Mammina sei unica

di
genere
incesti

Tutto ha inizio da quando ero giovanissima, per alcuni anni sono stata diciamo allevata, da una tata, i miei erano molto impegnati nelle loro carriere, parlo degli anni sessanta, sono cresciuta in casa di una coppia, vicini di casa, e solo durante i fine settimana, e non sempre, restavo con i miei genitori.
Non era male, anzi, non sentivo la differenza, anche perché crescevo sola, o meglio dovrei dire solo, perché sono un maschietto, ma la natura ci ha messo del suo, e complice la mia tata, ho subito una radicale trasformazione.
Ora per una cronaca più vicina alla verità, devo dire che lei, Luana è il suo nome, non aveva figli, non ne ha mai potuti avere, e questo ha molto inciso sulla sua personalità, e se poi aggiungo che aveva un'osessione per le bambine, ecco scoperto l'arcano.
Sin dall'età di dodici anni, Luana cominciò a vestirmi in modo femminile, inizialmente solo le mutandine, che cominciarono ad essere rosa, con orsetti, o con disegnini, decisamente da femmina, per poi lentamente passare ai capelli, che crescevano sempre più, e che comunque mi donavano molto, tanto che la mia famiglia non obbiettò mai nulla.
E comunque non dissi mai delle mutandine, ne altro, visto che mi fece promettere di non rivelarlo mai, che sarebbe stato un nostro segreto, chiaramente in cambio avevo molti regali, e libertà assoluta, metteteci poi che ero una ragazzina, e che non capivo assolutamente cosa stesse succedendo.
Le cose col passare del tempo si fecero sempre più impegnative, e si passò lentamente ai vestitini, e alle scarpine e durante la settimana, verso i 15 anni, dopo la scuola mi ritrovavo completamente vestita da bambina, complice anche il netto ritardo, che ho avuto, nel scoprire la mia mascolinità, non ho avuto erezioni, fino a 17 anni.
forse il fatto che ormai mi sentivo femminuccia, forse il fatto che senza accorgercene, ero nata femmina, col passare del tempo questa tendenza crebbe, e di certo a 16 anni non potevo nascondermi dietro al fatto che non sapevo nulla, i miei compagni erano maschi, con tremende erezioni, quando si faceva ginnastica non passava giorno che i più bulli, non si segassero per dimostrare la loro superiorità, e tanto fecero, che col tempo cominciarono a rendersi conto di cosa fossi.
Verso i 18 anni, passavo sempre meno tempo con la mia tata, che nel frattempo aveva sostituito i vestitini da bimba con abiti più consoni alla mia età, e mi aveva insegnato l'arte del truccarmi, indossavo slippini e reggiseni abbinati, minigonne e camicette, pantaloni attillati, vestiti cortissimi, ero veramente carina, e quando andavo dai miei compagni, a studiare, ero sempre in abiti maschili, ma come ho precedentemente detto, cominciavano a capire qualcosa.
Il giorno fatidico arrivò, fui invitata a casa di Luca, un mio compagno, bello, molto maschio, atleta, al seguito uno stuolo di ragazzine, che da quello che si diceva, scopava regolarmente, e che quindi non poteva essere interessato ad una ragazzina in erba quale ero io, e accettando l'invito, mai pensavo che potesse succedere quello che successe.
Arrivai a casa sua verso le tre, i suoi erano al lavoro, mi fece accomodare in salotto, e cominciammo a studiare, ora, io ero molto brava e attenta alle lezioni, Luca decisamente non era una cima, interessato allo sport e ad altro, aveva molte lacune in varie materie, e quindi quando mi chiese un aiuto non lo rifiutai, e nemmeno lo feci perché attratta o innamorata di lui, anzi, del sesso non sapevo ancora nulla, non avevo erezioni o altro, e non ero nemmeno interessata al sesso maschile, indossavo intimo e abiti femminili, mi piaceva, ma tutto ero fermo li.
Verso le quattro, con la scusa della stanchezza e del caldo, era la fine di maggio, Luca si tolse la maglietta e rimase in pantaloncini, mostrandomi un petto muscoloso, da giovane uomo, e mi disse di fare lo stesso, io che indossavo sotto il reggiseno dissi di no, lui continuò, dicendomi di farlo, di non vergognarmi ecc, e si avvicinò, e da dietro mi sfilò la maglietta, e rimasi in reggiseno, subito d'istinto mi coprii con le mani, diventando rossa, e sentii Luca esclamare: a piccola troietta, avevo ragione, sei un frocetto, me lo dicevano, ma non volevo crederci, accidenti, fatti vedere, e così facendo, mi prese per mano e mi fece alzare, poco dopo, mi slacciò i pantaloni e rimasi in slip , slacciò il mio reggiseno, e poi fù la volta degli slip, e rimasi nuda, li in piedi, davanti a lui, che mi ammirava, mi guardava il piccolo pene molle e quasi inesistente, il mio seno che sbocciava, e mi si avicinò, mi palpò le chiappette, il seno, infilò la mano tra le gambe e afferrò il mio inutile cazzetto, e poi mi baciò.
Un bacio caldo, lungo, sentivo la sua lingua nella mia bocca, mi sciolsi, non mi era mai successo, accidenti, sentivo montare un calore pazzesco, sentii il mio pene che cominciava a perdere un rivolo di liquido, e sentivo il mio ano palpitare, dopo un'interminabile bacio, Luca si denudò, e mi mostrò il suo cazzo, duro e lungo, una cosa pazzesca, non potevo credere che quella cosa in mezzo alle mie gambe potesse essere così, e mi vergognai.
Luca mi prese per mano e mi accompagnò in camera dei suoi, mi fece accomodare sul letto, e riprese a baciarmi, e a palparmi, fino a farmi girare, mostrando le mie chiappettine bianche, e la rosellina del mio ano.
Prese a leccarmelo, e ad infilare sempre più insistentemente la sua lingua, con maestria e pazienza mi fece bagnare, e lentamente cominciò ad infilare un dito, poi due e arrivò a tre, e cominciò ad entrare ed uscire, per parecchio tempo.
Poi, lo sentii sopra di mè, mi leccava il collo, arrivando all'orecchio, e cominciò a sussurrarmi dolci parole, sentii il suo pene strusciare sino al mio ano, e poi con dolcezza mi disse, ora tesoro lo sentirai entrare, ti farò donna, perderai la tua verginità, diventerai la mia donna a tutti gli effetti, e cosi fece, lo sentii entrare, mi sentii dilatare, all'inizio nulla di strano, ma più entrava la sua cappella e più mi apriva, sembrava non fermarsi mai, il dolore crebbe, sempre di più, divenne insopportabile, mi agitai e cominciai a piangere e a pregarlo di smettere, ma a nulla servì.
Un attimo dopo e sentii uno schiocco, era entrato la sua cappella aveva vinto, era scivolata dentro, producendo un rumore secco, e svenni.
Mi ripresi poco dopo, in preda a un forte dolore, era entrato tuto, fino in fondo, 30 centimetri di cazzo, enorme duro, mi aveva sverginata, sentivo colare il rivolo di sangue, piangevo, ma lui non sembrava interessato, e cominciò ad uscire, per poi rientrare, avanti e indietro, il dolore si affievoliva, e lui continuava, per una mezz'ora Luca estrasse e introdusse il suo pene, a proprio piacimento, fino a sborrarmi dentro, urlando il suo piacere.
Finito, si staccò da mè, e mi disse: bene troietta, ora sei rotta, e sarai il mio giocattolo sessuale, altrimenti racconterò a tutti quello che sei, e poi prese una polaroid dal cassetto della madre, e cominciò a scattarmi foto, che avrebbe conservato, nel caso non fossi stata sufficientemente brava.
Ero distrutta, sfondata e disperata, mi rivestii e mi precipitai a casa, per i giorni successivi Luca non si fece sentire, in classe mi evitava, fino alla domenica pomeriggio, mi chiamò e mi disse che sarebbe passato a trovarmi, i miei fortunatamente erano da parenti, e quindi ero sola, accettai.
Si presentò verso le due, e subito mi abbracciò, io per l'occorrenza ero vestita con minigonna e camicetta tacchi 10 e intimo nero, da ragazzina porcella, ben truccata lo abbracciai a mia volta e lo baciai, cominciavo ad innamorarmi, e il ricordo della prima volta aleggiava ancora.
lo portai in camera mia, e lo spogliai alla velocità della luce, e lo feci a mia volta, inutile dirvi che dopo un velocissimo pompino, tra l'altro mal fatto, mi misi a pecora, e lo supplicai di sfondarmi, cosa che Luca fece immediatamente, appoggiò il suo possente cazzo e spinse, entrò, chiusi gli occhi e comincia a godere daò primo momento, lo gustavo lo sentivo scorrere in mè, urlavo il mio piacere, così tanto da non accorgermi del rientro anticipato di mia madre, che mi trovò così, in camera mia, il suo bimbo, a culo all'aria, che invece di sfondare una fichetta, veniva sfondato da un cazzo mostruoso.
Entrò allarmata dalle mie urla in camera, e mi vide intenta ad urlare dal piacere, rimase di stucco, Luca appena la vide estrasse il suo cazzo e si scostò, spaventato afferrò i suoi vestiti, e mia madre vide la scena del suo cazzo che cominciò a spruzzare sborra mentre convulsamente cercava di fuggire, ammirò la potenza del suo cazzo, il getto di sborra, e poi guardò mè, che ancora non avevo capito, che nonostante fosse uscito continuavo a godere, mi girai e la vidi, non sapevo cosa fare, mi infilai sotto le coperte e la guardai.
Il suo era uno sguardo tra l'incomprensibile, e la rabbia, non credeva a quello che aveva visto, ma sapeva cosa era successo, Luca nel frattempo era fuggito, mia madre ripresasi, mi strappò le coperte, raccolse il reggiseno e le mutandine, me le lanciò e mi disse: frocio schifoso, rivestiti che stà arrivando tuo padre, dopo faremo i conti, e uscì sbattendo la porta.
A cena non mi parlò, papà non capiva, ma non chiese molto, dopo cena andai a letto, e verso le dieci arrivò mia madre, entrò, accese la luce, e mi disse, domani non vado al lavoro, mi inventerò una scusa, io e tè affronteremo il problema, e uscì.
Alla mattina, mio padre era già uscito, e al mio risveglio, trovai sulla sedia indumenti femminili, slip reggicalze calze reggiseno, e tacchi a spillo, e un vestitino rosso ciliegia, e un foglio con poche parole, indossa e vieni in cucina puttana.
Lo feci, indossai il tutto e spaventata mi recai in cucina, dove trovai mia madre intenta a preparare la colazione, mi vide e mi disse: vai nel mio bagno e truccati, lo feci e ritornai da lei.
Non farò scenate mi disse, non lo potrei nemmeno fare, la colpa è mia ti ho lasciata sola per troppo tempo, e in compagnia di quella troia, alludeva a Luana, la sera stessa era andata da lei, e si era fatta raccontare tutto, e quindi capii perché aveva tutti quegli indumenti della mia misura, erano stati acquistati da Luana per mè, e quindi aggiunse, dora in poi sarai la vergogna di questa casa, sarai femmina e più maschio, provvederò a cambiarti scuola, poi vedremo.
Dopo colazione, mi prese per mano, e mi accompagnò nella sua camera, dove si tolse la vestaglia e rimase nuda, era stupenda, seno abbondante, capezzoli enormi, un culo da sballo, e una fighetta depilata, rosea, una goduria per un uomo, si stese sul letto, e mi disse di sfilarmi il vestito, lo feci, e mi fece accucciare tra le sue coscie, emi insegnò a leccarle la figa, cosa che negli
anni feci quasi giornalmente, e dopo parecchi minuti, in qui venne a più riprese
si dedicò a mè, mi stese delicatamente e cominciò a leccare e succhiare il mio cazzetto, non che mi facesse effetto, ma dopo ana decina di minuti, sentii che si sollevava, si diventava duro, e come, si era risvegliato, e cresceva sempre più, diventando duro, con sapienza mia madre mi fece sborrare, ero venuta per la prima volta nella mia vita.
lei ingoiò tutto, e poi continuando a segarlo, si sedette sopra e se lo infilò dentro, non accennava a smollarsi, e lei mi cavalcò, il cazzo diventava ancora più duro,e lungo, passarono alcuni minuti e venni dentro di lei, pochi attimi dopo e lei si tolse, impugnando il mio membro, lucido e duro, mi meravigliai, non era come quello di Luca ma non era nemmeno male.
Ero finalmente riuscita a godere, ero una femmina col cazzo, e mia madre fù la mia prima e unica donna, con lei passai tanti anni felici, alternandola a maschi possenti, che a volte ci scambiavamo, o usavamo insieme, come usammo Luca, che divenne i suo amante per anni.
scritto il
2016-12-04
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