Una calda sauna notturna.
di
Lucrezia
genere
trio
Non dormo. Eh già non riesco a dormire, da ieri siamo tornate io e Giovanna in Austria, ma non lontano come l'altra volta bensì a poca distanza dal confine.
Un hotel a 4 stelle ci ha accolte questa volta tra la neve, poca ma sufficiente per imbiancare le strade e poco altro; però è bello guardare fuori dalla finestra la notte e vedere il mondo illuminato dal riflesso bianco della neve, uno spettacolo unico.
È sabato notte o se preferite domenica mattina, fate voi, a me non importa; prendo l'accappatoio e le ciabatte, Giovanna dorme felice ed io la voglio lasciare così nei suoi sogni, le lascio giusto un biglietto per non farla preoccupare al risveglio: "sono in spa".
Prendo un asciugamano ed esco chiudendomi la porta alle spalle, il corridoio è desolato ma non mi importa, vado all'ascensore e salgo all'ultimo piano.
Nella spa non c'è nessuno, meglio, mi tolgo l'accappatoio e lo appendo insieme all'asciugamano, poi scalza e nuda mi aggiro per i locali, mi affaccio sulla terrazza ho un brivido gelato, chiudo la vetrata e sono fuori al gelo, a piedi nudi sulla neve; faccio qualche passo, mi friziono la pelle per scaldarla, poi ci passo della neve. L'ho visto fare tante volte ai tedeschi, ma loro lo fanno dopo la sauna per rinvigorire i muscoli, io per sentire il corpo rispondere.
Rientro prima di prendere un malanno e vado direttamente in sauna, prendo prima giusto l'asciugamano, posiziono la clessidra e quindi mi stendo su una panca.
Saranno passati più o meno cinque minuti, non so a quanta sabbia della clessidra corrisponda ma visto che il ciclo dura venti minuti, direi di averci preso. Cinque minuti di pace e serenità in cui i rivoli di sudore disegnano volute damascate sulla mia pelle solleticandola dolcemente e trasmettendo sensazioni piacevoli mentre, passandoci su le mani la sento accampare di calore.
È in questo nirvana che irrompono due ragazze, nude e sghignazzanti, non hanno asciugamani, si siedono sulle panche così come sono, contente loro; hanno una bottiglia di birra gelata e se la passano tra loro, anzi me la offrono ma diniego.
Parlano tra loro in tedesco, non ne capisco una parola, si rivolgono a me in tale lingua e rispondo nelle uniche o quasi parole che conosco "Ich spreche kein Deutsch, ich bin Italiener" cioè "non parlo tedesco, sono italiana"; pronuncio le parole quasi con spregio, ma in realtà non voglio denigrare nessuno, solo mi escono così, il tedesco mi è ostico.
Loro invece ridono e mi prendono in giro, ripetono col mio stesso tono l'ultima frase "Ich bin Italiener", in pratica prendendomi per il culo, per il mio modo di parlare, loro sono fluide e calcano quelle tre parole imitandomi. Uffa, vorrei sentire voi parlare italiano e poi rido anch'io.
"Dai si scherza, non offenderti" mi dice in italiano una delle due e devo dire che ha pure una buona pronuncia, e mentre stiamo per fare amicizia, arriva lui, il più classico dei tedeschi, alto, possente, capello lungo e biondo; muscoli guizzanti sotto la pelle, e una grossa sporgenza sul davanti che a stento regge un piccolo asciugamano; avete presente gli spogliarellisti che andavano di moda qualche anno fa col balletto finale con un tovagliolo a coprire il bigolo in erezione? No? Sì? Non importa tanto non vi siete perse molto, bè comunque eccolo qua.
Dice qualche parola, ovviamente in tedesco, poi una delle ragazze gli si inginocchia di fronte e tolto l'asciugamano imbocca il mostro che a fatica nascondeva, mentre l'altra ragazza gli gira intorno ammirandolo come si farebbe con un'opera d'arte; oddio bello è bello, rozzo magari ma bello.
Vengo risvegliata dal mio torpore lisergico da lei che mi dice "lui è Klaus", e già Klaus che altro nome potevi dargli se non questo.
Piacere mi chiamo Lucrezia. "Ha Lukrezia, kome Borgia".
Io faccio un sorriso a mezza bocca così evidente che pure una tribù amazzonica che non ha mai visto un uomo bianco mi capirebbe, lui no, lui si gira verso la ragazza che parla italiano, le prende la testa e inizia a scoparle la bocca.
Io non so se restare a guardare o alzarmi e andare via; penso a Giovanna che spero dorma ancora, poi guardo il trio che si è formato davanti a me. Una lecca la saliva che cola dalla bocca profanata dal roseo bastone dell'altra ragazza.
Roba da YouPorn, ma dal vivo è altra roba, poi Klaus rivolto a me "vieni anke tu Lukrezia", faccio no col dito, lui rimette tutta la sua attenzione sulle due amazzoni, ora una si sta dilettando sul suo culo, o dovrei dire kulo? L'altra ha ripreso l'iniziativa ed ora si gusta il calippo mentre Klaus mi guarda dritto negli occhi.
Cazzo, non me l'aspettavo o forse sì, ma faccio l'unica cosa da fare in questi frangenti, apro le cosce e gliela mostro.
Mi sistemo meglio con la schiena appoggiata alla parete, mi tocco i seni, la mia pelle è bollente oltre che fradicia di sudore, guardo la scena davanti a me da spettatrice e mi tocco finalmente.
Nemmeno me ne accorgo presa come sono, guardo e mi masturbo a scena aperta, ma non è esibizionismo il mio, no è voglia di godere e non mi importa di essere guardata, anzi sì, spalanco le cosce.
Vengo con un grido strozzato e mi accorgo che Klaus non mi ha tolto mai gli occhi di dosso; il pubblico ha rubato la scena ed è diventato attore.
Ora ansimo, ho caldo, improvvisamente sento il caldo, la clessidra ha terminata la sabbia chissà quando, Klaus è concentrato sulle due che ora si stanno prodigando in un Double Bj, io mi alzo, prendo l'asciugamano e nel passargli accanto lo tocco su una spalla, lui gira la testa e ci baciamo, così come in una scena da film col copione fotocopia di altre commedie più romantiche di questa.
Esco, sono spossata, mi faccio subito una doccia gelata in cui comprendo tutto il piacere dei popoli nordici per questa pratica, la pelle si risveglia, i muscoli guizzano alla ricerca del calore e il corpo rinvigorisce.
Prendo l'accappatoio e prima di uscire guardo i tre nella sauna, Klaus sta godendo, bene buona goduta ed esco.
Torno in camera, Giovanna è sveglia e mi chiede dove sono stata. A fare una sauna, le rispondo.
Non dormivo così... la prossima volta svegliami che vengo anch'io.
Sì così diamo spettacolo.
Perché è tanto affollata di notte?
Non sai quanto amore.
Un hotel a 4 stelle ci ha accolte questa volta tra la neve, poca ma sufficiente per imbiancare le strade e poco altro; però è bello guardare fuori dalla finestra la notte e vedere il mondo illuminato dal riflesso bianco della neve, uno spettacolo unico.
È sabato notte o se preferite domenica mattina, fate voi, a me non importa; prendo l'accappatoio e le ciabatte, Giovanna dorme felice ed io la voglio lasciare così nei suoi sogni, le lascio giusto un biglietto per non farla preoccupare al risveglio: "sono in spa".
Prendo un asciugamano ed esco chiudendomi la porta alle spalle, il corridoio è desolato ma non mi importa, vado all'ascensore e salgo all'ultimo piano.
Nella spa non c'è nessuno, meglio, mi tolgo l'accappatoio e lo appendo insieme all'asciugamano, poi scalza e nuda mi aggiro per i locali, mi affaccio sulla terrazza ho un brivido gelato, chiudo la vetrata e sono fuori al gelo, a piedi nudi sulla neve; faccio qualche passo, mi friziono la pelle per scaldarla, poi ci passo della neve. L'ho visto fare tante volte ai tedeschi, ma loro lo fanno dopo la sauna per rinvigorire i muscoli, io per sentire il corpo rispondere.
Rientro prima di prendere un malanno e vado direttamente in sauna, prendo prima giusto l'asciugamano, posiziono la clessidra e quindi mi stendo su una panca.
Saranno passati più o meno cinque minuti, non so a quanta sabbia della clessidra corrisponda ma visto che il ciclo dura venti minuti, direi di averci preso. Cinque minuti di pace e serenità in cui i rivoli di sudore disegnano volute damascate sulla mia pelle solleticandola dolcemente e trasmettendo sensazioni piacevoli mentre, passandoci su le mani la sento accampare di calore.
È in questo nirvana che irrompono due ragazze, nude e sghignazzanti, non hanno asciugamani, si siedono sulle panche così come sono, contente loro; hanno una bottiglia di birra gelata e se la passano tra loro, anzi me la offrono ma diniego.
Parlano tra loro in tedesco, non ne capisco una parola, si rivolgono a me in tale lingua e rispondo nelle uniche o quasi parole che conosco "Ich spreche kein Deutsch, ich bin Italiener" cioè "non parlo tedesco, sono italiana"; pronuncio le parole quasi con spregio, ma in realtà non voglio denigrare nessuno, solo mi escono così, il tedesco mi è ostico.
Loro invece ridono e mi prendono in giro, ripetono col mio stesso tono l'ultima frase "Ich bin Italiener", in pratica prendendomi per il culo, per il mio modo di parlare, loro sono fluide e calcano quelle tre parole imitandomi. Uffa, vorrei sentire voi parlare italiano e poi rido anch'io.
"Dai si scherza, non offenderti" mi dice in italiano una delle due e devo dire che ha pure una buona pronuncia, e mentre stiamo per fare amicizia, arriva lui, il più classico dei tedeschi, alto, possente, capello lungo e biondo; muscoli guizzanti sotto la pelle, e una grossa sporgenza sul davanti che a stento regge un piccolo asciugamano; avete presente gli spogliarellisti che andavano di moda qualche anno fa col balletto finale con un tovagliolo a coprire il bigolo in erezione? No? Sì? Non importa tanto non vi siete perse molto, bè comunque eccolo qua.
Dice qualche parola, ovviamente in tedesco, poi una delle ragazze gli si inginocchia di fronte e tolto l'asciugamano imbocca il mostro che a fatica nascondeva, mentre l'altra ragazza gli gira intorno ammirandolo come si farebbe con un'opera d'arte; oddio bello è bello, rozzo magari ma bello.
Vengo risvegliata dal mio torpore lisergico da lei che mi dice "lui è Klaus", e già Klaus che altro nome potevi dargli se non questo.
Piacere mi chiamo Lucrezia. "Ha Lukrezia, kome Borgia".
Io faccio un sorriso a mezza bocca così evidente che pure una tribù amazzonica che non ha mai visto un uomo bianco mi capirebbe, lui no, lui si gira verso la ragazza che parla italiano, le prende la testa e inizia a scoparle la bocca.
Io non so se restare a guardare o alzarmi e andare via; penso a Giovanna che spero dorma ancora, poi guardo il trio che si è formato davanti a me. Una lecca la saliva che cola dalla bocca profanata dal roseo bastone dell'altra ragazza.
Roba da YouPorn, ma dal vivo è altra roba, poi Klaus rivolto a me "vieni anke tu Lukrezia", faccio no col dito, lui rimette tutta la sua attenzione sulle due amazzoni, ora una si sta dilettando sul suo culo, o dovrei dire kulo? L'altra ha ripreso l'iniziativa ed ora si gusta il calippo mentre Klaus mi guarda dritto negli occhi.
Cazzo, non me l'aspettavo o forse sì, ma faccio l'unica cosa da fare in questi frangenti, apro le cosce e gliela mostro.
Mi sistemo meglio con la schiena appoggiata alla parete, mi tocco i seni, la mia pelle è bollente oltre che fradicia di sudore, guardo la scena davanti a me da spettatrice e mi tocco finalmente.
Nemmeno me ne accorgo presa come sono, guardo e mi masturbo a scena aperta, ma non è esibizionismo il mio, no è voglia di godere e non mi importa di essere guardata, anzi sì, spalanco le cosce.
Vengo con un grido strozzato e mi accorgo che Klaus non mi ha tolto mai gli occhi di dosso; il pubblico ha rubato la scena ed è diventato attore.
Ora ansimo, ho caldo, improvvisamente sento il caldo, la clessidra ha terminata la sabbia chissà quando, Klaus è concentrato sulle due che ora si stanno prodigando in un Double Bj, io mi alzo, prendo l'asciugamano e nel passargli accanto lo tocco su una spalla, lui gira la testa e ci baciamo, così come in una scena da film col copione fotocopia di altre commedie più romantiche di questa.
Esco, sono spossata, mi faccio subito una doccia gelata in cui comprendo tutto il piacere dei popoli nordici per questa pratica, la pelle si risveglia, i muscoli guizzano alla ricerca del calore e il corpo rinvigorisce.
Prendo l'accappatoio e prima di uscire guardo i tre nella sauna, Klaus sta godendo, bene buona goduta ed esco.
Torno in camera, Giovanna è sveglia e mi chiede dove sono stata. A fare una sauna, le rispondo.
Non dormivo così... la prossima volta svegliami che vengo anch'io.
Sì così diamo spettacolo.
Perché è tanto affollata di notte?
Non sai quanto amore.
4
voti
voti
valutazione
5.5
5.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Vita di condominioracconto sucessivo
L'orgia
Commenti dei lettori al racconto erotico