Col Pollo ci vuole un Rosso magari del 68

di
genere
trio

Udine, piazza del Duomo, temperatura sui 5 gradi, venticello troppo fresco, sono a braccetto di due baldi signori, camminiamo di fretta, cerchiamo un non luogo ovvero non un posto specifico semplicemente siamo a zonzo.

Proseguiamo su via dei calzolai, all'altezza di via Di Prampero li tiro per quella via.

"Di qua, è meglio qui"

Mi addosso ad un muro e me li tiro addosso, ne bacio prima uno e poi l'altro, un bacio caldo e lungo abbastanza per fare capire che le mie intenzioni sono serie.

Le loro mani me le sento addosso, il giubbotto imbottito attutisce troppo ma i jeans sono perfettamente attillati e sento il loro tocco sul mio sedere, sul mio inguine.

Le mie di mani sono sui loro rispettivi pantaloni, non mi tiro mica indietro, sento l'effetto che faccio a loro e dev'essere proprio uguale a quello che loro fanno a me.

Chiudo gli occhi e aspiro l'aria fredda, spero di sentire nell'aria la loro mascolinità è solo un'idea, non è possibile da qui, vorrei portare il naso in altri luoghi, più caldi ma niente per ora, devo accontentarmi di sentirla con le mani.

Basta!

C'è gente, ci rifugiamo nella galleria che sta lì davanti ma è inutile, c'è sempre gente, camminiamo, sbuchiamo su via Savorgnan lì ho parcheggiato.

Apro l'auto ma il Pollo mi ruba il telecomando.

"Ho un'idea", mi dice, "tu sali dietro e noi davanti".

Salgo dietro, loro due davanti, mi sa che sono d'accordo o forse no, non mi importa.

"Mettiti in mezzo in modo che posso vederti dallo specchietto e inizia a spogliarti".

"Che bella idea" fa il Rosso.

Non erano d'accordo.

Lentamente, mentre l'auto si immette nel poco traffico, mi spoglio; voglio fare durare tanto lo spogliarello, voglio eccitare ed eccitarmi.

Mi piace esibirmi, specie per un pubblico attento e se all'inizio sono impacciata nei movimenti dal piumone, poi diventa tutto più fluido.

Niente musica, non serve, il maglione a collo alto vola via insieme alla canottiera, rimango in reggiseno, allargo le braccia per abbracciare il divanetto, mi godo l'idea di quel che vedono da fuori, una donna bionda, capelli sciolti alle spalle in reggiseno nero in un'auto che viaggia lungo i viali cittadini come se nulla fosse, come se fosse normale o se sia una qualche tradizione natalizia lo stare in reggiseno nel traffico.

C'è pure un bus, mi slacciò i jeans, poi passo alle scarpe, sfilo gli stivaletti, poi mi metto in ginocchio sul sedile e piano calo i jeans cominciando dal sedere, superiamo il bus, vedo il conducente e gli sorrido, mi sento immorale e mi piace.

Mentre mi siedo per sfilarmi i jeans dico di prendere per Cividale.

Sono in collant e reggiseno, il Pollo mi dice "via tutto" ed io eseguo, ecco ora sono nuda, per voi e per chi mi vuol guardare non mi nascondo.

Rosso mi dice che vuole scoparmi, rispondo che non vedo l'ora, così senza preamboli, così come sono nuda e pronta fisicamente lo è anche la mente.

"Questo gioco mi piace ragazzi, mi sto eccitando tantissimo, mi sento la mente presa da voi, sono nuda e aperta a voi sapete?"

"Ah sì?" mi fa il Pollo, "allora rimettiti al centro, spalanca le cosce e faccela vedere quanto sei aperta".

"Sei volgare" scherzo "ti facevo più intellettuale".

"Anche gli intellettuali hanno bisogno di scopare. Dai esegui".

Eseguo, con le mani mi apro le labbra rosse dalla voglia, lucide di desiderio, butto la testa indietro e chiudo gli occhi.

"Cazzo, potrei godere solo a stare così davanti a voi."

"Aspetta, ora ti mando dietro il Rosso".

Accosta e il Rosso scende per venire dietro, io mi affaccio dal finestrino e gli dico di aspettare, ho voglia di fargli un pompino, così lungo la strada, come una puttana.

Ho la bocca piena di sperma, ci ha messo poco a venire e lo capisco, mi giro e vedo il Pollo che si sta masturbando, mi allungo tra i sedili e imbocco la cappella del pollo, sono proprio messa bene, ho il culo e la figa alla mercé del Rosso, faccia lui io ci sto.

Ma non mi scopa, mi struscia la cappella sulla figa, sul bel sorriso del mio culo mentre io persa in qualche onirico girone dantesco sto succhiando la cappella del Pollo come fosse la cannuccia di una coca cola.

Oh! Mi fa il Pollo, guarda che così mi fai pure male, sorrido e chiedo scusa poi dico che è meglio muoversi, vai più avanti a sinistra c'è una stradina di terra, buttati lì se ti va.

Intanto il Rosso si è accomodato ed io vedo il suo cazzo di nuovo duro, ho voglia, mi fa diventare porca l'idea e allora mi ci siedo su, mi allargo la figa con le dita e lo faccio entrare, sospiro sentendomi violare, la macchina sballotta lo sento duro che mi riempie "porco non stare lì prendimi le tette".

"Godo cazzo!" e mordo una spalla al Pollo.

Siamo nascosti alla vista, peccato ma pazienza, il Pollo mi sta scopando in piedi appoggiata all'auto, non sento il freddo, sento le palle del rosso con una mano.

"Dai ragazzi, facciamolo in tre, do il culo a Rosso, poi magari ci scambiamo dai, vi voglio dentro entrambi.

In piedi, come una puttana, ho in bocca ancora il loro sapore, mi sento violata e mi piace, conduco io il gioco, godo, godo, godo.

Cazzo se godo, lo urlo al mondo che mi sia testimone di quanto godo.

Ragazzi grazie, mi ci voleva, quando ci riprendiamo ci scambiamo i ruoli se vi và, ora no, devo riprendermi anche io.

Rientriamo in auto, andiamo in un bar volete? E faccio di rivestirmi.

"No vieni nuda".

"See come no, dai va non metto intimo è il massimo che vi concedo".
scritto il
2024-12-30
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