Viva Italia

di
genere
etero

Appena comprai l`auto mi ritenni il padrone del mondo, l`auto era il prolungamento del membro e quando procedevo veloce mi sembrava di inculare il prossimo sottomesso. Sorpassare le altre vetture era come infilare il cazzo in una serie di anelli anali. Appena mio cugino mi consegno` il libretto col cambio di proprieta` di corsa a cercare una puttana. In citta` c`e` una zona i cui locali a pianterreno ospitano prostitute che aspettano i clienti, quando il tempo lo permette, dondolandosi su vecchie sedie sgangherate. La prima rassegna la passai in macchina. Nessuna che mi stuzzicasse. Parcheggiai l`auto in una vietta laterale e tornai indietro. Tutte le Arpie mi offirono i loro prosperosi seni cadenti o le loro pance traballanti. Mi veniva il voltastomaco ad immaginarle nude. Ripassai e non mi pareva vero non trovare quella che cercavo. Niente di particolare, bastava che fosse magra e gradevole, niente di piu`. Intanto era pomeriggio ed ho pensato che di sera lavorano tutte quindi ci sara` piu` scelta. Bighellono per la citta` cercando di nonpensare alla puttana altrimenti ilmcazzo mi si rizza e mi da` fastidio mentre cammino. Alla "Standa" sfioro un paio di culi di clienti chine a scegliere la merce ed ho fatto forza a non spingere e finalmente si e` fato buio. Sono tornato nel quartiere dell`amore a pagamento e non ho visto altro che le megere del pomeriggio con qualcuna in piu` ma dello stesso stampo. Dopo un paio di passaggi ho notato che dei militari a gruppi infilavano una stradina laterale, li ho seguiti ed infatti alla chetichella si infilavano in un portoncino verde. Ci sono entrato anche io e, miracolo, lungo una stretta scala ripida almeno una ventina di ragazzi allupati che aspettavano in fila i proprio turno. Mi son detto che se erano in tanti doveva esserci una manza valida. Mi sono messo in fila ed ho atteso il mio momento. Alla fine della scala una porticina porta in cucina direttamente. Accanto al camino due bambini che mezzi nudi giocano per terra ed a curarli un uomo giovane con un paio di baffoni che vorrebbero incutere timore ma che la faccia da fesso fa intuire che e` solo scena. Dalla porticina sulla sinistra si entra nella camera da letto dove in piedi e nuda del tutto c`e` Venere. Gia`, mi e` venuto un colpo appena ho vista questa donna non molto alta coi lunghi capelli neri sciolti due tette polpose ma non esagerate un triangolo di pelo arruffato e nero che si staglia netto sul monte di Venere due cosce diritte ed affusolate e che immagino colla pelle di seta. Il cazzo ha lanciato un grido "la voglio" e sono entrato . La signora, Italia si chiama, ha chiuso la porta e mi ha chiesto i soldi. Prima si paga poi si consuma. Mentre pago il momento e` critico perche` l`attenzione viene distratta ed il cazzo non vuole pensieri. Ma appena mi prende per il cazzo e mi trascina sul letto l`ho seguita e mi sono ritrovato dentro una fornace e prima che mi scottassi le ho irrigato l`utero. - Ti vorrei leccare. - Costa il doppio. Appena ho sborrato mi ha spinto fuori gia` pronta a ricevere il prossimo. - Torno piu` tardi per leccarti. - Come vuoi, tariffa doppia. Sono uscito col cazzo sempre im tiro, una voglia pazzesca di leccare questa fica odorosa dello sperma di mezza caserma. Ho fatto pochi passi intorno all`isolato e son tornato a far la fila. Per fortuna che la scala e` al buio per cui non rischio che qualcuno mi riconosca, non mi piace esere deriso. Non arrtivano piu` soldati, meno male cosi` posso trattenermi un po` di piu`. D`altronde i militari devono rientrare entro mezzanotte. Piano piano si sale e finalmente uscito l`ultimo tocca a me. Mi precipito nella camera giusto in tempo per impedirle di pulire la sborra che le cola lungo
le cosce. Seduta sul letto colle gambe aperte ed un telo in mano la blocco col braccio a mezz`aria. Mi guarda spaventata per tanta irruenza. - Non pulirti , ti prego. Ti pulisco io colla lingua. Lei mi guarda allarmata mentre getto via gli indumenti e mentre mi abbasso per ficcarle la testa in mezzo alle cosce mi fa: - Va` che costa il doppio, eh. Dio che buona la sborra densa e profumata di piscio, cola lenta tanto e` densa ed infilo la lingua nella fessura che scotta. Vado a cercarla col dito per tirarne fuori il massimo e m`inebrio di quell`ambrosia divina. Sento anche il profumo della sua vagina sudata quando cerco di infilarle un dito nel culo mi dice che li` non c`e una tariffa, bisogna concordare il prezzo. Si stende pronta ad essere trafitta e visto che mi attardo a succhiarle l`anima si arrabbia. Le salgo sopra e con un paio di affondi vengo ancora una volta. Non mi decido ad uscire, se non fosse lei a spingermi con rabbia. Pago il dovuto e la sera successiva eccomi di nuovo in fila e col cazo in tiro. `Sta troia mi attira, a parte il fatto che sia una bella donna e` perche` si lascia leccare mentre le altre si son sempre rifiutate. Appena mi vede mi riconosce e senza che glielo chieda apre le gambe ed accoglie la mia lingua. Diventiano amici, sempre che un cliente possa diventare amico della puttana che paga per fottere. Dopo qualche mese sono diventato cosi` assiduo che al sabato sera sa che l`ultimo a chiudere la fila sono io quindi per soddisfare la mia mania di succhiare la sborra non pulisce quella degli ultimi due tre clienti cosicche` quando tocca a me ingoio di quelle sorsate di crema che mi ubriacano. Lunga vita alle puttane che lasciano sfogare i proppri clienti. Se mi leggi lunga vita a te, Italia cara. Mitana
di
scritto il
2010-09-18
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