Stella, stellina
di
Saphire
genere
etero
La luce azzurrina dei corridoi, la scomoda poltrona, il suono dei campanelli mi impediscono il sonno. Mia madre è tranquilla, dorme. Decido di fare un breve giro per passare un po' il tempo, sono ancora le due e la notte è lunga.
Mi avvio verso la sala d'attesa che sporge su un terrazzino, l'aria è tiepida, la luna é alta e le luci del porto rendono lo scenario bellissimo, al di là del luogo in cui mi trovo.
Un ombra seduta sulla panchina sobbalza. Mi scuso avvicinandomi e lo riconosco, è Andrea, suo padre è ricoverato nello stesso reparto. Anche tu sei rimasta?! mi dice sorridendo. Ci siamo incrociati stamattina nei corridoi, non ci vedevamo da almeno 10 anni. È sempre lo stesso ragazzo di cui, tredicenne, ero pazzamente innamorata. Andrea, bellissimo sedicenne si era accorto di me... È durata un paio di settimane, poi mi ha spezzato il cuore... È stato il primo ad avermi infilato le dita nella passerina regalandomi il primo orgasmo non solitario...
Mi siedo accanto a lui, ci scambiamo informazioni sui nostri genitori, ci aggiorniamo sulle nostre vite degli ultimi 10 anni ed inevitabilmente finiamo per ricordare il nostro breve flirt. Sorridendo ricordiamo le fughe in spiaggia dove nascosti dal buio e da una barca rovesciata esploravamo i nostri corpi, i baci salivosi ed impacciati.
-Ma lo sai che il tuo è stato il primo cazzo che ho preso in mano?! Mi sembrava enorme.
Ride. -Lo sapevo, risponde, eri così imbranata!
Faccio finta di arrabbiarmi e provocandolo dico -Chissà se adesso che sono cresciuta mi sembrerebbe così enorme!?
-Puoi sempre verificare!
Wow, pensavo avrebbe glissato e invece...
Mi guardo intorno velocemente, nessuno in giro.
- Verifichiamo allora!
L'impunito si alza, si piazza di fronte alla mia faccia, sbottona i jeans, scosta l'elastico degli shorts e tira fuori un bel cazzo lungo, non troppo largo, piantandomelo sotto gli occhi.
-Bhe?! È come lo ricordavi?
Oh, si, è esattamente come lo ricordavo.
-Sai, mi dice, avevo una gran voglia di scoparti allora, volevo essere il primo a farlo, ma eri troppo piccola.
-Ricordo che ti pregai quella notte al falò di San Lorenzo, ti volevo e mi dicesti di no. Ci rimasi così male, mi sentii rifiutata. Col senno di poi avevi ragione.
Col cazzo ancora fuori stretto nella mano sinistra, che si muoveva piano su e giù, mi dice - Adesso non ti direi più di no...
Mi attira a se facendomi alzare, china la testa e mi bacia, ha lo stesso sapore di allora...
- Non c'è la sabbia, ma guarda il cielo è come allora pieno di stelle.
Mi spinge piano contro il parapetto, solleva il vestito, scosta lo slip ed entra dentro di me muovendosi piano, senza fretta... Entra ed esce da me, si fa sentire ad ogni spinta, si aggrappa ai miei seni stringendoli, lo assecondo sporgendo indietro il bacino.
Mi sussurra all'orecchio che sono bella come allora. Accelera le spinte -Fammi godere- gli dico.
Esplode riempiendomi nello stesso istante in cui godo anch'io.
Il mio desiderio di ragazzina si è avverato...
Mi avvio verso la sala d'attesa che sporge su un terrazzino, l'aria è tiepida, la luna é alta e le luci del porto rendono lo scenario bellissimo, al di là del luogo in cui mi trovo.
Un ombra seduta sulla panchina sobbalza. Mi scuso avvicinandomi e lo riconosco, è Andrea, suo padre è ricoverato nello stesso reparto. Anche tu sei rimasta?! mi dice sorridendo. Ci siamo incrociati stamattina nei corridoi, non ci vedevamo da almeno 10 anni. È sempre lo stesso ragazzo di cui, tredicenne, ero pazzamente innamorata. Andrea, bellissimo sedicenne si era accorto di me... È durata un paio di settimane, poi mi ha spezzato il cuore... È stato il primo ad avermi infilato le dita nella passerina regalandomi il primo orgasmo non solitario...
Mi siedo accanto a lui, ci scambiamo informazioni sui nostri genitori, ci aggiorniamo sulle nostre vite degli ultimi 10 anni ed inevitabilmente finiamo per ricordare il nostro breve flirt. Sorridendo ricordiamo le fughe in spiaggia dove nascosti dal buio e da una barca rovesciata esploravamo i nostri corpi, i baci salivosi ed impacciati.
-Ma lo sai che il tuo è stato il primo cazzo che ho preso in mano?! Mi sembrava enorme.
Ride. -Lo sapevo, risponde, eri così imbranata!
Faccio finta di arrabbiarmi e provocandolo dico -Chissà se adesso che sono cresciuta mi sembrerebbe così enorme!?
-Puoi sempre verificare!
Wow, pensavo avrebbe glissato e invece...
Mi guardo intorno velocemente, nessuno in giro.
- Verifichiamo allora!
L'impunito si alza, si piazza di fronte alla mia faccia, sbottona i jeans, scosta l'elastico degli shorts e tira fuori un bel cazzo lungo, non troppo largo, piantandomelo sotto gli occhi.
-Bhe?! È come lo ricordavi?
Oh, si, è esattamente come lo ricordavo.
-Sai, mi dice, avevo una gran voglia di scoparti allora, volevo essere il primo a farlo, ma eri troppo piccola.
-Ricordo che ti pregai quella notte al falò di San Lorenzo, ti volevo e mi dicesti di no. Ci rimasi così male, mi sentii rifiutata. Col senno di poi avevi ragione.
Col cazzo ancora fuori stretto nella mano sinistra, che si muoveva piano su e giù, mi dice - Adesso non ti direi più di no...
Mi attira a se facendomi alzare, china la testa e mi bacia, ha lo stesso sapore di allora...
- Non c'è la sabbia, ma guarda il cielo è come allora pieno di stelle.
Mi spinge piano contro il parapetto, solleva il vestito, scosta lo slip ed entra dentro di me muovendosi piano, senza fretta... Entra ed esce da me, si fa sentire ad ogni spinta, si aggrappa ai miei seni stringendoli, lo assecondo sporgendo indietro il bacino.
Mi sussurra all'orecchio che sono bella come allora. Accelera le spinte -Fammi godere- gli dico.
Esplode riempiendomi nello stesso istante in cui godo anch'io.
Il mio desiderio di ragazzina si è avverato...
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