Storia di due ragazzi - Capitolo quattro
di
Aramis
genere
gay
Capitolo Quattro
Enrico si sedette lentamente sul pavimento e guardò la sua mano. Scosse leggermente la testa e poi guardò Matt.
Questi chiese: "È tutto ok?" Enrico accennò col capo.
"È solo… che non avevo mai toccato prima il cazzo di un altro ragazzo, l’ho addirittura leccato. È stato grande. Mi è piaciuto."
Matt sorrise e si sedette di fronte all’amico, il suo uccello ancora molle era appoggiato allo scroto pendulo. Gli addominali si mostravano attraverso le leggere pieghe dello stomaco, ed Enrico pensò che era sexy, gli mise una mano sul ginocchio e sorrise.
"Sei così bello!" Disse.
"Anche tu non sei male." Disse Matt chinandosi a baciarlo, poi guardò ancora il suo corpo da dio greco.
Quindi vide il bozzo nei brillanti boxer rossi, sorrise e guardò Enrico che lo stava fissando con lo stesso mezzo sorriso sulla faccia. Si chinò e lo baciò, quindi lo fece sdraiare sul pavimento e strisciò su di lui. Le loro lingue si mossero dentro e fuori dalla bocca dell’altro, si sentirono deboli lamenti e gemiti. L’erezione di Enrico era così furiosa da fargli male ed allungò una mano verso l’amico. Matt la prese come un invito e cominciò a baciargli il collo scendendo poi ai capezzoli; prese ciascuno morbido cerchio di pelle in bocca e lo succhiò e morse leggermente. Enrico emise un debole gemito ed arcuò la schiena. Matt baciò scendendo lo stomaco di Enrico e lasciò che la sua lingua tracciasse sui muscoli addominali fermandosi alla cintura dei boxer. Si guardarono. Matt sorrise e fece scivolare lentamente in giù il corpo in modo che la bocca fosse in linea col pene coperto dai boxer. Allungò la lingua e ne fece correre la punta dalla base dell’attrezzo duro alla punta della cappella. Enrico gemette, gli piaceva che si giocasse col suo cazzo e specialmente che a giocarci fosse Matt.
Matt mosse le mani sulle cosce di Enrico, provocando un po’ la discesa dei boxer e mostrando una bella linea di abbronzatura. Quando le mani giunsero alla vita dei boxer, fece scivolare le dita sotto la stoffa e lentamente fece scendere i boxer, mettendo in mostra il bel diciotto centimetri di Enrico. Lo scroto era molle ed appoggiato nella V delle sue cosce interne.
Aveva una normale quantità di peli pubici e la cappella era gonfia e color porpora. Era bellissimo. Matt afferrò il cazzo pulsante e lentamente lo masturbò, vide che aveva gli occhi voltati indietro e gli sentiva emettere spesso bassi gemiti. E poi lo fece: prese la cappella in bocca e la succhiò, assaggiando il gusto salato - dolce della pre eiaculazione. Enrico gridò quando la testa del suo cazzo fu immersa nella morbida, calda bocca, ma non l'avrebbe fatto fermare per nulla al mondo.
La sensazione della bocca di un ragazzo che gli succhiava l’uccello l’eccitò al massimo.
Passò le dita tra i biondi capelli di seta Matt e fece correre le mani sulla schiena dell’amico e sulle spalle dove si fermò. Guardò la testa di Matt che rimbalzava su e giù, prendendo solamente la metà del suo pene. Chinò indietro la testa ed emise un basso lamento. E poi lo sentì, profondamente giù nei piedi: l’orgasmo. Disse in un bisbiglio: "Matt, sto per venire."
La bocca morbida ed umida di Matt era ancora chiusa intorno al cazzo duro dell’amico e questa vista fece arrivare Enrico più presto di quanto si aspettasse all’orgasmo. Eruttò nella bocca di Matt e Matt ingoiò ogni goccia del suo dolce nettare. L’uccello prosciugato gli scivolò fuori della bocca, si alzò e baciò l’amico.
"Com’è stato?"
"Stupendo" Rispose Enrico ansando.
"Buono. Spero che tu ne abbia goduto." Bussarono alla porta. "Cazzo!" Disse Matt e si rimise l’accappatoio sul corpo quasi completamente nudo. Andò alla porta e guardò dallo spioncino: era un ragazzo di circa diciannove anni con una scatola di pizza. "Enrico, hai ordinato la pizza?"
"Sì, ma è stato quando sono usciti da casa, ho pensato che avremmo avuto fame: è stato più di un'ora fa!"
Matt aprì la porta.
"Pizza per Matt."
"Sono io" Disse prendendo la scatola.
"Fanno dodici e cinquanta."
"Col cazzo, uomo, sei è in ritardo di un'ora!" Esclamò Matt sbattendo la porta in faccia al ragazzo. Rientrò nel soggiorno e vide Enrico sdraiato sul divano, si era tirato su i boxer. "È un po’ fredda, ma penso che vada ancora bene."
"Andrà bene, basta che sia cibo." Matt aprì la scatola in mezzo al pavimento del soggiorno, poi afferrò il telecomando della TV e l’accese.
"Devo muovermi per averla?" Disse Enrico, Matt rise, si alzò con la scatola della pizza, spinse l’amico fino a sedersi, gli spinse indietro la testa e si mise sul suo grembo. Prese un pezzo di pizza e lo mise in bocca ad Enrico che lo morse insieme ad un dito di Matt.
"Ow! Piccolo stupido!" Matt ritirò il dito e lo sostituì con le sue labbra. "Ti amo!" Disse interrompendo il bacio.
"Anch’io ti amo!" Rispose Enrico ed il bacio riprese.
Enrico si sedette lentamente sul pavimento e guardò la sua mano. Scosse leggermente la testa e poi guardò Matt.
Questi chiese: "È tutto ok?" Enrico accennò col capo.
"È solo… che non avevo mai toccato prima il cazzo di un altro ragazzo, l’ho addirittura leccato. È stato grande. Mi è piaciuto."
Matt sorrise e si sedette di fronte all’amico, il suo uccello ancora molle era appoggiato allo scroto pendulo. Gli addominali si mostravano attraverso le leggere pieghe dello stomaco, ed Enrico pensò che era sexy, gli mise una mano sul ginocchio e sorrise.
"Sei così bello!" Disse.
"Anche tu non sei male." Disse Matt chinandosi a baciarlo, poi guardò ancora il suo corpo da dio greco.
Quindi vide il bozzo nei brillanti boxer rossi, sorrise e guardò Enrico che lo stava fissando con lo stesso mezzo sorriso sulla faccia. Si chinò e lo baciò, quindi lo fece sdraiare sul pavimento e strisciò su di lui. Le loro lingue si mossero dentro e fuori dalla bocca dell’altro, si sentirono deboli lamenti e gemiti. L’erezione di Enrico era così furiosa da fargli male ed allungò una mano verso l’amico. Matt la prese come un invito e cominciò a baciargli il collo scendendo poi ai capezzoli; prese ciascuno morbido cerchio di pelle in bocca e lo succhiò e morse leggermente. Enrico emise un debole gemito ed arcuò la schiena. Matt baciò scendendo lo stomaco di Enrico e lasciò che la sua lingua tracciasse sui muscoli addominali fermandosi alla cintura dei boxer. Si guardarono. Matt sorrise e fece scivolare lentamente in giù il corpo in modo che la bocca fosse in linea col pene coperto dai boxer. Allungò la lingua e ne fece correre la punta dalla base dell’attrezzo duro alla punta della cappella. Enrico gemette, gli piaceva che si giocasse col suo cazzo e specialmente che a giocarci fosse Matt.
Matt mosse le mani sulle cosce di Enrico, provocando un po’ la discesa dei boxer e mostrando una bella linea di abbronzatura. Quando le mani giunsero alla vita dei boxer, fece scivolare le dita sotto la stoffa e lentamente fece scendere i boxer, mettendo in mostra il bel diciotto centimetri di Enrico. Lo scroto era molle ed appoggiato nella V delle sue cosce interne.
Aveva una normale quantità di peli pubici e la cappella era gonfia e color porpora. Era bellissimo. Matt afferrò il cazzo pulsante e lentamente lo masturbò, vide che aveva gli occhi voltati indietro e gli sentiva emettere spesso bassi gemiti. E poi lo fece: prese la cappella in bocca e la succhiò, assaggiando il gusto salato - dolce della pre eiaculazione. Enrico gridò quando la testa del suo cazzo fu immersa nella morbida, calda bocca, ma non l'avrebbe fatto fermare per nulla al mondo.
La sensazione della bocca di un ragazzo che gli succhiava l’uccello l’eccitò al massimo.
Passò le dita tra i biondi capelli di seta Matt e fece correre le mani sulla schiena dell’amico e sulle spalle dove si fermò. Guardò la testa di Matt che rimbalzava su e giù, prendendo solamente la metà del suo pene. Chinò indietro la testa ed emise un basso lamento. E poi lo sentì, profondamente giù nei piedi: l’orgasmo. Disse in un bisbiglio: "Matt, sto per venire."
La bocca morbida ed umida di Matt era ancora chiusa intorno al cazzo duro dell’amico e questa vista fece arrivare Enrico più presto di quanto si aspettasse all’orgasmo. Eruttò nella bocca di Matt e Matt ingoiò ogni goccia del suo dolce nettare. L’uccello prosciugato gli scivolò fuori della bocca, si alzò e baciò l’amico.
"Com’è stato?"
"Stupendo" Rispose Enrico ansando.
"Buono. Spero che tu ne abbia goduto." Bussarono alla porta. "Cazzo!" Disse Matt e si rimise l’accappatoio sul corpo quasi completamente nudo. Andò alla porta e guardò dallo spioncino: era un ragazzo di circa diciannove anni con una scatola di pizza. "Enrico, hai ordinato la pizza?"
"Sì, ma è stato quando sono usciti da casa, ho pensato che avremmo avuto fame: è stato più di un'ora fa!"
Matt aprì la porta.
"Pizza per Matt."
"Sono io" Disse prendendo la scatola.
"Fanno dodici e cinquanta."
"Col cazzo, uomo, sei è in ritardo di un'ora!" Esclamò Matt sbattendo la porta in faccia al ragazzo. Rientrò nel soggiorno e vide Enrico sdraiato sul divano, si era tirato su i boxer. "È un po’ fredda, ma penso che vada ancora bene."
"Andrà bene, basta che sia cibo." Matt aprì la scatola in mezzo al pavimento del soggiorno, poi afferrò il telecomando della TV e l’accese.
"Devo muovermi per averla?" Disse Enrico, Matt rise, si alzò con la scatola della pizza, spinse l’amico fino a sedersi, gli spinse indietro la testa e si mise sul suo grembo. Prese un pezzo di pizza e lo mise in bocca ad Enrico che lo morse insieme ad un dito di Matt.
"Ow! Piccolo stupido!" Matt ritirò il dito e lo sostituì con le sue labbra. "Ti amo!" Disse interrompendo il bacio.
"Anch’io ti amo!" Rispose Enrico ed il bacio riprese.
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