Corna senza pietà
di
Patrizia V.
genere
tradimenti
Oggi ho fatto il mio primo lancio da sola. Sergio ed Enrico sono saltati insieme con me, ma ognuno col suo paracadute… Che esperienza!
A terra ci aspettavano Eva e Letizia (alla Giusy non ho detto niente, si sarebbe preoccupata troppo) con lo spumante ghiacciato per festeggiare, e naturalmente siamo finiti tutti nel capannone per il ripiegamento dei paracadute a far baldoria assieme al pilota.
Ora che anche la Leti è svezzata, Enrico non è più costretto a nascondersi, e anzi coinvolge senza problemi la fidanzata nelle sue porcate. Io lo so, e ne approfitto…
Sono io che apro i giochi: in fondo sono la festeggiata. E siccome mi piace cambiare, abbraccio il pilota del Piper, che si chiama Gino, e gli metto subito la lingua in bocca tanto per mettere subito le cose in chiaro.
Sento la sua patta indurirsi mentre ci baciamo, e mi congratulo con me stessa per la scelta. Il tipo è vedovo, sulla cinquantina e un po’ sovrappeso, ma complessivamente abbastanza in forma.
Gli tasto il cazzo e lo sento bello tosto. Lui è un po’ sorpreso: Sergio e Enrico in questo sono abbastanza discreti e evidentemente non mi hanno ancora sputtanata…
- Cosa c’è di strano? – gli chiedo, allegra – Ho voglia…
Con la coda dell’occhio vedo che Eva si è già buttata fra le braccia di Enrico, e Sergio ne sta approfittando per assaggiare finalmente la fidanzata dell’amico: Leti si lascia baciare davanti al suo ragazzo senza troppi problemi.
Tiro fuori il cazzo di Gino e comincio a segarlo mentre continuiamo a baciarci in bocca. Sento le mani di Gino sul culo…
Sono infoiata. Avete mai saltato da un aereo? All’arrivo, o ti sei cagata addosso, o sei in fregola: non ci sono vie di mezzo…
Mi inginocchio e lo prendo in bocca. Somiglia al coso di Sergio: lunghezza standard, ma diametro sopra la norma. Uno sfascia-femmine. Ottimo.
Ci spogliamo velocemente: è ora di pranzo, e non ci disturberà nessuno per almeno un’ora.
Siamo tutte e tre sulle ginocchia, nude e a bocca piena. I maschi se la godono…
Sergio è il più impaziente: la Leti deve averglielo fatto tirare di brutto, perché la tira in piedi, la rivolta contro il tavolaccio e la impala di brutto dal didietro.
- Awww! – strilla la fidanzata di Enrico, beccandosi il cazzone in figa e andando a sbattere contro il piano del tavolo.
Tocca a me. Mi stendo di schiena davanti al mio maschio del momento e spalanco le cosce, offrendo ai suoi occhi la mia splendida figa bionda madida di voglia.
Gino mi si piazza fra le ginocchia, punta l’uccello e m’infilza come un tordo, strappandomi un gridolino di gioia nel sentirmi penetrare così di colpo.
Eva continua per un po’ a spompinare Enrico: ormai fra i due c’è intesa e nessuno dei due ha fretta di consumare… Poi è Enrico a sdraiarsi sulla panca, col cazzo al vento. Eva gli si arrampica addosso e lo monta all’amazzone con un sospiro di soddisfazione.
Fottiamo tutti insieme per una mezz’oretta buona, facendo rimbombare la sala coi nostri gemiti di piacere.
Sergio si scarica senza problemi dentro la fidanzata di Enrico, che si lascia inseminare senza protestare, mentre Gino si toglie in tempo, da perfetto gentiluomo, e mi viene addosso. Mi rovescia una secchiata di sborra sulla pancia, inzaccherandomi tutta.
Più accorta, Eva prende il cazzo di Enrico in bocca e ingoia tutta la sua sborrata.
Niente male come sveltina di gruppo…
Letizia deve andare a lavorare, è già in ritardo. Prende la macchina di Enrico e schizza via come una freccia senza neanche ripulirsi.
Gino deve fare la manutenzione al Piper, così Eva ed io diamo un passaggio a Sergio ed Enrico fino alla palestra, dove i due devono controllare i loro turni.
Viene fuori che gli tocca il turno serale e che sono liberi fino a pomeriggio inoltrato.
Andiamo al bar a mangiare un boccone. Io attiro un po’ di sguardi, e mi rendo conto un po’ imbarazzata del perché: mi sono ripulita solo superficialmente prima di rimettere la canotta dopo la scopata nel capannone, e adesso la sborra che ho addosso mi ha appiccicato il cotone alla pelle, rendendolo trasparente. Insomma, mi si vedono i capezzoli come se fossi nuda.
Vabbè, tanto ormai lo sanno tutti, che sono una zoccola…
Siamo tutti di buon umore quando raggiungiamo la spiaggia.
Io ho una voglia tremenda di gettarmi in acqua, anche per ripulirmi della sborra secca che mi impiastra le tette, e Eva vuole venire con me.
Mentre ci avviciniamo tutti insieme all’ombrellone sulla spiaggia semideserta (è ora di pranzo e sono tutti al ristorante o a casa a ingozzarsi di spaghetti, vongole e mozzarella), vedo che i nostri soliti ombrelloni sono deserti.
Giusy e Mara devono essere con gli amici, ma gli altri?
Vedo gli avanzi del pranzo dei terroni sparsi un po’ dappertutto (che cafoni!), e poi scorgo Angela che corre come una furia verso le cabine.
Intuisco il problema. Ma per una volta decido che non è affare mio… Ho fatto il mio primo salto e non voglio rogne a rovinarmi la giornata. Dò una gomitata a Sergio, che annuisce: ci pensano loro.
Eva e io ci tuffiamo per rinfrescarci un po’ fra le onde dell’Adriatico mentre i maschi vanno a impedire il massacro.
Ridiamo, scherziamo e giochiamo come due ragazzine, schizzandoci negli occhi e tirandoci sott’acqua e abbracciandoci contente. Ci baciamo, le tette nude strette le une contro le altre mentre le nostre lingue danzano fra le labbra salate a cinquanta metri dalla riva.
- Ti amo… - mi sussurra Eva titillandomi un capezzolo mentre io sott’acqua le strofino delicatamente la figa attraverso lo slippino.
Qualcuno dalla riva potrebbe anche accorgersene, ma chi se ne frega.
Siamo innamorate.
Lei ha anche avuto la conferma del fatto che ora che fabio è morto, la Serenissima è definitivamente sua e non rischia di vedersela portare via dal fisco o dalla famiglia di lui, cui non interessa per niente e ha soldi più che a sufficienza.
Quindi abbiamo qualcosa da festeggiare, e il nostro bacio dura piuttosto a lungo…
Usciamo lentamente dall’acqua in topless, e ci avviamo verso l’ombrellone tenendoci per mano.
Nessuno.
Eva si stende lascivamente al sole per asciugarsi, ma io sono più curiosa di una scimmia.
Infilo il reggi, faccio un cenno a Eva e mi avvio alle cabine per capire cos’è successo.
In giro non c’è proprio nessuno: tutti a mangiare a crepapelle…
La zona delle cabine è deserta. Ma da dentro due di queste provengono rumori inconfondibili.
Mi avvicino e do un’occhiata da perfetta guardona.
Rimango sorpresa.
Il primo corpo che riconosco è quello di Aldo: il vitellone è a terra, tutto pesto e con la faccia nella sabbia, che si lamenta debolmente.
Accanto a lui, in un mucchio informe, riconosco i due paraca e le due sorelle napoletane, che si sbattono come bestie invasate.
Non è facile distinguere nel groviglio dei corpi chi sta fottendo chi, ma dopo un po’ mi rendo conto che Enrico si sta chiavando Elena, mentre Sergio lo ha ficcato in culo a Angela e la sta trapanando di brutto.
La ragazzotta sta piangendo come una fontana, e si capisce il perché: Sergio ce lo ha bello grosso, e sicuramente non aveva con sé alcun lubrificante… Inoltre è probabile che la stia sodomizzando col cazzo sporco di sabbia. In quelle condizioni piangerei anch’io.
La sorella più grande invece se la sta godendo con Enrico, che ha una vera passione per le sue splendide tettone.
OK; facile intuire cos’è successo. Angela deve finalmente aver sorpreso sua sorella con Aldo e deve aver fatto una scenata. Sergio e Enrico sono intervenuti per fare pace, ma evidentemente Aldo non ha gradito il loro intervento ed è finita a cazzotti. Naturalmente il vitellone le ha prese, e adesso i due paraca si godono le spoglie della vittoria scopandosi le due sudicione. Delle quali chiaramente una apprezza e l’altra no, ma chi se ne frega…
- Ahia! Bastardo, mi stai sbudellando… – piagnucola Angela, con la faccia premuta sulla gamba della sorella che intanto si fa sbattere a pecorina ansimando di piacere.
Io sono nel pucio più completo. Mi porto la mano fra le gambe e comincio a masturbarmi mentre guardo quei quattro animali che si accoppiano disordinatamente sul pavimento sabbioso della cabina.
Enrico cambia canale e s’incula Elena, mentre Sergio estrae il cazzone dal buco squarciato di Angela e glielo ficca in gola tenendola per i capelli. La stronza arriccia il naso nel prendere in bocca il coso che le è appena uscito dal buco del culo, ma il maschio non intende ragioni e le scopa la faccia fino a sborrarle fra le orecchie.
Enrico lo tira fuori dal culo di Elena e va a riempire il buco rimasto libero di Angela, ancora aperto e slabbrato.
Elena bacia appassionatamente Sergio a bocca aperta e lo aiuta a tenere ferma la testa di sua sorella, che lui continua a fottere con cattiveria.
Poi Enrico si svuota le palle nel retto infiammato di Angela, che stramazza a terra come una bambola usata e ormai rotta.
Mi allontano con i sensi in fiamme, mentre i due paraca si sbaciucchiano con la Elena che si strofina come una cagna in calore contro tutti e due, chiaramente vogliosa di prendere altro cazzo…
Torno all’ombrellone con una voglia tremenda, ma purtroppo Eva si è addormentata, e non ho il cuore per svegliarla.
Pazienza, scoperemo più tardi, sulla barca.
Mi stendo accanto a lei per arrostirmi un po’ al sole anch’io.
Quando riapro gli occhi, Elena è seduta lì accanto e legge una rivista per sole oche, l’espressione beata di una che si è appena presa una bella ripassata. Più in là c’è anche Angela, livida di rabbia.
Giusy e Mara sono in acqua con le altre amiche, e Nino si sta avvicinando con una vaschetta di gelato di vaniglia e panna.
I giovane cornuto non immagina nemmeno quanta panna si sono già prese, la fidanzatina e sua sorella!
Non finisce così: quella stronza di Angela è persistente.
Quando stiamo per tornare sulla barca, la Giusy mi chiede se Mara può venire con noi. Elena è d’accordo, e anche a me sembra una buona idea allontanare la ragazzina da quella pazza di sua zia.
Tornate a bordo della Serenissima, ci facciamo tutte una bella doccia, poi la Mara si offre di preparare gli spaghetti alle vongole per tutti.
Anche questa mi sembra una buona idea, visto che nessun’altra di noi sa cucinare in maniera decente.
Io devo fare un po’ di manutenzione, così mi sembra carino da parte di Eva proporre alla Giusy una partita a Master Mind.
Quando ho finito i miei controlli, siccome Eva e Giusy stanno ancora giocando, raggiungo la Mara nel cucinino.
La terroncella ha quasi finito… Devo dire che ci sa fare quasi quanto la sua zia svitata.
Mi guarda con un sorriso e chiede a bruciapelo: - Allora, come va fra te e Eva?
E’ passato poco più di un mese da quando le ho fatto la festa, ma sembra un’eternità. Mara è maturata, e so benissimo che se la fa con mia figlia. Per la centesima volta mi chiedo se farmela sia stata una cazzata, poi le guardo le tette appena contenute nella maglietta e mi dico, che cazzo! Qualcuno doveva pur farsela per primo, quindi perché non io?
- Va benissimo, grazie. E fra te e Giusy?
- Lei non ti ha detto niente?
- No. E io non sono un’impicciona.
- Già. Sei un maschiaccio, vero?
- Così dicono…
- Giusy e io siamo solo amiche. Facciamo esperienza insieme.
- Hmmm… Solo esperienza?
- Facciamo sesso, Pat.
- Questo lo avevo capito.
- Non siamo innamorate, se è questo che vuoi sapere. Solo molto amiche.
- Sicura?
Mara sospira: - Facciamo sesso insieme, Pat… Ma a differenza delle mie, le fantasie di Giusy sono assolutamente etero. Non devi preoccuparti: tua figlia non è come… Non è come noi.
Vedo un lampo nei suoi occhi di cerbiatta adolescente. Lei è lesbica, lo so benissimo. Lesbica marcia, come la Franci.
Mi si avvicina. Sento la sua mano su un fianco.
Siamo entrambe in shorts e canotta. La sua mano scivola a palparmi il culo. Ci sta provando…
Le nostre cosce nude si accarezzano.
- Ho tanta voglia…
La sua voce è roca per il desiderio. Io sono stata la sua prima amante, non sarà facile per lei scordarsi del suo primo bacio o del suo primo orgasmo.
La bacio in bocca, e lei si strofina come una gattina in calore mentre ci scambiamo la saliva.
Mi squilla il cellulare. Una. Due, tre volte.
Mi districo dall’abbraccio della ragazzina e afferro il telefonino.
- Pronto?
- Patty? Sono io…
Elena. La mamma della Mara.
Come essere scoperta a letto con la figlia della tua migliore amica…
- Dimmi, Elena.
- Mara è lì con voi?
- Certo. Cos’è successo?
La sua voce è turbata.
- Potresti venire da me? Ma lascia Mara con Eva sulla barca, ti prego…
Mi precipito in macchina.
Non è uno spettacolo piacevole.
Nino si è impiccato nella stanza che divideva con Angela. E’ ancora lì, appeso a un cappio. Nudo come un verme, con la lingua di fuori, gli occhi sbarrati e il cazzo dritto che sgocciola ancora.
Dev’essersi fatto una sega subito prima di saltare dallo sgabello…
- Ha sorpreso Angela a letto con Aldo – mi dice Elena con voce piatta – Se la stava inculando nel loro letto… Poi Aldo l’ha gonfiato di botte e l’ha buttato fuori. Io ero a fare la spesa. Quando Aldo è uscito, lui è rientrato e ha affrontato Angela, che lo ha trattato da cornuto. Allora si è chiuso dentro a chiave, e… Quando sono rientrata era tutto finito.
- Angela dov’è?
- Chiusa in camera mia, con una crisi isterica.
Sospiro. Col senno di poi, dovevamo immaginarcelo.
- Chiamo i Carabinieri.
Torno sulla Serenissima a tarda notte.
I Carabinieri hanno fatto irruzione in casa di Aldo, e l’hanno trovata piena di cocaina. L’hanno arrestato, e hanno fermato anche Angela per accertamenti.
Il cadavere del povero becco è stato rimosso per l’autopsia, la camera del suicidio è stata posta sotto sequestro, e alla fine dopo le pratiche del caso in caserma io ho accompagnato Elena a dormire a casa mia. Volevo farle compagnia, ma lei ha insistito che tornassi a bordo da Eva, Giusy e Mara, perché lei voleva restare da sola e preferiva che io stessi con sua figlia.
Che vita di merda…
***
Oggi arriva il Mauri, e io sono pronta a riceverlo.
La morte di Nino mi ha aperto gli occhi. E’ ora di farla finita con la finzione.
In modo definitivo.
E’ tutto pronto: Giusy e Mara al club, Eva a studiare sulla Serenissima per il suo prossimo esame universitario, Elena a casa sua con Angela in affidamento dopo il rilascio su cauzione, ed io con la casa a disposizione per i miei porci comodi.
Guardo l’orologio e sorrido.
L’orologio da polso è l’unica cosa che ho addosso oltre agli stivali e alla catenina col pendaglio di mia suocera. Per il resto sono nuda dentro il letto disfatto, con Enrico che mi chiava alla pecorina e Sergio che mi scopa la faccia tenendomi per le orecchie.
Quanto mi piace essere trattata come una baldracca…
L’ammucchiata dura già da oltre mezz’ora. Sergio mi ha avuta per primo (privilegio di anzianità), e ora lo sto resuscitando con la bocca mentre Enrico mi stantuffa le viscere con giovanile energia che mi ricorda una locomotiva a vapore…
Godo con un grido rauco, contorcendomi e traspirando come una bestia mentre il mio maschio del momento mi tiene saldamente per i fianchi e il suo compare m’ingozza col suo coso che mi si sta rapidamente inturgidendo in gola.
Quando le orecchie smettono di fischiarmi, sento il rumore familiare della macchina di mio marito che parcheggia davanti casa.
Ormai siamo un trio ben collaudato, conosciamo i nostri ritmi e le reciproche voglie. Sappiamo come soddisfarci a vicenda e non abbiamo più inibizioni fra noi, quando ci ammucchiamo in un letto oppure in palestra. Non sarà certo l’arrivo del cornuto a interrompere il divertimento.
Sopra l’ansimare dei maschi che mi pompano alle due estremità, sento lo scatto della serratura all’ingresso che si apre e poi si richiude. Le chiavi che vengono posate sul mobile, poi i passi del Mauri che si avvicina alla camera da letto.
Noi non facciamo un gran rumore: i miei mugolii di piacere sono soffocati dall’uccellone che mi riempie la bocca, e l’ansimare dei maschi potrebbe essere scambiato per il russare di un ubriaco; d’altra parte, il tonfo ritmico dei fianchi di Enrico contro le mie chiappe mentre mi scopa e il regolare cigolio del letto non dovrebbe lasciare dubbi sull’attività in corso nella stanza.
Perfino il Mauri dovrebbe capire cosa sta succedendo.
Il cazzone di Sergio adesso è bello tosto, ritto e pronto a impalarmi di nuovo. Succhio golosa la larga cappella turgida mentre sego l’asta enfiata con la mano destra, sorreggendomi con la sinistra mentre Enrico mi trivella la figa.
La porta della stanza da letto si apre.
La luce soffusa dell’abatjour illumina la scena, e mio marito mi vede nuda nel nostro letto, presa alla pecora da un giovanotto mentre spompino un uomo più maturo.
Non lo degno di uno sguardo, e i miei amanti continuano a farmi la festa ignorando completamente l’arrivo del classico marito cornuto.
Sento la sua esclamazione di sorpresa, e il tonfo della borsa da viaggio che cade sul pavimento.
- Patrizia! – esclama il povero becco, con un tono in cui lo sbalordimento sembra prevalere sul dolore.
- Mmmp… - mugolo io, continuando imperterrita a spompinare.
Enrico rincara la dose mollandomi uno sculaccione a mano aperta e ringhiando: - Godi, puttana!
Mi piace essere trattata da vacca ma davanti a mio marito la cosa mi esalta ancora di più.
Il cazzo di Enrico mi affonda fino alla bocca dell’utero, e mi sembra di esplodere.
Lascio scappare il membro di Sergio, e un grido strozzato mi sfugge direttamente dalla gola.
- Oh dio, godo… Godo! Aahhh…
L’orgasmo mi accieca per un istante, e mi contorco come una biscia schiacciata da un cavallo imbizzarrito. La vagina mi si contrae come un pugno intorno al cazzo, e Enrico raggiunge anche lui all’improvviso il punto di non ritorno: - Oohhh… Ti vengo dentro, vacca!
Sento il suo sperma che mi riempie la figa, caldo e denso.
Con uno sforzo, senza smettere di segare Sergio, giro lo sguardo su mio marito: voglio guardarlo in faccia, vedere l’espressione sul suo volto mentre un altro uomo, infinitamente più maschio di lui, m’impregna del suo seme vitale.
Il Mauri è pallido come un cadavere, ha gli occhi sbarrati e la bocca spalancata come un idiota.
Mentre l’altro mi riempie di sborra, lui balbetta patetico: - Ma… Ma, Patrizia…
Il mio orgasmo si protrae deliziosamente, e io lo cavalco come un surfista sull’onda ideale, alimentandolo con l’emozione di vedere la faccia di mio marito che finalmente si scopre cornuto.
- Io pensavo che a te piacessero solo le donne… - bela pietosamente l’imbecille.
- Non dire stupidaggini – sospiro io, assaporando il lento dissolversi del mio piacere – Mi piacciono anche le donne, ma non ho mai detto di essere lesbica… In effetti, il cazzo mi piace quasi quanto la fica!
Lo tradisco da sempre, ma il coglione se ne accorge solo ora… Immagino che adesso per lui tante cose abbiano finalmente senso. Beh, meglio tardi che mai.
- Patrizia, smettila – farfuglia l’imbecille – Adesso basta, mandali via e parliamone…
- Hmmm… - ansimo io, tornando a rivolgermi al cazzone che ho davanti al naso e che non ho smesso di segare – Non ci penso nemmeno.
Riprendo Sergio in bocca e chiudo gli occhi, mentre Enrico, finito di sborrare, ricomincia a fottermi lentamente.
Per un po’ mi scordo del cornuto che ci guarda basito, e mi concentro sui miei due cazzoni.
Enrico è ancora abbastanza duro da scoparmi la figa piena di sborra calda, e Sergio è perfettamente in tiro, pronto a infilzarmi a sua volta. Ora di scambiarci di nuovo.
- Questa volta voglio stare sopra io…
Enrico si stacca da me, mentre Sergio si stende di schiena, appoggiando la testa sul cuscino di mio marito.
Sento lo sperma del maschio più giovane che mi scola lentamente lungo l’interno delle cosce nude, e fremo di lussuria all’idea che il cornuto può vedere tutto.
Scavalco il mio amante più anziano, impugnando il suo splendido uccellone e infilandomelo lentamente nella figa guazza, prima di impalarmici sopra con un gemito di trionfo.
- Hmmm… Com’è grosso! – annaspo, sentendomi allargare le viscere.
Le manacce di Sergio mi impastano le tette sudate e mi tirano i capezzoli gonfi di piacere, strappandomi uno strillo di doloroso piacere.
Enrico ci guarda sorridendo, mentre io ricevo il suo amico nella tana che lui ha appena lasciato vacante: il suo uccello è moscio e bagnato del mio piacere, ma è chiaramente tutt’altro che spento. Mi lecco le labbra all’idea di intostarlo di nuovo…
Giro lo sguardo e incontro l’espressione stravolta di mio marito. Il cornuto si è lasciato cadere sulla poltrona accanto allo specchio, e ci fissa inebetito.
Sorrido, soddisfatta.
Poi Sergio mi afferra per i fianchi e comincia a impalarmi da sotto.
Io getto un grido rauco di piacere, chiudo gli occhi, rovescio la testa all’indietro e comincio a cavalcarlo al ritmo che piace a me.
Enrico si sega guardandoci scopare, gli occhi fissi su di me, chiaramente arrapato dallo spettacolo. E’ proprio accanto a noi, il mio ginocchio sinistro si strofina contro la sua gamba abbronzata, dura e pelosa. Mi posa una mano sulla coscia e mi accarezza mentre mi scopo sul cazzone di Sergio.
Gli sorrido, leccandomi le labbra, e il marpione afferra al volo.
Si rialza in piedi sul letto e mi accosta il cazzo bazzotto al viso, mentre io mi dimeno come un’ossessa sopra Sergio.
Apro la bocca e prendo fra le labbra il pene mezzo floscio del mio amante, ancora grondante del mio stesso piacere.
Gli do una succhiata tremenda, ripulendolo della sbroda e facendolo fremere di anticipazione.
Poi lo impugno e comincio a spompinarlo da esperta, senza smettere di sgroppare sopra Sergio, che a sua volta mi tiene saldamente per i fianchi.
Inevitabilmente, perdo il ritmo e così l’iniziativa passa al maschio più anziano, che mi scopa da sotto mentre io mi impalo su di lui più passivamente e mi concentro a intostare di nuovo il cazzo più giovane.
Bastano poche gollate, e la virilità di Enrico torna a ergersi maestosa nelle mie fauci, che ben presto non lo contengono più.
Senza fiato, me lo lascio sfuggire dalla bocca, e annaspo mentre Sergio mi entra sempre più a fondo nella vagina; ma non smetto di segarlo, perché il maschione è nuovamente in tiro.
Lo voglio… Ma non intendo rinunciare neanche a quello di Sergio, altrettanto duro e anche più grosso, che mi riempie la figa.
- Ficcamelo nel culo… - annaspo, ormai quasi senza fiato – Spaccatemi in due!
Enrico annuisce, con un sorriso maligno.
Sergio smette di sgroppare sotto di me, e io mi posiziono meglio che posso, predisponendomi per il tramezzino. Schiaccio le tette sul petto villoso di Sergio e lo bacio appassionatamente in bocca, mentre Enrico si porta alle mie spalle e si piazza a tiro del mio buchetto grinzoso da sopra le ginocchia dell’amico.
Giro lo sguardo verso lo specchio e vedo che il ragazzone mi sta puntando il cazzo fra le chiappe; seduto scompostamente accanto allo specchio, mio marito ci fissa con gli occhi sgranati.
- No – balbetta il Mauri con le labbra tremanti – Nel sedere no…
- Sì invece – sogghigno io – Inculami… Dai Enri, lo sai che mi piace da impazzire.
Sento la cappella infuocata appoggiarsi allo sfintere.
Mi rilasso, cercando di distendere i muscoli del sedere e consentire a Enrico una penetrazione agevole e rapida. Lui mi sputa sul bucone e schiaccia il glande sull’anello sfinterico, mentre il pene di Sergio, quasi fermo, mi pulsa dentro alla vagina.
Enrico mi apre con le mani le natiche sudate e mi spinge con forza il cazzo nell’ano.
Io sono una stracciacula, e il mio povero buco ormai non oppone più molta resistenza alla sodomizzazione, neanche se ho la pancia piena di un altro cazzo: così il secondo maschio mi sprofonda nel retto senza troppa fatica, infarcendomi le viscere di carne tosta e calda.
- Aargghhh! – rantolo io, sentendomi sventrare – Mi state sbudellando…
Il dolore è tremendo, ma dura poco: appena mi sento tutta piena di cazzo, il calore di quel rapporto contro natura mi riempie la testa e il piacere pervade il mio corpo, facendomi vibrare di lussuria.
- Sì, scopatemi… - rantolo – Sbattetemi come una cagna! Sono la vostra puttana…
Enrico comincia a muovermisi nel retto, sfregando contro il cazzone di Sergio che mi riempie la vagina, e io comincio già a gemere di piacere nel sentirmi scovolata a quel modo.
Torno a baciare appassionatamente Sergio, mentre Enrico ci sbatte entrambi col suo cazzo durissimo che mi trivella il culo facendomi scopare anche dall’altro cazzo.
Il primo maschio mi tiene per le spalle, il secondo mi manovra i fianchi; giro lo sguardo sul terzo, il meno virile dei tre, e la sua espressione straziata moltiplica la libidine che mi ottenebra già il cervello.
Il Mauri è stravolto nel vedermi presa a sandwich da due sconosciuti nel suo stesso letto. Mi chiedo cosa gli passi per la mente: che devo essergli stata infedele per anni, che non c’è nulla che possa fare per impedirmi di concedermi a questi due che lo sovrastano entrambi per forza e per potenza virile, che ormai il nostro matrimonio è finito… E’ paonazzo in volto, gli tremano le labbra, sta sudando vistosamente e si intreccia nervosamente le mani in grembo. Ha gli occhi sbarrati mentre ci fissa, e io immagino che stia per avere un infarto.
Sarebbe un modo conveniente di levarmelo dalle palle.
I due maschi mi trivellano le viscere sempre più violentemente, e io comincio a emettere gemiti gutturali di piacere sempre più incontrollati a ogni affondo di cazzo nella pancia.
Sto per godere un’altra volta.
Riporto lo sguardo sul cornuto e rimango di stucco: il Mauri si è aperto i pantaloni e si sta tirando una sega!
Per un momento mi raffreddo, e l’orgasmo che sentivo imminente recede bruscamente a causa della sorpresa. Non è questo che mi aspetto da mio marito…
Poi lo trovo eccitante. Mio marito si masturba guardandomi mentre gli metto le corna… In pratica sto soddisfando tre maschi in un colpo solo.
Accidenti, chi l’avrebbe mai detto? Ho sposato un cuckold: un cornuto contento. Uno che si eccita nel vedere la moglie andare con altri uomini.
L’idea m’ingrifa da pazzi, e mi eccito di nuovo. Mi dimeno in modo da offrirgli una visione la più completa possibile del sandwich che mi sto gustando fra i miei due amanti, e del modo in cui i loro due robusti arnesi mi penetrano con forza nella figa e nel culo.
Di nuovo mi sento montare in corpo il piacere, i suoni rauchi che mi sfuggono dalla gola si fanno più rumorosi e più frequenti.
- Aahhh! – grido – Sì, spaccatemi in due, bastardi… Godo. Godooo!
Mi contorco fra di loro, in preda ad un orgasmo bruciante e doloroso, sentendomi devastare le viscere dalla violenza di sensazioni bestiali, innominabili e abiette.
Sono una baldracca, penso fra me, godo a farmi sbattere davanti a mio marito che si masturba guardandomi…
- Puttana – raglia penosamente il cornuto senza smettere di segarsi – Puttana che non sei altro…
Alzo nuovamente gli occhi, lo sguardo annebbiato dall’orgasmo: il cazzo del Mauri è più ritto e duro di quanto lo abbia mai visto in quindici anni di matrimonio; sempre patetico in confronto a quelli che mi sto prendendo in questo stesso momento, ma comunque meglio di quanto sia mai stato in precedenza.
Mio marito è un guardone. Pensavo di punirlo, e invece gli sto facendo un regalo.
Imbarazzante, ma anche piacevole.
La vagina mi si contrae come un pugno, e sotto di me il Sergio sussulta, annaspa e perde il controllo: lo sento eiaculare dentro la mia figa, uno spruzzo dopo l’altro di sborra calda e liquida che mi allaga le viscere…
Le pulsazioni del pene di Sergio sollecitano quello di Enrico, separato solo dalla sottile membrana di pelle che divide il retto dalla vagina, e anche questi s’irrigidisce e spasima dentro di me all’apice del piacere.
Il maschio più giovane mi artiglia i fianchi, si tende come un arco, e infine mi sborra nel culo con tutta la potenza della sua gioventù.
- Aarrrh! – ringhia, svuotandosi definitivamente le palle dentro di me.
Mentre ricevo dentro di me il seme dei miei amanti torno a guardare verso il Mauri, e vedo che ci osserva rapito.
- Troia – ansima, allo stremo delle forze – Puttana… Schifosa puttana…
Gode anche lui, emettendo uno schizzo di sperma che arriva quasi a lambire il letto.
Mi accascio stremata sul petto villoso di Sergio, strofinando le tette su di lui e baciandolo con foga.
Rimaniamo così, ancora accoppiati ma ormai immobili, mentre le loro erezioni deflatano lentamente dentro di me.
Quando il cazzo di Enrico mi scivola fuori dal buco, mi lascio sfuggire un sospiro e mi sollevo, sfilandomi anche da Sergio; per alcuni istanti un filo di sborra limacciosa mantiene in contatto i nostri genitali, prima di ricadere a imbrattare il letto.
Mi stiracchio soddisfatta e mi alzo in piedi, facendo correre lo sguardo dai miei amanti a mio marito che continua a segarsi.
Sorrido, compiaciuta. Scendo dal letto e mi avvicino al Mauri.
- Hmmm… Niente male! – ammetto, prendendo in mano il cazzo di mio marito e soppesandolo delicatamente.
E’ appena venuto, ma non si è per niente afflosciato come accade di solito al termine dell’eiaculazione: anzi, è ancora semiduro.
Lo sego con aria distratta, fissandolo negli occhi mentre mi lecco le labbra arrossate. Lui mi fissa con gli occhi sgranati, incredulo per lo spettacolo cui l’ho appena fatto assistere.
Ammetto che la mia idea era farlo crepare d’infarto, o almeno di spezzargli il cuore e convincerlo a divorziare di corsa lasciandomi tutto, ma adesso scoprirlo guardone e cuckold mi ispira nuove idee.
- Ti piacerebbe se te lo prendessi in bocca? – gli chiedo con aria da troia.
Lui annuisce con aria ebete.
- Scordatelo. Prima devi meritartelo… Facciamo così: per guadagnarti una pompa devi prima leccarmi la figa.
Mi guarda con i suoi occhi da bue poliziotto, e vedo che il suo sguardo scivola sul mio corpo fino a fissarsi sulla mia figa bagnata, da cui cola un filo di sperma biancastro.
Lo afferro per i capelli e lo scrollo con cattiveria: - Non era un’offerta, imbecille! E’ un ordine. Sbrigati, prima che mi girino davvero le palle!
Il Mauri si riscuote, emettendo un debole lamento. Poi, ubbidiente, scivola dalla poltrona finendo in ginocchio davanti a me.
Io allargo le gambe e mi apro le valve pelose della figa, lasciando scolare un po’ della sborra di Sergio. Così facendo, mi sporco la fede nuziale con il seme appiccicoso del mio amante; il cornuto guaisce lamentosamente, e allora mi pulisco l’anello sulla sua faccia, continuando a tenerlo per i (pochi) capelli con la destra.
- Avanti: datti da fare, stupido becco!
Mio marito infila il naso fra le mie cosce nude e accosta la bocca al mio sesso biondo e sgocciolante.
Sento la sua lingua fra le valve spalancate, e mi sento percorrere da un brivido di piacere.
- Aahhh… - gemo, rovesciando il capo all’indietro senza lasciare andare la testa del cornuto – Sì, lecca! Puliscimi per bene, se non vuoi che resti incinta un’altra volta…
Il Mauri si mette a leccare di gran lena, sento la sua lingua rasposa lapparmi la vagina, e mi rilasso tutta, lasciando che lo sperma defluisca liberamente in modo che mio marito possa assaporare fino in fondo la creampie appena sfornata.
Mio marito si beve lo sperma del mio amante… Che schifo, sono sposata con un mezzo frocio.
Però l’idea, per quanto disgustosa, mi eccita.
Mi sfrego la faccia del cornuto contro la figa guazza di sborra calda: è come se mi masturbassi usando la sua testa. E’ così piacevole che quasi gli godo in bocca.
- Aahhh… Sì! – annaspo, rabbrividendo di libidine. L’imbecille non mi aveva mai leccata così bene. Evidentemente gli piace leccare la venuta di un altro.
Giro lo sguardo sui miei amanti, ancora stesi sul letto. Si stanno godendo anche loro lo spettacolo: sorridono e si segano lentamente… I loro uccelloni sono praticamente spenti, ma anche così sono più appetitosi di quello semiduro di mio marito.
Ammicco con una smorfia, tanto per far loro capire che non è ancora finita.
- Adesso basta, hai mangiato abbastanza!
Mollo una spinta al patetico becco che mi lecca, facendolo rotolare per terra con le brache calate e il pene flaccido di fuori.
Supino sul suo stesso scendiletto, il Mauri mi guarda e guaisce debolmente: - Hai promesso di farmi una pompa…
Gli sputo addosso con disprezzo: - Ma sei scemo? Dopo essermi gustata due cazzi veri, vuoi che mi abbassi a giocare col tuo patetico pisellino?
Ha le lacrime agli occhi, il miserabile cornuto. La cosa mi disturba, e decido di lavargliele via.
Mi accoscio sopra la sua faccia piagnucolosa guardando verso i suoi piedi, e mi apro le natiche con le mani, allargando così lo sfintere ancora slabbrato e sgocciolante.
Spingo con decisione per svuotarmi il retto, e cago in faccia a mio marito tutta la sborra che i miei amanti mi hanno rovesciato nell’intestino nell’ultima ora.
I due sul letto applaudono divertiti, intanto che il coglione sotto di me emette versi difficilmente intellegibili mentre lo sperma che mi cola dal buco rotto gli imbratta la faccia.
Mi ficco due dita nell’ano, allargandolo meglio, e poi altre due per aprirlo completamente e far defluire tutto il liquame.
Fremo di piacere, liberandomi l’intestino. Davanti a me il cazzetto di mio marito sussulta, contento. Mossa a pietà, allungo una mano e lo impugno strettamente per un attimo, poi mi decido a tirargli una sega svogliata… In fondo il povero becco se l’è meritata.
Sergio ed Enrico apprezzano lo spettacolo, i loro cazzi sono di nuovo belli tosti.
Quelli sì che sono dei maschi!
Gli faccio cenno di avvicinarsi, e loro balzano dal letto per venirmi accanto, uno per lato.
Io mi accuccio in faccia al cornuto posando a terra le ginocchia, e mollando il suo patetico arnese afferro uno per mano i cazzoni veri che mi vengono offerti.
Mentre il Mauri mi lecca i buchi appiccicosi che gli strofino sulla faccia, io mi do da fare a segare e a ciucciare i cazzi che ho davanti al viso e che si stanno rapidamente indurendo un’altra volta.
Quasi non ci credo, Sergio ed Enrico sono davvero impagabili: di nuovo pronti per me… Lo prendo per un complimento, e sono decisa a ringraziarli come si deve, esibendomi in un pompino da prima della classe.
La lingua del Mauri continua a muoversi lentamente lungo il perineo, vellicandomi alternativamente l’orifizio anale e le labbra della figa e finendo di ripulirmi di tutta la sborra che ho accumulata in pancia; la sensazione è piacevole e mi stimola a dare il meglio di me stessa con le mani e con la bocca.
Succhio a turno una cappella e poi l’altra, senza trascurare di leccare le palle scure e gonfie per lo sforzo di produrre nuovo liquido seminale, e intanto sego entrambe le aste a ritmo crescente, pregustandomi il gran finale.
I due maschioni ragliano come somari mentre si avvicinano alla sborrata finale, e alla fine mi esplodono letteralmente in faccia, schizzandomi addosso fiotti di sperma caldo e appiccicoso: i primi spruzzi mi finiscono sulle tette e nei capelli, poi dirigo i getti verso la bocca. Mi sforzo di ingoiarne il più possibile, e di usare il resto per lavarmi la faccia.
Inghiotto quel che posso, ma sono senza fiato e gli abbondanti avanzi mi scolano sul petto, inzaccherandomi ulteriormente le tette e il pendente di mia suocera.
I miei amanti si scostano ed io mi stiracchio tutta, schiacciando il sedere in faccia a mio marito che non ha smesso un momento di leccarmi da sotto.
Con uno sforzo di volontà mi sollevo e ruoto per osservare l’espressione beata del cuckold, che si lecca i baffi impiastricciati di liquame.
Afferro la sua mandibola, obbligandolo a riaprire gli occhi e la bocca, e gli sorrido.
Lui sorride di rimando, contento. Allora io schiudo le labbra e lascio cadere una boccata di sperma appiccicoso dritto nel suo sorriso ebete, che si trasforma subito in una smorfia di schifo.
Cosa si lamenta, mi ha leccato il deretano fino a un attimo prima…
Mi chino su di lui come per baciarlo, e gli scrollo le tette bagnate sulla faccia. Il pendente di sua madre, imbrattato di sperma, gli struscia le labbra.
- Ti è piaciuto lo spettacolo, tesoro? – lo derido con tono sferzante – Così adesso lo sai anche tu: sei cornuto, maritino mio… Cornuto da sempre, e per sempre!
***
Quando esco dalla doccia, fresca e ripulita di tutte le escrezioni maschili che ho ricevuto durante la serata, i miei amanti se ne sono andati e mio marito è in soggiorno con un doppio whisky in mano. Ha un’espressione stralunata, ma almeno ha avuto il buon gusto di lavarsi la faccia.
Io indosso solo l’asciugamano arancione che mi copre dalle ascelle ai fianchi, ho i capelli bagnati sugli occhi e i piedi nudi. Il suo sguardo lascivo mi lecca le gambe, scivola sull’asciugamano e raggiunge il viso per leggere tutto il disprezzo che provo per lui.
- Allora, come ti senti adesso che sai come stanno le cose?
Il mio tono è volutamente beffardo: non ho ancora deciso come comportarmi con lui, so solo che ho appena perso il poco rispetto che avevo per quell’uomo inutile che ho avuto fra i piedi per quasi quindici anni. All’inizio era almeno capace di fare soldi, ma da un po’ di tempo a questa parte io ne faccio quanto lui; prima avevo per le mani un maschio mediocre, ma sostanzialmente normale… Adesso è soltanto un miserabile cuckold.
Abbassa lo sguardo; forse un gesto di sottomissione, o magari vuole solo guardarmi le gambe.
- E’ stato lo spettacolo più eccitante che abbia mai visto – ammette a bassa voce.
Magnifico. Gli pianto le corna in testa con due stalloni, lo umilio pubblicamente, e lui è contento!
Faccio una smorfia di compatimento: - Davvero?
Magari adesso è ancora più innamorato di me…
- Ti adoro – ammette infatti, dandomi il voltastomaco – Farei qualunque cosa per te.
- Bene – gli faccio io – Perché da oggi non sarò mai più tua. Tutto quello che potrai fare, sarà guardarmi fottere con altri, se e quando ti permetterò ancora di farlo, e magari spararti una bella pippa.
Mi guarda con aria adorante: - Oh, che tormento… Allora mi tradirai ancora, con altri uomini?
Incredibile, l’idea lo eccita. Mi viene da vomitare.
- Ci puoi scommettere. Mi farei montare da una tribù di pigmei, piuttosto che giacere ancora con te, mezzasega.
Il cazzo gli si rizza nei pantaloni, non ci posso credere!
- Adesso levati dalle palle, non ti voglio neanche in casa mentre ci dormo dentro.
- Ma questa è casa mia, anzi di mia madre… - guaisce lui lamentosamente.
- Se non ti sciacqui dai coglioni te li spappolo a calci, e poi richiamo i miei amici per farti buttare fuori a pedate nel culo. Per questa notte puoi dormire in macchina, poi domani io torno sulla Serenissima con Eva e Giusy e tu puoi fare quello che cazzo di pare.
Lui china il capo, sottomesso: - Va bene, cara. Come dici tu…
Lo spingo fino all’uscita e gli chiudo la porta in faccia. Che si spari pure un’altra sega in macchina prima di addormentarsi, e chi se ne frega.
Mi addormento fisicamente soddisfatta, ma con la testa piena di pensieri.
Patrizia V. © Copyright All Rights Reserved - L’utilizzazione, totale o parziale, di questa storia e delle precedenti e correlate caricate nel presente portale, incluse la riscrittura, la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti attraverso qualunque supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione dell'autore, sono vietati in quanto protetti dalla normativa sul diritto d'Autore. E’ consentito lo scaricamento della storia unicamente ad uso personale. Sono escluse dal divieto di cui sopra eventuali raccolte digitali promosse dal sito ospitante "Erotici Racconti". Ogni violazione verrá segnalata e perseguita a norma di Legge.
A terra ci aspettavano Eva e Letizia (alla Giusy non ho detto niente, si sarebbe preoccupata troppo) con lo spumante ghiacciato per festeggiare, e naturalmente siamo finiti tutti nel capannone per il ripiegamento dei paracadute a far baldoria assieme al pilota.
Ora che anche la Leti è svezzata, Enrico non è più costretto a nascondersi, e anzi coinvolge senza problemi la fidanzata nelle sue porcate. Io lo so, e ne approfitto…
Sono io che apro i giochi: in fondo sono la festeggiata. E siccome mi piace cambiare, abbraccio il pilota del Piper, che si chiama Gino, e gli metto subito la lingua in bocca tanto per mettere subito le cose in chiaro.
Sento la sua patta indurirsi mentre ci baciamo, e mi congratulo con me stessa per la scelta. Il tipo è vedovo, sulla cinquantina e un po’ sovrappeso, ma complessivamente abbastanza in forma.
Gli tasto il cazzo e lo sento bello tosto. Lui è un po’ sorpreso: Sergio e Enrico in questo sono abbastanza discreti e evidentemente non mi hanno ancora sputtanata…
- Cosa c’è di strano? – gli chiedo, allegra – Ho voglia…
Con la coda dell’occhio vedo che Eva si è già buttata fra le braccia di Enrico, e Sergio ne sta approfittando per assaggiare finalmente la fidanzata dell’amico: Leti si lascia baciare davanti al suo ragazzo senza troppi problemi.
Tiro fuori il cazzo di Gino e comincio a segarlo mentre continuiamo a baciarci in bocca. Sento le mani di Gino sul culo…
Sono infoiata. Avete mai saltato da un aereo? All’arrivo, o ti sei cagata addosso, o sei in fregola: non ci sono vie di mezzo…
Mi inginocchio e lo prendo in bocca. Somiglia al coso di Sergio: lunghezza standard, ma diametro sopra la norma. Uno sfascia-femmine. Ottimo.
Ci spogliamo velocemente: è ora di pranzo, e non ci disturberà nessuno per almeno un’ora.
Siamo tutte e tre sulle ginocchia, nude e a bocca piena. I maschi se la godono…
Sergio è il più impaziente: la Leti deve averglielo fatto tirare di brutto, perché la tira in piedi, la rivolta contro il tavolaccio e la impala di brutto dal didietro.
- Awww! – strilla la fidanzata di Enrico, beccandosi il cazzone in figa e andando a sbattere contro il piano del tavolo.
Tocca a me. Mi stendo di schiena davanti al mio maschio del momento e spalanco le cosce, offrendo ai suoi occhi la mia splendida figa bionda madida di voglia.
Gino mi si piazza fra le ginocchia, punta l’uccello e m’infilza come un tordo, strappandomi un gridolino di gioia nel sentirmi penetrare così di colpo.
Eva continua per un po’ a spompinare Enrico: ormai fra i due c’è intesa e nessuno dei due ha fretta di consumare… Poi è Enrico a sdraiarsi sulla panca, col cazzo al vento. Eva gli si arrampica addosso e lo monta all’amazzone con un sospiro di soddisfazione.
Fottiamo tutti insieme per una mezz’oretta buona, facendo rimbombare la sala coi nostri gemiti di piacere.
Sergio si scarica senza problemi dentro la fidanzata di Enrico, che si lascia inseminare senza protestare, mentre Gino si toglie in tempo, da perfetto gentiluomo, e mi viene addosso. Mi rovescia una secchiata di sborra sulla pancia, inzaccherandomi tutta.
Più accorta, Eva prende il cazzo di Enrico in bocca e ingoia tutta la sua sborrata.
Niente male come sveltina di gruppo…
Letizia deve andare a lavorare, è già in ritardo. Prende la macchina di Enrico e schizza via come una freccia senza neanche ripulirsi.
Gino deve fare la manutenzione al Piper, così Eva ed io diamo un passaggio a Sergio ed Enrico fino alla palestra, dove i due devono controllare i loro turni.
Viene fuori che gli tocca il turno serale e che sono liberi fino a pomeriggio inoltrato.
Andiamo al bar a mangiare un boccone. Io attiro un po’ di sguardi, e mi rendo conto un po’ imbarazzata del perché: mi sono ripulita solo superficialmente prima di rimettere la canotta dopo la scopata nel capannone, e adesso la sborra che ho addosso mi ha appiccicato il cotone alla pelle, rendendolo trasparente. Insomma, mi si vedono i capezzoli come se fossi nuda.
Vabbè, tanto ormai lo sanno tutti, che sono una zoccola…
Siamo tutti di buon umore quando raggiungiamo la spiaggia.
Io ho una voglia tremenda di gettarmi in acqua, anche per ripulirmi della sborra secca che mi impiastra le tette, e Eva vuole venire con me.
Mentre ci avviciniamo tutti insieme all’ombrellone sulla spiaggia semideserta (è ora di pranzo e sono tutti al ristorante o a casa a ingozzarsi di spaghetti, vongole e mozzarella), vedo che i nostri soliti ombrelloni sono deserti.
Giusy e Mara devono essere con gli amici, ma gli altri?
Vedo gli avanzi del pranzo dei terroni sparsi un po’ dappertutto (che cafoni!), e poi scorgo Angela che corre come una furia verso le cabine.
Intuisco il problema. Ma per una volta decido che non è affare mio… Ho fatto il mio primo salto e non voglio rogne a rovinarmi la giornata. Dò una gomitata a Sergio, che annuisce: ci pensano loro.
Eva e io ci tuffiamo per rinfrescarci un po’ fra le onde dell’Adriatico mentre i maschi vanno a impedire il massacro.
Ridiamo, scherziamo e giochiamo come due ragazzine, schizzandoci negli occhi e tirandoci sott’acqua e abbracciandoci contente. Ci baciamo, le tette nude strette le une contro le altre mentre le nostre lingue danzano fra le labbra salate a cinquanta metri dalla riva.
- Ti amo… - mi sussurra Eva titillandomi un capezzolo mentre io sott’acqua le strofino delicatamente la figa attraverso lo slippino.
Qualcuno dalla riva potrebbe anche accorgersene, ma chi se ne frega.
Siamo innamorate.
Lei ha anche avuto la conferma del fatto che ora che fabio è morto, la Serenissima è definitivamente sua e non rischia di vedersela portare via dal fisco o dalla famiglia di lui, cui non interessa per niente e ha soldi più che a sufficienza.
Quindi abbiamo qualcosa da festeggiare, e il nostro bacio dura piuttosto a lungo…
Usciamo lentamente dall’acqua in topless, e ci avviamo verso l’ombrellone tenendoci per mano.
Nessuno.
Eva si stende lascivamente al sole per asciugarsi, ma io sono più curiosa di una scimmia.
Infilo il reggi, faccio un cenno a Eva e mi avvio alle cabine per capire cos’è successo.
In giro non c’è proprio nessuno: tutti a mangiare a crepapelle…
La zona delle cabine è deserta. Ma da dentro due di queste provengono rumori inconfondibili.
Mi avvicino e do un’occhiata da perfetta guardona.
Rimango sorpresa.
Il primo corpo che riconosco è quello di Aldo: il vitellone è a terra, tutto pesto e con la faccia nella sabbia, che si lamenta debolmente.
Accanto a lui, in un mucchio informe, riconosco i due paraca e le due sorelle napoletane, che si sbattono come bestie invasate.
Non è facile distinguere nel groviglio dei corpi chi sta fottendo chi, ma dopo un po’ mi rendo conto che Enrico si sta chiavando Elena, mentre Sergio lo ha ficcato in culo a Angela e la sta trapanando di brutto.
La ragazzotta sta piangendo come una fontana, e si capisce il perché: Sergio ce lo ha bello grosso, e sicuramente non aveva con sé alcun lubrificante… Inoltre è probabile che la stia sodomizzando col cazzo sporco di sabbia. In quelle condizioni piangerei anch’io.
La sorella più grande invece se la sta godendo con Enrico, che ha una vera passione per le sue splendide tettone.
OK; facile intuire cos’è successo. Angela deve finalmente aver sorpreso sua sorella con Aldo e deve aver fatto una scenata. Sergio e Enrico sono intervenuti per fare pace, ma evidentemente Aldo non ha gradito il loro intervento ed è finita a cazzotti. Naturalmente il vitellone le ha prese, e adesso i due paraca si godono le spoglie della vittoria scopandosi le due sudicione. Delle quali chiaramente una apprezza e l’altra no, ma chi se ne frega…
- Ahia! Bastardo, mi stai sbudellando… – piagnucola Angela, con la faccia premuta sulla gamba della sorella che intanto si fa sbattere a pecorina ansimando di piacere.
Io sono nel pucio più completo. Mi porto la mano fra le gambe e comincio a masturbarmi mentre guardo quei quattro animali che si accoppiano disordinatamente sul pavimento sabbioso della cabina.
Enrico cambia canale e s’incula Elena, mentre Sergio estrae il cazzone dal buco squarciato di Angela e glielo ficca in gola tenendola per i capelli. La stronza arriccia il naso nel prendere in bocca il coso che le è appena uscito dal buco del culo, ma il maschio non intende ragioni e le scopa la faccia fino a sborrarle fra le orecchie.
Enrico lo tira fuori dal culo di Elena e va a riempire il buco rimasto libero di Angela, ancora aperto e slabbrato.
Elena bacia appassionatamente Sergio a bocca aperta e lo aiuta a tenere ferma la testa di sua sorella, che lui continua a fottere con cattiveria.
Poi Enrico si svuota le palle nel retto infiammato di Angela, che stramazza a terra come una bambola usata e ormai rotta.
Mi allontano con i sensi in fiamme, mentre i due paraca si sbaciucchiano con la Elena che si strofina come una cagna in calore contro tutti e due, chiaramente vogliosa di prendere altro cazzo…
Torno all’ombrellone con una voglia tremenda, ma purtroppo Eva si è addormentata, e non ho il cuore per svegliarla.
Pazienza, scoperemo più tardi, sulla barca.
Mi stendo accanto a lei per arrostirmi un po’ al sole anch’io.
Quando riapro gli occhi, Elena è seduta lì accanto e legge una rivista per sole oche, l’espressione beata di una che si è appena presa una bella ripassata. Più in là c’è anche Angela, livida di rabbia.
Giusy e Mara sono in acqua con le altre amiche, e Nino si sta avvicinando con una vaschetta di gelato di vaniglia e panna.
I giovane cornuto non immagina nemmeno quanta panna si sono già prese, la fidanzatina e sua sorella!
Non finisce così: quella stronza di Angela è persistente.
Quando stiamo per tornare sulla barca, la Giusy mi chiede se Mara può venire con noi. Elena è d’accordo, e anche a me sembra una buona idea allontanare la ragazzina da quella pazza di sua zia.
Tornate a bordo della Serenissima, ci facciamo tutte una bella doccia, poi la Mara si offre di preparare gli spaghetti alle vongole per tutti.
Anche questa mi sembra una buona idea, visto che nessun’altra di noi sa cucinare in maniera decente.
Io devo fare un po’ di manutenzione, così mi sembra carino da parte di Eva proporre alla Giusy una partita a Master Mind.
Quando ho finito i miei controlli, siccome Eva e Giusy stanno ancora giocando, raggiungo la Mara nel cucinino.
La terroncella ha quasi finito… Devo dire che ci sa fare quasi quanto la sua zia svitata.
Mi guarda con un sorriso e chiede a bruciapelo: - Allora, come va fra te e Eva?
E’ passato poco più di un mese da quando le ho fatto la festa, ma sembra un’eternità. Mara è maturata, e so benissimo che se la fa con mia figlia. Per la centesima volta mi chiedo se farmela sia stata una cazzata, poi le guardo le tette appena contenute nella maglietta e mi dico, che cazzo! Qualcuno doveva pur farsela per primo, quindi perché non io?
- Va benissimo, grazie. E fra te e Giusy?
- Lei non ti ha detto niente?
- No. E io non sono un’impicciona.
- Già. Sei un maschiaccio, vero?
- Così dicono…
- Giusy e io siamo solo amiche. Facciamo esperienza insieme.
- Hmmm… Solo esperienza?
- Facciamo sesso, Pat.
- Questo lo avevo capito.
- Non siamo innamorate, se è questo che vuoi sapere. Solo molto amiche.
- Sicura?
Mara sospira: - Facciamo sesso insieme, Pat… Ma a differenza delle mie, le fantasie di Giusy sono assolutamente etero. Non devi preoccuparti: tua figlia non è come… Non è come noi.
Vedo un lampo nei suoi occhi di cerbiatta adolescente. Lei è lesbica, lo so benissimo. Lesbica marcia, come la Franci.
Mi si avvicina. Sento la sua mano su un fianco.
Siamo entrambe in shorts e canotta. La sua mano scivola a palparmi il culo. Ci sta provando…
Le nostre cosce nude si accarezzano.
- Ho tanta voglia…
La sua voce è roca per il desiderio. Io sono stata la sua prima amante, non sarà facile per lei scordarsi del suo primo bacio o del suo primo orgasmo.
La bacio in bocca, e lei si strofina come una gattina in calore mentre ci scambiamo la saliva.
Mi squilla il cellulare. Una. Due, tre volte.
Mi districo dall’abbraccio della ragazzina e afferro il telefonino.
- Pronto?
- Patty? Sono io…
Elena. La mamma della Mara.
Come essere scoperta a letto con la figlia della tua migliore amica…
- Dimmi, Elena.
- Mara è lì con voi?
- Certo. Cos’è successo?
La sua voce è turbata.
- Potresti venire da me? Ma lascia Mara con Eva sulla barca, ti prego…
Mi precipito in macchina.
Non è uno spettacolo piacevole.
Nino si è impiccato nella stanza che divideva con Angela. E’ ancora lì, appeso a un cappio. Nudo come un verme, con la lingua di fuori, gli occhi sbarrati e il cazzo dritto che sgocciola ancora.
Dev’essersi fatto una sega subito prima di saltare dallo sgabello…
- Ha sorpreso Angela a letto con Aldo – mi dice Elena con voce piatta – Se la stava inculando nel loro letto… Poi Aldo l’ha gonfiato di botte e l’ha buttato fuori. Io ero a fare la spesa. Quando Aldo è uscito, lui è rientrato e ha affrontato Angela, che lo ha trattato da cornuto. Allora si è chiuso dentro a chiave, e… Quando sono rientrata era tutto finito.
- Angela dov’è?
- Chiusa in camera mia, con una crisi isterica.
Sospiro. Col senno di poi, dovevamo immaginarcelo.
- Chiamo i Carabinieri.
Torno sulla Serenissima a tarda notte.
I Carabinieri hanno fatto irruzione in casa di Aldo, e l’hanno trovata piena di cocaina. L’hanno arrestato, e hanno fermato anche Angela per accertamenti.
Il cadavere del povero becco è stato rimosso per l’autopsia, la camera del suicidio è stata posta sotto sequestro, e alla fine dopo le pratiche del caso in caserma io ho accompagnato Elena a dormire a casa mia. Volevo farle compagnia, ma lei ha insistito che tornassi a bordo da Eva, Giusy e Mara, perché lei voleva restare da sola e preferiva che io stessi con sua figlia.
Che vita di merda…
***
Oggi arriva il Mauri, e io sono pronta a riceverlo.
La morte di Nino mi ha aperto gli occhi. E’ ora di farla finita con la finzione.
In modo definitivo.
E’ tutto pronto: Giusy e Mara al club, Eva a studiare sulla Serenissima per il suo prossimo esame universitario, Elena a casa sua con Angela in affidamento dopo il rilascio su cauzione, ed io con la casa a disposizione per i miei porci comodi.
Guardo l’orologio e sorrido.
L’orologio da polso è l’unica cosa che ho addosso oltre agli stivali e alla catenina col pendaglio di mia suocera. Per il resto sono nuda dentro il letto disfatto, con Enrico che mi chiava alla pecorina e Sergio che mi scopa la faccia tenendomi per le orecchie.
Quanto mi piace essere trattata come una baldracca…
L’ammucchiata dura già da oltre mezz’ora. Sergio mi ha avuta per primo (privilegio di anzianità), e ora lo sto resuscitando con la bocca mentre Enrico mi stantuffa le viscere con giovanile energia che mi ricorda una locomotiva a vapore…
Godo con un grido rauco, contorcendomi e traspirando come una bestia mentre il mio maschio del momento mi tiene saldamente per i fianchi e il suo compare m’ingozza col suo coso che mi si sta rapidamente inturgidendo in gola.
Quando le orecchie smettono di fischiarmi, sento il rumore familiare della macchina di mio marito che parcheggia davanti casa.
Ormai siamo un trio ben collaudato, conosciamo i nostri ritmi e le reciproche voglie. Sappiamo come soddisfarci a vicenda e non abbiamo più inibizioni fra noi, quando ci ammucchiamo in un letto oppure in palestra. Non sarà certo l’arrivo del cornuto a interrompere il divertimento.
Sopra l’ansimare dei maschi che mi pompano alle due estremità, sento lo scatto della serratura all’ingresso che si apre e poi si richiude. Le chiavi che vengono posate sul mobile, poi i passi del Mauri che si avvicina alla camera da letto.
Noi non facciamo un gran rumore: i miei mugolii di piacere sono soffocati dall’uccellone che mi riempie la bocca, e l’ansimare dei maschi potrebbe essere scambiato per il russare di un ubriaco; d’altra parte, il tonfo ritmico dei fianchi di Enrico contro le mie chiappe mentre mi scopa e il regolare cigolio del letto non dovrebbe lasciare dubbi sull’attività in corso nella stanza.
Perfino il Mauri dovrebbe capire cosa sta succedendo.
Il cazzone di Sergio adesso è bello tosto, ritto e pronto a impalarmi di nuovo. Succhio golosa la larga cappella turgida mentre sego l’asta enfiata con la mano destra, sorreggendomi con la sinistra mentre Enrico mi trivella la figa.
La porta della stanza da letto si apre.
La luce soffusa dell’abatjour illumina la scena, e mio marito mi vede nuda nel nostro letto, presa alla pecora da un giovanotto mentre spompino un uomo più maturo.
Non lo degno di uno sguardo, e i miei amanti continuano a farmi la festa ignorando completamente l’arrivo del classico marito cornuto.
Sento la sua esclamazione di sorpresa, e il tonfo della borsa da viaggio che cade sul pavimento.
- Patrizia! – esclama il povero becco, con un tono in cui lo sbalordimento sembra prevalere sul dolore.
- Mmmp… - mugolo io, continuando imperterrita a spompinare.
Enrico rincara la dose mollandomi uno sculaccione a mano aperta e ringhiando: - Godi, puttana!
Mi piace essere trattata da vacca ma davanti a mio marito la cosa mi esalta ancora di più.
Il cazzo di Enrico mi affonda fino alla bocca dell’utero, e mi sembra di esplodere.
Lascio scappare il membro di Sergio, e un grido strozzato mi sfugge direttamente dalla gola.
- Oh dio, godo… Godo! Aahhh…
L’orgasmo mi accieca per un istante, e mi contorco come una biscia schiacciata da un cavallo imbizzarrito. La vagina mi si contrae come un pugno intorno al cazzo, e Enrico raggiunge anche lui all’improvviso il punto di non ritorno: - Oohhh… Ti vengo dentro, vacca!
Sento il suo sperma che mi riempie la figa, caldo e denso.
Con uno sforzo, senza smettere di segare Sergio, giro lo sguardo su mio marito: voglio guardarlo in faccia, vedere l’espressione sul suo volto mentre un altro uomo, infinitamente più maschio di lui, m’impregna del suo seme vitale.
Il Mauri è pallido come un cadavere, ha gli occhi sbarrati e la bocca spalancata come un idiota.
Mentre l’altro mi riempie di sborra, lui balbetta patetico: - Ma… Ma, Patrizia…
Il mio orgasmo si protrae deliziosamente, e io lo cavalco come un surfista sull’onda ideale, alimentandolo con l’emozione di vedere la faccia di mio marito che finalmente si scopre cornuto.
- Io pensavo che a te piacessero solo le donne… - bela pietosamente l’imbecille.
- Non dire stupidaggini – sospiro io, assaporando il lento dissolversi del mio piacere – Mi piacciono anche le donne, ma non ho mai detto di essere lesbica… In effetti, il cazzo mi piace quasi quanto la fica!
Lo tradisco da sempre, ma il coglione se ne accorge solo ora… Immagino che adesso per lui tante cose abbiano finalmente senso. Beh, meglio tardi che mai.
- Patrizia, smettila – farfuglia l’imbecille – Adesso basta, mandali via e parliamone…
- Hmmm… - ansimo io, tornando a rivolgermi al cazzone che ho davanti al naso e che non ho smesso di segare – Non ci penso nemmeno.
Riprendo Sergio in bocca e chiudo gli occhi, mentre Enrico, finito di sborrare, ricomincia a fottermi lentamente.
Per un po’ mi scordo del cornuto che ci guarda basito, e mi concentro sui miei due cazzoni.
Enrico è ancora abbastanza duro da scoparmi la figa piena di sborra calda, e Sergio è perfettamente in tiro, pronto a infilzarmi a sua volta. Ora di scambiarci di nuovo.
- Questa volta voglio stare sopra io…
Enrico si stacca da me, mentre Sergio si stende di schiena, appoggiando la testa sul cuscino di mio marito.
Sento lo sperma del maschio più giovane che mi scola lentamente lungo l’interno delle cosce nude, e fremo di lussuria all’idea che il cornuto può vedere tutto.
Scavalco il mio amante più anziano, impugnando il suo splendido uccellone e infilandomelo lentamente nella figa guazza, prima di impalarmici sopra con un gemito di trionfo.
- Hmmm… Com’è grosso! – annaspo, sentendomi allargare le viscere.
Le manacce di Sergio mi impastano le tette sudate e mi tirano i capezzoli gonfi di piacere, strappandomi uno strillo di doloroso piacere.
Enrico ci guarda sorridendo, mentre io ricevo il suo amico nella tana che lui ha appena lasciato vacante: il suo uccello è moscio e bagnato del mio piacere, ma è chiaramente tutt’altro che spento. Mi lecco le labbra all’idea di intostarlo di nuovo…
Giro lo sguardo e incontro l’espressione stravolta di mio marito. Il cornuto si è lasciato cadere sulla poltrona accanto allo specchio, e ci fissa inebetito.
Sorrido, soddisfatta.
Poi Sergio mi afferra per i fianchi e comincia a impalarmi da sotto.
Io getto un grido rauco di piacere, chiudo gli occhi, rovescio la testa all’indietro e comincio a cavalcarlo al ritmo che piace a me.
Enrico si sega guardandoci scopare, gli occhi fissi su di me, chiaramente arrapato dallo spettacolo. E’ proprio accanto a noi, il mio ginocchio sinistro si strofina contro la sua gamba abbronzata, dura e pelosa. Mi posa una mano sulla coscia e mi accarezza mentre mi scopo sul cazzone di Sergio.
Gli sorrido, leccandomi le labbra, e il marpione afferra al volo.
Si rialza in piedi sul letto e mi accosta il cazzo bazzotto al viso, mentre io mi dimeno come un’ossessa sopra Sergio.
Apro la bocca e prendo fra le labbra il pene mezzo floscio del mio amante, ancora grondante del mio stesso piacere.
Gli do una succhiata tremenda, ripulendolo della sbroda e facendolo fremere di anticipazione.
Poi lo impugno e comincio a spompinarlo da esperta, senza smettere di sgroppare sopra Sergio, che a sua volta mi tiene saldamente per i fianchi.
Inevitabilmente, perdo il ritmo e così l’iniziativa passa al maschio più anziano, che mi scopa da sotto mentre io mi impalo su di lui più passivamente e mi concentro a intostare di nuovo il cazzo più giovane.
Bastano poche gollate, e la virilità di Enrico torna a ergersi maestosa nelle mie fauci, che ben presto non lo contengono più.
Senza fiato, me lo lascio sfuggire dalla bocca, e annaspo mentre Sergio mi entra sempre più a fondo nella vagina; ma non smetto di segarlo, perché il maschione è nuovamente in tiro.
Lo voglio… Ma non intendo rinunciare neanche a quello di Sergio, altrettanto duro e anche più grosso, che mi riempie la figa.
- Ficcamelo nel culo… - annaspo, ormai quasi senza fiato – Spaccatemi in due!
Enrico annuisce, con un sorriso maligno.
Sergio smette di sgroppare sotto di me, e io mi posiziono meglio che posso, predisponendomi per il tramezzino. Schiaccio le tette sul petto villoso di Sergio e lo bacio appassionatamente in bocca, mentre Enrico si porta alle mie spalle e si piazza a tiro del mio buchetto grinzoso da sopra le ginocchia dell’amico.
Giro lo sguardo verso lo specchio e vedo che il ragazzone mi sta puntando il cazzo fra le chiappe; seduto scompostamente accanto allo specchio, mio marito ci fissa con gli occhi sgranati.
- No – balbetta il Mauri con le labbra tremanti – Nel sedere no…
- Sì invece – sogghigno io – Inculami… Dai Enri, lo sai che mi piace da impazzire.
Sento la cappella infuocata appoggiarsi allo sfintere.
Mi rilasso, cercando di distendere i muscoli del sedere e consentire a Enrico una penetrazione agevole e rapida. Lui mi sputa sul bucone e schiaccia il glande sull’anello sfinterico, mentre il pene di Sergio, quasi fermo, mi pulsa dentro alla vagina.
Enrico mi apre con le mani le natiche sudate e mi spinge con forza il cazzo nell’ano.
Io sono una stracciacula, e il mio povero buco ormai non oppone più molta resistenza alla sodomizzazione, neanche se ho la pancia piena di un altro cazzo: così il secondo maschio mi sprofonda nel retto senza troppa fatica, infarcendomi le viscere di carne tosta e calda.
- Aargghhh! – rantolo io, sentendomi sventrare – Mi state sbudellando…
Il dolore è tremendo, ma dura poco: appena mi sento tutta piena di cazzo, il calore di quel rapporto contro natura mi riempie la testa e il piacere pervade il mio corpo, facendomi vibrare di lussuria.
- Sì, scopatemi… - rantolo – Sbattetemi come una cagna! Sono la vostra puttana…
Enrico comincia a muovermisi nel retto, sfregando contro il cazzone di Sergio che mi riempie la vagina, e io comincio già a gemere di piacere nel sentirmi scovolata a quel modo.
Torno a baciare appassionatamente Sergio, mentre Enrico ci sbatte entrambi col suo cazzo durissimo che mi trivella il culo facendomi scopare anche dall’altro cazzo.
Il primo maschio mi tiene per le spalle, il secondo mi manovra i fianchi; giro lo sguardo sul terzo, il meno virile dei tre, e la sua espressione straziata moltiplica la libidine che mi ottenebra già il cervello.
Il Mauri è stravolto nel vedermi presa a sandwich da due sconosciuti nel suo stesso letto. Mi chiedo cosa gli passi per la mente: che devo essergli stata infedele per anni, che non c’è nulla che possa fare per impedirmi di concedermi a questi due che lo sovrastano entrambi per forza e per potenza virile, che ormai il nostro matrimonio è finito… E’ paonazzo in volto, gli tremano le labbra, sta sudando vistosamente e si intreccia nervosamente le mani in grembo. Ha gli occhi sbarrati mentre ci fissa, e io immagino che stia per avere un infarto.
Sarebbe un modo conveniente di levarmelo dalle palle.
I due maschi mi trivellano le viscere sempre più violentemente, e io comincio a emettere gemiti gutturali di piacere sempre più incontrollati a ogni affondo di cazzo nella pancia.
Sto per godere un’altra volta.
Riporto lo sguardo sul cornuto e rimango di stucco: il Mauri si è aperto i pantaloni e si sta tirando una sega!
Per un momento mi raffreddo, e l’orgasmo che sentivo imminente recede bruscamente a causa della sorpresa. Non è questo che mi aspetto da mio marito…
Poi lo trovo eccitante. Mio marito si masturba guardandomi mentre gli metto le corna… In pratica sto soddisfando tre maschi in un colpo solo.
Accidenti, chi l’avrebbe mai detto? Ho sposato un cuckold: un cornuto contento. Uno che si eccita nel vedere la moglie andare con altri uomini.
L’idea m’ingrifa da pazzi, e mi eccito di nuovo. Mi dimeno in modo da offrirgli una visione la più completa possibile del sandwich che mi sto gustando fra i miei due amanti, e del modo in cui i loro due robusti arnesi mi penetrano con forza nella figa e nel culo.
Di nuovo mi sento montare in corpo il piacere, i suoni rauchi che mi sfuggono dalla gola si fanno più rumorosi e più frequenti.
- Aahhh! – grido – Sì, spaccatemi in due, bastardi… Godo. Godooo!
Mi contorco fra di loro, in preda ad un orgasmo bruciante e doloroso, sentendomi devastare le viscere dalla violenza di sensazioni bestiali, innominabili e abiette.
Sono una baldracca, penso fra me, godo a farmi sbattere davanti a mio marito che si masturba guardandomi…
- Puttana – raglia penosamente il cornuto senza smettere di segarsi – Puttana che non sei altro…
Alzo nuovamente gli occhi, lo sguardo annebbiato dall’orgasmo: il cazzo del Mauri è più ritto e duro di quanto lo abbia mai visto in quindici anni di matrimonio; sempre patetico in confronto a quelli che mi sto prendendo in questo stesso momento, ma comunque meglio di quanto sia mai stato in precedenza.
Mio marito è un guardone. Pensavo di punirlo, e invece gli sto facendo un regalo.
Imbarazzante, ma anche piacevole.
La vagina mi si contrae come un pugno, e sotto di me il Sergio sussulta, annaspa e perde il controllo: lo sento eiaculare dentro la mia figa, uno spruzzo dopo l’altro di sborra calda e liquida che mi allaga le viscere…
Le pulsazioni del pene di Sergio sollecitano quello di Enrico, separato solo dalla sottile membrana di pelle che divide il retto dalla vagina, e anche questi s’irrigidisce e spasima dentro di me all’apice del piacere.
Il maschio più giovane mi artiglia i fianchi, si tende come un arco, e infine mi sborra nel culo con tutta la potenza della sua gioventù.
- Aarrrh! – ringhia, svuotandosi definitivamente le palle dentro di me.
Mentre ricevo dentro di me il seme dei miei amanti torno a guardare verso il Mauri, e vedo che ci osserva rapito.
- Troia – ansima, allo stremo delle forze – Puttana… Schifosa puttana…
Gode anche lui, emettendo uno schizzo di sperma che arriva quasi a lambire il letto.
Mi accascio stremata sul petto villoso di Sergio, strofinando le tette su di lui e baciandolo con foga.
Rimaniamo così, ancora accoppiati ma ormai immobili, mentre le loro erezioni deflatano lentamente dentro di me.
Quando il cazzo di Enrico mi scivola fuori dal buco, mi lascio sfuggire un sospiro e mi sollevo, sfilandomi anche da Sergio; per alcuni istanti un filo di sborra limacciosa mantiene in contatto i nostri genitali, prima di ricadere a imbrattare il letto.
Mi stiracchio soddisfatta e mi alzo in piedi, facendo correre lo sguardo dai miei amanti a mio marito che continua a segarsi.
Sorrido, compiaciuta. Scendo dal letto e mi avvicino al Mauri.
- Hmmm… Niente male! – ammetto, prendendo in mano il cazzo di mio marito e soppesandolo delicatamente.
E’ appena venuto, ma non si è per niente afflosciato come accade di solito al termine dell’eiaculazione: anzi, è ancora semiduro.
Lo sego con aria distratta, fissandolo negli occhi mentre mi lecco le labbra arrossate. Lui mi fissa con gli occhi sgranati, incredulo per lo spettacolo cui l’ho appena fatto assistere.
Ammetto che la mia idea era farlo crepare d’infarto, o almeno di spezzargli il cuore e convincerlo a divorziare di corsa lasciandomi tutto, ma adesso scoprirlo guardone e cuckold mi ispira nuove idee.
- Ti piacerebbe se te lo prendessi in bocca? – gli chiedo con aria da troia.
Lui annuisce con aria ebete.
- Scordatelo. Prima devi meritartelo… Facciamo così: per guadagnarti una pompa devi prima leccarmi la figa.
Mi guarda con i suoi occhi da bue poliziotto, e vedo che il suo sguardo scivola sul mio corpo fino a fissarsi sulla mia figa bagnata, da cui cola un filo di sperma biancastro.
Lo afferro per i capelli e lo scrollo con cattiveria: - Non era un’offerta, imbecille! E’ un ordine. Sbrigati, prima che mi girino davvero le palle!
Il Mauri si riscuote, emettendo un debole lamento. Poi, ubbidiente, scivola dalla poltrona finendo in ginocchio davanti a me.
Io allargo le gambe e mi apro le valve pelose della figa, lasciando scolare un po’ della sborra di Sergio. Così facendo, mi sporco la fede nuziale con il seme appiccicoso del mio amante; il cornuto guaisce lamentosamente, e allora mi pulisco l’anello sulla sua faccia, continuando a tenerlo per i (pochi) capelli con la destra.
- Avanti: datti da fare, stupido becco!
Mio marito infila il naso fra le mie cosce nude e accosta la bocca al mio sesso biondo e sgocciolante.
Sento la sua lingua fra le valve spalancate, e mi sento percorrere da un brivido di piacere.
- Aahhh… - gemo, rovesciando il capo all’indietro senza lasciare andare la testa del cornuto – Sì, lecca! Puliscimi per bene, se non vuoi che resti incinta un’altra volta…
Il Mauri si mette a leccare di gran lena, sento la sua lingua rasposa lapparmi la vagina, e mi rilasso tutta, lasciando che lo sperma defluisca liberamente in modo che mio marito possa assaporare fino in fondo la creampie appena sfornata.
Mio marito si beve lo sperma del mio amante… Che schifo, sono sposata con un mezzo frocio.
Però l’idea, per quanto disgustosa, mi eccita.
Mi sfrego la faccia del cornuto contro la figa guazza di sborra calda: è come se mi masturbassi usando la sua testa. E’ così piacevole che quasi gli godo in bocca.
- Aahhh… Sì! – annaspo, rabbrividendo di libidine. L’imbecille non mi aveva mai leccata così bene. Evidentemente gli piace leccare la venuta di un altro.
Giro lo sguardo sui miei amanti, ancora stesi sul letto. Si stanno godendo anche loro lo spettacolo: sorridono e si segano lentamente… I loro uccelloni sono praticamente spenti, ma anche così sono più appetitosi di quello semiduro di mio marito.
Ammicco con una smorfia, tanto per far loro capire che non è ancora finita.
- Adesso basta, hai mangiato abbastanza!
Mollo una spinta al patetico becco che mi lecca, facendolo rotolare per terra con le brache calate e il pene flaccido di fuori.
Supino sul suo stesso scendiletto, il Mauri mi guarda e guaisce debolmente: - Hai promesso di farmi una pompa…
Gli sputo addosso con disprezzo: - Ma sei scemo? Dopo essermi gustata due cazzi veri, vuoi che mi abbassi a giocare col tuo patetico pisellino?
Ha le lacrime agli occhi, il miserabile cornuto. La cosa mi disturba, e decido di lavargliele via.
Mi accoscio sopra la sua faccia piagnucolosa guardando verso i suoi piedi, e mi apro le natiche con le mani, allargando così lo sfintere ancora slabbrato e sgocciolante.
Spingo con decisione per svuotarmi il retto, e cago in faccia a mio marito tutta la sborra che i miei amanti mi hanno rovesciato nell’intestino nell’ultima ora.
I due sul letto applaudono divertiti, intanto che il coglione sotto di me emette versi difficilmente intellegibili mentre lo sperma che mi cola dal buco rotto gli imbratta la faccia.
Mi ficco due dita nell’ano, allargandolo meglio, e poi altre due per aprirlo completamente e far defluire tutto il liquame.
Fremo di piacere, liberandomi l’intestino. Davanti a me il cazzetto di mio marito sussulta, contento. Mossa a pietà, allungo una mano e lo impugno strettamente per un attimo, poi mi decido a tirargli una sega svogliata… In fondo il povero becco se l’è meritata.
Sergio ed Enrico apprezzano lo spettacolo, i loro cazzi sono di nuovo belli tosti.
Quelli sì che sono dei maschi!
Gli faccio cenno di avvicinarsi, e loro balzano dal letto per venirmi accanto, uno per lato.
Io mi accuccio in faccia al cornuto posando a terra le ginocchia, e mollando il suo patetico arnese afferro uno per mano i cazzoni veri che mi vengono offerti.
Mentre il Mauri mi lecca i buchi appiccicosi che gli strofino sulla faccia, io mi do da fare a segare e a ciucciare i cazzi che ho davanti al viso e che si stanno rapidamente indurendo un’altra volta.
Quasi non ci credo, Sergio ed Enrico sono davvero impagabili: di nuovo pronti per me… Lo prendo per un complimento, e sono decisa a ringraziarli come si deve, esibendomi in un pompino da prima della classe.
La lingua del Mauri continua a muoversi lentamente lungo il perineo, vellicandomi alternativamente l’orifizio anale e le labbra della figa e finendo di ripulirmi di tutta la sborra che ho accumulata in pancia; la sensazione è piacevole e mi stimola a dare il meglio di me stessa con le mani e con la bocca.
Succhio a turno una cappella e poi l’altra, senza trascurare di leccare le palle scure e gonfie per lo sforzo di produrre nuovo liquido seminale, e intanto sego entrambe le aste a ritmo crescente, pregustandomi il gran finale.
I due maschioni ragliano come somari mentre si avvicinano alla sborrata finale, e alla fine mi esplodono letteralmente in faccia, schizzandomi addosso fiotti di sperma caldo e appiccicoso: i primi spruzzi mi finiscono sulle tette e nei capelli, poi dirigo i getti verso la bocca. Mi sforzo di ingoiarne il più possibile, e di usare il resto per lavarmi la faccia.
Inghiotto quel che posso, ma sono senza fiato e gli abbondanti avanzi mi scolano sul petto, inzaccherandomi ulteriormente le tette e il pendente di mia suocera.
I miei amanti si scostano ed io mi stiracchio tutta, schiacciando il sedere in faccia a mio marito che non ha smesso un momento di leccarmi da sotto.
Con uno sforzo di volontà mi sollevo e ruoto per osservare l’espressione beata del cuckold, che si lecca i baffi impiastricciati di liquame.
Afferro la sua mandibola, obbligandolo a riaprire gli occhi e la bocca, e gli sorrido.
Lui sorride di rimando, contento. Allora io schiudo le labbra e lascio cadere una boccata di sperma appiccicoso dritto nel suo sorriso ebete, che si trasforma subito in una smorfia di schifo.
Cosa si lamenta, mi ha leccato il deretano fino a un attimo prima…
Mi chino su di lui come per baciarlo, e gli scrollo le tette bagnate sulla faccia. Il pendente di sua madre, imbrattato di sperma, gli struscia le labbra.
- Ti è piaciuto lo spettacolo, tesoro? – lo derido con tono sferzante – Così adesso lo sai anche tu: sei cornuto, maritino mio… Cornuto da sempre, e per sempre!
***
Quando esco dalla doccia, fresca e ripulita di tutte le escrezioni maschili che ho ricevuto durante la serata, i miei amanti se ne sono andati e mio marito è in soggiorno con un doppio whisky in mano. Ha un’espressione stralunata, ma almeno ha avuto il buon gusto di lavarsi la faccia.
Io indosso solo l’asciugamano arancione che mi copre dalle ascelle ai fianchi, ho i capelli bagnati sugli occhi e i piedi nudi. Il suo sguardo lascivo mi lecca le gambe, scivola sull’asciugamano e raggiunge il viso per leggere tutto il disprezzo che provo per lui.
- Allora, come ti senti adesso che sai come stanno le cose?
Il mio tono è volutamente beffardo: non ho ancora deciso come comportarmi con lui, so solo che ho appena perso il poco rispetto che avevo per quell’uomo inutile che ho avuto fra i piedi per quasi quindici anni. All’inizio era almeno capace di fare soldi, ma da un po’ di tempo a questa parte io ne faccio quanto lui; prima avevo per le mani un maschio mediocre, ma sostanzialmente normale… Adesso è soltanto un miserabile cuckold.
Abbassa lo sguardo; forse un gesto di sottomissione, o magari vuole solo guardarmi le gambe.
- E’ stato lo spettacolo più eccitante che abbia mai visto – ammette a bassa voce.
Magnifico. Gli pianto le corna in testa con due stalloni, lo umilio pubblicamente, e lui è contento!
Faccio una smorfia di compatimento: - Davvero?
Magari adesso è ancora più innamorato di me…
- Ti adoro – ammette infatti, dandomi il voltastomaco – Farei qualunque cosa per te.
- Bene – gli faccio io – Perché da oggi non sarò mai più tua. Tutto quello che potrai fare, sarà guardarmi fottere con altri, se e quando ti permetterò ancora di farlo, e magari spararti una bella pippa.
Mi guarda con aria adorante: - Oh, che tormento… Allora mi tradirai ancora, con altri uomini?
Incredibile, l’idea lo eccita. Mi viene da vomitare.
- Ci puoi scommettere. Mi farei montare da una tribù di pigmei, piuttosto che giacere ancora con te, mezzasega.
Il cazzo gli si rizza nei pantaloni, non ci posso credere!
- Adesso levati dalle palle, non ti voglio neanche in casa mentre ci dormo dentro.
- Ma questa è casa mia, anzi di mia madre… - guaisce lui lamentosamente.
- Se non ti sciacqui dai coglioni te li spappolo a calci, e poi richiamo i miei amici per farti buttare fuori a pedate nel culo. Per questa notte puoi dormire in macchina, poi domani io torno sulla Serenissima con Eva e Giusy e tu puoi fare quello che cazzo di pare.
Lui china il capo, sottomesso: - Va bene, cara. Come dici tu…
Lo spingo fino all’uscita e gli chiudo la porta in faccia. Che si spari pure un’altra sega in macchina prima di addormentarsi, e chi se ne frega.
Mi addormento fisicamente soddisfatta, ma con la testa piena di pensieri.
Patrizia V. © Copyright All Rights Reserved - L’utilizzazione, totale o parziale, di questa storia e delle precedenti e correlate caricate nel presente portale, incluse la riscrittura, la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti attraverso qualunque supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione dell'autore, sono vietati in quanto protetti dalla normativa sul diritto d'Autore. E’ consentito lo scaricamento della storia unicamente ad uso personale. Sono escluse dal divieto di cui sopra eventuali raccolte digitali promosse dal sito ospitante "Erotici Racconti". Ogni violazione verrá segnalata e perseguita a norma di Legge.
1
voti
voti
valutazione
8
8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Corna, Tramezzini & Treniniracconto sucessivo
Il Peso delle Corna
Commenti dei lettori al racconto erotico