.
"Sai che non abbiamo mai parlato di quello che è accadeva nei nostri sogni." Il suo commento mi fece uscire dalla mia piacevole fantasticheria.
"Non l’abbiamo mai fatto. Vuoi parlarne?"
"Sì." Afferrò il telecomando, spense la TV e si girò verso di me. "Credo che comincerò col mio, anche se non sono sicuro di riuscire a spiegarmi."
"Ok va avanti, spiegati meglio che puoi."
"Bene, noi eravamo in classe e tu eri seduto vicino a me, il professore entrò con una bracciata di quaderni...
Enrico proseguì a descrivere il mio sogno, dalla sua prospettiva naturalmente. Ascoltai attentamente per un minuto prima di continuare a raccontare il sogno. Lui fu scioccato nello scoprire che avevo avuto lo stesso sogno.
L'avevo sospettato ma non ne ero sicuro. Mi era già successo. Nel mio anno di matricola c’era un studente di biologia che viveva due stanze dopo la mia. In qualche modo il mio sogno ed il suo finirono insieme.
Io ero saltato in qualche modo dal mio sogno nel suo. Io ero vicino a un fiume e mi trovavo improvvisamente con lui. Eravamo nel laboratorio di biologia (dove non ero mai stato). La stanza era piena di serpenti (che io odio e di cui ho una paura tremenda). Più tardi sentii che i serpenti si presentavano quando io lo facevo, sospetto che fosse perché nel fiume c'erano stati serpenti.
Quando vidi il laboratorio di biologia pieno di serpenti capii che era un sogno, il pensiero dei serpenti mi infuocava. Poi ritornai al fiume dove due miei giovani cugini erano circondati da serpenti, in qualche modo Will, il ragazzo del pensionato, era finito là con me. Diedi fuoco ai serpenti e rispedii i miei cugini a casa e poi mi svegliai. Non chiedetemi perché, ma devo correggere sempre i problemi nel mio sogno quando comprendo che è un sogno.
Quindi quello che era accaduto aveva senso. Enrico era confuso nel trattare il problema.
Ne parlammo a lungo ma l'unica cosa che trovammo era che ora eravamo insieme, avevo scoperto che mi voleva da tanto tempo e che io lo volevo... se solo l’avessi saputo l'anno prima.
La prova emotiva della notte ci aveva reso molto stanchi così andammo a letto. Quella notte non ci fu sesso, abbiamo solo dormito insieme, uno vicino all'altro.
Ancora una volta Enrico si alzò prima di me, quella mattina decise di svegliarmi, ma che modo di svegliare! Il mio cazzo che si irrigidiva mi svegliò mentre lui mi leccava le palle, poi prese in bocca la testa della mia asta.
Quando guardò su e vide che ero sveglio lasciò che il mio uccello scivolasse fuori della sua bocca e disse: "Ora è il mio turno, tu l’hai avuto ieri." Mi sorrise e riprese a succhiare il mio uccello.
"Bene, buon giorno anche a te." fu tutto quello che mi uscì prima di abbandonarmi al piacere che irradiava dal mio inguine. Considerato che era solo la seconda volta che faceva un pompino, lo stava facendo incredibilmente bene. Amavo il contatto con la sua lingua rugosa che scivolava lungo il mio pene e la suzione faceva concorrenza ad un’aspirapolvere.
Improvvisamente decise di stuzzicarmi di più. Chiaramente questo non era un problema per me. Cominciò di nuovo a leccarmi le palle succhiandole poi nella sua bocca e facendole rotolare sulla lingua. Dopo un po’ decise di cambiare di nuovo e spostò le sue attenzioni al mio stomaco.
Fece correre la lingua sui miei addominali facendomi un solletico sensuale col movimento.
Continuò a far scivolare la lingua spedendomi in un parossismo di desiderio. Io non potevo sopportarlo più a lungo, le sensazioni che attraversavano il mio corpo stavano spingendomi all'orlo.
Subito prima che fossi pronto ad eiaculare, Enrico si fermò e si alzò a baciarmi. Prima che potessi protestare interruppe il bacio, si leccò la punta di un dito e lo strofinò sulla testa del mio uccello mentre mi baciava di nuovo. La sensazione improvvisa sul mio cazzo spedì un flusso di
adrenalina attraverso di me mentre venivo esplodendo tra di noi.
Mi lamentai nella sua bocca durante l'esplosione dell’orgasmo. Finalmente mi rilassai nel suo abbraccio e coi suoi baci. Restammo sdraiati per un po’ prima di poter parlare.
"Buon giorno." Enrico fu il primo a interrompere il bacio e parlare.
“Buon giorno anche a te. Stai migliorando sai."
Lui sorrise e mi baciò di nuovo. Dopo di ciò uscimmo dal letto ed andammo in doccia insieme. Ci lavammo l'un l'altro, lui mi lavò per primo, poi io gli resi il favore.
Diedi lunghe e sensuali carezze al suo corpo eccitandolo. Insaponai lentamente il suo corpo lasciando poi che l’acqua lo risciacquasse. Alla fine raggiunsi il suo membro congestionato e vi avvolsi la mano.
Lui pigiò la sua schiena contro di me mentre gli facevo una sega. Lo baciai dolcemente e lo mordicchiai sul collo, sulle orecchie e sulle spalle mentre lo accarezzavo. Cominciò a lamentarsi ed mossi la mano lungo la sua asta più velocemente, poi rallentai per prolungare il piacere.
Quando si avvicinò all’orgasmo il suo corpo cominciò a contorcersi e lui pigiò il suo inguine con forza contro il mio. Presi il ritmo e le sue ondulazioni aumentarono. Con l’altra mano lo circondai e cominciai a pizzicare e stuzzicare i suoi capezzoli mentre continuavo la stimolazione del suo uccello.
Lui incastrò le sue anche contro di me mentre raggiungeva l’orgasmo "Uh, ahhh, oooh...” anelò mentre si rilassava contro di me nella beatitudine post orgasmica.
Finimmo la doccia ci asciugammo rapidamente l'un l'altro e ci vestimmo. Una rapida colazione e poi via per non arrivare tardi alla lezione.
Il resto della settimana passò come al solito: lezioni, studio, sonno e di quando in quando sesso. Enrico rimase solo un'altra notte quella settimana.
Venerdì sera avevamo progettato di cenare insieme e speravamo di passare insieme il fine settimana.
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