Rinascita di una donna - Ottava Parte – Primi passi

di
genere
bondage

Era passata circa una settimana dalla sua ultima avventura con il suo compagno di ballo nel vicolo buio e da allora le cose erano cambiate ancora; Andrea aveva abbandonato la scuola di Tango adducendo un improvviso cambiamento di sede di lavoro.
Angela non ne era particolarmente dispiaciuta, non era stata una brutta esperienza, ma qualcosa dentro di lei, le suggeriva che dopo sarebbe potuto essere solo peggio, una minestra riscaldata; inoltre era venuto a mancare qualcosa in quel rapporto violento che avevano consumato, consumata l'adrenalina dei primi momenti, dopo il tutto si era come dire un po' appiattito.
Parlandone con Marco aveva tirato fuori tutti i suoi dubbi ed entrambi avevano convenuto che l'esperienza sarebbe stato meglio se fosse rimasta un caso isolato.
Il tempo passava e il suo bisogno di sesso tornava a bussarle alla porta, Marco era ancora lontano per lavoro e non poteva venirle in aiuto, si rese conto che tutte le sue ultime esperienze, fatta eccezione di quella mezza delusione nel vicolo, erano state in qualche modo frutto della sua connessione con il suo amico di letto.
L'autoerotismo e i nuovi giocattoli per qualche giorno erano bastati, ma adesso sentiva il bisogno di avere carne viva, pelle calda sotto le mani e quindi dopo molti tentennamenti si mise a fare una ricerca su alcuni siti a tema scambio di coppia e BDSM.
Aveva frequentato alcuni di questi siti circa tre anni prima, ma poi non era riuscita a rapportarsi con i frequentatori di queste community e si era collegata sempre più sporadicamente sino a cancellarsi definitivamente.
Si era inconsciamente resa conto che il sesso vanilla in qualche modo, pur con tutti i suoi pregi, non le bastava più, quindi consapevole della sua inesperienza decise per un approccio che credeva più soft e non cerò un dominante puro, ma uno switch, pensando che quest'ultimi fossero un po' più malleabili.
Inutile dire che non appena si collegò entrando nella community fu presa d'assalto, e a nulla valsero i suoi tentativi di allontanare gentilmente dicendo che non era interessata.
Iniziò a collezionare, ad ogni rifiuto, ogni genere di risposta, dagli epiteti più sboccati a quelli più improbabili da “volpe e l'uva”, passando per autentiche recite di vittimismo.
Passava ogni sera dopo cena a leggere interventi, annunci, per capire e sondare un po' gli utenti che avrebbero potuto interessarle, senza grandi risultati, si era risolta che se al terzo giorno di ricerca non avesse trovato qualcuno che la solleticasse si sarebbe ritirata in buon ordine rassegnandosi ad aprire nuovamente il cassetto di sex toys.
Fu a quel punto che si ripresentò un uomo che l'aveva avvicinata nelle sue prime esperienze anni prima su quel sito, solamente a quell'epoca lei neppure sapeva cosa fosse il BDSM, “una roba da pervertiti”.
Era stato il suo primo incontro tre anni prima, uno dei suoi primi contatti con cui aveva avuto anche un fugace appuntamento una sera: cena poi basta. Non erano seguiti ulteriori incontri, lo aveva cestinato.
Quella sera però era capitato sul suo profilo, non sapeva se l'avesse riconosciuta o semplicemente perché era in caccia e lei poteva essere il suo tipo, l'aveva contattata, da cosa nasce cosa ed alla fine lei gli aveva confessato che si erano già precedentemente incontrati ed avevano ripreso i contatti.
Passarono qualche giorno a parlare e riprendere il filo delle loro esperienze, Angela gli confidò cautamente che aveva iniziato un percorso BDSM ed aveva fatto alcune esperienze.
L'uomo, che rispondeva al nome di Enrico, si dimostrò molto interessato a questa cosa, dicendo che anche lui praticava ed era uno switch con tendenze prevalentemente dominanti.
Angela a quella rivelazione ebbe una scarica di adrenalina e un caldo intenso cominciò ad irradiarsi dal suo bassoventre, cazzo...si stava davvero “imputtanendo”, pensò in un misto di soddisfazione, eccitazione e vergogna.
Concordarono di incontrarsi in un motel poco fuori la zona industriale, era uno di quegli hotel a ore prevalentemente frequentato da persone come loro che volevano ritagliarsi una parentesi di riservatezza.
Concordarono di incontrarsi un parcheggio poco lontano, lui non avrebbe parlato fino all'ingresso nella stanza dell'hotel in cui ci sarebbero visti.
Lei aveva solo l'obbligo di portarsi il vibratore esterno e di indossare un intimo concordato in precedenza: un reggiseno che le avrebbe spinto fuori le tette ed esposto totalmente il seno, perizoma nero ed autoreggenti del medesimo colore.... guardandosi allo specchio prima di uscire si era sentita una Troia pronta a battere.
Arrivata al parcheggio lei era salita sulla macchina di lui e senza dire una parola, era entrato dentro l'area della portineria, dove ci si poteva registrare senza neppure scendere dall'auto .
Il portiere di notte li guardò svogliatamente ritornando quasi subito a guardare la partita sul televisore nella sua guardiola.
La consegna del silenzio andò a farsi fottere quasi subito perché lui, non trovò la sua carta d'identità e nella disperata ricerca tirò fuori dal portafoglio, tutti i biglietti da visita e le fidelity card, cosa che spezzò la tensione del silenzio facendo scoppiare Angela in una risata che di fatto rompeva il silenzio.
Con il senno di poi, a cose fatte si rese conto che quell'artificio voluto da lui era alla fine una promessa che si erano fatti senza veramente credere che sarebbero riusciti a mantenere.
Il Motel come detto precedentemente era del tipo studiato proprio per gli incontri finalizzati al sesso, quindi arrivarono con la loro auto nel parcheggio a loro assegnato che dava direttamente sulla porta della stanza che avevano preso.
Angela si ricordò che più giovane, prima di sposarsi, era già stata lì con qualche sua avventura dell'epoca, prima che la vita l'avesse appiattita per poi risvegliarla in questi ultimi mesi, pensò sorridendo tra se e sé che quei muri avrebbero rivisto il suo culo e le sue tette.
Accesero le luci, molte cose erano cambiate dalla decina di anni prima in cui vi era stata, un grande specchio troneggiava su una parete e il letto sembrava fatto, non per dormire quanto per essere comodo nelle evoluzioni amatorie, la stanza era fredda, cosa che li costrinse ad accendere subito il riscaldamento e rese necessario a lei recarsi in bagno a fare pipì.
Terminato che ebbe era tornata in camera da letto dove lui nel frattempo si era tolto il soprabito e si era messo seduto in un angolo sull'unica poltrona che controllava l'ingresso del bagno; subito le chiese di spogliarsi e di mostrarsi con indosso solo l' intimo.
Eccitata e un po' agitata, Angela rientrò nel bagno , si sfilò il vestitino rimanendo solo con la biancheria intima, si guardò nello specchio sopra il lavandino e si disse che sembrava una puttana attempata in esposizione di perizoma e autoreggenti.
L'unico altro complemento d'abbigliamento che aveva tenuto erano le sue scarpe tacco 12 e con esse si apprestò a ritornare in camera da letto.
Prima però di uscire dal bagno dal bagno, afferrò un telo spugna ponendolo davanti al viso, proprio come una tela, una sorta di ultima difesa per l'imbarazzo che ora , alla resa dei conti , stava cominciando a provare.
Superfluo dire che lui non glielo fece tenere e le chiese di levarlo, la donna lo lasciò cadere a terra . In quel preciso momento l'attraversò l'irrazionale pensiero che lui ci avrebbe ripensato, che non l'avrebbe trovata attraente, nemmeno scopabile...si la paura in certi momenti fa davvero brutti scherzi...ma lui disse soltanto: "che bello spettacolo " … ad Angela non rimase che tirare un grosso respiro di sollievo, che, è il caso di dirlo, gonfiò i suoi seni già abbondantemente esposti.
Si avviò verso di lui, che le chiese di prendere il guinzaglio, ma di farlo mettendosi a carponi e afferrarlo con la bocca come la cagna che ora iniziava a sentirsi.
Angela sorride ed esegue e gattonando sul pavimento coperto da uno spesso tappeto arriva sino alle gambe accavallate di lui adagiandoglielo sul grembo.
Enrico prende in mano il guinzaglio soppesando per un secondo il moschettone, poi con la mano libera afferra da dietro di sé il collare con cui le cinge il collo e lo chiude, per poi agganciare il guinzaglio... click....
Un attimo ed eccola trasformarsi in una cagna da portare a spasso nella stanza, con repentini cambi di direzione, strattoni , indirizzamenti.
Lo specchio enorme di fronte al letto, rifletteva questa scena che lei ogni tanto cercava di guardare con la coda dell'occhio, poi, ad un segnale di Enrico la fece salire sul letto, facendola rimanere in ginocchio nuda ed eretta.
Lui ora l'ha esposta e comoda per stringerne le tette e strizzare un po' i capezzoli, nel contempo mordere il collo, sino ad avvicinarsi all'orecchio per sussurrarle "a 4 zampe adesso ed adesso guardati nello specchio".
La donna ora può guardarsi senza temere di rompere la sua concentrazione nel gioco: il trovarsi con un quasi estraneo, 'ordine di guardarsi mentre è vestita di quei pochi ritagli di stoffa... non si era mai guardata vestita così... cazzo se le piaceva guardare quella donna riflessa nello specchio!
A quel punto lui iniziò a colpirla, strano come dopo si accorse che aveva percepito prima lo schiocco della mano di lui contro il suo culo, del calore bruciante della sculacciata, ora i giochi entravano nel vivo.
Continuò così per circa un quarto d'ora, poi la colpì con una cosa che credette fosse un paddle, ma dalla sua posizione non le fu possibile capirlo, perché l'aveva fatta girare sul letto e dalla sua visuale poteva vedere solo sé stessa.
Ad ogni colpo inarcava la schiena, muoveva i fianchi, non le chiese mai di contare i colpi quindi presto perse la cognizione, Marco gliene aveva vibrati di più forti, ma se li godette tutti sorridendo per ciascuno di essi.
Terminata la verberazione senza troppe cerimonie le mise il cazzo in bocca tendola li a succhiare e leccare per una quantità di tempo infinita, la scopò in fica una volta, uscendo alla fine per venirle in faccia.
Poi tutto divenne indistinto, come se stesse accadendo a qualcun altra …. due ore più tardi era in auto con i capelli umidi della doccia e i fianchi solo leggermente doloranti che guidava verso casa....
Riguadagnò il letto e vi addormentò senza ulteriori indugi.


La sveglia non suonò proprio, ed erano le 10 ed un quarto quando i contorni del giorno fecero capolino dalla finestra che aveva l'avvolgibile non completamente abbassato.
La prima cosa che vide aprendo gli occhi fu la sua biancheria intima della sera prima appoggiata sul lo schienale della sedia di fronte al letto.
Sul comodino il cellulare lampeggia...un messaggio in entrata.
Lo afferra e legge, un messaggio di Mary, Angela ripensa al loro incontro con un brivido di eccitazione, la saluta e le dice che Marco ha chiesto di avvisarla che tornerà prima e che arriverà intorno alle dieci a casa sua.
La radiosveglia ora segna le 10 e tredici minuti, il tempo di scuotere gli occhi ancora una volta, e un rumore le trapana le orecchie, è il campanello della porta...cazzo! È già qui.
Cerca intorno a sé qualcosa per rivestirsi, ma alla fine afferra il lenzuolo drappeggiandoselo intorno al petto e alla vita e strisciando per la maggior parte di esso sul pavimento, si reca ad aprire.
Controlla dallo spioncino e verifica... è Marco, barba lunga di una settimana e occhi un po' scavati, deve aver guidato tutta la notte per poterle fare questa sorpresa.
Cerca di rassettarsi i capelli , poi si rende conto di essere nuda e con un lenzuolo addosso e sta per aprire all'uomo che se l'è scopata in tutti i modi negli ultimi mesi e apre senza farlo attendere ulteriormente.
Marco la guarda con un mezzo sorriso
“dai che cazzo fai li imbambolato entra che mica posso farmi vedere da tutto il vicinato così”
L'uomo entra e appoggia a terra un borsone, il tempo di chiudere la porta e la stringe a se per un bacio mozzafiato, e le sue mani sono già ad impadronirsi delle tette, mandando il resto del lenzuolo a terra.
Nuda tra le sue mani, schiacciata contro il suo giubbotto di pelle gelido, Angela si divincola ridendo ma lui non la molla., sino a che non esaurisce la furia di quel primo abbraccio e le permette di distaccarsi.
“sei un bruto!” prova a dire fintamente arrabbiata
Marco stende le braccia quasi a minacciare di riprenderla e lei scappa via nuda verso la camera da letto in un ballare di tette e chiappe, l'amico la segue con lo sguardo scomparire dietro l'angolo della porta della camera da letto.


Angela è tornata a letto, l'acqua nella doccia ha finito di scorrere e i passi si avvicinano, Marco compare dentro l'accappatoio rosa della padrona di casa.
“ il rosa ti dona” civetta lei , provando ad afferrare il cellulare per scattare una foto all'uomo che ne intercetta il braccio al volo .
Finiscono per fare la lotta nel letto nudi mentre l'accappatoio umido raggiunge il pavimento , di lì è un attimo al prendersi e afferrarsi.
Poi Marco smette si alza apre il borsone e ne estrae una corda, rapido la lega per i polsi alla testiera del letto e le caviglie alle gambe della pediera, lasciandola nuda, aperta ed esposta.
Afferra la sua cintura e le chiede se vuole la ballgag in bocca, la donna scuote la testa sorridendo.
I colpi della cinghia iniziano a sferzare lenti acquisendo sempre maggior forza, carica e colpisce...carica e colpisce...carica e colpisce.
Gambe, fianchi, con minore intensità le tette e la fica; si interrompe solo per prendere il Magic Wand e piazzarglielo alla massima velocità tra le gambe prima di riprendere.
Si interrompe una altra volta per mettersi vicino a lei e ficcarle il cazzo in bocca, per poi ricominciare.
Angela mugola, geme, si lamenta, guaisce come una cagna, ma non smette si succhiare il cazzo del suo uomo, non smette neppure quando il primo orgasmo le arriva come una martellata sulle tempie.
I colpi continuano, il ronzio del Magic Wand anche, il secondo orgasmo la travolge mentre Marco le si scarica in bocca e lei cerca freneticamente di deglutire giù la sua sborra, i capelli imprigionati tra le nocche di una sua mano a tenerla ferma.
Ma quel marchingegno infernale che ha tra le cosce continua a ronzare e a martellarle il clitoride senza pietà e così arriva il terzo orgasmo a trovarla sudata, ansante, mentre con la bocca libera ora lo supplica di darle tregua.
Lui la ignora e il quarto sta montando quando di colpo sembra accogliere le sue suppliche , in realtà Marco ha in mentre qualcosa: le slega le caviglie e la fa girare sulla pancia, ma non prima di sistemarle i cuscini sotto.
Poi risolutamente le reimmobilizza le caviglie lasciandola spalancata, Angela è eccitata e terrorizzata insieme al pensiero che le piazzi ancora il Magic Wand tra le cosce, sebbene interrompendo sia riuscita a riprendere un po' di fiato.
Si sente apre e capisce che le sta occupando la fica con un grosso fallo di silicone che ha nel comodino venti cm per cinque di diametro, la riempie tutta, poi sente la saliva calda e viscosa colarle sul solco del culo e capisce...
Marco la incula con voglia e forza, ma senza esagerare all'inizio, vuole che si adatti per potersi scatenare nel rush finale.
Le afferra i capelli, la tira a se, le strizza i capezzoli mentre il suo martello di carne le scovola il culo , geme e urla per dolore e piacere...
Si bagna al punto che contraendo i muscoli vaginali fa uscire fuori parzialmente il dildo, che Marco prontamente le ricaccia dentro e che lei sente muovere spostato dalla membrana che divide la sua vagina dal retto.
Si sente aperta, posseduta...presa....e quando alla fine, lui le sborra dentro... sua.


Eccoli qui ansanti a riprendere il fiato sul letto che mostra il materasso, con tutte le lenzuola e coperte scalzate e a terra.
Marco sta guardando qualcosa oltre la sua spalla ed Angela ne segue lo sguardo...è il suo intimo della notte precedente buttato sulla sedia...
“Ti sei data da fare ieri notte?” le chiede Marco.
La donna le racconta i giorni nella sua attesa e la sua voglia di fare qualche primo passo da sola...e la sua insoddisfazione malgrado le premesse iniziali...
“Perché è stato sesso, alla fine è stato sesso, non tanto diverso da quello che facevo con mio marito. E come se mi mancasse qualcosa cazzo e non so cosa.
Boh queste esperienze mi gettano nell'incomprensione di me e in alcune sempre più radicate certezze.”
Marco ascolta in silenzio
“sei arrabbiato?”
Marco sorride e scuote la testa “no non lo sono, stai facendo le tue esperienze, non tu tutto va sempre come si vorrebbe...vedi tu ormai stai abbracciando una filosofia” nel dire questo le indica i segni delle corde sui polsi e di una cinghiata sul fianco “Non ti basterà più un paio di sculaccioni mentre ti scopano, ormai non ti basteranno più”
scritto il
2016-11-10
4 . 4 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

La Prima volta di Sofia

racconto sucessivo

Lo spettacolo deve continuare
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.