Nicola - Capitolo due

di
genere
gay

Capitolo due

Evitai Nic per il resto del giorno; evitai di guardarlo anche quando si sedette di fronte a me per la cena. Dopo il pasto venne un uomo a parlare dei pericoli delle droghe, ma io non vi prestai molta attenzione, continuavo a pensare che Nic probabilmente non avrebbe voluto più fare nulla con me e quel pensiero mi portava sempre più profondamente nella disperazione. Ero stato così vicino a realizzare la mia fantasia e l’avevo lasciata scivolare via. Gli altri leader del campo probabilmente si chiesero se c’era stato un lutto nella mia famiglia!

Dopo la presentazione ‘niente droghe’ tornammo tutti nei nostri alloggi. Lasciai che i miei ragazzi facessero un po’ di casino prima di dire loro di prepararsi per andare a letto. Nic non mi aveva ancora detto una parola e neppure guardato dopo l'incidente nel bagno, ed io cominciai a cercare e pensare a modi per rimettere in pista la nostra relazione. Dopo tutto era un’opportunità troppo ghiotta per fare centro! Ma nell'umore che ero non trovavo niente di positivo e tutto ciò che volevo era fare una doccia ed andare a letto, e magari svegliarmi per trovare che tutto era stato solo un brutto sogno.

Circa 20 minuti dopo lo spegnimento delle luce, dopo essermi assicurato che tutti i ragazzi fossero addormentati, andai ai bagni per fare una doccia. Feci del mio meglio per mantenere la mente sgombra ma la replica stupida ed inutile del pomeriggio nel bagno con Nic continuava a ronzarmi nelle orecchie. Pensai che non sarei stato capace di occuparmi dei 7 giorni seguenti senza il sorriso innocente e meraviglioso di Nic che mi salutava ogni mattina, o i suoi occhi grigio-verdi che brillavano mentre mi ascoltava spiegare ai ragazzi come pescare. Per la frustrazione diedi un forte pugno alla parete della doccia, una volta, due volte, tre volte, finché il male alle nocche non mi fece smettere. ‘Sei un idiota!’ mi dissi quando l'onda di rabbia si affievolì. ‘Eri stato fortunato a trovare quello che desideravi, più fortunato ancora che lui volesse provarlo e non ti avesse denunciato per abuso di minore. Ora cerca una nuova via e muoviti!’
Con questa determinazione in mente, chiusi la doccia ed uscii dallo scomparto.
Vidi Nicola nudo di fronte a me.
Letteralmente mi bloccai con la gamba a mezz’aria, il piede destro fermo in aria. Sbattei le palpebre alcune volte per assicurarmi che gli occhi non stessero giocandomi qualche scherzo. Ma no, Nic era veramente là, il suo giovane corpo magnificamente illuminato dalle luci del bagno, il suoi brillanti occhi grigio-verde, i suoi capelli biondi che facevano il solletico alle sue sopracciglia. I miei occhi scesero lungo il suo corpo, ubriacandosi dei suoi piccoli capezzoli rosa, del suo ombelico stretto, delle sue gambe lunghe e snelle. Notai che le sue mani stavano coprendo il suo inguine, ma mentre lo guardavo confuso, lui le spostò lentamente per rivelare il suo pene, completamente eretto che puntava in fuori. Tornai ad alzare lo sguardo ai suoi occhi e vidi un sorriso comparire sul suo viso.
Feci due rapidi passi verso di lui e lo avvolsi con le mie braccia, tirandolo stretto a me, sentendo il suo torace sollevarsi ed abbassarsi mentre lui respirava affannosamente, sentendo il suo cuore battere forte, sentendo l’impronta del suo uccello duro contro il mio corpo, la mia asta divenne eretta a tempo di record per unirsi alla sua. Poi mi allontanai e lo guardai negli occhi ed oltre, nella sua anima, e, gettando ogni cautela e logica al vento, mi chinai, tirai la sua faccia verso la mia e pigiai le mie labbra sulle sue per baciarlo con una passione che conoscevo per la prima volta. Con mio gran stupore lui rispose al bacio con la stessa passione e intensità, spinse profondamente la lingua nella mia bocca, le sue braccia mi carezzavano la schiena. Non avrei mai pensato che un ragazzo così giovane potesse avere tanta passione e maturità, eppure ne avevo la prova, era tra le mie braccio che mi stava dando il suo amore.
“Devo supporre” Bisbigliai una volta interrotto il nostro bacio: “Che mi hai perdonato.”
Lui mi guardò stranamente: “Perché avrei dovuto perdonarti?” Chiese. “Sono stato io in fallo questo pomeriggio.”
Sorrisi sollevato: “Ognuno di noi è da biasimare.” Gli dissi. Fissai il suo pene rigido, più piccolo e più sottile del mio, che puntava in fuori come il mio e mormorai: “Dobbiamo riprendere da dove abbiamo interrotto?”
“Mi sembra una buona cosa.” Rispose. Io lo presi per mano e lo condussi in uno dei box del bagno. Chiusi la porta dietro di noi, poi ci sedemmo uno di fianco all’altro protendendo le gambe di fronte a noi, immediatamente prendemmo il pene dell'altro e cominciammo a menarlo. Io stavo già colando pre eiaculazione, ma Nic non ci fece caso questa volta; infatti la usò come lubrificante per aiutare la sua mano a scivolare più agevolmente su e giù sulla mia asta. Pensai che lui non fosse ancora fisicamente in grado di produrre del liquido pre seminale, così mi sputai sulla mano ed usai la saliva come lubrificante sulla sua asta. Ben presto stavamo lamentandoci per il piacere.
Poi un'idea sbocciò nella mia testa: “Aspetta un secondo.” Dissi togliendo la sua mano dal mio uccello. Lui mi guardò interrogativamente. “Vuoi provare qualche cosa di diverso?” Lui accennò col capo. “Ok, chiudi gli occhi ed abbi fiducia in me.” Lui fece come gli avevo detto, chiudendo gli occhi ed appoggiandosi indietro, usando le braccia come appoggio. Io non l’avevo mai fatto prima di allora, ma ne avevo sentito parlare e di quello che faceva sentire ad un ragazzo… mi chinai portando la mia faccia vicino al suo uccello rigido. Poi aprii la bocca e sommersi il suo pene. Nic ansò e tutto il suo corpo rabbrividì mentre io lavoravo con la mia lingua su e giù sulla sua asta, leccandone ogni centimetro, assaporando lo strano gusto dolce. Il caldo aroma muschiato del suo inguine riempì le mie narici rendendomi selvaggio, intensificando la mia passione e facendomi succhiare ancora più forte. Lui gemette forte, il suo corpo spasimò di nuovo. Mi tolsi il cazzo dalla bocca e cominciai a leccare il suo scroto contratto, facendo rotolare le sue palle con la mia lingua, mentre usavo una mano per spremere continuamente la sua asta. Poi abbassai ulteriormente la bocca e dopo avergli allargato delicatamente le gambe ed avergli fatto alzare un po’ il culo dal pavimento, misi la lingua sul suo buco del culo. Attaccai quel buco con abbandono, godendo del modo in cui il suo corpo si contorceva mentre tentavo di penetrarglielo la mia lingua. Mentre gli leccavo il buco, cominciai a carezzargli il pene con la destra e le palle con la sinistra. Era in estasi, lo sentivo, ed anch’io lo ero, sapendo quanto piacere gli stavo dando.
“Quello che sento è stupendo!” Anelò quando ripresi a succhiargli il cazzo mentre usavo l’indice per stuzzicargli il buco: “Ma c’è qualche cosa…,” inspirò per inumidirsi la gola asciutta e si leccò le labbra: “… sento qualche cosa di strano. Uh, qualche cosa di veramente strano. Io non… uhhhhh!”
Per me fu uno schock, il suo pene esplose, emettendo sperma caldo a getti che scendevano nella mia gola. Mi ci volle qualche secondo per rendermi conto di quello che stava succedendo: stava eiaculando! Quindi non era fisicamente incapace! Lo succhiai ancora più forte, ingoiando impazientemente il suo sperma mentre veniva sparato fuori e spremendogli delicatamente le palle per aumentare il flusso. La sua sborra aveva un sapore salato e lievemente amaro, ma non ci feci caso, la ingoiai tutta. Finalmente il suo pene smise di spasimare, il flusso di sperma gocciolò, si fermò ed il suo uccello divenne molle. Lo lasciai scivolare fuori della mia bocca mentre gli davo un finale bacio amoroso alla punta, prima di guardarlo in faccia. Il suo corpo era sollevato, il suo torace saliva e scendeva rapidamente. I suoi occhi erano ancora chiusi, ma la sua faccia era ardente ed aveva un sorriso da orecchio ad orecchio. Mi sdraiai accanto a lui e lo baciai di nuovo, facendogli assaggiare il suo sperma, e di nuovo le nostre lingue ballarono insieme.
Molti minuti più tardi si alzò appoggiandosi alle braccia e mi guardò. “È…” bisbigliò: “… è stato assolutamente incredibile! È quello che si chiama sesso?”
Passai lentamente una mano tra i suoi capelli biondi e lunghi: “Credo di sì.” Risposi.
“Era incredibile.” Ripeté dopo un po'. “Ed io voglio farlo a te.”
“Lo dici sul serio?” Gli chiesi mentre percorrevo la sua giovane faccia alla ricerca di un segno di insincerità. Lui accennò col capo vigorosamente ed appoggiò la sua richiesta strisciando su di me, prendendo il mio uccello e posizionandoci sopra la bocca.
“Io sono più vecchio di te, Nic, quando sparerò probabilmente sarà molto più forte.” l'avvertii.
“Ma io voglio farlo!” Ripeté deciso e prima che io potessi rispondere abbassò la testa e fece scivolare il mio cazzo nella sua bocca.
Oh… Mio…
Non ho mai provato e dubito che mai proverò qualche cosa del genere, la sua giovane bocca si mosse su e giù sulla mia asta e la sua lingua tracciò linee lungo la testa. Provò anche ad aprire la mia fessura con la lingua, e che quasi mi spedì al limite del piacere. La testa pompava su e giù impaziente e la sua piccola mano stringeva la base del mio uccello per tenerlo puntato verso di sé. Mi sto ancora chiedendo come fece, ma fu capace di prendere in gola tutta la mia asta senza soffocare.
Dopo aver succhiato e leccato intensamente per un po’, cambiò posizione in modo da potermi guardare mentre lo faceva, io gli carezzai i capelli e gli spostai il ciuffo dalle sopracciglia. Poi, come io avevo fatto con lui, tolse la bocca dal mio uccello e cominciò a leccarmi le palle mentre continuava a lavorare l’asta con la mano, le sue dita non riuscivano ad avvolgerla completamente ma ciononostante riusciva a menarmelo.
Poi si fermò per un momento e disse: “Voglio leccarti il culo come hai fatto con me.” Lo disse senza alcuna repulsione, l'unica cosa che sentivo nella sua voce era desiderio di farmi sentire il piacere che avevo fatto sentire a lui.
“Vai ragazzo!” Dissi allargando le gambe ed alzando un po’ il culo da terra per facilitargli l’accesso. Poi vidi la sua testa scomparire tra le mie gambe e cominciai a sentire i leggeri colpi della sua lingua contro il mio buco del culo. Rapidamente cominciò a leccare intorno e fece numerosi tentativi di penetrarlo. Io tentai di rilassarlo quanto possibile per aiutarlo e poi iniziò a spingere la lingua nel buco. Era una sensazione incredibile e lo shock della strana intrusione mi fece stringere di nuovo costringendolo ad uscire.
“È stata una sensazione magnifica!” Gli dissi: “Ma il mio cazzo ha bisogno di assistenza. Vuoi farci qualcosa?”
Lui sbirciò tra le mie gambe, sorridendo si arrampicò su di me e divorò il mio pene. Ancora una volta prese la mia completa lunghezza senza ritirarsi, poi mi lasciò uscire lentamente per poi cominciare a leccare tutta l’asta.
“Mmm, Nic è incredibile! Sto godendo veramente!”
In risposta alla mia asserzione lui raddoppiò gli sforzi sull’uccello prendendone la completa lunghezza per qualche secondo, poi facendolo uscire di nuovo e poi riprendendolo e rilasciandolo. Si voltò anche, mettendosi a gambe divaricate sul mio torace in modo che il suo sedere si trovasse di fronte a me.
“Leccami ancora il sedere!” Mi chiese tra le leccate. Io guardai bramosamente il suo culo, poi gli afferrai le anche e lo tirai più vicino. Quando il suo sedere fu a pochi centimetri dalla mia faccia, misi fuori la lingua e cominciai a fare il solletico al suo buco leccando intorno e pigiando dentro quanto potevo. Poi pensai che se il suo culo era proprio di fronte a me, il suo pene doveva essere a portata e avevo un desiderio improvviso di giocarci un po’. Feci scivolare le mani intorno alle sue anche finché non trovai l’asta. Era molle ma ci posi rimedio rapidamente carezzandolo con forza e strofinandolo. Contemporaneamente ripresi a leccargli il buco del culo mentre sentivo il mio orgasmo che si avvicinava ad alta velocità. Smisi di leccarlo per annunciargli quello che stava per accadere. Lui non si interruppe; continuò a muovere la testa su e giù sulla mia asta, ingoiandola e poi lasciandola scivolare di nuovo fuori fino alla punta mentre la lingua si muoveva in modo casuale sul mio uccello. Ora ero veramente vicino e più mi avvicinavo alla mia esplosione, più carezzavo il suo pene velocemente. Poi Nic tornò a sorprendermi quando il suo corpo diede una scossa e sentii il suo cazzo eruttare ancora ed il suo caldo sperma fu sparato sopra il mio stomaco, il suo corpo vibrava attraversato dal suo secondo orgasmo. Era quello di cui avevo bisogno e con un forte lamento di pura estasi, io eiaculai, il mio pene pompò onda dopo onda di sperma nella sua gola. Non ne perse una goccia, lo prese tutto ingoiando rapidamente, mungendomi fino alla fine. Io strinsi con forza la sua asta mentre il suo orgasmo gradualmente diminuiva e la sua bocca coprì il mio pene fino a che non finii.
Alla fine, a circa 10 minuti da quando Nic mi aveva sorpreso ad uscire dallo scomparto della doccia, ma che a me erano sembrati lunghi come una vita, il bel ragazzo rotolò via da me, si girò e strisciò al mio fianco mettendo un braccio sul mio torace.
“Grazie Nic!” Mormorai quando finalmente ritrovai l'energia per parlare.
“Piacere mio!” Rispose, la sua voce era ancora di ragazzino ma con un che di maturità che lo faceva sembrare di molti anni più vecchio. “Direi che potremmo metterci distesi qui ogni notte.” Aggiunse dopo un po'.
“Perché no.” Dissi d’accordo. In quel momento mi rammentai che sarebbe stato spiacevole se qualcuno fosse entrato e ci avesse sentiti in un box del bagno! Forse era una buon idea ritornare presto a letto.
Mi alzai e guardai il ragazzo che giaceva sul pavimento di fronte a me, i miei occhi immagazzinarono ogni dettaglio del suo giovane corpo liscio: la sua faccia innocente con quegli occhi grigio-verdi e quel largo sorriso, il suo torace stretto con accenni dei muscoli futuri che cominciavano a comparire, la sua giovane e bella virilità che ora giaceva semi-eretta sul suo inguine con le ultime tracce dei suoi primi orgasmi. Era perfetto, compresi allora, perfetto in ogni punto di vista.
“Cosa c’è?” Lui chiese osservando evidentemente il mio sorriso di soddisfazione.
“Sono solo tanto felice che tu sia entrato nella mia vita.” Gli dissi offrendogli una mano per alzarsi. Lui la prese ed io lo tirai in piedi. Ci rivestimmo rapidamente, poi ritornammo nei nostri alloggi, Nic alcuni minuti prima di me nel caso qualcuno stesse guardando. Quando entrai quietamente nel mio letto pensai a quello che era accaduto, tentando di comprendere le emozioni che mi assalivano. Ma in breve mi addormentai con le immagini di Nic nelle mie braccia, contento e felice.

La mattina seguente, dopo la colazione, i ragazzi avevano un po’ di tempo libero prima di cominciare le attività. Nic mi disse che voleva parlarmi, così io lo condussi all'altra riva del lago dove c’era relativamente un po’ più di privacy.
“Cosa c’è ragazzo?” Chiesi.
Nic mi guardò profondamente negli occhi e disse: “Sarebbe da gay se ti dicessi che penso di amarti?”
Io risi: “Sei troppo giovane, Nic. Sei è un gran ragazzo e mi piaci veramente, ma non penso che tu sappia veramente cos’è l’amore. Nessuna offesa.”
“Ma io so quello che sto sentendo!” Insistette. “So di essere solo un ragazzo, ma io so che cosa è l’amore. I miei sentimenti per te ora… sono veramente speciali.” Mi guardò con occhi imploranti, come se fosse disperato.
Io sospirai e misi le mani sulle sue spalle. “Guarda Nic.” dissi scegliendo attentamente le parole per evitare di colpirlo come avevo fatto il giorno precedente: “Anche se tu mi ami realmente, questo non funzionerebbe mai. Tu sei un ragazzo ed io sono un adulto, e se si venisse a sapere cosa abbiamo fatto la notte scorsa…, io potrei essere spedito in prigione!”
“Ma mi piace!” Insistette.
“Lo so!” Lo calmai: “Ed anche a me. Ma questa è la realtà delle cose. Mi spiace, mi spiace veramente.”
Lo guardai profondamente nei suoi occhi grigio-verdi, e mentre lo facevo esaminai i sentimenti che avevo per lui, erano cresciuti da quando l’avevo incontrato anche se avevo tentato così disperatamente di sopprimerli per paura che il mio segreto fosse scoperto. Ora erano in me, potenti ed innegabili. Potevo essere realmente innamorato di quel ragazzo?
“Tu mi piaci, Nic, veramente.” Gli dissi di nuovo. “Penso anche di poterti amare. Ma questo non può funzionare. Capisci?”
“Sì, credo di sì.” Mormorò, ma non sembrava completamente convinto. Allora lo attrassi a me e l'abbracciai forte. Alcuni secondi più tardi lo lasciai andare: “Per ora possiamo rimanere buoni amici? E se fra qualche anno saremo ancora amici e tu deciderai di amarmi, bene, potremo vedere quello che accadrà.”
La sua faccia tornò tranquilla mentre ci pensava: “Ok.” Disse alla fine.
“Bene, ora ritorniamo con gli altri prima che qualcuno diventi diffidente.”

Non feci altro con Nic durante quel campo, la mia relazione con lui ritornò normale, tornai a mettergli un braccio sulle spalle mentre andavamo a colazione o a dargli allegri pugni sul braccio se diceva qualche cosa di sciocco. Una volta che fu tornato a casa rimanemmo in contatto via e-mail e ci vedemmo di tanto in tanto ma guardandoci bene dal fare qualsiasi cosa che ci tradisse.

E così il tempo passò, Nic gradualmente lasciò la fanciullezza dietro di sé e divenne un teenager e finalmente un giovanotto. Devo ammettere onestamente che non credevo che avrebbe conservato la sua idea di amarmi, che mi avrebbe dimenticato ed avrebbe trovato qualcuno della sua età di cui innamorarsi. Ma qualche cosa di incredibilmente speciale doveva essere accaduto quel venerdì al campo perché mi ricordava segretamente, ogni volta che lo vedevo, che ero io quello che amava e con cui voleva passare la sua vita. E mentre cresceva e la sua determinazione si fortificava, così succedeva anche ai miei sentimenti per lui, finché alla fine sentii per lui quello che lui sentiva per me.
E così, nonostante avessi tentato inizialmente di contrastare i miei sentimenti per lui, ignorarli e fingere che non esistessero, nonostante i miei tentativi di dirmi che non potevo e non dovevo amare un ragazzo, sembrò che il destino avesse deciso che noi dovevamo stare insieme.
Grazie a Dio per aver deciso quel destino.

Poi venne il momento del diciottesimo compleanno di Nic. Lui disse che progettava qualche cosa di speciale. Io potevo avere un'idea di cosa aspettarmi, ma attendevo la sorpresa, come lui mi aveva sorpreso quella sera quando uscii da un box doccia al campo estivo ed uscii nel mio futuro.

Attendo le vostre considerazioni, grazie
di
scritto il
2016-10-10
3 . 5 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Nicola - Capitolo uno

racconto sucessivo

Nicola - Capitolo tre
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.