Ancora frammenti quotidiani
di
Lucrezia
genere
comici
Alzarsi presto non è quasi mai piacevole, specie se da anni lo fai ogni giorno e così come ogni mattina sono a prepararmi il caffè.
Fa freddo ma indosso solo un pullover e calze di pile, me ne sto in cucina ad aggeggiare con i pezzi della "napoletana" appena pulita.
Prendo il caffè in polvere e carico il serbatoio, poi monto la parte di sopra, piccolo promemoria per ricordarmi se ho messo l'acqua, sì l'ho messa posso accendere il fuoco.
Una massa di pelo nero miagolante disegna degli otto passeggiando tra le mie gambe, preparo la pappa per i miei due gatti, oggi gamberetti.
L'odore di pesce mi dà la nausea, vuoto di corsa il contenuto delle scatolette nelle loro ciotole, poi corro in bagno a fare pipì, mi lavo le mani e torno in cucina, l'acqua nella macchinetta bolle, spengo, la giro e l'acqua inizia a percolare attraverso il caffè nel filtro, tra qualche minuto è pronto mi dico, giusto il tempo per la doccia.
Apro la doccia e aspetto l'acqua calda poi mi spoglio del poco che indosso ed entro nel box.
Inizio dai capelli, shampoo, risciacquo e poi ancora shampoo e risciacquo lungo appoggiata al muro con l'acqua che mi scorre addosso medito pensando alla mia vita, non so se mi piace, amo riamata, lavoro pesante ma ben pagato, una casa di proprietà, auto vecchia che va ancora bene, non ho conti in sospeso, che voglio di più? Un lucano! Diceva il claim di una vecchia pubblicità.
E invece ho una toscanaccia penso ridendo alla battuta, mi muovo, prendo il bagnoschiuma e inizio a massaggiare il mio corpo col sapone; purtroppo o per fortuna i pensieri sono come un macigno che rotola in montagna, non puoi fermarlo.
E riprendo il conto interrotto, l'analisi della mia vita riprende dai conti in sospeso non ci ho messo il corpo che cambia, ho quasi 44 anni e si vede, seno pesante, pancetta che inizia a farsi vedere e sentire, glutei che se li premo non tornano indietro, cellulite, rughe in faccia, rughe al décolleté, Lucrezia diciamolo, fai schifo.
Con questa amara realtà nella testa mi risciacquo e poi esco dalla doccia, indosso l'accappatoio e torno in cucina dove il caffè è ormai pronto.
"Ciao".
Giovanna è lì che mi guarda seduta al bancone con una tazzina di caffè in mano.
Nuda è bella come il sole lei, pelle tonica e muscolare, fa palestra lei, se non la amassi dovrei odiarla.
"Che ci fai sveglia a quest'ora?" le chiedo mentre mi friziono i capelli bagnati con un asciugamano.
"Che ci fai sveglia te strulla, è domenica."
Fa freddo ma indosso solo un pullover e calze di pile, me ne sto in cucina ad aggeggiare con i pezzi della "napoletana" appena pulita.
Prendo il caffè in polvere e carico il serbatoio, poi monto la parte di sopra, piccolo promemoria per ricordarmi se ho messo l'acqua, sì l'ho messa posso accendere il fuoco.
Una massa di pelo nero miagolante disegna degli otto passeggiando tra le mie gambe, preparo la pappa per i miei due gatti, oggi gamberetti.
L'odore di pesce mi dà la nausea, vuoto di corsa il contenuto delle scatolette nelle loro ciotole, poi corro in bagno a fare pipì, mi lavo le mani e torno in cucina, l'acqua nella macchinetta bolle, spengo, la giro e l'acqua inizia a percolare attraverso il caffè nel filtro, tra qualche minuto è pronto mi dico, giusto il tempo per la doccia.
Apro la doccia e aspetto l'acqua calda poi mi spoglio del poco che indosso ed entro nel box.
Inizio dai capelli, shampoo, risciacquo e poi ancora shampoo e risciacquo lungo appoggiata al muro con l'acqua che mi scorre addosso medito pensando alla mia vita, non so se mi piace, amo riamata, lavoro pesante ma ben pagato, una casa di proprietà, auto vecchia che va ancora bene, non ho conti in sospeso, che voglio di più? Un lucano! Diceva il claim di una vecchia pubblicità.
E invece ho una toscanaccia penso ridendo alla battuta, mi muovo, prendo il bagnoschiuma e inizio a massaggiare il mio corpo col sapone; purtroppo o per fortuna i pensieri sono come un macigno che rotola in montagna, non puoi fermarlo.
E riprendo il conto interrotto, l'analisi della mia vita riprende dai conti in sospeso non ci ho messo il corpo che cambia, ho quasi 44 anni e si vede, seno pesante, pancetta che inizia a farsi vedere e sentire, glutei che se li premo non tornano indietro, cellulite, rughe in faccia, rughe al décolleté, Lucrezia diciamolo, fai schifo.
Con questa amara realtà nella testa mi risciacquo e poi esco dalla doccia, indosso l'accappatoio e torno in cucina dove il caffè è ormai pronto.
"Ciao".
Giovanna è lì che mi guarda seduta al bancone con una tazzina di caffè in mano.
Nuda è bella come il sole lei, pelle tonica e muscolare, fa palestra lei, se non la amassi dovrei odiarla.
"Che ci fai sveglia a quest'ora?" le chiedo mentre mi friziono i capelli bagnati con un asciugamano.
"Che ci fai sveglia te strulla, è domenica."
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