Silvia

di
genere
tradimenti

L'estate è proprio esplosa in questo pomeriggio di Luglio. Il caldo è sempre più forte, l'afa fa respirare a fatica. Le cicale cantano con tutta la loro potenza. Insomma, proprio cantare non mi sembra, è più... casino!
Sono in casa, addosso solo un paio di pantaloncini corti. Il petto nudo non sopporta la stoffa addosso. Dovrei lavorare, ma non riesco proprio a concentrarmi. Dovrei finire i disegni dell'arredamento di una casa di un cliente. Ma proprio di stare davanti al pc a tirar righe non mi va, fa troppo caldo. Il condizionatore che si rompe proprio nei primi giorni di caldo asfissiante non è stata una bella sorpresa.
Meglio farsi uno yogurt, almeno mi rinfresco un po'. Nel frigo c'è un barattolo da mezzo chilo di yogurt all'albicocca, ottimo.
Me lo porto nello studio, e mi appresto a gustarlo davanti al pc, metti che mi viene voglia di finire sto disegno.
Nel mentre sento suonare il citofono. Non aspettavo nessuno.
"Chi è?"
"Sono Silvia, disturbo?"
"No, figurati, sali"
Silvia è una cara amica, compagna di Luca, un amico della mia adolescenza. Ci troviamo spesso a cena o nei pomeriggi invernali con gli amici e lei è una persona con cui si sta bene e si può parlare di tutto. Fa l'infermiera e la cosa mi ha sempre stuzzicato un po' la fantasia, ma questa è un'altra storia.
Apro la porta e me la trovo davanti, la vedo un attimo perplessa. Non mi aveva mai visto senza maglietta. Non che abbia sto gran fisico, ma non sono da buttare via. Gli addominali hanno lasciato il posto a un po' di pancetta, diciamo da birra, però il pettorale c'è ancora e le spalle stanno su belle dritte.
"Entra pure, vado a mettermi una maglietta"
"Grazie, ma stai pure comodo, fa un caldo"
"Ok, grazie, non so quanto avrei resistito con la maglietta addosso" e rido.
Ride anche lei. Ha addosso un vestitino giallo con le spalline, la gonna è corta a metà coscia e un po’ svolazzante. I lunghi capelli neri sono legati in due codine ai lati della testa. Ho sempre pensato che ha un gran fisico, asciutto, con la pelle olivastra che la fa sembrare abbronzata in tutte le stagioni, anche se la sua seconda non è proprio il tipo di seno per cui impazzisco.
La faccio accomodare nel mio studio, che è poi anche il mio salotto, lei sul divano e io sulla mia poltroncina da lavoro e le chiedo come mai sia passata a trovarmi.
"Guarda, il tuo amico Luca mi ha fatto girare le palle per le solite stronzate che dice"
Luca a volte è un po' particolare e non sempre dice le cose che pensa nella maniera più politicamente corretta. Ma è un bravo ragazzo.
"Quando ha finito di parlare s'è messo davanti al pc e per sbollire ho preso il motorino e sono uscita per un giro."
"Hai fatto bene, così vi calmate tutti e due"
"Beh, gira che ti rigira sono finita nella tua strada e mi sono fermata"
"Hai fatto benissimo"
Intanto che parliamo vedo che continua a muoversi sul divano guardandomi i pettorali. Forse non si aspettava di trovarmi mezzo nudo, sembra un po' a disagio. E la cosa mi piace.
"Vuoi qualcosa da bere?"
"Dell'acqua va benissimo"
Vado verso la cucina e lei mi segue e mi racconta della discussione con Luca. Mentre beve il primo sorso vedo le gocce di sudore sulla sua scollatura e la cosa mi eccita da morire. Il corpo di una donna sudato è una delle cose che più mi piace.
Torniamo verso lo studio, e mentre si siede sul divano il vestitino giallo mi fa la sorpresa di mostrarmi le mutandine di Silvia. Bianche, un colore perfetto sul suo corpo. Il caldo dell’estate si somma al caldo del sangue che mi circola in corpo.
Mi accorgo di fissare le sue gambe, meglio ritornare a guardarla in viso. E lei è lì che mi fissa, sento la faccia diventare paonazza, ma con un sorrisino sembra dirmi che non è un problema se ho visto qualcosa che non dovevo.
Quel sorriso non l’avevo mai visto, sembra un sorriso di intesa. Cosa sta succedendo?
Per rompere la tensione palpabile nell’aria calda e umida prendo lo yogurt che avevo lasciato sulla scrivania.
“Ne vuoi un po’? Credo sia rinfrescante”
“Volentieri”
Le allungo il barattolo. Lei lo prende e senza che me l’aspetti ci infila due dita, le carica di yogurt e se le porta alla bocca. Mi fissa. Mi vuole eccitare.
Questa situazione l’avevo sognata, non posso negarlo, ma viverla è tutt’altra cosa. L’eccitazione è massima. E dai suoi occhi scuri trapela lo stesso sentimento.
Si succhia le dita passando la punta della lingua tra di esse per pulirle meglio. Un po’ di yogurt cade sulla sua scollatura e scivola sulla pelle sudata fino al bordo del vestito.
“Che pasticcio che ho combinato” e ride.
“Già” non so cosa dire.
Con il medio raccoglie lo yogurt caduto sulla pelle.
“È buono sai, lo vuoi assaggiare?”
Non me lo faccio ripetere e prendo in bocca il dito che mi offre, lo succhio e continuo a succhiarlo anche se non c’è più yogurt.
Ci guardiamo, poi le tira via il dito dalla mia bocca.
“Ho sporcato proprio il vestito nuovo”
Mi fissa dritto negli occhi. Sta succedendo qualcosa, si sente l’aria pizzicare. Appoggia il barattolo per terra, di fianco al divano. Si alza. Sfila la prima spallina e poi la seconda. Lascia cadere il vestito ai suoi piedi e rimane davanti a me con addosso solo il perizoma e le infradito.
Il perizoma è bianco, bianco trasparente nella parte superiore. Si può vedere bene che è completamente depilata. Mi sarei aspettato un cespuglio nero, vista la sua carnagione, invece rimango positivamente sorpreso. Adoro la fica depilata.
Si piega a prendere il vestito e mi mostra da vicino la macchia di yogurt. I nostri visi sono vicini, pochi centimetri. Ci guardiamo. Ci avviciniamo ancora e le nostre bocche si incontrano per la prima volta. La sua lingua guizza veloce a cercare la mia. Si incontrano. Si incrociano. Si assaggiano. Per un lungo minuto che non sembra finire mai.
Poi si stacca, si rimette dritta. Mette le dita negli elastici ai fianchi del perizoma. Piano se lo abbassa, guardandomi.
Il mio sguardo passa dal suo viso al suo ventre. La fessura sul suo pube è perfetta, chiusa, nasconde un mondo pieno di eccitazione, voglia e divertimento.
Arrivata a metà coscia si risiede sul divano e finisce di sfilarsi le mutandine.
Ora è nuda, davanti a me, sul mio divano.
Il sangue circola veloce nel mio corpo. Sento l’eccitazione crescere.
Mi inginocchio davanti a lei, sul folto tappeto ai piedi del divano. Apre leggermente le cosce e mi lascia intravvedere sempre più la sua voglia.
Con le mani le accarezzo le gambe e intanto la guardo negli occhi. Poi il mio sguardo scende sul piccolo seno con i capezzoli scuri e turgidi che mi puntano. Scendo ancora, al piercing sull’ombelico, una piccola gemma rosso rubino. Poi ecco la fica, un po’ meno chiusa, mi lascia intravvedere le grandi labbra che aspettano di essere baciate.
Massaggiando le sue cosce le mani finiscono all’interno e con una leggera pressione le fanno aprire di più, in modo che la mia bocca possa arrivare a procurarle il piacere che si aspetta.
Lei ha voglia. Muove il bacino in avanti in modo da sistemarsi sul bordo del divano, ma sta sempre seduta dritta. Ci guardiamo ancora e le nostre bocche si incontrano nuovamente. La sua lingua sembra dare il consenso alla mia di andare a esplorare un mondo fino ad oggi presente solo in certi sogni.
Ci stacchiamo, lei si butta all’indietro sul divano. Mi offre il suo corpo.
La bacio sul collo, poi piano scendo e incontro i suoi capezzoli duri, ma morbidi allo stesso tempo. Li prendo in bocca, prima uno, poi l’altro, e ci gioco con la lingua. Li mordo delicatamente. Silvia sospira, mi fa capire che gradisce l’attenzione. Le mie mani la cingono alla vita mentre esploro il suo corpo.
La mia lingua arriva all’ombelico. È la prima volta che incontro un piercing. Bacio tutt’intorno e poi con la lingua sposto il piercing e gioco con l’ombelico. Silvia è magra, l’ombelico è una piccola sporgenza del suo pancino perfetto.
Ora le mie mani sono sui suoi fianchi e la mia lingua gioca nella terra di nessuno, tra le cosce e il pube. Mi avvicino alla fessura e sento il profumo del doccia schiuma che ha usato. Mi eccita. È liscia liscia, dev’essersi depilata mentre faceva la doccia prima di uscire.
Con la lingua arrivo al clito, lo titillo lentamente. Lei respira più affannosamente. La mano destra lascia i suoi fianchi e viene in aiuto della lingua. L’eccitazione che le si legge in viso è ben indicata da quanto è bagnata qui.
Con due dita apro la fessura, le grandi labbra non aspettano che essere baciate, succhiate e leccate. Ed è quello che inizio a fare. Prima piano poi sempre con più forza, come se strusciassi un piccolo cazzo sulle sue labbra.
Ora le sue gambe sono divaricate più che può, si puntella sul bordo del divano con i talloni. Le sue mani sulla mia testa mi guidano delicate nell’esplorazione. Io intanto gioco con la lingua e cerco di scoprire anfratti misteriosi. Eccolo il buchino che cercavo. Infilo delicatamente la lingua, poi sempre più a fondo, fino a penetrarla il più possibile.
La fica è aspra e dolce al contempo. I suoi umori sono già abbondanti ed è un piacere leccarli e assaporarli. Silvia respira sempre più forte.
La penetro con la lingua per due o tre minuti abbondanti, poi la tolgo e vado a succhiare il clito. Le mie dita prendono il posto della lingua. Prima il medio, poco dopo lo spazio è sufficiente anche per l’indice. E mentre succhio e lecco il clitoride le dita giocano ad esplorare l’umida caverna.
Mi viene un’idea. Prendo il barattolo dello yogurt, lo porto all’altezza del pube e ne verso un po’ del suo contenuto. Silvia ha un moto di sorpresa. Lo yogurt è freddo, la sua fica è caldissima.
Mi guarda un po’ stupita.
“Ho fame di te e yogurt, siete un dolce perfetto”
Ride e si ributta indietro per godersi quanto sta per accadere.
Lo yogurt all’albicocca intanto cola su tutta la lunghezza della fessura. Riabbasso la testa in mezzo a queste cosce meravigliose. E lecco, lecco come un forsennato. Un po’ di yogurt finisce dentro la fica. Con la lingua lo vado a cercare e lo recupero. Ora il suo gusto è più intenso. Mi accorgo che altro liquido ha superato il buchetto e si dirige verso il culetto. La lingua svelta va subito a leccarlo via e una volta arrivata si sofferma un po’ sullo sfintere.
Silvia respira a tratti, a volte trattiene il fiato. Mi fa capire che le piace essere stimolata in quel modo. Non posso deluderla e con la lingua gioco un po’ tra la fica e il culo. La pelle in questa parte del suo corpo è liscia e tesa, pochi centimetri dividono i due più bei buchi del mondo. I suoi umori si uniscono alla mia saliva e al sudore che non ci da tregua.
Provo a sondare la situazione e con il polpastrello del medio destro comincio a giocare con il suo culetto. Lo sfioro, ci passo sopra, poi lo lecco. Lei muove lentamente il bacino nella mia direzione. Vuole che affondi il colpo. Piano comincio a spingere il dito sullo sfintere, che lubrificato com’è non oppone troppa resistenza. Il suo culo è caldo, morbido.
Mentre infilo il dito nella sua interezza con la lingua cerco, trovo e succhio il clitoride. Lei comincia a muoversi sul divano. Le stimolazioni sono tante e sembrano piacerle.
“Mmm, dove hai imparato a giocare così?” chiede tra un respiro e l’altro.
“Allenamento, tanto allenamento” e rido. Ride anche lei.
Mi faccio più spudorato e cerco di infilarle in culo anche l’anulare. Estraggo un po’ il medio e lo affianco all’anulare. Spingo ed entrambi scompaiono nel buco.
“Mi sa che qui non abbiamo un buchetto vergine”
“Eh no, mi sa che hai ragione, ahahah”
“Lo speravo proprio”
Tenendo le due dita dentro il suo culetto mi metto a sedere di fianco a lei. La guardo, lei ricambia lo sguardo. Le dita intanto stantuffano avanti e indietro, si fanno sempre più spazio.
Ci baciamo, voglio che senta il sapore dei suoi umori. Ricambia il bacio, con passione e voglia di gustarsi.
Con la mano libera prendo la sua e la faccio scorrere sul suo corpo fino alla fica. Ora la sua mano copre il pube, la mia sulla sua. Premo un po’ il mio dito medio sul suo e insieme troviamo l’apertura umida e calda. Mentre le due dita nel culo stanno ferme i nostri medi giocano a rincorrersi nella fica. Posso sentire chiaramente le altre due dita dietro, al di là della parete.
Ansimiamo all’unisono, il gioco eccita tanto anche me. Dopo un po’ dirigo il suo dito fuori dalla fica, le prendo la mano e le lecco il dito intriso di umori. Silvia allora mi guarda e prende in bocca il mio dito bagnato e comincia a fargli un pompino. La sua lingua corre lungo il dito che poi finisce inesorabilmente in bocca.
Giochiamo ancora, riprendo la sua mano e la riporto ancora sul pube. Questa volta con il suo dito intrecciato al mio comincio a sgrillettare il clitoride. Sento che prende lei l’iniziativa. La lascio fare. Io continuo a muovere le altre due dita dentro il suo culo. Su e giù.
Sembra presa da un raptus. La sua mano si muove rapida sul clitoride. Muove la testa a destra e a sinistra. Si inarca, sta per venire.
“Aaaahhhh… aaahhhhh… mmmmmm… aaahhhh”
Al primo mugugno un fiotto di liquido schizza fuori dalla fica.
Mi bagna la mano che gioca con il culo. Le sue gambe tremano e si chiudono e si aprono più volte. È la prima volta che sto con una donna che squirta!
Estraggo piano le dita e mi porto la mano alla bocca. Lecco avido gli umori schizzati. Hanno un sapore strano, ma gradevole. Lei mi guarda, stravolta. Prende la mia mano e se la porta alla bocca. La lecca a occhi chiusi, poi si mette le mie dita in bocca e le succhia passando la lingua tra di loro.
“Che orgasmo, bimba” e le faccio un sorrisone.
Si tira un po’ su sul divano, riprendendosi dall’orgasmo intenso appena avuto.
“Alzati” mi dice.
Mi alzo, davanti a lei.
Prende i miei pantaloncini per l’elastico e me li abbassa, lentamente, liberando il mio cazzo quasi completamente eccitato.
Mi guarda negli occhi.
“Ora tocca a te divertirti”
Mi guarda l’attrezzo. Con la mano prende il cazzo e piano lo scappella, il più possibile. Lo avvicina alla bocca e comincia a baciarmi il ventre e tutt’intorno all’asta.
Lo alza e mi bacia le palle, grosse, piene, che non si svuotano da giorni. Comincia a succhiarmi le palle che diventano più dure.
Il cazzo intanto è arrivato all’eccitazione massima. Se ne accorge anche Silvia. Comincia a risalire l’asta con la lingua fino alla cappella gonfia. Ci gioca un po’, poi la fa sparire completamente in bocca. Sento che la mordicchia con i denti.
Mentre guardo il lavoretto che mi sta facendo, lei alza lo sguardo e dagli occhi sprizza la voglia che ha di divertirsi.
Intravedo la sua mano sinistra che gioca ancora con la sua fica. Mentre si riscalda nuovamente mi succhia la cappella come fosse la cosa più buona al mondo, mentre con la mano mi fa una sega, piano, molto piano.
Ogni succhiata si prende in bocca sempre più cazzo, fino ad arrivare a metà dell’asta. Poi stacca la mano e prendendomi per le natiche comincia a scoparsi la bocca con il mio randello. L’assecondo muovendo a tempo il bacino avanti e indietro. Era da tempo che non ricevevo un servizio del genere. Fantastico.
All’improvviso però si stacca. Mi sorride. Prende il barattolo dello yogurt e ne versa il contenuto rimasto lungo tutta l’asta del cazzo. Inizia nuovamente a leccarmelo, lentamente. Dal ventre verso il glande, risucchiando lo yogurt. Arrivata alla cappella mi fa vedere la bocca piena di yogurt. Mi riprende per le natiche e si infila il cazzo nella bocca piena. Sento il fresco dello yogurt e il caldo della sua lingua intorno al glande, la lingua gioca con il prepuzio. Poi si ristacca, e ingoia lo yogurt rimasto.
Mi inginocchio davanti a lei. Silvia si ributta indietro sul divano con il bacino sul bordo e i piedi sul tappeto. Si passa una mano sulla lingua e poi sulla fica, anche se di lubrificare non ce n’è proprio bisogno.
Punto la cappella sempre più gonfia sulle sue grandi labbra, ora aperte ed eccitate ancora. Spingo lentamente e l’asta scivola dentro senza sforzo. Lei inarca un po’ la schiena, mi vuole il più dentro possibile.
Comincio a muovermi, prima piano su e giù, poi sempre più veloce. Assesto colpi su colpi, a tratti piano, a tratti più veloce.
In un momento che la sto scopando lentamente si tira su e mi abbraccia. Ci baciamo. Stacchiamo le nostre lingue e con la bocca si avvicina al mio orecchio.
“Grazie, ne ho davvero bisogno. Non venirmi dentro però”
E comincia a leccarmi e mordicchiarmi il lobo.
“Scopami il culo”
E si ributta indietro sul divano sorridendomi.
Non mi faccio ripetere due volte un invito di tal genere. Tolgo subito il cazzo dalla sua fica. Mi avvicino a lei e comincio a leccarle il buco del culo per lubrificarlo al meglio, ma non ce n’è bisogno perché gli umori della fica colano copiosi in mezzo alle sue gambe.
Mi mette le gambe sulle spalle per favorire la penetrazione. Lo punto sullo sfintere.
Spingo piano la cappella eccitata e il buco comincia ad allargarsi. Sembra che passino minuti, ma è solo l’impressione legata a un momento così intenso.
Lo sfintere si apre sempre più alla pressione che esercito e la cappella entra completamente, anche se un po’ a fatica. Non è vergine ma neppure troppo usato, un sogno.
Quando alla fine il cazzo è tutto dentro comincio a muovermi piano per estrarlo un poco e poi riaffondo il colpo. Sempre più veloce. Silvia intanto si porta la mano al pube. Si allarga bene le labbra e comincia a muovere, a volte in senso rotatorio e a volte a destra e sinistra, le dita. Guardo ammirato la sua sfacciataggine. Vedere una donna che si masturba mentre la si sta inculando è una sensazione che non si può descrivere in poche parole. È un bollore che sale dentro.
Guardo il suo viso. Gli occhi sono chiusi, i muscoli sono tesi, ma l’espressione è di calma e felicità. Tutta concentrata a raggiungere il piacere, suo e mio.
Apre gli occhi, mi vede che l’ammiro. Oggi è il diavoletto che spesso ha frequentato le mie fantasie. Mentre la guardo si porta la mano bagnata dei suoi umori alla bocca e succhia tutte le dita. Prima una per una, poi quattro insieme. Si sta scopando la bocca, come fosse la fica. Passano pochi attimi e la riporta alla fica. Mentre con due dita dell’altra mano tiene aperto il pertugio, infila le quattro dita dentro. Stantuffa avanti e indietro, seguendo il ritmo che sto dettando io mentre la inculo.
Con la mano libera intanto gioca con il clito. Più veloce, più veloce, più veloce.
Si inarca sulla schiena un’altra volta. Sta venendo ancora. Con tre stimolazioni in contemporanea.
“Mmmmmmm, sìììììì… aaaahhhhhh… sììììììì, cazzoooooo”
Toglie le dita dalla fica continuando a sgrillettarsi il clitoride e nuovamente un fiotto di liquido spruzza fuori, più intenso del precedente che mi bagna il ventre, l’asta e le palle.
“Aaahhhh… sìììììì”
Le gambe le tremano per l’intensità dell’orgasmo e le sento puntare forte sulle spalle. Le ginocchia si avvicinano per uno spasmo involontario. Mi blocco, ho paura di farle male. Aspetto che la tempesta sia passata.
Silvia finalmente apre gli occhi e mi vede fermo, con il cazzo piantato nel suo culetto rotondo.
“Grazie”
Io riprendo a scoparla nel culo, ora veloce, ora più piano. Tolgo completamente il cazzo, guardo la voragine che ha prodotto e lo reinfilo, e ogni volta lei ha un sussulto.
Mi fermo. Con una mano mi tira via il cazzo dal suo buco e mi fa capire di alzarmi. Si alza anche lei e con una spintarella leggera, ma decisa mi fa sedere sul divano.
Si mette in ginocchio davanti a me e comincia a succhiare l’asta ormai intrisa di qualunque tipo dei suoi umori.
Succhia e con la mano mi sega, a volte guardando il lavoro che sta facendo e a volte guardandomi negli occhi. Con la mano libera mi massaggia le palle.
Resisto poco a questo trattamento, lo so.
“Sto per venire”
“Mmmm, vieni, dai… mmmmm”
Non l’avrei mai detto che fosse amante delle sborrate in bocca. La cosa non fa altro che aumentare l’eccitazione che già era ai massimi livelli. Non resisto più e vengo con una serie di grugniti, guardando Silvia che continua a fare su e giù con la testa per non perdersi nemmeno uno schizzo di sborra. Gli schizzi non sembrano fermarsi mai, una scopata del genere non mi era mai capitata e il mio cazzo sta dando tutto quello che può.
Dopo l’ultimo schizzo Silvia si ferma e si stacca lentamente dall’asta.
La bocca chiusa. La apre e mi fa vedere il mio seme nella sua bocca. Un rivolo le scivola fuori da un lato. Lo ferma in tempo con un dito, che poi succhia richiudendo la bocca. Manda giù tutto, poi mi salta addosso per baciarmi. Le nostre bocche sono un mix di umori e sapori. Le nostre lingue si rincorrono finché stanchi, ma felici ci stacchiamo e ci buttiamo stremati all’indietro sul divano. Il mio braccio intorno alle sue spalle, la sua testa appoggiata al mio petto.

Piange, sento che singhiozza cercando di trattenersi. Sto zitto, per qualche attimo.
“Mi sento una merda. Felice come pochi, ma una merda” esordisco.
Lei alza la testa, il viso rigato dalle lacrime.
“E tu che c’entri? Sono io la stronza che ha tradito Luca”

FINE
scritto il
2016-03-04
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