Attraverso lo specchio
di
Lucrezia
genere
interviste
C'è un luogo nella mia mente, uno spazio che è fisico, è lo specchio, e si può attraversare come quello di Alice e dall'altra parte c'è un mondo, diverso ma non meno pericoloso di quello creato dalla mano di Lewis Carroll.
Mi basta poco per arrivare davanti allo specchio, leggo un articolo, un racconto, vedo una persona o un vestito in un negozio, persino un programma alla TV; eppoi lascio libera la fantasia e sono lì davanti ad esso, mi specchio e devo solo decidere se andare avanti o lasciar perdere.
Tante volte ho lasciato perdere, perché in realtà non ne avevo veramente voglia o perché avevo in mente un progetto troppo ambizioso, ma tante volte l'ho attraversato.
Uno specchio che mi ha portata ad aver voglia di fare qualche pazzia nel mondo reale, altre volte in quello immaginario, il più delle volte in tutt'e due contemporaneamente.
Immagino un percorso, una situazione e mi masturbo, niente di nuovo direte, e certo masturbarsi senza eccitarsi è difficile, inutile persino mera attività agonistica.
D'accordo, ma tante volte non mi sono neppure toccata anche se l'argomento trattato era fortemente erotico e questo perché ero talmente presa dalla mia storia che mi sono distolta dal mondo reale al punto di non fare nulla.
Altre volte mi sono immedesimata al punto che ho iniziato a toccarmi mentre guidavo, e mi piace pure farlo, voi penserete che non sono normale, va bene lo accetto ma sappiate che è molto eccitante ed anche se cerco di non farmi notare mentre lo faccio, allo stesso tempo spero di esser vista.
A volte l'ho fatto mentre non guidavo io, mi sono girata sul sedile e alzata la gonna ho fatto notare a Giovanna che sotto non portavo altro che la mia voglia di sesso.
Tanti anni fa l'ho fatto pure con un amico, stessa scena e stessa fine, sesso in auto. What else?
Ma il meglio lo do nella tranquillità della mia casa, da lì escono le storie scabrose di Sin City ad esempio, e ci ho pure messo dei giorni a scriverle perché venivo sempre interrotta dagli orgasmi miei o di Giovanna, dato che mi chiedeva di leggere le storie ad alta voce mentre le scrivevo.
A dire il vero me lo chiede spesso e quando lo fa è un casino, cioè lo specchio lo attraversiamo in due e finiamo... ma non so, dove capita, sul tappeto, sul divano in salotto o su quello in terrazza, nel letto, nella doccia, ma importa poi?
Altre volte che come ora scrivo sola, aspetta che sia pubblicata per leggere le mie storie e allora attraversa lo specchio da sola, anzi no lo fa con il mio alter ego, quello della storia ed è un viaggio fantastico, almeno così mi racconta.
Ed io le credo, sapeste le volte che l'ho beccata a darsi piacere, e in quei casi come resisterle è così conturbante, mi siedo sulla poltrona le gambe sui braccioli, le chiedo di leggermi la storia ad alta voce e parto con lei, ed è un viaggio nell'infinito ad occhi chiusi e sensi acuiti.
Altre volte come ora sono sola, mi tocco appena, sono concentrata sulla storia, guardo il gatto sdraiato sullo schienale del divano che mi fa le fusa, guardo un mio seno e lo giudico troppo morbido, lo vorrei più alto ma non si può, e poi riprendo a scrivere.
E penso alla storia, allo specchio dentro me, se attraversandolo troverò il veloce Bianconiglio o lo spavaldo Stregatto, se mi troverò a Sin City con i suoi traffici e il suo mondo surreale, o mi troverò sul divano di casa mia a masturbarmi davanti alla finestra aperta su un cortile che non c'è.
L'immaginazione galoppa, ma se scrivo, se scriviamo noi tutti è perché dobbiamo esternare ciò che teniamo stretto dentro, è una forma di esibizionismo anche questo nostro mettere in mostra il mondo più recondito che abbiamo dentro.
Semplicemente sempre vostra, Lù.
Mi basta poco per arrivare davanti allo specchio, leggo un articolo, un racconto, vedo una persona o un vestito in un negozio, persino un programma alla TV; eppoi lascio libera la fantasia e sono lì davanti ad esso, mi specchio e devo solo decidere se andare avanti o lasciar perdere.
Tante volte ho lasciato perdere, perché in realtà non ne avevo veramente voglia o perché avevo in mente un progetto troppo ambizioso, ma tante volte l'ho attraversato.
Uno specchio che mi ha portata ad aver voglia di fare qualche pazzia nel mondo reale, altre volte in quello immaginario, il più delle volte in tutt'e due contemporaneamente.
Immagino un percorso, una situazione e mi masturbo, niente di nuovo direte, e certo masturbarsi senza eccitarsi è difficile, inutile persino mera attività agonistica.
D'accordo, ma tante volte non mi sono neppure toccata anche se l'argomento trattato era fortemente erotico e questo perché ero talmente presa dalla mia storia che mi sono distolta dal mondo reale al punto di non fare nulla.
Altre volte mi sono immedesimata al punto che ho iniziato a toccarmi mentre guidavo, e mi piace pure farlo, voi penserete che non sono normale, va bene lo accetto ma sappiate che è molto eccitante ed anche se cerco di non farmi notare mentre lo faccio, allo stesso tempo spero di esser vista.
A volte l'ho fatto mentre non guidavo io, mi sono girata sul sedile e alzata la gonna ho fatto notare a Giovanna che sotto non portavo altro che la mia voglia di sesso.
Tanti anni fa l'ho fatto pure con un amico, stessa scena e stessa fine, sesso in auto. What else?
Ma il meglio lo do nella tranquillità della mia casa, da lì escono le storie scabrose di Sin City ad esempio, e ci ho pure messo dei giorni a scriverle perché venivo sempre interrotta dagli orgasmi miei o di Giovanna, dato che mi chiedeva di leggere le storie ad alta voce mentre le scrivevo.
A dire il vero me lo chiede spesso e quando lo fa è un casino, cioè lo specchio lo attraversiamo in due e finiamo... ma non so, dove capita, sul tappeto, sul divano in salotto o su quello in terrazza, nel letto, nella doccia, ma importa poi?
Altre volte che come ora scrivo sola, aspetta che sia pubblicata per leggere le mie storie e allora attraversa lo specchio da sola, anzi no lo fa con il mio alter ego, quello della storia ed è un viaggio fantastico, almeno così mi racconta.
Ed io le credo, sapeste le volte che l'ho beccata a darsi piacere, e in quei casi come resisterle è così conturbante, mi siedo sulla poltrona le gambe sui braccioli, le chiedo di leggermi la storia ad alta voce e parto con lei, ed è un viaggio nell'infinito ad occhi chiusi e sensi acuiti.
Altre volte come ora sono sola, mi tocco appena, sono concentrata sulla storia, guardo il gatto sdraiato sullo schienale del divano che mi fa le fusa, guardo un mio seno e lo giudico troppo morbido, lo vorrei più alto ma non si può, e poi riprendo a scrivere.
E penso alla storia, allo specchio dentro me, se attraversandolo troverò il veloce Bianconiglio o lo spavaldo Stregatto, se mi troverò a Sin City con i suoi traffici e il suo mondo surreale, o mi troverò sul divano di casa mia a masturbarmi davanti alla finestra aperta su un cortile che non c'è.
L'immaginazione galoppa, ma se scrivo, se scriviamo noi tutti è perché dobbiamo esternare ciò che teniamo stretto dentro, è una forma di esibizionismo anche questo nostro mettere in mostra il mondo più recondito che abbiamo dentro.
Semplicemente sempre vostra, Lù.
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