La fighetta di mia moglie - 19
di
Amintore
genere
bisex
Mia madre entra in casa e spasmodicamente cerca il motivo di tante grida di piacere. Alì e la fighetta sono nudi in cucina a rifocillarsi e a farsi una spemuta di arance.
Quando mia madre vede Alì e sopratutto da una sbirciata al cazzo moscio che gli pende fino al ginocchio, per poco non sviene.
" ciao , sono la mamma e la suocera di questi due pervertiti "
" ciao grande mamma " le risponde Alì.
Mia madre senza neanche pensarci su due volte, prende il cazzo di Alì con una mano e come se stesse tirando il guinzaglio del cane, se lo porta in camera da letto.
La seguo; la vedo già eccitata che si morde il labbro inferiore e respira a fatica con le narici dilatate. Capisco il so stato d'amino e vorrei aiutarla in quanto le dimensioni de cazzo di Alì non sono proprio per tutti.
Alì si sdraia sul letto e mia madre si mette carponi sul letto e inizia prima a leccare con gusto la cappella, poi il fusto ancora mezzo moscio, alternando rumorosi risucchi sulla cappellona violacea.
Quando vede che il suo lavoro inizia a dare i frutti, si spoglia e io e la frocetta, ci buttiamo rapaci a leccare quel randello, per finire l'opera.
Ci impegniamo con le lingue a insalivarlo per bene, la fighetta acccenna anche a qualche smanettata di sega ma il ragazzone reagisce subito e in men che non si dica, il cazzo svetta imperioso puntando dritto verso il soffitto.
Mia madre guarda la scena in piedi al fondo del letto e con la mano sinistra si stuzzica i capezzoli mentre con la destra si accanisce sul clitoride che oramai anch'esso svetta indurito tra le grandi labbra.
"Dai preparatelo per bene che ora lo faccio mio " dice decisa, salendo sul letto e sovrastando in piedi Alì all'altezza del cazzone.
Poi inizia a calarsi fino a prendere il randello con la mano e centrarlo tra le labbra gonfie della fica, spalancata per l'eccitazione.
Ora ha la cappellona all'ingresso della fica. Si sta gustando il calore che emana, ma poi con un ulteriore spinta, cerca di farsela entrare.
Si sta calando, si sta facendo penetrare da quel palo di carne !
Scende e ne ingurgita circa la metà.
Sospira affannosamente; evidentemente lo sente imperioso e prepotente, dilaterle le carni e riempirla tutta.
Si vede perfettamente che ne è piena a tappo e penso che sia arrivata a sbattere contro il collo dell'utero.
Rimane lì in quella posizione per qualche secondo, gustandosi la sensazione di pienezza ma subito inizia a muoversi; lo fa uscire e poi si ricala, danza allegramente su quello scettro di carne bollente.
Io non resisto e mi metto a cavallo della faccia di Alì, offrendogli da leccare la mia avida fica e rivolta verso mia madre, per vedere come se la cava con quel paletto.
" dai .... si .... aprimi ..... sfondami tutta ..... " grida indemoniata.
Continua a danzare sullo scettro con rapidi movimenti a stantuffo e vedo che ne fa sparire sempre di più nella fica dilaniata e oscenamente aperta.
Ora è talmente bagnata che nel movimento si sente un rumore come di risacca del mare, che va e viene.
" dai ... ancora .... si .... aprimi .... oddio non ho mai preso un cazzone del genere ... "
Intanto Alì mi sta facendo un lavoretto di lingua che mi lascia senza fiato e sento un orgasmo avvicinarsi violento e devastante.
Allora chiamo la fighetta ad unirsi a noi, lo faccio mettere in piedi tra me e mia madre, prendo le chiavi della gabbietta di castità che ho appese al mio collo e gli libero l'uccello.
Questo come una molla, si libera svettante nell'aria; non vedeva l'ora di essere liberato da quella sitazione di costrizione.
Giro la fighetta in maniera che dia il cazzo in bocca a sua suocera, che vista la situazione, non disprezza.
La fighetta è contenta ma non sa cosa lo aspetta.
Mi allungo per prendere il gel sul comodino e mi riposiziono sulla bocca di Alì che diligentemnte riprende ad accarezzarmi con la lingua.
Ora gli ungo con il gel il braccio sinistro e la mano, lo posiziono tra le chiappe della fighetta e lo spingo per farlo entrare.
La mano a cugno si fa strada fra le natiche e si ferma al palmo.
Prendo il braccio di Alì e continuo a spingere.
Lo voglio far entrare del tutto, mentre la fighetta eccitata reagisce prendendosi le natiche con le mani e cercando di allargarle.
Ora spingiamo in due, io e Alì, mentre mia madre ha afferrato il cazzo della fighetta e non lo lascia, sbocchianndolo con avidità.
Con una spinta bestiale, la mano di Alì sprofonda nel culo rotto di mio marito che urla dal piacere.
Vedo il cazzo che gli sta scoppiando dall'eccitazione. Mi madre succhia la cappellona altenando affondi voraci in bocca, andando a sbattere con la faccia sul ventre della fighetta. Io muovo il braccio di Alì e lo faccio entrare fino a metà avanbraccio. Lo sfintere è al massimo della dilatazione e non ne entra di più ma è già tanto e inizio a farlo andare avanti e in dietro.
Stantuffa anche lui, quasi con lo stesso ritmo di mia madre che è devastata da continui orgasmi ma non molla il cazzo da succhiare.
Io vedendo la scena, vengo dinuovo allagando il viso di Alì di tutti gli umori possibili.
La fighetta inizia a dare segni di cedimento e subito il cazzo esplode in bocca alla suocera riversando tanto di quello sperma che mia madre non riesce a trattenerlo e le cola dagli angoli della bocca.
Povera fighetta, era pieno e stra eccitato e si doveva scaricare.
Alì non lo molla e ancora gli stantuffa il braccio nel culo.
Ora io scendo dal viso di Alì e faccio allontanare la fighetta facendo uscire il braccio dal culo. Lo sfintere gli rimane aperto di almeno 8/10 centimetri e allora prima che si richiuda, invito mia madre a fargli lo stesso servizio. La fighetta si mette a pecora accanto a mia madre, che con la mano destra lo lavora, fino a quando sente il cedimento dello sfintere e con violenza, in una sola spinta, gli pianta il braccio nel culo fino al gomito.
Io mi accovaccio e scendo a leccare e prendermi la mia parte, del cazzo di Alì, mezzo infilato in fica e mezzo fuori. Di più non ne entra ma a mia madre basta per lasciarsi ragguiungere dal secondo o terzo orgasmo che la squassano agitandosi tutta come in preda ad un attacco isterico. E' tutta sudata e la sua pelle abbronzata brilla come anche la pelle di Alì, che madito di sudore estrae lo scetro dalla fica.
Ma lui non è venuto e allora me lo lavoro ancora di bocca e ingoio fino alle tonsille il suo bastone. Mia madre continua l'opera di devastazione del culo di suo genero fino a tirare indietro il braccio e far uscire la mano stretta apugno. Vedo lo sfintere della fighetta che si dilata fino all'inverosimile; penso si stia strappando e la fighetta ulula di piacere e di dolore. Poi con un forte scrocchio, esce dal culo, con qualche rivolo di sangue.
Alì mi viene in bocca e anche io ho difficoltà a deluittire tutta la sborra che con 4/5 violenti schizzi mi ha riversato in bocca.
Ci abbandoniamo tutti esausti, sudati, distrutti, chi nella fica, chi nel culo e chi come me, si è bevuta una abbondante dose di sperma. Allora cerco la bocca della fighetta e come al solito ci scambiamo tuttolo sperma rimasto. So che a lui piace da morire e non gli negherò mai questa soddisfazioa ora gli rimetto subito la nego.
Ma ora gli rimetto subito la gabbietto, dovesse scappare quell'uccellino.
Ciao alla prossima.
Quando mia madre vede Alì e sopratutto da una sbirciata al cazzo moscio che gli pende fino al ginocchio, per poco non sviene.
" ciao , sono la mamma e la suocera di questi due pervertiti "
" ciao grande mamma " le risponde Alì.
Mia madre senza neanche pensarci su due volte, prende il cazzo di Alì con una mano e come se stesse tirando il guinzaglio del cane, se lo porta in camera da letto.
La seguo; la vedo già eccitata che si morde il labbro inferiore e respira a fatica con le narici dilatate. Capisco il so stato d'amino e vorrei aiutarla in quanto le dimensioni de cazzo di Alì non sono proprio per tutti.
Alì si sdraia sul letto e mia madre si mette carponi sul letto e inizia prima a leccare con gusto la cappella, poi il fusto ancora mezzo moscio, alternando rumorosi risucchi sulla cappellona violacea.
Quando vede che il suo lavoro inizia a dare i frutti, si spoglia e io e la frocetta, ci buttiamo rapaci a leccare quel randello, per finire l'opera.
Ci impegniamo con le lingue a insalivarlo per bene, la fighetta acccenna anche a qualche smanettata di sega ma il ragazzone reagisce subito e in men che non si dica, il cazzo svetta imperioso puntando dritto verso il soffitto.
Mia madre guarda la scena in piedi al fondo del letto e con la mano sinistra si stuzzica i capezzoli mentre con la destra si accanisce sul clitoride che oramai anch'esso svetta indurito tra le grandi labbra.
"Dai preparatelo per bene che ora lo faccio mio " dice decisa, salendo sul letto e sovrastando in piedi Alì all'altezza del cazzone.
Poi inizia a calarsi fino a prendere il randello con la mano e centrarlo tra le labbra gonfie della fica, spalancata per l'eccitazione.
Ora ha la cappellona all'ingresso della fica. Si sta gustando il calore che emana, ma poi con un ulteriore spinta, cerca di farsela entrare.
Si sta calando, si sta facendo penetrare da quel palo di carne !
Scende e ne ingurgita circa la metà.
Sospira affannosamente; evidentemente lo sente imperioso e prepotente, dilaterle le carni e riempirla tutta.
Si vede perfettamente che ne è piena a tappo e penso che sia arrivata a sbattere contro il collo dell'utero.
Rimane lì in quella posizione per qualche secondo, gustandosi la sensazione di pienezza ma subito inizia a muoversi; lo fa uscire e poi si ricala, danza allegramente su quello scettro di carne bollente.
Io non resisto e mi metto a cavallo della faccia di Alì, offrendogli da leccare la mia avida fica e rivolta verso mia madre, per vedere come se la cava con quel paletto.
" dai .... si .... aprimi ..... sfondami tutta ..... " grida indemoniata.
Continua a danzare sullo scettro con rapidi movimenti a stantuffo e vedo che ne fa sparire sempre di più nella fica dilaniata e oscenamente aperta.
Ora è talmente bagnata che nel movimento si sente un rumore come di risacca del mare, che va e viene.
" dai ... ancora .... si .... aprimi .... oddio non ho mai preso un cazzone del genere ... "
Intanto Alì mi sta facendo un lavoretto di lingua che mi lascia senza fiato e sento un orgasmo avvicinarsi violento e devastante.
Allora chiamo la fighetta ad unirsi a noi, lo faccio mettere in piedi tra me e mia madre, prendo le chiavi della gabbietta di castità che ho appese al mio collo e gli libero l'uccello.
Questo come una molla, si libera svettante nell'aria; non vedeva l'ora di essere liberato da quella sitazione di costrizione.
Giro la fighetta in maniera che dia il cazzo in bocca a sua suocera, che vista la situazione, non disprezza.
La fighetta è contenta ma non sa cosa lo aspetta.
Mi allungo per prendere il gel sul comodino e mi riposiziono sulla bocca di Alì che diligentemnte riprende ad accarezzarmi con la lingua.
Ora gli ungo con il gel il braccio sinistro e la mano, lo posiziono tra le chiappe della fighetta e lo spingo per farlo entrare.
La mano a cugno si fa strada fra le natiche e si ferma al palmo.
Prendo il braccio di Alì e continuo a spingere.
Lo voglio far entrare del tutto, mentre la fighetta eccitata reagisce prendendosi le natiche con le mani e cercando di allargarle.
Ora spingiamo in due, io e Alì, mentre mia madre ha afferrato il cazzo della fighetta e non lo lascia, sbocchianndolo con avidità.
Con una spinta bestiale, la mano di Alì sprofonda nel culo rotto di mio marito che urla dal piacere.
Vedo il cazzo che gli sta scoppiando dall'eccitazione. Mi madre succhia la cappellona altenando affondi voraci in bocca, andando a sbattere con la faccia sul ventre della fighetta. Io muovo il braccio di Alì e lo faccio entrare fino a metà avanbraccio. Lo sfintere è al massimo della dilatazione e non ne entra di più ma è già tanto e inizio a farlo andare avanti e in dietro.
Stantuffa anche lui, quasi con lo stesso ritmo di mia madre che è devastata da continui orgasmi ma non molla il cazzo da succhiare.
Io vedendo la scena, vengo dinuovo allagando il viso di Alì di tutti gli umori possibili.
La fighetta inizia a dare segni di cedimento e subito il cazzo esplode in bocca alla suocera riversando tanto di quello sperma che mia madre non riesce a trattenerlo e le cola dagli angoli della bocca.
Povera fighetta, era pieno e stra eccitato e si doveva scaricare.
Alì non lo molla e ancora gli stantuffa il braccio nel culo.
Ora io scendo dal viso di Alì e faccio allontanare la fighetta facendo uscire il braccio dal culo. Lo sfintere gli rimane aperto di almeno 8/10 centimetri e allora prima che si richiuda, invito mia madre a fargli lo stesso servizio. La fighetta si mette a pecora accanto a mia madre, che con la mano destra lo lavora, fino a quando sente il cedimento dello sfintere e con violenza, in una sola spinta, gli pianta il braccio nel culo fino al gomito.
Io mi accovaccio e scendo a leccare e prendermi la mia parte, del cazzo di Alì, mezzo infilato in fica e mezzo fuori. Di più non ne entra ma a mia madre basta per lasciarsi ragguiungere dal secondo o terzo orgasmo che la squassano agitandosi tutta come in preda ad un attacco isterico. E' tutta sudata e la sua pelle abbronzata brilla come anche la pelle di Alì, che madito di sudore estrae lo scetro dalla fica.
Ma lui non è venuto e allora me lo lavoro ancora di bocca e ingoio fino alle tonsille il suo bastone. Mia madre continua l'opera di devastazione del culo di suo genero fino a tirare indietro il braccio e far uscire la mano stretta apugno. Vedo lo sfintere della fighetta che si dilata fino all'inverosimile; penso si stia strappando e la fighetta ulula di piacere e di dolore. Poi con un forte scrocchio, esce dal culo, con qualche rivolo di sangue.
Alì mi viene in bocca e anche io ho difficoltà a deluittire tutta la sborra che con 4/5 violenti schizzi mi ha riversato in bocca.
Ci abbandoniamo tutti esausti, sudati, distrutti, chi nella fica, chi nel culo e chi come me, si è bevuta una abbondante dose di sperma. Allora cerco la bocca della fighetta e come al solito ci scambiamo tuttolo sperma rimasto. So che a lui piace da morire e non gli negherò mai questa soddisfazioa ora gli rimetto subito la nego.
Ma ora gli rimetto subito la gabbietto, dovesse scappare quell'uccellino.
Ciao alla prossima.
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