Aspersioni di sperma
di
Doris.night
genere
dominazione
Eravamo scesi a Taiwan il giorno prima all'alba, io morrisalex@virgilio.it, tramite cui avevo prenotato, e il gruppo di turisti organizzato dal club, ma eravamo stanchi morti e decidemmo di andare a letto più o meno tutti per riprenderci dal jet-leg e rivederci per colazione.
Stavo per alzarmi, lavarmi i denti, farmi la barba, quando la porta della camera si aprì e, insieme allo spiraglio di luce, tre ombre si infilarono furtive. Restai tra l'addormentato e il gelato, ma lo spiraglio si richiuse e sentii un polposo capezzolo sfiorarmi le labbra, balzai a sedere sul letto ma non mi sbagliavo, la serranda venne sollevata e vidi tre donne piuttosto discinte, in piedi intorno a me.
Venni di nuovo sospinto a ricadere disteso, premuto dal seno esorbitante di una di loro mentre un'altra era impegnata a spogliarsi e la terza a denudare me.
Erano tutte e tre sorridenti e cinguettanti in una lingua sconosciuta. Una era giovane, mature le altre due. Era la più matura ad oscurarmi la vista con le sue morbide poppe, grosse e pendule sulla mia faccia mentre una delle altre due si stava impadronendo del mio pene con la bocca e una lingua vorace. Non potevo assolutamente oppormi, perchè non ero affatto insensibile alle grazie delle tre grazie e poi perchè sarei stato comunque sopraffatto dal numero.
Quando mi videro più calmo e rassegnato o forse soggiogato, mi ritrovai con le bocche di tutte e tre intorno al mio pene e sei mani a contenderselo. Mi abbandonai alla contemplazione dello stupro, pensando che, se era un sogno non mi restava che attenderne la continuazione o la fine e se invece ero sveglio...solo la continuazione.
Avevo le loro lingue dapertutto, una mi baciava con molto impegno, l'altra mi succhiava un capezzolo e mordicchiava la pancia, la terza si era impossessata del mio coso e era impegnatissima a ingoiarlo e risputarlo.
Effettivamente l'induzione all'orgasmo era premeditata e in via di esecuzione non rinunciabile. Stavo scivolando lentamente, perchè sono duro a venire, ma inesorabilmente verso la conclusione naturale del coito e il dono di tutto il mio sperma, che fu parecchio e conteso da tre bocche bricconcelle e ghiottone, che però, generosamente, si spartirono anche i favori della mia bocca e ne fecero assaggiare anche a me in tre varianti di gusto.
Ero completamente confuso, ma non contrario e cercai di passare al contrattacco faticando a ricaricare la pistola. Leccai culetti e passerotte, tettine e tettone e subii tutti i tipi di carezze immaginati e immaginabili e quando ero sull'orlo dell'esaurimento usarono anche le loro ditine nel mio orifizio per spremermi le ultime gocce di sperma.
Mi usarono come una fetta di prosciutto in mezzo a sei fette di pane, morbido pane, debbo riconoscere, e carezzevole o forse addirittura marzapane.
Chiedendomi di morder loro i capezzoli, soffocandomi, naso e bocca nelle umide labbra delle loro vulve assassine, oscillando come lampadari le loro tette sulle mie guance, infilandosi il mio...ho imbarazzo a nominarlo, in tutte le anse che furono capaci di immaginare con i loro corpi: “la spagnola” con il mio cazzo fra le tette, “la frusta”, con le tette che mi schiatteggiavano bocca e guance, “il trono” con loro e le loro vulve sedute sulla mia faccia, alla ricerca della mia lingua serpeggiante dentro di loro, mentre le loro mani sfiancavano fino allo stremo pene e testicoli, come in un gioco perverso e superbo.
Fui loro prigioniero per tutto il viaggio e facevano a gara, ogni volta che ne avevano l'occasione e l'estro, a travolgermi in baci, pompini e chiavate improvvise e fulminanti, nei luoghi più impensati, pur di farmi fuoriuscire anche le ultime, seppur poche, gocce di sperma, spremermi come una spugna e ridurmi allo stato di mucca da mungere.
Mi raccontarono di essersi messe d'accordo già prima di partire, che se da sole poteva essere una cosa lunga e sfiancante per loro combattermi ciascuna per conto proprio, avevano deciso che sarebbe stata invece lunga e...sfiancante per me, se avessero combattuto di conserva, vanificando per me ogni possibilità di fuga ed ogni...stupido balbettio di indecisione.
Stavo per alzarmi, lavarmi i denti, farmi la barba, quando la porta della camera si aprì e, insieme allo spiraglio di luce, tre ombre si infilarono furtive. Restai tra l'addormentato e il gelato, ma lo spiraglio si richiuse e sentii un polposo capezzolo sfiorarmi le labbra, balzai a sedere sul letto ma non mi sbagliavo, la serranda venne sollevata e vidi tre donne piuttosto discinte, in piedi intorno a me.
Venni di nuovo sospinto a ricadere disteso, premuto dal seno esorbitante di una di loro mentre un'altra era impegnata a spogliarsi e la terza a denudare me.
Erano tutte e tre sorridenti e cinguettanti in una lingua sconosciuta. Una era giovane, mature le altre due. Era la più matura ad oscurarmi la vista con le sue morbide poppe, grosse e pendule sulla mia faccia mentre una delle altre due si stava impadronendo del mio pene con la bocca e una lingua vorace. Non potevo assolutamente oppormi, perchè non ero affatto insensibile alle grazie delle tre grazie e poi perchè sarei stato comunque sopraffatto dal numero.
Quando mi videro più calmo e rassegnato o forse soggiogato, mi ritrovai con le bocche di tutte e tre intorno al mio pene e sei mani a contenderselo. Mi abbandonai alla contemplazione dello stupro, pensando che, se era un sogno non mi restava che attenderne la continuazione o la fine e se invece ero sveglio...solo la continuazione.
Avevo le loro lingue dapertutto, una mi baciava con molto impegno, l'altra mi succhiava un capezzolo e mordicchiava la pancia, la terza si era impossessata del mio coso e era impegnatissima a ingoiarlo e risputarlo.
Effettivamente l'induzione all'orgasmo era premeditata e in via di esecuzione non rinunciabile. Stavo scivolando lentamente, perchè sono duro a venire, ma inesorabilmente verso la conclusione naturale del coito e il dono di tutto il mio sperma, che fu parecchio e conteso da tre bocche bricconcelle e ghiottone, che però, generosamente, si spartirono anche i favori della mia bocca e ne fecero assaggiare anche a me in tre varianti di gusto.
Ero completamente confuso, ma non contrario e cercai di passare al contrattacco faticando a ricaricare la pistola. Leccai culetti e passerotte, tettine e tettone e subii tutti i tipi di carezze immaginati e immaginabili e quando ero sull'orlo dell'esaurimento usarono anche le loro ditine nel mio orifizio per spremermi le ultime gocce di sperma.
Mi usarono come una fetta di prosciutto in mezzo a sei fette di pane, morbido pane, debbo riconoscere, e carezzevole o forse addirittura marzapane.
Chiedendomi di morder loro i capezzoli, soffocandomi, naso e bocca nelle umide labbra delle loro vulve assassine, oscillando come lampadari le loro tette sulle mie guance, infilandosi il mio...ho imbarazzo a nominarlo, in tutte le anse che furono capaci di immaginare con i loro corpi: “la spagnola” con il mio cazzo fra le tette, “la frusta”, con le tette che mi schiatteggiavano bocca e guance, “il trono” con loro e le loro vulve sedute sulla mia faccia, alla ricerca della mia lingua serpeggiante dentro di loro, mentre le loro mani sfiancavano fino allo stremo pene e testicoli, come in un gioco perverso e superbo.
Fui loro prigioniero per tutto il viaggio e facevano a gara, ogni volta che ne avevano l'occasione e l'estro, a travolgermi in baci, pompini e chiavate improvvise e fulminanti, nei luoghi più impensati, pur di farmi fuoriuscire anche le ultime, seppur poche, gocce di sperma, spremermi come una spugna e ridurmi allo stato di mucca da mungere.
Mi raccontarono di essersi messe d'accordo già prima di partire, che se da sole poteva essere una cosa lunga e sfiancante per loro combattermi ciascuna per conto proprio, avevano deciso che sarebbe stata invece lunga e...sfiancante per me, se avessero combattuto di conserva, vanificando per me ogni possibilità di fuga ed ogni...stupido balbettio di indecisione.
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