Manuela e la sua storia (1)

di
genere
etero

Mi chiamo Marco per diversi anni sono stato proprietario di uno stabilimento balneare in una zona turisticamente interessante sul tirreno,poi ho deciso di tirare i remi in barca capitalizzando gli anni di lavoro ed il capitale investito;oggi mi godo la mia rendita e quando sono in città passo il mio tempo a pescare.I nuovi proprietari dello stabilimento balneare,con i quali sono in ottimi rapporti, mi hanno concesso la nuda proprietà di un piccolo magazzeno annesso allo stabilimento dove ho sistemato tutti gli attrezzi per la pesca ed il posto di rimessaggio del mio gozzo con motore entrobordo. La settimana scorsa,complice una bella giornata di sole, mi sono spinto fino allo stabilimento per verificare le condizioni della barca dopodiché entrai nel magazzeno dopo un giro di verifica mi sedetti al tavolo per sfogliare un album di vecchie fotografie e mi capitò di rivedere le foto mie,della Manuela,del Gianni ed i ricordi mi vennero in mente chiari e nitidi come se i fatti fossero accaduti ieri. Allora come adesso ero nel magazzeno allorquando il silenzio fu interrotto dalle voci di un uomo e di una donna che parlavano animatamente nell'annesso locale-deposito dello stabilimento; dopo pochi minuti riconobbi la voce della Manuela la moglie di uno dei due soci che si rivolgeva in modo concitato ad un certo Gianni “ti prego lasciami stare, toglimi le mani di dosso per favore”, “Manuele tu lo sai quanto ti desidero,quanto mi fai stare male ogni volta che ti neghi”, “Te lo sempre detto Gianni io sono una donna sposata e non ho intenzione di fare cornuto mio marito va bene!! Quindi datti pace! “ “Ma che cazzo dici!!vuoi fare ancora la moglie fedele!ma tu pensi che io non sappia tutto di te e quel pirla di tuo marito? a lui non gli frega niente se tu la dai a me ad un altro, ad un negro o ad cavallo per lui l’importante e che non si sappia che è cornuto. Dimmi che questo non è vero!! ma tu perché pensi che la prima moglie l’abbia lasciato? si era stufata di fare la vedova bianca e se ne andata con il primo maschio che se la trombava”. “Io mi dovrei farmi trombare da te e lasciare mio marito? ma tu sei matto!! “ Il tono si faceva sempre più elevato. “Non ho detto di lasciarlo e venire con me,io ti sto solo dicendo facciamo sesso e basta!” grido il Gianni “Come una puttana?” le ribattè lei “Ma smettila, non fare la dura e pura, cosa credi che io non ti ho osservato con che occhi guardi la patta degli uomini per strada o quando d’estate guardi il pacco degli uomini nei costumi! sono sicuro che ti si bagna la figa solo al pensiero che qualcuno ti ingroppi”. “Sei un maiale!! E ora portami a casa”. Ci fu una pausa di silenzio e poi il grido di Manuela: “lasciami!!! No, non voglio, vigliacco mi hai strappato il vestito, no, bastardo il tanga”; “stai zitta troia,ti faccio vedere io come ti addomestico bene, ti farai scopare come e quando voglio,e farai tutto quello che mi piace,si tu sarai la mia puttana privata”. La Manuela si doveva essere svincolata perché sentii il rumore di passi affrettati verso la porta e la voce di lui che le urlava “ le chiavi ce l’ho io stupida”; doveva averla raggiunta perché lei ora con tono basso lo pregava “ non picchiarmi Gianni, non picchiarmi più ti prego”. A questo punto mi ero eccitato come un mandrillo e non solo volevo sentire ma più di tutto volevo vedere, accortamente accostai una scala alla parete e salii per arrivare ad un finestrino che mi permetteva avere una buona visuale. Manuela era distesa su un tavolato e Gianni ormai nudo con il cazzo in tiro di notevoli dimensioni si avvicinava a lei;Gianni cercava di allargarle le cosce per montarla ma lei le teneva ben serrate; “ Apri le cosce, non farmi incazzare apri le cosce, Manuela!! apri queste cazzo di cosce!” gridò Gianni stava per tirarle un ceffone e a quel punto lei mise a nudo la figa; “ma perché questo casino, perché ?? hai già la figa tutta bagnata” e mentre diceva questo le passò la mano aperta sulla peluria, “Guarda troia, guarda.” Gianni era infoiato come una bestia e quando le fu sopra gli infilò quel grosso e lungo pezzo di carne dentro con un colpo solo; il grido della Manuela fu altissimo ma lui non si era impressionato perché la montava con decisione e forza. Io riuscivo a vedere come glielo tirasse fuori tutto e poi con colpi secchi e potenti rientrava; doveva essere devastante quel tipo di scopata. Manuela si era acquietata e mugolava come una cagna e questo faceva eccitare ancora di più Gianni che le diceva “ ti piace ehehhh!! Te lo vuoi sentire tutto dentro, vuoi che ti sfondo l'utero? maiala ti piace il filetto di vitellone?, ti farò entrare anche le palle” e giù colpi ai quali Manuela rispondeva deboli lamenti “ahi! Ahi! Mi fai male! Gianni mi fai male“ i quali più che far desistere Gianni lo eccitavano a fare meglio “ si! si! tutto! Tutto ti apro l’utero, te lo riempio di sborra, ti faccio camminare con le gambe aperte” il cazzo ero rigido come un bastone, la cappella gonfia e violacea mentre lei si torceva per il piacere alla fine rantolò “ Gianni vengo! Vengo!!!!!” l’orgasmo era stato intenso che alle contrazioni della donna lui non seppe resistere e gli sversò nell’utero tutta la sborra che aveva. “ Troia che cosa ne dici ti è piaciuto! Ti sei sentita soddisfatta?” ”si,si!! ho goduto veramente come una maiala come mi chiami tu! Mi hai aperto un mondo che io tenevo sotto chiave. Gianni cerchiamo di non crearci problemi,ma come faccio a tornare a casa in queste condizioni ” “ora vado a prendere la macchina mi fermo proprio qui davanti alla porta e poi ti porto a casa parcheggio direttamente nel tuo garage, prendi l’ascensore e sali senza problemi; Gianni mentre si rivestiva disse a Manuela “ci vediamo stasera qui alle nove” “Gianni ma come faccio?” “ non rompermi il cazzo tanto a tuo marito non gliene frega niente a che ora entri o esci o a chi la dai”. Quando loro andarono via io scesi dalla scala e rimasi a bocca aperta certo pensai la Manuela era proprio un bel bocconcino; allora aveva solo 31 anni ben fatta la gnoccolona, proporzionata, alta al punto giusto, bella asciutta, delle tette naturali e sode, un paio di gambe tornite e senza cellulite, le gambe finivano su due caviglie sottili ma il pezzo forte era il culo a mandolino che quando lei metteva i tacchi andava su e giù che solo a vederlo ti venivano i crampi alle palle. Alle nove di sera io ero già nel magazzino in prima fila e quando vidi la sua macchina arrivare chiusi la porta per non destare sospetti, la Manuela scese ed entrò rapida nel deposito dello stabilimento e rimase al buio in attesa di Gianni il quale finalmente alle 10,30 la telefonò per dirle che non sarebbe più venuto; lei andò fuori da matti e cominciò ad inveire che sembrava una carrettiera; mi era sempre sembrata una donna molto educata,fine e mai avrei pensato che avesse un vocabolario così pesante. Un lampo mi squarciò la mente: se non c’era Gianni chissà potevo esserci io in fondo io avevo 45 anni: quasi l’età del marito. Uscii rapido e mi misi dinanzi al magazzino con la porta aperta e quando Manuela uscì ebbe un sussulto nel vedermi ma io intervenni subito dicendo “Ciao Manuela che ci fai tu qui a questa ora tutta sola?” lei non fu lesta a trovare una scusa ed io entrai deciso “cosa è successo Gianni non viene ? “ il colpo fu frontale e la lasciò impietrita ma a mezza voce mi chiese “e tu che ne sai” “Non preoccuparti Manuela io sono un uomo discreto e nessuno saprà niente” e mentre parlavo feci entrare Manuela nel Magazzino e chiusi la porta. “Stamani per caso mi trovavo qui e non volendo ho sentito tutto, ma tu devi sapere che io sono dalla tua parte”. Guardai fisso i suoi occhi neri e li vidi spauriti, le andai incontro e l’abbracciai sentivo i suoi seni belli e sodi sul mio petto e nello stesso tempo il mio cazzo faticava a restare nelle mutande. “Marco se tu sai tutto sai anche come mi sia difesa e come lui mi ha violentata anzi domani vado a denunciarlo per lo stupro subito”; “Manuela, in tono conciliante e persuasivo lascia perdere, non conviene a nessuno dei due mettere gli stracci alla finestra e poi pensa a tuo marito che figura farebbe, in fondo si tratta solo di una scopata e a me sembra che alla fine ti sia piaciuta e allora lascia stare” ,” È facile a parlare lui mi può ricattare in ogni momento” e sembrò quasi volesse piangere ma dovevo stringere se non volevo mandare tutto in fumo, “Manu ma si tratta solo di sesso non è poi la fine del mondo dai!” feci scendere la mano, sollevai la minigonna: non aveva le mutande che troia pensai fra me era venuta già pronta per farsi montare; senza dire una parola gli infilai il dito nella figa sentii una debole protesta che misi subito a tacere afferrandole il clitoride e cominciai a massaggiarlo;ci trovammo subito su di una brandina con una mano le strizzavo un capezzolo e con la lingua le leccavo l’altro; si torceva come un’anguilla allora scesi fra le gambe e gli tenevo il clitoride fra denti morsicandolo delicatissimamente, leccandolo finché non sentii il suo liquido arrivarmi in bocca: aveva avuto un magnifico orgasmo, lei era ancora coinvolta quando la girai e senza che se ne rendesse perfettamente conto le allargai le natiche, quelle splendide natiche che mi avevano fatto sempre eccitare, le lubrificai il culo con la mia saliva e con i suoi umori, le puntai la cappella al centro del culo ma non bastarono tre colpi decisi per farle entrare la cappella:si lamentava debolmente; feci un'altra ripassata di saliva, con il cazzo che mi scoppiava diedi un altro colpo bello e forte così feci entrare la cappella e riuscii ad aprirle il culo, la stantuffavo a fatica ma poi sentii che il mio cazzo si apriva la strada e spinsi tutto dentro, ora scivolava senza problemi e sicuro, anche lei non si lamentava più anzi collaborava per farselo entrare sempre più in fondo. MI sembrò giusto ringraziarla aiutandola per avere un altro orgasmo; il suo clitoride era turgido per cui non fu difficile strizzarlo fino a farla avere della contrazioni dei muscoli del culo; il mio cazzo era prigioniero di quel culo stretto e volevo aprirglielo bene la misi alla pecorina e cominciai ad incularla con forza, glielo tiravo fuori per poi spingerglielo tutto dentro fino alle palle che ormai mi facevano male per tutto lo sperma che trattenevo: sborrai tanto che non sentivo più le palle.
Alla fine quando andammo in bagno per lavarci ci accorgemmo che eravamo sporchi di sborra e di sangue.
Alcuni giorni dopo incontrai Gianni il quale mi disse che non se l’aspettava che io mi fossi inculato Manuela ed era arrabbiato con me perché lui aveva il diritto di precedenza. Il tempo passava veloce e velocemente si seppe che il marito della Manuela aveva venduto la sua parte di stabilimento ed era scappato perché era un pluri cornuto; in quanto alla moglie ormai non la dava solo a Gianni e a me ma anche a chi le piaceva ed pare ce ne fossero tanti. Ma il vero scandalo non era perché la Manuela la dava volentieri ma perché rimase incinta ed ebbe un figlio di colore.
scritto il
2017-02-20
4 . 2 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Il patto di Ahmid

racconto sucessivo

Mau incontra Momo
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.