Metti che in una notte qualsiasi
di
Lucrezia
genere
trio
Caldo, di un caldo assordante, esagerato, dove è il sudore a comandare e non c'è verso di farlo smettere di mostrarsi al mondo, colla sua umidità costante e l'odore acre che permane nonostante i copiosi risciacqui.
È la notte che da refrigerio, poco a volte ma tant'è che bisogna farselo bastare, ed è proprio di notte che si sopravvive al giorno, occhi stanchi di chi dorme male o non dorme affatto.
È l'immancabile telefonata che mi risveglia dal torpore, sono nuda sul letto distesa a quattro di bastoni, guardo il nome prima di rispondere: "Margie" so già che vuole, so già dove vorrà portarmi, ma sì accetto e rispondo alla telefonata.
Accetto volentieri all'idea di uscire a cercare refrigerio, qui in camera si suda più che in una serra sotto il sole, mi alzo e mi faccio l'ennesima doccia, poi prendo una canottiera tipo vogatore gialla e nera e l'indosso sulla pelle nuda e bagnata, e lunga com'è fin sotto il sedere mi fa da vestito, è sopra che è oscena, l'asola della bretella scende fino in vita e ad ogni passo il mio generoso seno è esposto allo sguardo; mi piace sì esco così è notte e sono una lupa a caccia, indosso zoccoli con la zeppa e via.
Ci incontriamo a piazza Primo Maggio, parcheggiamo tutte e due vicine, cosa non complicata dato che in tutta la piazza ci saranno si e no dieci vetture; Margie scende dalla sua Mazda MX-5 che mi fa invidia e sale sulla mia Duster con la condizionata al massimo, ci baciamo come solo noi possiamo baciarci poi mi guarda e mi fa: giallo e nero, però, sei la Kill Bill del sesso, io rido alla battuta e le dico sì certo e tu chi saresti la Daisy Luke di Hazard? E ridiamo come sceme.
Scendiamo nella notte illuminata dai lampioni e camminiamo nel prato della piazza verso la fontana centrale, Margie non mi stacca gli occhi di dosso e a me fa piacere, mi guarda ed esclama: cazzo Lù quelle tette mi fanno ribollire il sangue, se ci fosse qui Annalisa avrebbe detto Lucré, mortacci, così ce fai morì.
Io rido alla battuta, Margie è un fiume in piena, poi guardo lei al solito minimal con una canottiera bianca semi trasparente corta sotto seno e i micro shorts così micro che se allarga le gambe le escono fuori i piercing labiali.
Dai che siamo messe bene tutte e due, poi le prendo una mano e me la tiro dietro verso la collinetta artificiale ad un lato della piazza, da lì si domina lo spazio, ci sediamo in terra e ci guardiamo intorno, un uomo col cane viene verso la piazza, Margie mi prende un seno con la mano, io la lascio fare lei lo soppesa un po' poi mi chiede se mi va di pomiciare un poco.
Certo che mi va, mi piego verso di lei per baciarla e intanto porto una mano tra le sue cosce per giocare con i suoi piercing mentre le nostre lingue si cercano, si assaporano, io con la punta gioco con la sua scorrendola tutta mentre lei la tiene oscenamente esposta a bocca aperta, incontro il piercing e ci gioco un poco, poi le lascio la mia da leccare. Intanto con un dito le sto scavando la fica, umida, calda, pulsante, come la mia ancora celata dalla maglia che indosso.
Vorrei denudarmi, evito per pudore perché siamo in città ma fosse per me sarei già nuda e disponibile e mentre penso queste cose sento qualcosa di freddo e umido che mi tocca una gamba.
Oddio cos'è esclamò fermandomi dal mio fare, poi guardo ed è un cane, rido come una scema è il cane del tipo di prima che libero dal guinzaglio ci ha raggiunte, io e Margie ridiamo come sceme poi guardiamo giù il tipo che richiama il Golden retriever senza peraltro riuscirci.
Noi ci alziamo e lo raggiungiamo seguite dal cane festante, è un bel tipo sui trenta, ci presentiamo senza un motivo, così ci viene spontaneo farlo come se fossimo gli unici abitanti, passa un'auto veloce, poi indicando il cane ci fa, lui si chiama Libero ed è un guastafeste.
Ma no che guastafeste gli fa eco Margie, è simpatico vero Libero, si chiama come il cane di quella canzone di De Andrè, sì Amico fragile le faccio io; allorché lui iniziò a canticchiare quella particolare strofa che fa "Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta fino a vederle spalancarsi la bocca".
Ma guarda un po' gli fa eco Margie, un cultore di buona musica, e se sono io a stuzzicare i tuoi di pantaloni, poi che fai la apri tu la bocca? Ed in quella allungò una mano verso il "pacco" dell'uomo.
Lui non aprì la bocca ma stette al gioco, Margie guardandomi mi fa "però" e poi accucciatasi gli slacciò i pantaloni ed in definitiva allargò lei la bocca.
Io mi tirai fuori i seni dalla canotta e poi presi a baciare l'uomo, intanto Libero davvero libero di correre dove voleva si era tuffato nella fontana.
Il pompino di Margie non durò a lungo perché il cane tornò indietro e cominciò a scrollarsi l'acqua di dosso bagnandoci.
No, dissi più che altro al vento mentre venivo inzuppata, poi mi tolsi il vestito bagnato restando nuda, e mi sdraiai nell'erba fresca invitando il tipo all'amplesso.
Lui era sopra di me, Margie gli dettava il ritmo con una meno sul culo e intanto baciava alternativamente me e il tipo, che francamente non ci stava capendo più nulla.
Venne copioso sulla mia figa in un momento in cui era scivolato fuori, lasciandomi a becco asciutto, e che cavolo, Margie ne approfittò subito per leccarmela e darmi il mancato sollievo, lei sì che mi capisce.
Dopo poco venni nella sua bocca con un grido strozzato, ci alziamo, io mi rivesto e poi la guardo sorridente.
Hei Margie ma te sei rimasta a becco asciutto, non è giusto dai vieni qui...
... non preoccuparti, ora andiamo a cercare il mio e tu aiuterai me.
Volentieri, e ci allontaniamo nella notte verso il centro città, in lontananza un uomo col cane va verso casa.
PS: chissà se Margie ha una Mazda MX-5
È la notte che da refrigerio, poco a volte ma tant'è che bisogna farselo bastare, ed è proprio di notte che si sopravvive al giorno, occhi stanchi di chi dorme male o non dorme affatto.
È l'immancabile telefonata che mi risveglia dal torpore, sono nuda sul letto distesa a quattro di bastoni, guardo il nome prima di rispondere: "Margie" so già che vuole, so già dove vorrà portarmi, ma sì accetto e rispondo alla telefonata.
Accetto volentieri all'idea di uscire a cercare refrigerio, qui in camera si suda più che in una serra sotto il sole, mi alzo e mi faccio l'ennesima doccia, poi prendo una canottiera tipo vogatore gialla e nera e l'indosso sulla pelle nuda e bagnata, e lunga com'è fin sotto il sedere mi fa da vestito, è sopra che è oscena, l'asola della bretella scende fino in vita e ad ogni passo il mio generoso seno è esposto allo sguardo; mi piace sì esco così è notte e sono una lupa a caccia, indosso zoccoli con la zeppa e via.
Ci incontriamo a piazza Primo Maggio, parcheggiamo tutte e due vicine, cosa non complicata dato che in tutta la piazza ci saranno si e no dieci vetture; Margie scende dalla sua Mazda MX-5 che mi fa invidia e sale sulla mia Duster con la condizionata al massimo, ci baciamo come solo noi possiamo baciarci poi mi guarda e mi fa: giallo e nero, però, sei la Kill Bill del sesso, io rido alla battuta e le dico sì certo e tu chi saresti la Daisy Luke di Hazard? E ridiamo come sceme.
Scendiamo nella notte illuminata dai lampioni e camminiamo nel prato della piazza verso la fontana centrale, Margie non mi stacca gli occhi di dosso e a me fa piacere, mi guarda ed esclama: cazzo Lù quelle tette mi fanno ribollire il sangue, se ci fosse qui Annalisa avrebbe detto Lucré, mortacci, così ce fai morì.
Io rido alla battuta, Margie è un fiume in piena, poi guardo lei al solito minimal con una canottiera bianca semi trasparente corta sotto seno e i micro shorts così micro che se allarga le gambe le escono fuori i piercing labiali.
Dai che siamo messe bene tutte e due, poi le prendo una mano e me la tiro dietro verso la collinetta artificiale ad un lato della piazza, da lì si domina lo spazio, ci sediamo in terra e ci guardiamo intorno, un uomo col cane viene verso la piazza, Margie mi prende un seno con la mano, io la lascio fare lei lo soppesa un po' poi mi chiede se mi va di pomiciare un poco.
Certo che mi va, mi piego verso di lei per baciarla e intanto porto una mano tra le sue cosce per giocare con i suoi piercing mentre le nostre lingue si cercano, si assaporano, io con la punta gioco con la sua scorrendola tutta mentre lei la tiene oscenamente esposta a bocca aperta, incontro il piercing e ci gioco un poco, poi le lascio la mia da leccare. Intanto con un dito le sto scavando la fica, umida, calda, pulsante, come la mia ancora celata dalla maglia che indosso.
Vorrei denudarmi, evito per pudore perché siamo in città ma fosse per me sarei già nuda e disponibile e mentre penso queste cose sento qualcosa di freddo e umido che mi tocca una gamba.
Oddio cos'è esclamò fermandomi dal mio fare, poi guardo ed è un cane, rido come una scema è il cane del tipo di prima che libero dal guinzaglio ci ha raggiunte, io e Margie ridiamo come sceme poi guardiamo giù il tipo che richiama il Golden retriever senza peraltro riuscirci.
Noi ci alziamo e lo raggiungiamo seguite dal cane festante, è un bel tipo sui trenta, ci presentiamo senza un motivo, così ci viene spontaneo farlo come se fossimo gli unici abitanti, passa un'auto veloce, poi indicando il cane ci fa, lui si chiama Libero ed è un guastafeste.
Ma no che guastafeste gli fa eco Margie, è simpatico vero Libero, si chiama come il cane di quella canzone di De Andrè, sì Amico fragile le faccio io; allorché lui iniziò a canticchiare quella particolare strofa che fa "Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta fino a vederle spalancarsi la bocca".
Ma guarda un po' gli fa eco Margie, un cultore di buona musica, e se sono io a stuzzicare i tuoi di pantaloni, poi che fai la apri tu la bocca? Ed in quella allungò una mano verso il "pacco" dell'uomo.
Lui non aprì la bocca ma stette al gioco, Margie guardandomi mi fa "però" e poi accucciatasi gli slacciò i pantaloni ed in definitiva allargò lei la bocca.
Io mi tirai fuori i seni dalla canotta e poi presi a baciare l'uomo, intanto Libero davvero libero di correre dove voleva si era tuffato nella fontana.
Il pompino di Margie non durò a lungo perché il cane tornò indietro e cominciò a scrollarsi l'acqua di dosso bagnandoci.
No, dissi più che altro al vento mentre venivo inzuppata, poi mi tolsi il vestito bagnato restando nuda, e mi sdraiai nell'erba fresca invitando il tipo all'amplesso.
Lui era sopra di me, Margie gli dettava il ritmo con una meno sul culo e intanto baciava alternativamente me e il tipo, che francamente non ci stava capendo più nulla.
Venne copioso sulla mia figa in un momento in cui era scivolato fuori, lasciandomi a becco asciutto, e che cavolo, Margie ne approfittò subito per leccarmela e darmi il mancato sollievo, lei sì che mi capisce.
Dopo poco venni nella sua bocca con un grido strozzato, ci alziamo, io mi rivesto e poi la guardo sorridente.
Hei Margie ma te sei rimasta a becco asciutto, non è giusto dai vieni qui...
... non preoccuparti, ora andiamo a cercare il mio e tu aiuterai me.
Volentieri, e ci allontaniamo nella notte verso il centro città, in lontananza un uomo col cane va verso casa.
PS: chissà se Margie ha una Mazda MX-5
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