Martina e il piacere
di
Lucrezia
genere
orge
Martina è una giovane signora di poco oltre i trent'anni, sposata relativamente giovane ai tempi dell'università, non era riuscita ad avere figli ed ora dopo dieci anni di matrimonio si sentiva chiusa in gabbia.
A dire la verità Marco, il marito non le faceva mancare nulla, e l'amava profondamente; avevano parlato a lungo se adottare uno o più bambini, ma lei aveva chiaramente fatto capire al marito che non li avrebbe mai sentiti come carne della sua carne e per questo preferiva rimanere così, dopotutto l'amore in famiglia non mancava di certo e per questo loro due si bastavano.
Ora però si rendeva conto che non era del tutto vero, sì amava Marco non c'erano dubbi su questo ed era riamata, neppure su questo c'erano dubbi, ma. Rimaneva quel ma, quel quid che non riusciva ad afferrare, non era la mancanza di figli, né le mille sigarette che fumava.
Le mancava un po' di pepe ad una vita che scorreva lenta e piatta dentro l'appartamento al terzo piano.
L'occasione per Martina venne con l'estate, il caldo di inizio giugno la faceva smaniare, la mattina usciva con due amiche per recarsi in piscina, lì almeno poteva chiacchierare e rinfrescarsi dalla calura che superava i 35 gradi.
Le amiche poi, la facevano divertire con le loro chiacchiere di uomini, Paola in particolare, da sempre una farfallina che volava di pistillo in pistillo, non faceva altro che additare questo o quel ragazzo, scartando ovviamente i sovrappeso e quelli palesemente troppo anziani.
Martina si ritrovò a pensare che dopotutto c'era vita oltre il recinto del suo matrimonio, e infatti cominciò a guardarsi intorno.
L'occasione per fare qualcosa di più che guardare e pensare venne quando iniziarono i lavori di manutenzione alla facciata del palazzo di fronte al quale Martina abitava, una mattina alcuni operai di varia nazionalità iniziarono a montare il ponteggio.
Martina seduta comodamente in salotto mentre parlava al telefono con i clienti di una banca per la quale svolgeva il lavoro di consulenza in smart working, vide di sottecchi un ragazzo dal fisico scolpito, vestito di soli pantaloncini e scarponi, destreggiarsi sull'armatura del ponteggio.
Ebbe un tuffo al cuore e non appena chiusa la telefonata, Martina sì alzò dalla poltrona e si affacciò dalla finestra del soggiorno per rimirare quell'opera d'arte della natura, la pelle colore ebano risaltava alla luce del sole, mandando riflessi d'ebano.
Fu naturale per Martina sentire come una scossa al basso ventre e nel contempo allungare una mano per toccarsi al basso ventre; intanto il ragazzo dalla pelle colore dell'ebano venne raggiunto da un altro dalla pelle bianca e dai capelli color del grano, stesso vestito succinto del primo, Martina non stava capendo più nulla, guardava e si toccava, quella che prima era semplice eccitazione si era trasformata in una masturbazione, facilitata dal fatto che indossava semplicemente una vestaglietta da casa.
Martina si scosse dopo l'orgasmo, si ritirò dalla finestra e quasi cadde sul divano portandosi le mani al volto, si era resa conto di aver fatta una cosa che non era da lei, non le succedeva da anni, da quando era adolescente, di perdersi in fantasie dietro ad un uomo, a più uomini si corresse.
Sentiva in una mano l'odore della sua intimità quindi si alzò e andò a lavarsi le mani, con quel gesto si era scrollata di dosso il senso di colpa, decise di non dire nulla a nessuno di ciò che aveva fatto, per giorni non diede conto neppure a se stessa di quello che succedeva al cantiere davanti casa sua, gli operai intanto erano pure cambiati, a quelli che avevano montato il ponteggio erano subentrati altri meno attraenti e Martina non badò più ai lavori.
L'occasione di trasgredire, si presentò in spiaggia, quando con le solite amiche, dove si commenti delle suddette amiche sulla fauna maschile presente, Martina rispondeva con arguzia e sagacia.
Passa così tutto il mese di luglio e all'arrivo di agosto Martina col marito partono per delle meritate vacanze verso i Caraibi; all'arrivo i due coniugi vengono sopraffatti dall'atmosfera spensierata e dai colori, e i profumi poi, insomma fu come entrare in sogno provenendo da un incubo. Meraviglia ovunque.
E la gente poi, tutti disponibili, sì certo erano dipendenti del resort ma erano spontaneamente simpatici, Martina pensò di aver toccato il paradiso, i giorni a fare escursioni ed a prendere il sole, la sera a ballare e la notte fuoco e fiamme insieme ad un marito dal ritrovato vigore.
Tutto bello ed esagerato, ma si sa la fame viene mangiando e Martina non è che si fosse dimenticata di ciò che le era successo tra giugno e luglio, così la voglia di trasgredire le riprese forte.
L'occasione vera si manifestò il giorno di Ferragosto, era il giorno di festa d'eccezione e tutto il paese ferveva nelle preparazioni già da inizio settimana, balli e sregolatezze dovevano essere la regola, musica e beveraggi per lo più a base alcolica alzavano il livello già alto di allegria ed eccitazione.
Martina non stava nella pelle, leggeva continuamente il testo della lista dei festeggiamenti, e continuamente chiedeva al marito di accompagnarla qui e là; lui da parte sua sorrideva beato, da tempo non la vedeva così allegra e felice quindi era accondiscendente alle richieste della moglie.
Tutto andava per il meglio, la sera del 14 andarono a mangiare in un ristorante, dove bevvero anche i cocktail locali a base di rum e melassa, poi verso l'una di notte rincasarono in albergo, più che brilli.
Il giorno dopo il marito di Martina dovette dare forfait, era ancora ubriaco e lo stomaco non reggeva tra cibo e bevande ingurgitate, fu l'apoteosi tra dissenteria, mal di testa e altri malesseri tipici di un doposbornia da manuale.
Martina non voleva lasciarlo solo, ma lui insistette perché andasse a divertirsi anche se sola e poi aggiunse, bella come sei un cavalier servente lo troverai in un men che non si dica.
Martina tra il disappunto e il dispiaciuto per la situazione, prese il costume da bagno, l'asciugamano e scese in piscina; non ci stette molto però perché il richiamo della festa era forte, musica principalmente forte e ritmata e poi la gente allegra, e niente da fare la voglia di ballare e divertirsi fu più forte dei buoni propositi, pensò al marito e di disse che dopotutto non sarebbe successo nulla e che domani sarebbe tornato quello di sempre, prese il pareo e lo indossò a mo' di gonna, infilò gli zoccoli e alzata di sì incamminò presso l'uscita del resort.
In strada un fiume di gente festosa ballava, c'erano ovviamente i locali ma anche chiassosi americani e molti europei, Martina si lasciò trascinare dalla marea al ritmo di merengue.
Locali creoli bellissimi la circondavano, Martina si lasciava trascinare dalla musica e dall'entusiasmo; l'eccitazione e la frenesia aumentava con l'incalzare della musica, così quando ad un certo punto un gruppo eterogeneo di persone la spinse verso un locale da dove proveniva una musica carioca, lei si lasciò trasportare dall'onda umana.
Dentro su un palco si esibivano quattro ragazze vestite di piume variopinte e ballavano al ritmo di un samba, intorno un mare di uomini e donne di ogni nazionalità presente sull'isola, una babele di lingue che in definitiva gridava la stessa parola, cioè in definitiva un invito a mostrare di più.
Martina si ritrovò accanto al bancone del bar e qualcuno subito le porse un bicchiere di qualcosa, Martina bevve, sentiva il gusto del rum agricolo e del lime, era un daiquiri che bevve di gusto assaporando i vari gusti, non seppe mai di chi era stata la mano che le aveva offerto da bere, ma di sicuro l'effetto dell'alcol fu che la testa le girò immediatamente, bere per Martina era da sempre stato un problema, non reggeva l'alcol e a stomaco vuoto poi era peggio. Tentò di riguadagnare l'uscita, ma ci mise almeno un quarto d'ora, un tempo in cui rimediò un pasticcino, buono; diverse palpate al suo corpo seminudo, ottimo; aveva perso il pareo, va bè pazienza.
Uscita sulla strada, non era per niente dispiaciuta da quell'esperienza, anzi la volle ripetere subito e così si diresse verso l'altro lato della strada; c'era un balcone dove si ballava e dal quale alcune ragazze si esibivano in topless, a Martina piacque la cosa ed entrò nel locale sottostante, più che altro voleva mangiare qualcosa, qualcuno le offrì una birra al quale si oppose fin troppo energicamente, altri le offrirono corone di perline chiedendole di mostrare i seni, alla fine arrivò al bancone e al barman chiese delle samosa, mangiò la frittella ripiena di carne e verdure e si sentì subito meglio e in forma.
Pagò, prese una birra offerta e di guardò intorno, c'era casino ma meno dell'altro locale, il casino veniva da fuori dove la gente fischiava e gridava in direzione del balcone; Martina rivolta al barman chiese in inglese cosa stesse succedendo, al che il tipo rispose che stava avvenendo una gara, a chi mostrava le tette più belle. Ah ecco, rispose Martina, in quella quattro tipi esagitati le si fecero incontro chiedendole di mostrare il seno, Martina rise e poi si spostò i triangoli del reggiseno.
Un urlo salì dalla folla, tutti felici per aver visto quel che la stoffa nascondeva, ma il clamore non era per Martina, bensì per una qualche ragazza che si era esibita al piano di sopra; Martina ci rimase un po' male però fece buon viso alla sorte bonaria e poi vide i ragazzi che si litigavano qualcosa, erano mutandine, sorrise tra sé e poi si avviò sulle scale che salivano al piano superiore.
Scale e corridoi erano assiepati di persone di ogni genere che parlava sopra la musica già alta di per sé, Martina ne fu travolta, quando finalmente arrivò al piano superiore scoprì una vera bolgia, c'era chi scopava liberamente su divani o sedie e le ragazze seminude come lei, andavano e venivano dal balcone sul quale si esibivano. Qualcuno baciò Martina in bocca bacio al quale non si ritrasse più che altro perché non ci fece caso, stordita com'era dall'ambiente, qualcuno le passò di fumare, fece una tirata e poi passò oltre la canna.
Martina era ora sul balcone, guardò giù e le venne un capogiro quindi si ritrasse veloce, poi ripresasi un attimo decise coscientemente di stare al gioco, si tolse il reggiseno e mostrò ciò che la natura le aveva donato; non poteva certo competere con ragazze dal petto pieno e florido, ma le sue pere come le chiamava lei stessa, erano dritte e solide e piacquero.
Piacquero al punto che dal basso venne su un urlo e un applauso di approvazione, Martina era felice di ciò non ne capiva il perché ma si diede come spiegazione il fatto che faceva parte del gioco, infondo era in un paese straniero e si sa, paese che vai regole che trovi.
In realtà l'aveva fatto spontaneamente e coscientemente, nessuna coercizione solo la voglia di mostrarsi e le era piaciuto, quindi rientrò dentro dove in molti la stavano acclamando, le chiesero di uscire di nuovo e fare di più ma a Martina non importava più quello, no invece posato il reggiseno che ancora teneva in mano su una panca, cercò qualcosa da fumare.
Le offrirono una canna con qualcosa che al primo tiro stordì Martina, la quale si appoggiò al muro per riprendersi, poi si scostò e iniziò a ballare.
Presto le si fecero intorno, Martina era bella, aveva un corpo snello e lunghi capelli che si muovevano con la musica, un'altra ragazza prese a ballare con lei, questa si slaccio il reggiseno e poi tolse anche gli slip, ballava nuda davanti ad una eccitata Martina, qualcuno la prese da dietro e passatole le mani sui fianchi prese a mimarne le movenze.
Martina sentiva il calore del corpo e le mani ora sulla sua pancia le mandavano sensazioni che non provava più da tempo, alzò le sue braccia e le portò indietro a carezzare la testa dell'uomo che l'aveva cinta, questi preso il suo gesto per un consenso abbassò una mano fino al pube di Martina ed entrato negli slip la masturbò un poco.
Martina non se ne ebbe a male, anzi si girò e baciò l'uomo vedendolo per la prima volta in viso; ogni velo era caduto ormai quindi si lasciò andare quando lui la prese di peso e la portò in un'altra stanza dove altre coppie stavano facendo sesso.
L'uomo depositò delicatamente Martina si un letto dove però altre due coppie stavano amoreggiando, Martina girò la testa da ambo i lati e ovunque vedeva carne umana in trepido movimento, era al centro di un'orgia e quando l'uomo cercò di sfilarle gli slip, lei non oppose resistenza ma anzi agevolò la manovra alzando il bacino.
Poi toccò a lui denudarsi, rivelando un corpo asciutto e ben dotato di quello che aveva sentito chiamare "big bambù". Martina ne rimase stupita, mai aveva visto una cosa del genere e ne rimase affascinata quando vide l'uomo in tiro.
Lui le si fece sopra e lei lo lasciò entrare in se, assaporando ogni centimetro di quella penetrazione, di fatto Martina era ben lubrificata, stante la continua eccitazione da quando si era tuffata nella festa.
A Martina girava la testa, l'orgia non era solo per i molti corpi sudati e gementi orgasmi, ma per il senso che l'atmosfera dava a tutto; sesso, musica, fumi passivi di un certo tipo che permeavano l'aria, davano al tutto un non so che di mistico, difficile non perdersi in quel microcosmo.
Martina oramai non aveva più la percezione del tempo, vide la ragazza che prima ballava nuda davanti a lei che ora le accarezzava la testa sorridendole e parlandole in una lingua che non capiva e che comunque non avrebbe capito in ogni caso; poi la ragazza si girò di lato e prese in bocca il primo pene che le capitò a tiro.
E così tra un orgasmo e l'altro Martina si rese conto che molti erano gli uomini che avevano goduto di lei, e lei di loro; nel mentre qualcuno le versò in bocca del rum, il fuoco della bevanda la fece rinvenire, si accorse che fuori era scesa la sera, si rese conto che era da pranzo che era lì, tanti uomini l'avevano avuta e lei si sentiva spossata ma felice.
La ragazza che le aveva tenuto la testa ora la guardava seduta sul letto dove lei era distesa, poi la prese per una mano e la portò in un bagno adiacente alla stanza da letto e la mise sotto una doccia.
Le due ragazze fecero la doccia insieme sotto la quale si baciarono, Martina non aveva mai baciato una donna ma la cosa non la sconvolse più di tanto dopo tutto quello che le era successo, anzi le piacque la morbidezza delle labbra della ragazza.
Dopo la doccia uscirono sul balcone per un altro giro di pubblico, quindi Martina voleva tornare dal marito, cercò il costume ma non lo trovò, guardò la ragazza con fare dubbioso e quella compreso il problema scrollò le spalle, la prese per mano, scese per strada nuda com'era e seguita da una Martina pure nuda e allucinata, non aveva mai fatta una cosa così e questo le parve davvero troppo, anche se una volta lì si accorse che pochi ci facevano caso, ed erano tutti turisti.
Il viaggio in realtà fu breve, girato per un vicolo entrarono in una casupola, lì la ragazza senza nome le diede un camicione bianco da legarsi in vita con una corda colorata, Martina era felice, si girò per vestirsi poi giratasi vide la ragazza appoggiata al muro della stanza con un uomo che la montava, lei guardò Martina, le sorrise e le fece il segno internazionale del denaro. Caspita una marchetta pensò Martina, e in un attimo, mi sarò girata al massimo per un minuto e questa Zac!
Guardò la ragazza che con volto inespressivo aspettava che l'uomo finisse di sfogarsi, poi prese il denaro e sorridendo lo fece vedere a Martina, lei però si rese conto che era ora di tornare in albergo dal marito perciò ricambiò il sorriso alla ragazza e prese per uscire, poi ci ripensò e tornata indietro le diede un bacio lungo e spassionato, poi scappò via.
Tornata in strada incontrò il marito che ripresosi dal malessere la stava cercando, lei era stanca ma sorrise al marito, poi lo portò in mezzo alla folla festante, poi domani... domani è un altro giorno e si vedrà il da farsi.
A dire la verità Marco, il marito non le faceva mancare nulla, e l'amava profondamente; avevano parlato a lungo se adottare uno o più bambini, ma lei aveva chiaramente fatto capire al marito che non li avrebbe mai sentiti come carne della sua carne e per questo preferiva rimanere così, dopotutto l'amore in famiglia non mancava di certo e per questo loro due si bastavano.
Ora però si rendeva conto che non era del tutto vero, sì amava Marco non c'erano dubbi su questo ed era riamata, neppure su questo c'erano dubbi, ma. Rimaneva quel ma, quel quid che non riusciva ad afferrare, non era la mancanza di figli, né le mille sigarette che fumava.
Le mancava un po' di pepe ad una vita che scorreva lenta e piatta dentro l'appartamento al terzo piano.
L'occasione per Martina venne con l'estate, il caldo di inizio giugno la faceva smaniare, la mattina usciva con due amiche per recarsi in piscina, lì almeno poteva chiacchierare e rinfrescarsi dalla calura che superava i 35 gradi.
Le amiche poi, la facevano divertire con le loro chiacchiere di uomini, Paola in particolare, da sempre una farfallina che volava di pistillo in pistillo, non faceva altro che additare questo o quel ragazzo, scartando ovviamente i sovrappeso e quelli palesemente troppo anziani.
Martina si ritrovò a pensare che dopotutto c'era vita oltre il recinto del suo matrimonio, e infatti cominciò a guardarsi intorno.
L'occasione per fare qualcosa di più che guardare e pensare venne quando iniziarono i lavori di manutenzione alla facciata del palazzo di fronte al quale Martina abitava, una mattina alcuni operai di varia nazionalità iniziarono a montare il ponteggio.
Martina seduta comodamente in salotto mentre parlava al telefono con i clienti di una banca per la quale svolgeva il lavoro di consulenza in smart working, vide di sottecchi un ragazzo dal fisico scolpito, vestito di soli pantaloncini e scarponi, destreggiarsi sull'armatura del ponteggio.
Ebbe un tuffo al cuore e non appena chiusa la telefonata, Martina sì alzò dalla poltrona e si affacciò dalla finestra del soggiorno per rimirare quell'opera d'arte della natura, la pelle colore ebano risaltava alla luce del sole, mandando riflessi d'ebano.
Fu naturale per Martina sentire come una scossa al basso ventre e nel contempo allungare una mano per toccarsi al basso ventre; intanto il ragazzo dalla pelle colore dell'ebano venne raggiunto da un altro dalla pelle bianca e dai capelli color del grano, stesso vestito succinto del primo, Martina non stava capendo più nulla, guardava e si toccava, quella che prima era semplice eccitazione si era trasformata in una masturbazione, facilitata dal fatto che indossava semplicemente una vestaglietta da casa.
Martina si scosse dopo l'orgasmo, si ritirò dalla finestra e quasi cadde sul divano portandosi le mani al volto, si era resa conto di aver fatta una cosa che non era da lei, non le succedeva da anni, da quando era adolescente, di perdersi in fantasie dietro ad un uomo, a più uomini si corresse.
Sentiva in una mano l'odore della sua intimità quindi si alzò e andò a lavarsi le mani, con quel gesto si era scrollata di dosso il senso di colpa, decise di non dire nulla a nessuno di ciò che aveva fatto, per giorni non diede conto neppure a se stessa di quello che succedeva al cantiere davanti casa sua, gli operai intanto erano pure cambiati, a quelli che avevano montato il ponteggio erano subentrati altri meno attraenti e Martina non badò più ai lavori.
L'occasione di trasgredire, si presentò in spiaggia, quando con le solite amiche, dove si commenti delle suddette amiche sulla fauna maschile presente, Martina rispondeva con arguzia e sagacia.
Passa così tutto il mese di luglio e all'arrivo di agosto Martina col marito partono per delle meritate vacanze verso i Caraibi; all'arrivo i due coniugi vengono sopraffatti dall'atmosfera spensierata e dai colori, e i profumi poi, insomma fu come entrare in sogno provenendo da un incubo. Meraviglia ovunque.
E la gente poi, tutti disponibili, sì certo erano dipendenti del resort ma erano spontaneamente simpatici, Martina pensò di aver toccato il paradiso, i giorni a fare escursioni ed a prendere il sole, la sera a ballare e la notte fuoco e fiamme insieme ad un marito dal ritrovato vigore.
Tutto bello ed esagerato, ma si sa la fame viene mangiando e Martina non è che si fosse dimenticata di ciò che le era successo tra giugno e luglio, così la voglia di trasgredire le riprese forte.
L'occasione vera si manifestò il giorno di Ferragosto, era il giorno di festa d'eccezione e tutto il paese ferveva nelle preparazioni già da inizio settimana, balli e sregolatezze dovevano essere la regola, musica e beveraggi per lo più a base alcolica alzavano il livello già alto di allegria ed eccitazione.
Martina non stava nella pelle, leggeva continuamente il testo della lista dei festeggiamenti, e continuamente chiedeva al marito di accompagnarla qui e là; lui da parte sua sorrideva beato, da tempo non la vedeva così allegra e felice quindi era accondiscendente alle richieste della moglie.
Tutto andava per il meglio, la sera del 14 andarono a mangiare in un ristorante, dove bevvero anche i cocktail locali a base di rum e melassa, poi verso l'una di notte rincasarono in albergo, più che brilli.
Il giorno dopo il marito di Martina dovette dare forfait, era ancora ubriaco e lo stomaco non reggeva tra cibo e bevande ingurgitate, fu l'apoteosi tra dissenteria, mal di testa e altri malesseri tipici di un doposbornia da manuale.
Martina non voleva lasciarlo solo, ma lui insistette perché andasse a divertirsi anche se sola e poi aggiunse, bella come sei un cavalier servente lo troverai in un men che non si dica.
Martina tra il disappunto e il dispiaciuto per la situazione, prese il costume da bagno, l'asciugamano e scese in piscina; non ci stette molto però perché il richiamo della festa era forte, musica principalmente forte e ritmata e poi la gente allegra, e niente da fare la voglia di ballare e divertirsi fu più forte dei buoni propositi, pensò al marito e di disse che dopotutto non sarebbe successo nulla e che domani sarebbe tornato quello di sempre, prese il pareo e lo indossò a mo' di gonna, infilò gli zoccoli e alzata di sì incamminò presso l'uscita del resort.
In strada un fiume di gente festosa ballava, c'erano ovviamente i locali ma anche chiassosi americani e molti europei, Martina si lasciò trascinare dalla marea al ritmo di merengue.
Locali creoli bellissimi la circondavano, Martina si lasciava trascinare dalla musica e dall'entusiasmo; l'eccitazione e la frenesia aumentava con l'incalzare della musica, così quando ad un certo punto un gruppo eterogeneo di persone la spinse verso un locale da dove proveniva una musica carioca, lei si lasciò trasportare dall'onda umana.
Dentro su un palco si esibivano quattro ragazze vestite di piume variopinte e ballavano al ritmo di un samba, intorno un mare di uomini e donne di ogni nazionalità presente sull'isola, una babele di lingue che in definitiva gridava la stessa parola, cioè in definitiva un invito a mostrare di più.
Martina si ritrovò accanto al bancone del bar e qualcuno subito le porse un bicchiere di qualcosa, Martina bevve, sentiva il gusto del rum agricolo e del lime, era un daiquiri che bevve di gusto assaporando i vari gusti, non seppe mai di chi era stata la mano che le aveva offerto da bere, ma di sicuro l'effetto dell'alcol fu che la testa le girò immediatamente, bere per Martina era da sempre stato un problema, non reggeva l'alcol e a stomaco vuoto poi era peggio. Tentò di riguadagnare l'uscita, ma ci mise almeno un quarto d'ora, un tempo in cui rimediò un pasticcino, buono; diverse palpate al suo corpo seminudo, ottimo; aveva perso il pareo, va bè pazienza.
Uscita sulla strada, non era per niente dispiaciuta da quell'esperienza, anzi la volle ripetere subito e così si diresse verso l'altro lato della strada; c'era un balcone dove si ballava e dal quale alcune ragazze si esibivano in topless, a Martina piacque la cosa ed entrò nel locale sottostante, più che altro voleva mangiare qualcosa, qualcuno le offrì una birra al quale si oppose fin troppo energicamente, altri le offrirono corone di perline chiedendole di mostrare i seni, alla fine arrivò al bancone e al barman chiese delle samosa, mangiò la frittella ripiena di carne e verdure e si sentì subito meglio e in forma.
Pagò, prese una birra offerta e di guardò intorno, c'era casino ma meno dell'altro locale, il casino veniva da fuori dove la gente fischiava e gridava in direzione del balcone; Martina rivolta al barman chiese in inglese cosa stesse succedendo, al che il tipo rispose che stava avvenendo una gara, a chi mostrava le tette più belle. Ah ecco, rispose Martina, in quella quattro tipi esagitati le si fecero incontro chiedendole di mostrare il seno, Martina rise e poi si spostò i triangoli del reggiseno.
Un urlo salì dalla folla, tutti felici per aver visto quel che la stoffa nascondeva, ma il clamore non era per Martina, bensì per una qualche ragazza che si era esibita al piano di sopra; Martina ci rimase un po' male però fece buon viso alla sorte bonaria e poi vide i ragazzi che si litigavano qualcosa, erano mutandine, sorrise tra sé e poi si avviò sulle scale che salivano al piano superiore.
Scale e corridoi erano assiepati di persone di ogni genere che parlava sopra la musica già alta di per sé, Martina ne fu travolta, quando finalmente arrivò al piano superiore scoprì una vera bolgia, c'era chi scopava liberamente su divani o sedie e le ragazze seminude come lei, andavano e venivano dal balcone sul quale si esibivano. Qualcuno baciò Martina in bocca bacio al quale non si ritrasse più che altro perché non ci fece caso, stordita com'era dall'ambiente, qualcuno le passò di fumare, fece una tirata e poi passò oltre la canna.
Martina era ora sul balcone, guardò giù e le venne un capogiro quindi si ritrasse veloce, poi ripresasi un attimo decise coscientemente di stare al gioco, si tolse il reggiseno e mostrò ciò che la natura le aveva donato; non poteva certo competere con ragazze dal petto pieno e florido, ma le sue pere come le chiamava lei stessa, erano dritte e solide e piacquero.
Piacquero al punto che dal basso venne su un urlo e un applauso di approvazione, Martina era felice di ciò non ne capiva il perché ma si diede come spiegazione il fatto che faceva parte del gioco, infondo era in un paese straniero e si sa, paese che vai regole che trovi.
In realtà l'aveva fatto spontaneamente e coscientemente, nessuna coercizione solo la voglia di mostrarsi e le era piaciuto, quindi rientrò dentro dove in molti la stavano acclamando, le chiesero di uscire di nuovo e fare di più ma a Martina non importava più quello, no invece posato il reggiseno che ancora teneva in mano su una panca, cercò qualcosa da fumare.
Le offrirono una canna con qualcosa che al primo tiro stordì Martina, la quale si appoggiò al muro per riprendersi, poi si scostò e iniziò a ballare.
Presto le si fecero intorno, Martina era bella, aveva un corpo snello e lunghi capelli che si muovevano con la musica, un'altra ragazza prese a ballare con lei, questa si slaccio il reggiseno e poi tolse anche gli slip, ballava nuda davanti ad una eccitata Martina, qualcuno la prese da dietro e passatole le mani sui fianchi prese a mimarne le movenze.
Martina sentiva il calore del corpo e le mani ora sulla sua pancia le mandavano sensazioni che non provava più da tempo, alzò le sue braccia e le portò indietro a carezzare la testa dell'uomo che l'aveva cinta, questi preso il suo gesto per un consenso abbassò una mano fino al pube di Martina ed entrato negli slip la masturbò un poco.
Martina non se ne ebbe a male, anzi si girò e baciò l'uomo vedendolo per la prima volta in viso; ogni velo era caduto ormai quindi si lasciò andare quando lui la prese di peso e la portò in un'altra stanza dove altre coppie stavano facendo sesso.
L'uomo depositò delicatamente Martina si un letto dove però altre due coppie stavano amoreggiando, Martina girò la testa da ambo i lati e ovunque vedeva carne umana in trepido movimento, era al centro di un'orgia e quando l'uomo cercò di sfilarle gli slip, lei non oppose resistenza ma anzi agevolò la manovra alzando il bacino.
Poi toccò a lui denudarsi, rivelando un corpo asciutto e ben dotato di quello che aveva sentito chiamare "big bambù". Martina ne rimase stupita, mai aveva visto una cosa del genere e ne rimase affascinata quando vide l'uomo in tiro.
Lui le si fece sopra e lei lo lasciò entrare in se, assaporando ogni centimetro di quella penetrazione, di fatto Martina era ben lubrificata, stante la continua eccitazione da quando si era tuffata nella festa.
A Martina girava la testa, l'orgia non era solo per i molti corpi sudati e gementi orgasmi, ma per il senso che l'atmosfera dava a tutto; sesso, musica, fumi passivi di un certo tipo che permeavano l'aria, davano al tutto un non so che di mistico, difficile non perdersi in quel microcosmo.
Martina oramai non aveva più la percezione del tempo, vide la ragazza che prima ballava nuda davanti a lei che ora le accarezzava la testa sorridendole e parlandole in una lingua che non capiva e che comunque non avrebbe capito in ogni caso; poi la ragazza si girò di lato e prese in bocca il primo pene che le capitò a tiro.
E così tra un orgasmo e l'altro Martina si rese conto che molti erano gli uomini che avevano goduto di lei, e lei di loro; nel mentre qualcuno le versò in bocca del rum, il fuoco della bevanda la fece rinvenire, si accorse che fuori era scesa la sera, si rese conto che era da pranzo che era lì, tanti uomini l'avevano avuta e lei si sentiva spossata ma felice.
La ragazza che le aveva tenuto la testa ora la guardava seduta sul letto dove lei era distesa, poi la prese per una mano e la portò in un bagno adiacente alla stanza da letto e la mise sotto una doccia.
Le due ragazze fecero la doccia insieme sotto la quale si baciarono, Martina non aveva mai baciato una donna ma la cosa non la sconvolse più di tanto dopo tutto quello che le era successo, anzi le piacque la morbidezza delle labbra della ragazza.
Dopo la doccia uscirono sul balcone per un altro giro di pubblico, quindi Martina voleva tornare dal marito, cercò il costume ma non lo trovò, guardò la ragazza con fare dubbioso e quella compreso il problema scrollò le spalle, la prese per mano, scese per strada nuda com'era e seguita da una Martina pure nuda e allucinata, non aveva mai fatta una cosa così e questo le parve davvero troppo, anche se una volta lì si accorse che pochi ci facevano caso, ed erano tutti turisti.
Il viaggio in realtà fu breve, girato per un vicolo entrarono in una casupola, lì la ragazza senza nome le diede un camicione bianco da legarsi in vita con una corda colorata, Martina era felice, si girò per vestirsi poi giratasi vide la ragazza appoggiata al muro della stanza con un uomo che la montava, lei guardò Martina, le sorrise e le fece il segno internazionale del denaro. Caspita una marchetta pensò Martina, e in un attimo, mi sarò girata al massimo per un minuto e questa Zac!
Guardò la ragazza che con volto inespressivo aspettava che l'uomo finisse di sfogarsi, poi prese il denaro e sorridendo lo fece vedere a Martina, lei però si rese conto che era ora di tornare in albergo dal marito perciò ricambiò il sorriso alla ragazza e prese per uscire, poi ci ripensò e tornata indietro le diede un bacio lungo e spassionato, poi scappò via.
Tornata in strada incontrò il marito che ripresosi dal malessere la stava cercando, lei era stanca ma sorrise al marito, poi lo portò in mezzo alla folla festante, poi domani... domani è un altro giorno e si vedrà il da farsi.
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