Il dopo anniversario
di
Mitana
genere
incesti
Dopo una maratona d`amore e di sesso durata due giorni e due notti la nostra e` diventata una relazione seria con tutti i crismi di una unione passionale. D`altronde io ho conosciuto la donna e lei il giovane scopatore che puo` darle piacere oltre che a farle compagnia nelle calde serate estive o fredde e lunghe notti invernali. E` tornata alla vita quotidiana piu` pimpante che mai, tanto femminile e civettuola. Si vede che il cazzo le fa bene. Non pensa piu` al defunto marito e vive alla giornata la nostra passione sensuale. Mi sono trasferito nel suo letto e si puo` dire che non passa nottata che non mi addormenti dentro di lei. L`altro giorno, approfittando della splendida giornata le ho proposto di andare al fiume. Accetta, felice di trascorrere una giornata all`aria aperta anche perche` le ho assicurato che il cazzo quando sente la brezza rende di piu`. Ha riso ma son certo che spera sia vero. Indossa una camicetta bianca senza reggiseno, infatti i seni disegnano la loro morbidezza contro la stoffa leggera e mi fanno girare la testa. Lo sa la porca quanto io sia sensibile a certi volumi e credendo di farmi piacere mi fa impazzire. Una gonna di jeans slavata che quando siede in macchina le scopre le cosce fino all`inguine. Appena fuori l`abitato le chiedo di cavare le mutande perche` mi fa impazzire sapere che la donna che ho affianco non le indossa. MI da` del vizioso figlio di puttana e divincolandosi sinuosa e sensuale mette a nudo il rigoglioso triangolo di pelio che mi attizza piu` di ogni altra cosa. Mi piace il pelo, cosa ci posso fare. E` una mia mania, la donna, poi, che inalbera una folta peluria scura sul labbro superiore e sulle braccia mi manda in visibilio. Mamma si guarda l`inguine lo liscia separa i ciuffi per fare una riga in mezzo e chiude le cosce perche` dopo una curva abbiamo visto Tuccio, un nostro conoscente che porta sulle spelle un fascio di erba per i conigli. Mi fermo a salutarlo ed uil nostro amico adocchia con stupore i seni praticam,ente nudi, quindi lo sguardo passa a carezzare le cosce l;a cui pelle diafana risalta sotto il colore scuro della gonna. Il ragazzo e` di molto piu` grande di me e sa bene come vanno le cose di questo mondo. - Dove state andando? - Voglio insegnare a mamma il nudismo. - Come, il nudismo? Cioe` nuda... tutta nuda... - Anche io, come lei mi ha fatto. Andiamo al ponte di ferro, li` stiamo tranquilli. Tuccio deglutisce a fatica, ha gia` dovuto somatizzare le nudita` offerte anche se parziali ma sapere una pratica che si sente solo per televisione gli fa sembrare di essere chissa` dove. Per confermare quanto dico sollevo la gonna e gli moistro il pelo nudo. Il fascio di erba vacilla sulle spalle robuste quando gli dico: - Vedi, e` gia` pronta... Mia madre da quella consumata puttana qual`e` mi mette una mano sul cazzo e la agita per farlo indurire. Il povero uomo strabuzza gli occhi e non sa piu` dove guardare, io metto in moto e mi allontano mentre strizzo le tette di mamma. Vedo nello specchietto il povero uomo che si gratta in testa e son sicuro che sta dando la colpa di quanto ha visto al vino che ha bevuto la sera prima. Raggiungiamo il decrepito mulino e salutiamo il vecchio custode quindi parcheggiata l`auto all`ombra di un platano secolare chiediamo al nostro amico di darle un`occhiata mentre noi andiamo al ponte di ferro a fare il bagno. Mano nella mano c`incamminiamo e dopo dieci minuti troviamo un posto all`ombra delle betulle. E` una piazzola, come se ne sono tante, di rena finissima e bianca circondata da betulle dalle foglie argentee che fanno ombra. Scalciamo via gli indumenti e ci mettiamo in liberta`. Mamma e` sempre piu` bella e piu` sexy, cosi` libera cosi` disponibile. Io, manco a dirlo, eccitato e dal corpo di mamma e dalla brezza che leggera accarezza la capocchia inalbero un cazzo che mi pare piu` grosso e comunque piu` duro che mai. Abbraccio la mia donna e le metto tra le cosce lo strumento, mi agito un po` ma poi mi fermo per non bruciare subito le mie cartucce. Voglio farla morire sotto i ferri, durante l`operazione, le... operazioni. L`aria fresca e pulita ci mette appetito per cui mangiamo delle tartine con su la marmellata di fragole. Seduta difronte colle cosce aperte ammiro le pareti interne della vagina e mi viene l`idea di cospargerla di marmellata e leccare. Detto fatto, lei si rifiuta perche` la marmellata e` attaccaticcia e le fa prurito ma io le ho promesso di pulire bene le parti interessate. Gia` spalmare i genitall e` un`impresa titanica perche` si viene distratti dal profumo delle viscere e dal disegno del grilletto che alza la testolina e dalle grandi labbra che al contatto delle dita si gonfiano e rizzano la cresta frastagliata come le quella di un gallo ed infine bisogna avere una discreta costanza a spalmare senza leccare prima della fine. Le ho impiastricciato anche le pareti interne ed il buco del culo, quando ho iniziato a pulire mamma ha lanciato delle grida e meno male che eravamo in aperta campagna dove e` improbabile avere degli spioni. Ha consumato un paio di orgassmi prima che sollevassi il viso dal fiero pasto, novello Ugolino. Ci siamo stesi a prendere il sole. Stupenda, sdraiata nuda colle cosce aperte, come suo solito, e le braccia in croce e` l`emblema del sesso, e` l`oscena risposta femminile all`Uomo di Leonardo. Gioca col mio cazzo ritto e sogna paradisi lontani senza dubbio popolati di cazzi alati che rincorrono vagine spalancare e voraci. Guardando in giro mi accorgo che sulla finestra del primo piano del mulino c`e` qualcosa che luccica. Nei film western e` immancabilmente una canna di fucile che brilla al sole ma qui di fucili neanche l`ombra e credo anche di immaginare cosa sia. Certo, e` la lente di un binocolo che il vecchio barboso guardiano del mulino ha inforcato per spiarci. Metto una mano sulla parpagliola di mamma per far capire al guardone quali sono le mie intenzioni qualora la mano di mamma che mena il cazzo non bastasse a fargli capire. Il luccichio trema, segno che l`uomo si sta sgrullando l`attrezzo. Chiedo a mamma di alzarsi quindi mentre si regge ad una betulla la faccio piegare ed in prospettiva favorevole per il nostro amico la prendo alla pecorina. Cerco di non godere cosa che irrita mamma desiderosa di sentirsi le viscere allagate. Non vedo piu` il riflesso della lente ed intuisco che l`uomo per masturbarsi meglio e` stato costretto ad impegnare anche l`altra mano. Smetto di fottere visto che lo spettatore e` sparito. Dopo un po` ecco il riflesso giusto in tempo per vedere mia madre accoccolata a smorzacandela che s`impala sul muo scettro e si agita forsennata fino a che non mi controllo e le annaffio le viscere infuocate. Sparisce il riflesso e non lo vedo piu`, vuoi vedere che abbiamo perso un uomo, che abbia lasciato questa valle di lacrimne colpito da infarto? Spero proprio di no sta di fatto che per tutto il giorno e dutante le diverse cavalcate mai piu` vedo il riflesso alla finestra. Rientriamo stanchi ma convinti che fottere e` l`istinto piu` completo che l`essere umano possa avere, piu` importanre del cibarsi e defecare. Mitana
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