L'orgia
di
Lucrezia
genere
orge
La procace ragazza ballava nuda e sola in mezzo alla stanza, Roberta le invidiava il fisico esagerato e la cascata di lunghi capelli biondi che la ricopriva come un velo.
Non capiva come mai fosse sola, era come si dice un gran pezzo di figa. Frase volgare certo, ma in quel contesto la volgarità poteva essere considerata un valore aggiunto.
La festa, come l'aveva definita Antonio il suo accompagnatore che si era dileguato da tempo, si era da subito rivelata essere un'orgia e lei vi era da subito rimasta invischiata. Certo non aveva più i vent'anni della ragazza che vedeva ballare, ma mica era tanto più vecchia, trentacinque non sono poi neppure tanti, no magari erano i suoi settantuno chili che facevano la differenza, ma a lei non importava nulla.
A lei piaceva il sesso e se le capitavano "feste" come questa non si tirava certo indietro, e neppure si vergognava di mostrare il suo opulento corpo a donne e uomini che potevano fare da modelli, anche lei era una modella a suo dire, una modella del sesso.
Sì sesso e tanto in quelle occasioni, con chiunque le capitasse a tiro, uomini e donne non le importava nulla, l'importante era godere.
Sì godere, perché alle orgie mica ci si va per discutere, e a lei adesso non le andava di parlare ma di guardare la ragazza che si muoveva sinuosa in mezzo alla stanza piena di corpi stesi a terra.
Allungò un braccio in mezzo alle gambe e si toccò sentendola bagnata; d'altronde non poteva che essere così visto il numero di maschi che vi era entrato in quella serata; si portò le dita prima sotto il naso per aspirare l'afrore e poi in bocca, il gusto un po' amaro non le piacque e cercò qualcosa per pulirsi lì intorno a lei ma trovò solo una gamba sulla quale passare le dita appiccicose.
Era quella di un uomo, anche se in principio pensava fosse di una donna dato il fatto che era liscia e setosa, il tipo si radeva e anche bene, pensò pure di chiedergli chi fosse il suo estetista.
Sorrise alla cosa poi fece spallucce e si chinò alla ricerca del suo membro, aveva fame e trovatolo lo imboccò in pieno e il gioco riprese.
Non capiva come mai fosse sola, era come si dice un gran pezzo di figa. Frase volgare certo, ma in quel contesto la volgarità poteva essere considerata un valore aggiunto.
La festa, come l'aveva definita Antonio il suo accompagnatore che si era dileguato da tempo, si era da subito rivelata essere un'orgia e lei vi era da subito rimasta invischiata. Certo non aveva più i vent'anni della ragazza che vedeva ballare, ma mica era tanto più vecchia, trentacinque non sono poi neppure tanti, no magari erano i suoi settantuno chili che facevano la differenza, ma a lei non importava nulla.
A lei piaceva il sesso e se le capitavano "feste" come questa non si tirava certo indietro, e neppure si vergognava di mostrare il suo opulento corpo a donne e uomini che potevano fare da modelli, anche lei era una modella a suo dire, una modella del sesso.
Sì sesso e tanto in quelle occasioni, con chiunque le capitasse a tiro, uomini e donne non le importava nulla, l'importante era godere.
Sì godere, perché alle orgie mica ci si va per discutere, e a lei adesso non le andava di parlare ma di guardare la ragazza che si muoveva sinuosa in mezzo alla stanza piena di corpi stesi a terra.
Allungò un braccio in mezzo alle gambe e si toccò sentendola bagnata; d'altronde non poteva che essere così visto il numero di maschi che vi era entrato in quella serata; si portò le dita prima sotto il naso per aspirare l'afrore e poi in bocca, il gusto un po' amaro non le piacque e cercò qualcosa per pulirsi lì intorno a lei ma trovò solo una gamba sulla quale passare le dita appiccicose.
Era quella di un uomo, anche se in principio pensava fosse di una donna dato il fatto che era liscia e setosa, il tipo si radeva e anche bene, pensò pure di chiedergli chi fosse il suo estetista.
Sorrise alla cosa poi fece spallucce e si chinò alla ricerca del suo membro, aveva fame e trovatolo lo imboccò in pieno e il gioco riprese.
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