Un'altra avventura / fattoria
di
Mino
genere
gay
Ecco un altro episodio che mi ha lasciato un gran ricordo dei miei lunghi alla fattoria.
Avevamo io ed Ettore iniziato a vendere molti nostri prodotti tra cui formaggi, salumi e ortaggi di alta qualità a vari ristoranti delle città vicine. Erano per lo più ristoranti eleganti che noi definivamo "per i signori".. Lontani dalla nostra vita fatta di lavoro e piaceri semplici incluso molto sesso tra uomini. I "signori" apprezzavano i nostri prodotti a quanto pare..e sempre più chef di ristoranti importanti venivano a rifornirsi di materia prima.
Tra gli chef e i loro aiutanti che venivano a far la spesa ogni settimana ce n'era sempre qualcuno degno di nota. Una volta fui sconvolto dalla bellezza e dal fascino di un aiuto cuoco che pareva una macchina da guerra. Lo battezzai subito: il soldato. Era in jeans e maglione a collo alto. Giubbotto di pelle da aviatore, mascella quadrata con barba di due giorni. Attorno ai 40 anni. Le mani grosse con qualche cicatrice. I capelli con la riga di lato come di portavano quando ero piccolo, scarponi per la neve che era caduta copiosa quel l'inverno.
Muscoloso da farmi sbavare e una faccia quadrata massiccia da porcellone.
Scuro, mediterraneo e bellissimo.
Senza fede, non sposato quindi ma chissà?!! Che ingenuo sono.. In ogni caso mi dissi che se doveva succedere qualcosa bene altrimenti mi sarei dimenticato subito di quel toro .. Vivevo anche senza di lui.
Ma dopo la prima volta che lo vidi feci di tutto per farlo ritornare, gli regalai fichi favolosi dolci come il miele e gli dissi che erano per lui non per il ristorante. Gli strinsi la mano così forte che i nostri rispettivi calli sulle mani di lavoratori fecero le scintille.
Ci guardammo negli occhi e forse lui capi' qualcosa... Subito.
Era massiccio e largo come piace a me. Più basso di me sapeva di maschio in un modo incredibile. Mi sporsi dentro la sua macchina per aiutarlo a caricare e aspirare quell'odore di uomo: misto di deodorante da poco, leggero tabacco, cuoio del giubbotto e un po' di sudore. Testosterone...
Mi diede il suo cellulare e mi disse che potevo chiamarlo direttamente se volevo andare a cenare da loro. Avrebbe detto al grande capo del ristorante di trattarci bene ..
Lo ringraziai e ci salutammo. Vedevo che mi guardava dallo specchietto e gli feci l'occhiolino...
Torno ' spesso a fare la spesa ma rimanemmo sempre sul cordiale senza approfondire. Mi piaceva da matti..
Passarono mesi prima che mi chiamasse. Mi era persino uscito di testa, avevamo avuto un inverno freddo e faticoso.
Fu in primavera che una volta mi chiese di andare a prendere un caffè con lui dopo aver caricato tutta la sua spesa in macchina.
Ci sedemmo al baretto in paese e guardandomi fisso negli occhi mi disse: che ne diresti di fare l'amore io e te? Di che sei in coppia e siete una gran bella coppia ma si anche che ti piaccio e anche tu mi piaci.. Sarà il nostro segreto se vuoi... Pensaci.
Lo guardai e pensi che di uomini ne avevo avuti tanti.. Lo volevo proprio? O era un'ennesima curiosità? Si li volevo e molto anche.
Mi propose di raggiungerla qualche giorno dopo in un paesino dove aveva un bifocale. Viveva li separato dalla moglie ma stava anche lui comprato una piccola tenuta agricola.
Arrivo' il giorno d sali le scale in fretta. Mi aspettava in pantaloni e maglione indossato a pelle sul corpo peloso e massiccio. Era imponente d bellissimo. Aveva un pacco che avevo sempre guardato con grande curiosità.
Mi fece sedere sul divano e mi si mise in piedi davanti e mi disse di fare io..
Gli sbottonai la patta e odorai quell'aroma di toro da monta. Aveva dei polsi larghissimi, vene in rilievo gli solcavano avambracci possenti.
Gli abbassai i pantaloni e odorai gli slip neri e poi con entrambe le mani li devi scivolare giù fino al polpaccio. Iniziai a ttuffare la faccia tra quelle gambe di acciaio e tra quei coglioni sotto l'asta magnifica che cresceva a vista d'occhio.
Ma l'aiuto cuoco era più porco di quanto credessi. Gli squillo' il cellulare e mentre iniziavo a pomparlo e a sentire in bocca quel cazzo duro largo e sudato, lui parlava con un suo amico e gli raccontava in diretta cosa stava succedendo.. L'amico a quanto diceva lui era molto bello e avrebbe partecipato con piacere.. Ebbi la sensazione che aveva organizzato tutto e che non era un caso... Io ornai ero fuori di testa come sempre mi succede quando sto con uomini che mi piacciono.
Pompavo come un matto quella verga forte e stagionata del mio nuovo amico.
Mi masturbavo lentamente.
Passata circa mezz'ora suonarono alla porta e il toro si divincolo' dalla mia presa per andare ad aprire, nudo così con ancora i calzini addosso.
Parlottarono un attimo tra loro e sentii solo che il toro disse .... "Una cannonata...". Nella penombra e tra i nostri odori che ormai mischiavano cazzi, scarponi, presborra.. Vidi entrare un energumeno di circa 50 anni con baffoni spioventi che non vedevo da una vita, braccia da gladiatore e pancetta prominente. Ebbi un sussulto e mi dissero di mettermi tranquillo.. L'energumeno si tirò giù i pantaloni e venne ad imboccarmj di cazzo.. Sapeva forte di piscio ma aveva un cazzo spropositato, largo e con una cappella a fungo forte e gustosa.
Mi mise una mano dietro la nuca e mi spinse su quel cazzo. Intanto da dietro sentivo che il cuoco si era chinato a leccarmi il culo, a odorarmi e a farmi assaggiare la testa bagnata del suo cazzo.
Si passo' una crema Che avevo portato io.. Un super lubrificante adatto a situazioni toste.. Mi stava inculando ora e lo sentivo sulle pareti largo e forte e sentivo quelle mano callose sui fianchi e il suo respiro sulla schiena. Sentivo il pelo dello stomaco che ormai mi toccava il culo e era tutto dentro con un affanno e una forza bellissimi. Respiravo ritmicamente come faccio sempre quando prendo molto cazzo. Davanti a me il bestione ( dalle poche parole che diceva non era italiano.., secondo me poteva essere kossovaro o albanese) mi aveva già fatto assaggiare il suo mitra. Mi permisi di urlare una volta sola quando il cuoco volle darmi un colpo di grazia.
Invito'poi il bestione kossovaro a continuare l'opera e li ebbi un po' paura. Ma il kossovaro si rivelò' un artista, si inginocchiò dietro di me, si posiziono ' bene d inizio' a penetrarmi aprendo mi anche con le mani. Godevo molto.. Il soldato cuoco era tornato davanti a me e mi reggeva la testa, poi io mi appoggiavo a lui sulle sue ginocchia poiché stava seduto, andavo giù a leccargli le palle e le cosce. Non volevo sborrare ma mancava poco. Il kossovaro aveva preso a montarmi seriamente e intanto da bravo ospite chiedeva al cuoco di venire a continuare con "sto ragazzone" diceva...
In un italiano stentato.
Il cuoco era di nuovo in piedi e ricominciava a montarmi lui.. Il kossovaro era uscito facendomi sobbalzare.. Entrava il cuoco. Con un asciugamano umido pulivo il cazzo al kossovaro che mi aveva inculato fino a quel momento.
Me lo infilavo in
Bocca e intanto ruggivo come un leone. Fu una sessione che andò avanti ore. Ero sfinito.
Venni appoggiando la faccia allo stomaco del kossovaro, riempito di sborra dal cuoco che mi sbatte' fino a scoppiare imprecando. Il kossovaro mi venne addosso pure e si stravacco' sul divano.
Avevamo io ed Ettore iniziato a vendere molti nostri prodotti tra cui formaggi, salumi e ortaggi di alta qualità a vari ristoranti delle città vicine. Erano per lo più ristoranti eleganti che noi definivamo "per i signori".. Lontani dalla nostra vita fatta di lavoro e piaceri semplici incluso molto sesso tra uomini. I "signori" apprezzavano i nostri prodotti a quanto pare..e sempre più chef di ristoranti importanti venivano a rifornirsi di materia prima.
Tra gli chef e i loro aiutanti che venivano a far la spesa ogni settimana ce n'era sempre qualcuno degno di nota. Una volta fui sconvolto dalla bellezza e dal fascino di un aiuto cuoco che pareva una macchina da guerra. Lo battezzai subito: il soldato. Era in jeans e maglione a collo alto. Giubbotto di pelle da aviatore, mascella quadrata con barba di due giorni. Attorno ai 40 anni. Le mani grosse con qualche cicatrice. I capelli con la riga di lato come di portavano quando ero piccolo, scarponi per la neve che era caduta copiosa quel l'inverno.
Muscoloso da farmi sbavare e una faccia quadrata massiccia da porcellone.
Scuro, mediterraneo e bellissimo.
Senza fede, non sposato quindi ma chissà?!! Che ingenuo sono.. In ogni caso mi dissi che se doveva succedere qualcosa bene altrimenti mi sarei dimenticato subito di quel toro .. Vivevo anche senza di lui.
Ma dopo la prima volta che lo vidi feci di tutto per farlo ritornare, gli regalai fichi favolosi dolci come il miele e gli dissi che erano per lui non per il ristorante. Gli strinsi la mano così forte che i nostri rispettivi calli sulle mani di lavoratori fecero le scintille.
Ci guardammo negli occhi e forse lui capi' qualcosa... Subito.
Era massiccio e largo come piace a me. Più basso di me sapeva di maschio in un modo incredibile. Mi sporsi dentro la sua macchina per aiutarlo a caricare e aspirare quell'odore di uomo: misto di deodorante da poco, leggero tabacco, cuoio del giubbotto e un po' di sudore. Testosterone...
Mi diede il suo cellulare e mi disse che potevo chiamarlo direttamente se volevo andare a cenare da loro. Avrebbe detto al grande capo del ristorante di trattarci bene ..
Lo ringraziai e ci salutammo. Vedevo che mi guardava dallo specchietto e gli feci l'occhiolino...
Torno ' spesso a fare la spesa ma rimanemmo sempre sul cordiale senza approfondire. Mi piaceva da matti..
Passarono mesi prima che mi chiamasse. Mi era persino uscito di testa, avevamo avuto un inverno freddo e faticoso.
Fu in primavera che una volta mi chiese di andare a prendere un caffè con lui dopo aver caricato tutta la sua spesa in macchina.
Ci sedemmo al baretto in paese e guardandomi fisso negli occhi mi disse: che ne diresti di fare l'amore io e te? Di che sei in coppia e siete una gran bella coppia ma si anche che ti piaccio e anche tu mi piaci.. Sarà il nostro segreto se vuoi... Pensaci.
Lo guardai e pensi che di uomini ne avevo avuti tanti.. Lo volevo proprio? O era un'ennesima curiosità? Si li volevo e molto anche.
Mi propose di raggiungerla qualche giorno dopo in un paesino dove aveva un bifocale. Viveva li separato dalla moglie ma stava anche lui comprato una piccola tenuta agricola.
Arrivo' il giorno d sali le scale in fretta. Mi aspettava in pantaloni e maglione indossato a pelle sul corpo peloso e massiccio. Era imponente d bellissimo. Aveva un pacco che avevo sempre guardato con grande curiosità.
Mi fece sedere sul divano e mi si mise in piedi davanti e mi disse di fare io..
Gli sbottonai la patta e odorai quell'aroma di toro da monta. Aveva dei polsi larghissimi, vene in rilievo gli solcavano avambracci possenti.
Gli abbassai i pantaloni e odorai gli slip neri e poi con entrambe le mani li devi scivolare giù fino al polpaccio. Iniziai a ttuffare la faccia tra quelle gambe di acciaio e tra quei coglioni sotto l'asta magnifica che cresceva a vista d'occhio.
Ma l'aiuto cuoco era più porco di quanto credessi. Gli squillo' il cellulare e mentre iniziavo a pomparlo e a sentire in bocca quel cazzo duro largo e sudato, lui parlava con un suo amico e gli raccontava in diretta cosa stava succedendo.. L'amico a quanto diceva lui era molto bello e avrebbe partecipato con piacere.. Ebbi la sensazione che aveva organizzato tutto e che non era un caso... Io ornai ero fuori di testa come sempre mi succede quando sto con uomini che mi piacciono.
Pompavo come un matto quella verga forte e stagionata del mio nuovo amico.
Mi masturbavo lentamente.
Passata circa mezz'ora suonarono alla porta e il toro si divincolo' dalla mia presa per andare ad aprire, nudo così con ancora i calzini addosso.
Parlottarono un attimo tra loro e sentii solo che il toro disse .... "Una cannonata...". Nella penombra e tra i nostri odori che ormai mischiavano cazzi, scarponi, presborra.. Vidi entrare un energumeno di circa 50 anni con baffoni spioventi che non vedevo da una vita, braccia da gladiatore e pancetta prominente. Ebbi un sussulto e mi dissero di mettermi tranquillo.. L'energumeno si tirò giù i pantaloni e venne ad imboccarmj di cazzo.. Sapeva forte di piscio ma aveva un cazzo spropositato, largo e con una cappella a fungo forte e gustosa.
Mi mise una mano dietro la nuca e mi spinse su quel cazzo. Intanto da dietro sentivo che il cuoco si era chinato a leccarmi il culo, a odorarmi e a farmi assaggiare la testa bagnata del suo cazzo.
Si passo' una crema Che avevo portato io.. Un super lubrificante adatto a situazioni toste.. Mi stava inculando ora e lo sentivo sulle pareti largo e forte e sentivo quelle mano callose sui fianchi e il suo respiro sulla schiena. Sentivo il pelo dello stomaco che ormai mi toccava il culo e era tutto dentro con un affanno e una forza bellissimi. Respiravo ritmicamente come faccio sempre quando prendo molto cazzo. Davanti a me il bestione ( dalle poche parole che diceva non era italiano.., secondo me poteva essere kossovaro o albanese) mi aveva già fatto assaggiare il suo mitra. Mi permisi di urlare una volta sola quando il cuoco volle darmi un colpo di grazia.
Invito'poi il bestione kossovaro a continuare l'opera e li ebbi un po' paura. Ma il kossovaro si rivelò' un artista, si inginocchiò dietro di me, si posiziono ' bene d inizio' a penetrarmi aprendo mi anche con le mani. Godevo molto.. Il soldato cuoco era tornato davanti a me e mi reggeva la testa, poi io mi appoggiavo a lui sulle sue ginocchia poiché stava seduto, andavo giù a leccargli le palle e le cosce. Non volevo sborrare ma mancava poco. Il kossovaro aveva preso a montarmi seriamente e intanto da bravo ospite chiedeva al cuoco di venire a continuare con "sto ragazzone" diceva...
In un italiano stentato.
Il cuoco era di nuovo in piedi e ricominciava a montarmi lui.. Il kossovaro era uscito facendomi sobbalzare.. Entrava il cuoco. Con un asciugamano umido pulivo il cazzo al kossovaro che mi aveva inculato fino a quel momento.
Me lo infilavo in
Bocca e intanto ruggivo come un leone. Fu una sessione che andò avanti ore. Ero sfinito.
Venni appoggiando la faccia allo stomaco del kossovaro, riempito di sborra dal cuoco che mi sbatte' fino a scoppiare imprecando. Il kossovaro mi venne addosso pure e si stravacco' sul divano.
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