Mammina sei unica 4

di
genere
incesti

L'episodio di Alì non fù sporadico, anzi, continuai a frequentarlo spesso, sempre quando Antonio lo permetteva, era il suo uomo, e noi da brave puttanelle, non amiamo rubarci gli uomini, quindi quando Alì era libero, passava a casa nostra, e io lo attendevo con frenesia, con il passare dei giorni, il mio ano si era adattato al suo palo, riprendendo velocemente le sue normali dimensioni, dopo le sue furenti cavalcate.
Lo attendevo sempre ben vestita e truccata, e dopo un lungo e doveroso pompino, lui mi penetrava a volte con dolcezza, e a volte con irruenza, mi montava per intere mezzore, mi faceva godere come mai avevo goduto, e mi scaricava litri di sperma nel mio ormai capiente intestino, credo che con la cura Alì, il mio intestino si sia posizionato in maniera da ricevere di ogni, con lunghezze a volte impensabili, cosa che scoprii qualche anno dopo, mentre frequentavo un metress anziana, con il pallino degli oggetti, aveva acquistato, in un suo viaggio in America un pene lungo circa un metro, a due teste, da utilizzare in due persone, peccato, che un giorno, durante una sessione, dove chiaramente ero ben legata, con un pubblico, molto particolare, in un momento di particolare eccitazione generale, con estrema lentezza e decisione, me lo abbia infilato tutto dentro.
Lo sentii scivolare dentro mè, lo sentii passare la prima ansa, lo vedevo strisciarmi dentro, vedevo la pelle del mio ventre sollevarsi, e procedere, fù sublime, e una volta tutto dentro, diede un colpetto e il mio anno si chiuse, accogliendo un metro di serpe, si chiuse come uno scrigno, che conservava un gioiello, e ci rimase per tutto il giorno, mi slegarono, e servii tutti i presenti , camminando e sculettando, e sentivo la serpe muoversi dentro mè, quasi l'esperienza che prova una donna gravida, nel sentire il bimbo muoversi, fù sublime.
Intanto mia madre cominciò il suo periodo di permesso aziendale, dopo aver discusso con mio padre, sulla sua scelta di avere un ulteriore figlio, ed aver avuto il suo beneplacito, cominciammo uno dei periodi più belli e intensi della mia vita.
Mio padre si assentava pel lunghissimi periodi, lavorava per una società che operava in Asia, e quindi dovemmo escogitare uno stratagemma, altrimenti giustificare il fatto che lei rimanesse incinta con il marito lontano, non è che fosse una cosa molto intelligente, poi i nonni e i parenti vari, potevano essere fonte di chiacchiericci.
Decidemmo di trasferirci alla casa al mare, molto distante da casa nostra, e con la scusa che la mamma aveva temporaneamente cambiato lavoro, ci dovevamo trasferire, e quindi per un certo periodo dovetti salutare Alì, fu un pomeriggio indimenticabile, ci mettemmo in camera di mamma, e per lunghe ore, alternavamo scopate memorabili, con seghe e pompini, e grazie ai molti interventi di mamma, come vivandiera, passammo delle ore stupende, spesso mia madre, veniva a vedere in che stato fosse il mio ano, dopo lunghe sollecitazioni, era completamente dilatato, tanto da ricevere la mano di lei, che con maestria mi penetrò, fino al gomito, dal mio pene continuava ad uscire liquido prostatico e seminale, ero veramente felice, verso le sette ero oltretutto sfinita, Alì, dopo un'ultima sborrata nella mia bocca, mi baciò e se ne andò, rimasi supina per parecchio tempo, sentivo il mio ano sempre dilatato, e allora mamma mi fece degli impacchi, e nei due giorni successivi, rimasi praticamente stesa, chiaramente la mamma era preoccupata, e alla fine chiamò la nostra dottoressa, donna molto gentile e a conoscenza della mia natura, dopo una visita particolareggiata, disse: devi stare attenta tesoro, a non strafare, hai un buchino invidiabile, molto elastico, ma non devi maltrattarlo, altrimenti se perde l'elasticità, rimarrà devastato e con prolassi spiacevole te lo assicuro, ora lascialo riposare e cerca di prendere calibri più piccoli, io però replicai che dopo aver preso il cazzo di un ragazzo di colore, era difficile accontentarsi di cazzi normali, ma chiaramente lei mi disse che l'ano non era la vaggina, e che le donne avevano la figa predisposta ad accogliere cazzi enormi, ma il culo era fatto per altro, poi dopo avermi prescritto delle pomate mi salutò, e rimase a parlare con mia madre.
Ma stai attenta mi raccomando, anche se ha un buco così morbido, che non succeda l'irreparabile, mamma disse: sai l'ho visto prendere un cazzo, che se io non fossi allenata, mi avrebbe squartata, gli ho infilato il mio braccio dentro, e ho sentito che era tutto in ordine, cosa ti devo dire, ormai è decisa, vuole essere dilatata all'inverosimile, e credimi, Alì la passerà a amici sempre più porci, e attrezzati, Luana mi diceva che Alì ha un amico con un pene talmente grosso, e malformato, che solo pochissime donne sono riuscite a prenderlo, e che è intenzionato a far montare la mia piccola, vorrei che però quando succederà, tu fossi presente, lei annuì, baciò mamma in bocca, con un lungo bacio, e poi accarezzandole la pancia disse, ora concentratevi su questo, e datemi un nipotino, voglio estrarlo io dalla tua figa, e se ne andò.
Passarono circa 10 giorni, dove io riuscii a mettermi in sesto per bene, dove preparammo tutto per il trasloco, e arrivò il fatidico giorno, nel frattempo tra mè e mia madre non ci furono rapporti, un po' per la mia situazione, un po' perché, volevamo che tutto partisse dalla nuova sistemazione.
Arrivammo di sabato, era primavera, il tempo favoloso, un bel tepore, e quando la donna finì di sistemare tutto, e se ne andò, abbracciai la mamma, e la baciai, come si bacia la propria donna, era magnifica, raggiante, una donna nel pieno della sua maturità, e io ero stupenda, magra slanciata, un bel seno che cresceva grazie agli ormoni, ben dosati della nostra dottoressa, eravamo una coppia mamma figlia invidiabile, tanto che spesso per strada i maschi si voltavano e facevano pesanti commenti su di noi, mamma mi abbracciò e disse: ora alcune regole fondamentali, tu mi scoperai quando lo vorrai, e quando ne avremo voglia, e solo tu mi scoperai, non avrò contatti con nessun uomo, nemmeno una sega, sarò tua per tutto il periodo, tu invece se vorrai avrai i tuoi amanti, ma solo passiva, non devi sprecare il tuo sperma, da lì verrà tuo figlio, io quando sarò in casa sarò sempre nuda a tua disposizione, quando usciremo, indosserò solo un vestitino, trasparente e sotto nulla, in borsetta terrò solo questo, e mi mostrò un plung, di ottime dimensioni , servirà a trattenere il tuo sperma in mè, se deciderai di scoparmi in qualche luogo insolito, e dal momento del concepimento, fino al parto, mi scoperai poi deciderai cosa fare, ma sappi che da ora in poi sono tua e solo tua, deciderai tu della mia vita sessuale, se e con chi avrò rapporti, e se tuo padre potrà ancora avermi.
Su queste richieste avevo già da tempo preso delle decisioni, visto che sarà la madre dei miei figli, non avrà più la libertà di scelta, ma seguirà il mio cammino, e visto che eravamo belle e interessanti, il nostro lavora sarò completamente diverso, faremo le escort, ma questo lo avrei detto dopo a mamma.
E iniziammo il periodo di inseminazione, dormivamo nello stesso letto, scopavamo ad ogni ora, era insaziabile, e spesso mi possedeva con un fallo allacciato alla vita, di notevoli dimensioni, spesso andavamo a passeggiare in riva al mare, e se trovavo un posticino appartato, spostavo il costume di mamma, e la montavo rischiando a volte di essere scoperti, spesso ero obbligata a farlo, in quanto passeggiavamo con il solo pezzo sotto, e il cazzo mi diventava durissimo, e quindi impossibile da nascondere, la scena che a volte appariva ai pochi fortunati era questa, mia madre a cosce aperte, o a pecora, con le sue mammelle bellissime in bella vista, con calato il costume, mentre veniva montata da mè, con il costume a mezza coscia, con le mie tettine sballonzolanti, e il mio cazzo che entrava e usciva da lei, poi una volta che riversavo il mio seme, mamma prendeva il plung, se lo infilava e risistemavamo i costumi, riprendendo la nostra camminata.
Passarono così parecchi mesi, e mamma non rimaneva gravida, la dottoressa mi fece fare esami specifici, ma risultò che sia io che lei eravamo sanissime e procreative, ci guardò e ci disse: SCOPATE MIE BELLISSIME TROIE, SCOPATE E SCOPATE, Arriverà quando meno ve lo aspettate.
Rincuorate tornammo alla nostra vita sessuale, io alternavo la figa di mamma, con cazzi di occasionali amanti, che mi inculavano in situazione sempre più disparate, in vicoli bui, sui sedili posteriori di auto, appoggiata ad una pianta, giovani anziani, ma non a casa, a casa volevo portare solo quello che sarebbe stato il mio uomo, intanto quel periodo mi servì per rodare il mio nuovo lavoro, spesso dopo la mia prestazione, mi veniva corrisposta una somma, a loro discrezione, che col passare dei mesi divenne una tariffa, che variava dal fatto che ,allora si faceva, non era pericoloso come adesso, se usavano o meno il preservativo, una volta a casa, mamma mi aiutava a ripulirmi dallo sperma, e riprendavamo a scopare.
verso ottobre venne a trovarci papà, era di rientro per pochi giorni dal suo lavoro, lo ospitammo per tre giorni e tre notti, e assistette alle nostre monte, ma mai toccò mamma, una sera, andammo io e lui in un locale dovo ero solita frequentare, e verso l'una fui avvicinata da un mio cliente, che mi propose di andare fuori, aveva voglia, accettai, ma a condizione che la persona che era con mè assistesse, accettò, feci cenno a papà di seguirci, e una volta raggiunto il parcheggio, mi sfilaì il vestito e rimasi nuda, mi appoggiai alla pianta, divaricai le gambe, e dissi al mio maschio di turno di scoparmi, ero in contro luce, mio padre vide il mio corpo con un alone intorno, bella magra slanciata, e il mio pene turgido che svettava, vide il cazzo entrare e assistette alla mia scopata, il mio toro ansimava e spingeva, dopo una decina di minutì lo sentivo che stava scoppiando, allora da vera puttana gridai a mezza voce, sii mio montone, fammi godere, sborrami nel culo riempimi di sborra, fammi tua inculamiiiii, e lui venne, dentro, mi riempi, poi mi sfilai, e in ginocchio lo ripulii, bevendo tutto il suo sperma rimasto.
Tornammo a casa, mamma mi attendeva a cosce aperte, infilai il mio pene e la scopai, forse fù il fatto che avevo scopato e mi ero fatta scopare davanti a lui, o forse che ero più eccitata che mai, stà di fatto, che dopo la partenza di papà, una mattina mia madre mi svegliò, con un sorriso radioso, e le lacrime agli occhi e mi disse: amore sono incinta, finalmente gravida, porto in grembo tuo figlio, ora sono tua, e così si inginocchiò, e mi porse una busta chiusa.
La abbracciai la baciai, e la stesi, le allargai le gambe, lei sollevò le cosce, e la montai, finalmente era gravida, le scaricai tutto il mio seme, così forse per essere più sicura del risultato, e poi una volta ripresami, accanto a mia madre aprii la busta.
Conteneva una lettera ,più un documento che una lettera, con tanto di bollo notarile, e la lessi: recitava più o meno cos': io nome e cognome e estremi soliti indirizzo ecc, dichiaro di cedere la totale proprietà del mio corpo e della mia mente a mia figli, con nome ecc, e dichiaro di aver generato con lei un figlio, e di generarne altri a suo piacimento, suoi o di chi da lei deciso, inoltre in totale schiavitù dichiaro di aver scelto come lavoro la prostituzione come da lei deciso, con chi , dove e quando lei sceglierà, e di accettare qualsiasi decisione lei prenderà sul mio corpo.
Era redatta da notaio di famiglia, e controfirmata da papà r dalla nostra dottoressa, ecco il perché del suo rientro dal lavoro, la abbracciai, e la baciai, ora sapevo cosa fare di mè e di lei, intanto aspettiamo la nascita di mio figli.
scritto il
2016-12-11
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