Vent'anni d'amore: Vacanze alle maldive

di
genere
incesti

A settembre del 2005 ci prendemmo una vacanza e partimmo tutti e tre per le Maldive. Prenotammo una doppia per me e Sofia e una singola per Marco. Era il regalo che ci eravamo fatti per i 10 anni della nostra relazione che per ovvi motivi dovevamo cercare di tenere nascosta a tutti. Dopo un lungo volo ed il trasferimento nella nostra isoletta ci sistemammo nelle nostre stanze. Era quasi sera ma per il nostro fuso orario era quasi notte ed eravamo stanchissimi per il viaggio. Dopo una cena veloce decidemmo di andare a dormire per cercare di abituarci subito al nuovo fuso orario. Io e Sofia ci mettemmo a letto nude, come era nostro solito fare. Ci baciammo ed ci masturbammo un po’ ma presto il sonno prese il sopravvento. Dopotutto era 10 anni che lo facevamo tutte le sere e per chissà quanti anni ancora l’avremmo fatto. Il mattino dopo, appena finita la colazione andammo in spiaggia a goderci quella sabbia finissima e quel sole caldo. Marco era più irrequieto e continua a stuzzicarci. Quando gli giurammo che non l’avremmo fatto entrare nella nostra stanza per tutta la vacanza se non ci avesse lasciate in pace, ci disse che sarebbe andato a cercare qualche ragazza per sostituirci. Ridemmo e lui ci lanciò la sfida dicendo che entro due giorni avrebbe trovato qualcuna da portarsi a letto. Accettammo la sfida. Dopo un bagno di sole io e Sofia ci buttammo nel mare cristallino e caldo. Centinaia di pesci di ogni colore ci nuotavano placidi accanto. Ci allontanammo un po’ dalla riva e quando eravamo fuori dagli sguardi di altri bagnanti ci baciammo. Sofia infilò subito la mano nel mio costume ed io mi feci accarezzare da lei. Dopo 10 anni ancora riuscivo a sorprendermi di come mi faceva stare bene essere masturbata da lei. Mi abbandonai a quel mare stupendo a alle sapienti dita di Sofia fino a quando riversai il mio orgasmo nell’oceano. Era incredibile come in breve tempo mia sorella sapeva portarmi all’estasi. Anche Marco era bravo e sapeva farmi godere ma lei era speciale. Aveva quel tocco speciale, soprattutto con la lingua, che mi portava alle più alte vette del piacere in pochissimi secondi. Tornammo a riva nuotando lentamente. Marco stava facendo amicizia con alcuni ragazzi e ragazze. L’impressione e che fossero tutte coppie in viaggio di nozze per cui pensavo che sarebbe stata molto dura per il nostro uomo rimorchiare qualcuna. A pranzo chiedemmo a Marco come andasse la caccia e lui ci disse che sarebbe stato difficile perché era tutte coppie. Finito di mangiare ci propose di passare un’oretta in stanza, ma vista la scommessa gli dicemmo che noi ci saremmo andate ma che lui sarebbe rimasto fuori. Il tutto era ovviamente un gioco ma almeno per quel pomeriggio tenemmo fede alle nostre intenzioni. Sicuramente si sarebbe rifatto quella sera stessa. Così io e Sofia ci ritirammo nella nostra camera. Lei si stese sul letto ed le saltai addosso. Avevo una voglia pazza di lei. Baciai le sue labbra accarezzandole il seno. Scesi a baciarle il collo e, dopo aver scostato il reggiseno del costume, inizia a succhiarle e morderle i capezzoli. Lei prese la mia testa tra le mani ed io sentii spingermi verso il basso. Lasciai a malincuore quei capezzoli tesi pur sapendo che mi aspettava qualcosa di ancora più dolce e succoso. Baciai ogni centimetro di pelle mentre scendevo sulla sua pancia. Arrivata al bordo delle mutandine del suo costume, sciolsi i nodi sui suoi fianchi e la lascia nuda. Ero al centro delle sue gambe e la sua figa riluceva del suo piacere. L’accarezzai con la lingua gustando quel sapore ormai familiare. Mi piaceva portarla lentamente verso l’orgasmo, mentre lei fremeva per venire. Iniziò a sfregarsi il clitoride ma io le tolsi le mani. Lei alzò le gambe ed io la penetrai per tutta la lunghezza della mia lingua. Si abbandonò alle mie attenzioni e ci misi un’ora per portarla all’orgasmo. Leccai la sua figa ed il suo culetto come sapevo piaceva a lei. La penetrai con le dita e quando non ne poté più feci in modo che liberasse il suo orgasmo nella mia bocca. A volte mi dava più piacere farla venire che venire io stessa. Restammo qualche minuto abbracciate stese sul letto, ad accarezzarci come se fosse la prima volta che esploravamo i nostri corpi. Ci alzammo quando Marco venne a bussare alla porta. Infilammo i nostri costumi ed uscimmo. Con fare trionfante ci disse che aveva trovato una preda. Eravamo molto curiose ma lui non ci disse chi fosse. Passammo il pomeriggio in spiaggia con i ragazzi conosciuti quel mattino. Tra un drink, una nuotata e una partita a pallavolo passò il pomeriggio e arrivò l’ora della cena. Andammo in stanza a farci la doccia e ci vestimmo per andare a mangiare. La sera la passammo nella discoteca del villaggio. Per tutto quel tempo cercammo di capire se Marco puntava qualcuna ma non ricevemmo nessun segnale. Giunse quindi l’ora di andare a dormire. Arrivati sulla porta della stanza chiedemmo a Marco se voleva dormire con noi ma ridendo ci disse che aveva un appuntamento e rientrò nella sua stanza, accanto alla nostra. Restammo attente e dopo una decina di minuti sentimmo che qualcuno bussava alla sua porta. Quel manigoldo ci era riuscito davvero o ci stava pendendo in giro? Restammo in silenzio ancora per un po’ ma poi capimmo che non era una finta. Stava scopando con qualcuno. Ognuno di noi tre aveva avuto avventure al di fuori del nostro gruppo ma questa volta io e Sofia ci rimanemmo un po’ male. Decidemmo di andare anche noi a fare l’amore e poi il mattino dopo ci saremmo fatte raccontare la sua nottata. Mi svegliai che stava albeggiando e sentii la porta della stanza di Marco che si apriva. Spiai per capire chi fosse la fantomatica amante di nostro cugino e vidi una delle ragazze delle pulizie che salutava Marco dandogli un bacio sulle labbra. Lui l’attirò a se stringendola e, sollevandole il corto vestito, le mise una mano sul sedere nudo. Lei scappò via a piedi nudi cercando di fare meno rumore possibile. Marco fece per rientrare ma poi si girò verso di me facendo dondolare un paio di mutandine sull’indice. Mi aveva vista e ora mi mostrava il suo trofeo. Gli dissi che era stato bravo e quindi, visto che aveva vinto la scommessa, poteva venire da noi. Non se lo fece ripetere ed entrò nella nostra stanza. Svegliammo Sofia e le raccontai quanto avevo visto. Come premio per la vittoria della scommessa ci facemmo scopare e fu splendido come al solito. Quando finimmo io e Sofia rimanemmo stese ai suoi fianchi con la testa poggiata sul suo petto e pretendemmo i dettagli di quella conquista. Ci disse che era una ragazza francese che lavoravo in quel villaggio da qualche mese. Essendo quasi tutte coppie era un po’ in astinenza da sesso per cui è stato facile conquistala quando le disse che era li da solo. Chiesi a Marco se secondo lui sarebbe stata propensa ad avere anche un’esperienza saffica perché l’idea di condividerla con mia sorella mi stuzzicava. Lui ci disse che quella sera sarebbe stata ancora nella sua stanza e che avrebbe lasciato la porta aperta. Passammo la giornata in spiaggia, con i nostri nuovi amici. La sera, dopo cena, ci trovammo tutti al bar a bere drink e chiacchierare. Verso le 23 Marco ci salutò dicendo che era particolarmente stanco. Facemmo passare una ventina di minuti e poi anche io e Sofia lasciammo i nostri amici. Ci fermammo davanti alla stanza di Marco appoggiando l’orecchio alla porta. Si sentivano dei sussurri e così girammo la maniglia. Appena aperta la porta vedemmo Marco sdraiato sul letto e la francesina impegnata in un pompino. Lui ci fece segno con la mano di entrare. Ci avvicinammo e quando fummo nei pressi del letto lei si accorse della nostra presenza. Spalancò gli occhi cercando inutilmente di copristi con le mani. Lui le disse in francese di non preoccuparsi e Sofia, che era più vicina a lei, le sorrise e le accarezzò il viso. Si avvicinò a Marco e gli prese il cazzo tra le mani sempre guardando Josephine. Lei si rilassò un po’. Sofia la invitò a continuare quello che stava facendo. Lei riprese il pompino condividendo il cazzo di Marco con mia sorella. Io nel frattempo mi ero spogliata e stavo baciando mio cugino. Poi mi avvicinai anche io pretendendo la mia parte di cazzo. Baciai mia sorella in bocca e poi cercai la bocca di Josephine. Inizialmente non voleva ma poi si lasciò andare e rispose ai miei baci. Aiutammo Josephine a salire a cavalcioni di Marco e indirizzammo il suo cazzo tra le sue cosce. Lei lo accolse ed iniziò a muoversi su di lui mentre noi le succhiavamo i capezzoli. Dopo qualche minuto Sofia pretese di dare il cambio alla nostra nuova amante. Così, mentre Sofia si faceva scopare da Marco, io stesi Josephine sul letto ed iniziai a leccarla tra le cosce. Quel nuovo sapore era inebriante. Josephine si pizzicava i capezzoli e mi muoveva scompostamente mentre io le succhiavo il clitoride. Diceva qualcosa in francese che non capivo fino a quando con un “Oh mon dieu” non mi riversò tra le labbra il suo orgasmo. Non lasciai la presa del suo clitoride cercando con le mani di tenere ferme e spalancate le sue lunghe cosce. La feci venire una seconda volta. Mi stesi su di lei a baciarla. Mentre ci stavamo coccolando un po’ sentimmo Marco che disse che stava per venire. Sofia liberò il suo cazzo e Josephine fu la prima e rapirlo nella sua bocca. Lasciammo che fosse lei a farlo venire. Con molta sapienza le sue labbra scivolavano sul cazzo di Marco accompagnate dal movimento della mano. Marco venne copiosamente riempiendo la bocca di Josephine. Sofia, dopo i primi schizzi, prese in mano il cazzo di Marco indirizzandolo verso la sua bocca succhiandolo e asportando i residui di orgasmo. Poi tutte e tre ci baciammo scambiandoci quel nettare e toccandoci ovunque. Marco si spostò da letto lasciandolo tutto per noi. Io mi stesi e Sofia si piazzò sopra di me coprendomi la faccia con la sua figa. Josephine si accucciò tra le mie cosce aperte per leccarmi e masturbarmi. Già eccitata dalla scopata appena terminata, Sofia venne nel giro di pochi minuti. Quindi aiutò Josephine a farmi venire. Riversai nelle loro bocche tutto il mio piacere mentre Marco, che alla vista di quella lesbicata a tre aveva il cazzo già duro, ci guardava segandosi. Ci adagiammo una addosso all’altra, sudate e soddisfatte. Una volta ripreso fiato andammo a farci una doccia. Nonostante le sue insistenze spedimmo Marco nella sua stanza e noi tre ci stendemmo sul letto a riposare. Josephine era in mezzo a noi due e lei si lasciò accarezzare fino a quando il sonno non ci rapì. Quando mi svegliai Nel letto c’era solo Sofia. Un biglietto sul comodino diceva che lei sarebbe passata dalla nostra stanza la notte successiva e che se avrebbe trovato la porta aperta sarebbe entrata, cosa che capitò tutte le sere dalla nostra permanenza alle Maldive.
scritto il
2016-03-07
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