Certe notti
di
Lucrezia
genere
etero
"E guardo il mondo da un oblò
Mi annoio un po'..."
Canticchiava Maria, mentre passava il mocio sul pavimento del lungo corridoio del supermercato nel quale lavorava come pulitrice grazie ad una cooperativa di cui era socia lavoratrice.
In effetti anche se non era sola sul lavoro, questo era davvero noioso; pulire e ripulire, e poi quando il supermercato era aperto, a volte la chiamavano per pulire dove qualche cliente disattento aveva fatto cadere qualcosa.
Alle sei e trenta le mancavano giusto i bagni, sapeva che tra un quarto d'ora avrebbero iniziato ad arrivare i lavoratori per il carico e preparare l'apertura della giornata, doveva sbrigarsi, perciò raddrizzò la schiena e chiamò Ugo.
Ugo era l'altro lavoratore della cooperativa che l'aiutava nell'impresa titanica di pulire quel disastro ogni mattina presto.
I due oramai si frequentavano da tempo, da quando si erano conosciuti su quel triste luogo due anni prima. Casalinga quarantenne lei, studente all'università fuoricorso lui.
Pochi mesi per frequentarsi sul lavoro e poi la passione era sfociata in torbidi amplessi consumati sul luogo di lavoro, nascosti per lo più dall'ora antelucana; chi vuoi che ci veda alle cinque di mattina, le disse una volta lui, e così si erano sfogati tra i banconi e gli scaffali.
Quel giorno avevano deciso di farlo nel bagno, così i due corsero verso la porta dell'antibagno e una volta dentro, ridendo e gridando scherzosamente, lei si girò e sì tirò su il grembiule, facendo notare ad Ugo che era nuda sotto il vestito.
"Che razza di troia sei?" le disse lui preso dalla foga, e si calò i pantaloni mostrando tutta la sua energia giovanile già al massimo della sua forza.
Lei si appoggiando le mani al muro gli disse ridendo di prenderla così, come si prendono le troie che ti piacciono tanto, lui non se lo fece ripetere e in un attimo le fu dietro.
Trovò subito l'ingresso delle sue carni tanto erano umide; come tutte le mattine erano amplessi rubati ma bagnati dalla passione, e quindi non era difficile l'ingresso ne bisognava dedicare tempo nei preliminari tanto era forte la passione che i due ci mettevano.
Anzi, come spesso accadeva si scatenava l'uragano Sandy come poi diceva Ugo, e i due venivano all'improvviso dopo pochissimi minuti, poi ansimanti si guardavano e si avvinghiavano in un bacio passionale.
"L'amore fatto alla boia d'un Giuda
E al freddo in quella stanza di altri e spoglia
Vederti o non vederti tutta nuda
Era un fatto di clima e non di voglia"
"E che c'entra Guccini ora?"
"E che ne so".
"Dio ma è la radio!"
Quando Angelo, che tutte le mattine entrava dalla porta dietro per controllare che tutto fosse pronto entrò nei bagni, quasi li sorprese ma loro lesti si erano ricomposti e Maria, furba, disse che erano giusto un filino in ritardo ma in due avrebbero finito subito.
Solo ad Angelo non tornavano i capelli scarmigliati e il fatto che Maria avesse una sola ciabatta, poi sentì lo scroscio di uno sciacquone e Ugo uscì fischiettando dal bagno.
"Ciao Angelo, tutto bene? Abbiamo quasi finito sai. E... Maria, va bene che abbiamo stipendi di merda, ma le ciabatte comunque si vendono a coppie." disse ridendo Ugo, e tutti e tre si fecero una risata, si sa, il mattino ha l'oro in bocca.
Mi annoio un po'..."
Canticchiava Maria, mentre passava il mocio sul pavimento del lungo corridoio del supermercato nel quale lavorava come pulitrice grazie ad una cooperativa di cui era socia lavoratrice.
In effetti anche se non era sola sul lavoro, questo era davvero noioso; pulire e ripulire, e poi quando il supermercato era aperto, a volte la chiamavano per pulire dove qualche cliente disattento aveva fatto cadere qualcosa.
Alle sei e trenta le mancavano giusto i bagni, sapeva che tra un quarto d'ora avrebbero iniziato ad arrivare i lavoratori per il carico e preparare l'apertura della giornata, doveva sbrigarsi, perciò raddrizzò la schiena e chiamò Ugo.
Ugo era l'altro lavoratore della cooperativa che l'aiutava nell'impresa titanica di pulire quel disastro ogni mattina presto.
I due oramai si frequentavano da tempo, da quando si erano conosciuti su quel triste luogo due anni prima. Casalinga quarantenne lei, studente all'università fuoricorso lui.
Pochi mesi per frequentarsi sul lavoro e poi la passione era sfociata in torbidi amplessi consumati sul luogo di lavoro, nascosti per lo più dall'ora antelucana; chi vuoi che ci veda alle cinque di mattina, le disse una volta lui, e così si erano sfogati tra i banconi e gli scaffali.
Quel giorno avevano deciso di farlo nel bagno, così i due corsero verso la porta dell'antibagno e una volta dentro, ridendo e gridando scherzosamente, lei si girò e sì tirò su il grembiule, facendo notare ad Ugo che era nuda sotto il vestito.
"Che razza di troia sei?" le disse lui preso dalla foga, e si calò i pantaloni mostrando tutta la sua energia giovanile già al massimo della sua forza.
Lei si appoggiando le mani al muro gli disse ridendo di prenderla così, come si prendono le troie che ti piacciono tanto, lui non se lo fece ripetere e in un attimo le fu dietro.
Trovò subito l'ingresso delle sue carni tanto erano umide; come tutte le mattine erano amplessi rubati ma bagnati dalla passione, e quindi non era difficile l'ingresso ne bisognava dedicare tempo nei preliminari tanto era forte la passione che i due ci mettevano.
Anzi, come spesso accadeva si scatenava l'uragano Sandy come poi diceva Ugo, e i due venivano all'improvviso dopo pochissimi minuti, poi ansimanti si guardavano e si avvinghiavano in un bacio passionale.
"L'amore fatto alla boia d'un Giuda
E al freddo in quella stanza di altri e spoglia
Vederti o non vederti tutta nuda
Era un fatto di clima e non di voglia"
"E che c'entra Guccini ora?"
"E che ne so".
"Dio ma è la radio!"
Quando Angelo, che tutte le mattine entrava dalla porta dietro per controllare che tutto fosse pronto entrò nei bagni, quasi li sorprese ma loro lesti si erano ricomposti e Maria, furba, disse che erano giusto un filino in ritardo ma in due avrebbero finito subito.
Solo ad Angelo non tornavano i capelli scarmigliati e il fatto che Maria avesse una sola ciabatta, poi sentì lo scroscio di uno sciacquone e Ugo uscì fischiettando dal bagno.
"Ciao Angelo, tutto bene? Abbiamo quasi finito sai. E... Maria, va bene che abbiamo stipendi di merda, ma le ciabatte comunque si vendono a coppie." disse ridendo Ugo, e tutti e tre si fecero una risata, si sa, il mattino ha l'oro in bocca.
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Commenti dei lettori al racconto erotico