La sedia

di
genere
etero

Cosa puoi fare su una semplice sedia da ufficio?!
Lo scoprii presto e con grande soddisfazione il giorno che, mentre stavo lavorando al pc nella mia stanza, il mio capo entrò sedendosi sul bordo della scrivania come per controllare il lavoro che stavo svolgendo. Premetto che lui mi piaceva molto e neppure io gli ero indifferente, si sentiva tra noi quella certa tensione che prima o poi... Accadde. Alzai la testa per guardarlo negli occhi e riabbassandoli non potei fare a meno di notare la sua erezione. Non so dire chi di noi due fece la prima mossa, ma mi trovai in piedi di fonte a lui seduto ancora sul bordo della scrivania, le mie mani sul suo petto, la sua che mi accarezzava la nuca... Ci baciammo in preda al desiderio represso a lungo, le mani in esplorazione sui corpi. Mi prese per mano alzandosi in piedi e tirati giù pantaloni e boxer sedette sulla sedia, mi tirò su la gonna scoprendo le autoreggenti, né accarezzò il bordo risalendo agli slip che mi sfilò un attimo dopo. Dolcemente mi invitò a sedere a cavalcioni su di lui e guardandomi negli occhi indirizzò il suo pene dentro di me riempendomi. Cominciammo a muoverci su quella sedia, incastro di bocche e mani frementi. Arrivò il mio primo orgasmo che lui accolse stringendomi a se. Mi alzai sfilandolo da me, mi girai dandogli le spalle e tenendo il suo cazzo tra le mani mi risedetti infilandolo nella figa. Cominciai a muovermi su di lui roteando il sedere ed alzandomi e riabbassandomi facevo scorrere il pene per tutta la lunghezza soffermandomi quando la cappella raggiungeva l'ingresso della vagina e affondando subito dopo. Ansimava, ogni tanto assecondava i miei movimenti con un colpo di bacino, fantastico, accelerai per farlo godere ma mi bloccò, non voleva ancora, si stava divertendo. Rallentai ed accelerai per un po' portandolo più volte al limite, ma mi accorsi ben presto che il suo voler sempre l'ultima parola valeva anche per il sesso... Si tirò su senza mai sfilarsi da me, anzi affondando più che mai, mi spinse in ginocchio sulla sedia e cominciò a pomparmi velocemente finché sfilandosi da me godette sulla mie natiche sussurrando il mio nome e regalandomi un ultimo orgasmo.
scritto il
2016-03-28
6 . 1 K
visite
1
voti
valutazione
3
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

La voglia del lunedi

racconto sucessivo

La musa e l'artista
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.