"Trance" fatale

di
genere
trans

In New-Mexico mi avevano segnalato gli strani poteri di una strega o uno stregone nero, nessuno era certo del suo sesso, in una grotta abitata dallo stesso.
Quando la visitai mi parve una donna, brutta ed anziana, con il volto butterato che poteva sembrare quello di un uomo, ma aveva delle tette non più molto floride, certamente flaccide e tuttavia femminili. Non era una prova, ma ne ricavai quell'impressione.
Mi dovetti acciambellare per terra davanti a lei, in silenzio, il suo sguardo fisso nel mio non so per quanto tempo, mentre la sua voce cantilenante mi provocava una specie di “trance”.
Nella “trance”vidi me stesso che camminava in quella stessa grotta a piccoli passi, mentre si andava spogliando fino alla nudità più completa.
Intanto nella lunga veste che copriva la donna si era aperto un varco al centro, sotto il ventre magro, ma tonico era apparso un sesso maschile eretto, dallo scroto nerissimo ma dalla cappella molto più chiara, enorme e lucida di umori.
Ora la sua voce mi arrivava con chiarezza:
Vieni, siedi davanti a me per fumare il mio sigaro in pace e con godimento di entrambi!
No...non posso succhiare un sesso maschile, cosa vuoi farmi fare?
Esattamente questo: succhiare un sesso maschile e dargli e ricavarne godimento...
Ma io non voglio farlo...
Oh! Si tu vuoi farlo e da moltissimo tempo...
La sua voce era calmissima ma aveva un'autorevolezza che non potevo contrastare.
Dai vieni qui, siediti e succhia, ama e lasciati amare, sapevo che saresti venuto...un bel ragazzo come te mi è particolarmente gradito...è inutile ogni resistenza..piacerà anche a te...è ora che il tuo destino si compia...vieni...lasciati divorare...ho voglia di te...e a te questo privilegio, assaggialo!
Mi sedetti, obbediente e chinai la testa sul grosso pene che, muovendo i muscoli assai elasticamente, sembrava riaffermare l'invito.
L'uomo non si muoveva ma una forza incoercibile mi premeva la testa su quel pene e appena la mia lingua cominciò a sfiorarne il glande il desiderio di ingoiarlo mi vinse e cercai di infilarmelo in gola. Ma era troppo largo e potevo solo leccarlo e mentre leccavo il glande, lo scroto e cercavo con la lingua i testicoli glabri, una sensazione di meravigliosa pienezza mi invase, mentre le sue mani mi percorrevano il corpo con unghie affilate segnandomi di strie rosse e mi strappavano i capezzoli con dita feroci. Mugolavo in preda ad un formicolio che risaliva dalle mie gambe al mio ventre.
Non so per quanto tempo leccai e succhiai quel “sigaro della pace”- Poi la sua voce ordinò:
Stenditi adesso sulla mia coperta, alza le gambe e lasciami entrare dentro di te!
Ero completamente succube ma cosciente: lui si era alzato in piedi, lasciata cadere la veste era apparso in tutta la sua scomposta nudità, rugosa, la pelle cascante, i seni grossi e ancora pieni, ma penduli e che normalmente mi avrebbero forse fatto ribrezzo; mentre ora ne anelavo la carezza, la pressione sul mio corpo, in attesa della penetrazione.
Il pene, in quella penosa decadenza, appariva più mostruosamente enorme, rispetto a quel che forse era, ma il piacere che mi dette l'inzio della pressione sul mio ano fu straordinaria.
Poi le sue mani cominciarono a slargarmi lo sfintere e versarvi dentro dell'olio...un olio, che bruciava alquanto, ma bruciava anche il desiderio di darsi, di essere delibato e ingoiare quel sigaro, come non aveva saputo fare la mia bocca.
E il sigaro entrò, lentamente ma tutto, e il bruciore divenne bruciante piacere, mostruosa carezza di piacere e insieme imposizione di una tortura divina, stravolgimento ed espansione di un godimento avvelenato.
Credo di essere svenuto e venuto contemporaneamente. Quando rinvenni ero seduto come prima della “trance” ma completamente bagnato di sperma e con una sensazione permanente di orgasmo e penetrazione e una continua emissione di seme, irrefrenabile.
Adesso la strega era in piedi, china su di me e mi baciava toccandomi intimamente, raccogliendo lo sperma, bevendolo e baciandomi, continuando a farmi ejaculare.
Ora stenditi su quel paglericcio e riposa.
Mi porse una tazza con un liquido roseo, trasparente e me la fece bere fino in fondo.
Questo rigenererà le tue forze e mi permetterà di tornare a godere di te anche dopo che te ne sarai andato, vuoi?
Oh, si!
Non tornai pù a visitarla, ma ogni tanto, anche dopo esser rientrato in Italia, mi accadeva di dover imperiosamente denudarmi ed attendere sul letto la visita dello strano fantasma e lasciarmi possedere ancora e ...ancora.
scritto il
2015-08-03
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