Un nuovo Inizio - ...E adesso?

di
genere
dominazione

La mattina mi trova ancora nel letto e ben rincoglionito di sonno, e stanco come se un autotreno a diciotto ruote mi fosse passato addosso e non convinto avesse fatto retromarcia per poi ripartire.
Ok decisamente non ho più vent'anni, ma nemmeno trenta, mi guardo intorno, il letto è vuoto ed io sono sul bordo, se faccio un movimento inconsulto mi ritrovo con il culo sul pavimento.
Cerco di raddrizzarmi mentre la porta si apre ed entra Veronica con un vassoio per la colazione stracolmo, certo chi ama brucia, e noi abbiamo bruciato un bel po' ma mi pare un tantinello esagerata.
Tre marmellate diverse, burro, fette biscottate, caffè, tè, macedonia di frutta...
“Non sei un po' esagerata?” le dico ridendo mentre mi puntello sui gomiti e nel contempo spingo con la schiena il cuscino alla testiera del letto.
“Su su devi ritemprarti, hai avuto un superlavoro questo finesettimana” risponde Vero.
Mi guardo intorno, come se cercassi qualcosa o qualcuno, e la mia donna intuisce quello che sto per chiederle “Lara si è alzata presto, doveva lavorare stamane, aveva un passo un po' malfermo, credo che tu le abbia massacrato il culo ieri”....
Addento pensosamente una fetta biscottata che si spezza cadendo per fortuna nella tazza del caffè e limitando i danni, non commento e Veronica non mi sollecita una risposta.
Facciamo colazione sparando un sacco di cazzate, una cosa consueta per noi, poi un po' di marmellata di albicocche le cola da un altra fetta biscottata sul seno destro nudo, ed io mi affretto a recuperarla direttamente con la bocca.
“Non l'ho fatto apposta...ma se vuoi continuare...io non mi oppongo” mi incoraggia, come se ve ne fosse bisogno.
“ Finalmente soli....!”
Il suo sguardo muta, il nostro desiderarci, volerci è un bisogno mutevole non nell'intensità, ma nel modo.
Apro il cassetto del comodino e ne estraggo il flogger e il collare, Veronica non dice una parola, ripone in terra lontano dal letto il vassoio della colazione e va a prendere nell'altra stanza il nostro trolley dei giochi.
Il BDSM è qualcosa che ha riguardato solo noi due sino ad ora, una dimensione privata ed esclusiva e tale vorrei rimanesse, ma ….
Scaccio quel pensiero, Vero mi sta porgendo i polsi da cingere con le polsiere , successivamente le scosto i capelli per metterle il collare e via via ogni cosa serva a caricare la mia e sua eccitazione.
L'atmosfera cambia nella stanza, siamo sempre noi due, ma al contempo ora siamo anche altre due persone diverse.
Passo le mani sulla sua pelle interrotta dal cuoio fresco, prima di farla mettere in posizione e assicurale i polsi, prima di saggiare la sua morbida umidità, prima di desiderarla sino a non poterne davvero più.
Mi impadronisco dei suoi seni al punto di accettare quasi con sollievo le clamps ai capezzoli, ma senza per questo cancellare dal suo sguardo quella vena di sfida che la rende così speciale per me.
Sobbalzo con lei ad ogni colpo che riceve, mentre l'aria si arricchisce di un nuovo sentore di pelle e cuoio conciati, calibro con attenzione la forza dei colpi e dove lambire la sua pelle, sfiorando dove essa è più delicata, per regalarle il brivido del dubbio, di quella momentanea incertezza.
Abuso di lei, del suo corpo, la faccio mia nella bocca, nella fica, lascio il culo per ultimo; mi piace guardarla boccheggiante mentre tossisce e quel filo di saliva collega la mia cappella alle sue labbra, sono conquistato dal suo ridischiudere le labbra per non averne ancora abbastanza.
Quando ci siamo conosciuti ed abbiamo iniziato a praticare il BDSM era incapace di lasciarsi andare in sessione e farsi possedere anche dietro, tanti tentativi, tanta pazienza, non riusciva a rilassarsi, ma alla fine anche quell'ultimo ostacolo era stato vinto.
Favolosa nel suo darsi, nel suo resistere prima di venire, volta dopo volta sino a scoppiare in lacrime per non cedere.
La godo e la uso, i suoi capelli divengono redini, i palmi delle mie mani bruciano al pari della sua pelle.
Incassata nel materasso tra le lenzuola scalzate subisce ogni mio affronto, ogni mio attacco sino ad esaurirmi dentro di lei.
Lunghi istanti di silenzio rannicchiata contro di me, lunghi preziosi minuti prima che le sue mani dapprima timidamente mi circondino per attirarmi a sé nell'umido, afoso tepore dei nostri corpi sudati.
Questi sono tra i momenti migliori per noi, stiamo qui semplicemente a bearci di questa dolce spossatezza, ed è in questi momenti che tu parti con le tue domande, ed io adoro questa tua curiosità il tuo non essere mai paga finché non hai una risposta.
“Fabio...”
“Dimmi … cosa ti tormenta la tua testolina bionda e perversa oggi?” le rispondo ridacchiando mentre strofino leggero le nocche del pugno sul suo capo.
“ieri ...mentre inculavi Lara ...mi sono accorto che eri stanco...” non la interrompo e aspetto che continui, “non so cosa mi è preso, ho preso la cinghia e ti ho frustato sul culo e i fianchi e ti ho visto riprendere vigore, però... lo ammetto mi è piaciuto e in un certo senso era come se non colpissi solo te ma anche lei...si mi è piaciuto...mi perdoni?”.
Mi giro a guardarla, mentre lei solleva gli occhi per cercare i miei; è indubbio che in questi mesi mi è entrata davvero dentro e forse a volte mi comprende, mi intuisce, forse più di quanto abbia la lucidità per farlo io.
“Beh sai che non sono un dominante puro e cominci a conoscermi abbastanza bene da sapere che in certi momenti ho bisogni diversi, per questo sono switch, avevo capito perché lo hai fatto e so che ne hai tratto piacere, non sono arrabbiato e non hai nulla da farti perdonare, semmai ti ringrazio.
Spesso succede che ti lasci una certa libertà d'azione, chi non ci conosce potrebbe pensare che mi stai dominando dal basso, ma la realtà è che tu sai quali sono i miei bisogni esattamente come io conosco i tuoi piccola mia”.
Ascolta le mie parole in silenzio e sul finire della frase mi si rannicchia contro stringendomi.
“Sinceramente non credo tu sia una slave, penso tu sia molto più switch con una forte componente sub, e forse è proprio per questo che ci amalgamiamo così bene, io ti domino esattamente quanto tu hai bisogno e di converso sai quando prendere il controllo per darmi tu quello di cui ho bisogno io”
Non parla ascolta, avvicino la bocca alla sua pelle per un debole morso, che un po' la ridesta dai suoi pensieri... in momenti così credo che la mangerei se potessi.
Arriviamo all'ora di pranzo, facendo l'amore pigramente, senza eccessi, stuzzicandoci senza mai davvero concludere; nessuno dei due ha voglia di cucinare e dopo circa un quarto d'ora di telefonate rimediamo un tavolo per due nella trattoria poco lontano da casa.
Conosciamo il posto, alla fine capitiamo sempre qui quando non abbiamo voglia di cucinare, la cucina è semplice, tradizionale e senza troppe pretese ed il pranzo prosegue in un atmosfera piacevolmente rilassata.
Sul caffè il cellulare di Veronica squilla, vedo il suo viso farsi strano, risponde e le si disegna un enorme sorriso, si tratta di Cinzia, mi informa subito.
Cinzia è una Lei di coppia con la quale in passato abbiamo giocato alcune volte, suo marito Aldo è un mio coetaneo, più in forma di me, confesso con una passione per il sesso duro, cosa per la quale Veronica è assai portata e la moglie in questo non è certo da meno.
Gusti simili, compagne simili e bisex, insomma doveva essere simpatia a primo incontro come effettivamente fu.
Chiamo il cameriere e ne approfitto per chiedere il conto e pagare, frattanto ci alziamo e Vero continua un dialogo concitato con l'amica, e confesso il tutto alimenta in me una certa curiosità.
La telefonata termina con i saluti rituali e con quelli estesi al sottoscritto, che faccio segno di ricambiare.
“Era Cinzia dice che Aldo per lavoro sarà nella nostra zona per circa due settimane, quindi chiedeva se avevamo piacere che passasse a trovarci”.
A dire il vero la settimana prossima toccava a Veronica venire su da me, ma in effetti è un po' che non vediamo Aldo, chiarisco, di solito non frequentiamo singoli, più che altro perché ad entrambi abbiamo piena licenza di vivere le nostre avventure se succede, ma con lui il discorso è diverso, in quanto membro di una coppia con cui siamo stati bene diverse volte, quindi anche un dopocena ci starebbe.
Ho un idea, forse un po' maligna, “Vero, chiedi a Lara se venerdì sera prossimo è libera per cena, e naturalmente spiegale chi è Aldo ...”
Veronica mi guarda un attimo stupita e poi scoppia a ridere “Sei un porco! Ma parli sul serio? Guarda che io la chiamo veramente!” .
Sorrido e scuoto affermativamente la testa, frattanto siamo arrivati a casa, io vado un attimo in camera da letto a preparare il trolley, visto che tra un paio d'ore dovrò rimettermi in viaggio, in sottofondo sento la mia donna cicaleggiare al cellulare probabilmente con Lara.
Ripenso alla mia scelta, Aldo non è esattamente una mammola a letto, ma d'altro canto la ragazza ha espresso il desiderio di giocare con noi e questo genere di cose fa parte del gioco, e poi...ho una strana sensazione, non voglio che si affezioni troppo a noi due, perlomeno non morbosamente, ho intravisto qualcosa in quegli occhi l'altra sera ed ho una strana inquietudine.
Ho imparato a non ignorare le mie sensazioni, ogni volta che l'ho fatto il conto è arrivato regolare...e salato.
Mentre inseguo queste riflessioni il mio trolley è già bello che chiuso pronto al suo servizio accompagnatore di un pendolare relazionale, la porta si apre ed entra Veronica che sta scorrendo il dito sul touchscreen dello smarthphone.
“sei già pronto per andare? “
Faccio una faccia che significa tutto, “Sono pronto ma abbiamo ancora un paio d'ore poi proprio devo scappare”.
Il diavoletto biondo posa il cellulare sulla cassettiera, ne apre il primo cassetto e ne estrae lo strapon con imbragatura, mentre mi guarda sorniona... si abbiamo ancora un po' di tempo.
Mi spoglio rapidamente del tutto, mentre lei fa esattamente lo stesso, i vestiti di entrambi raggiungono disordinatamente il pavimento ancora una volta.
Ci abbracciamo, mi godo il piacere derivato dal sentirmi indosso le tue mani impazienti, mentre le bocche si raggiungono e le lingue iniziano a rincorrersi.
Lunghi minuti in cui la voglia l'uno dell'altra cresce, credo la prenderei adesso, qui sul tappeto se non fosse chiaro che adesso tocca a lei...
Quando ci stacchiamo mi giro per mettermi a carponi sul letto ed offrirmi, ma lei mi ferma, mi afferra per la mano e mi guida lungo il corridoio per arrivare all'ingresso di casa.
“Inginocchiati qui davanti alla porta e ,mettiti giù voglio prenderti qui.£
Una scarica di adrenalina mi percorre, mi sta rendendo la pariglia per averla presa quasi sul pianerottolo di casa tempo fa, ed a rinforzare il carico, sento distintamente sul pianerottolo le voci della sua vicina di casa e un altra maschile che non ho idea a chi possa appartenere.
Carognetta...ci ha preso gusto in questo nostro gioco, ma è proprio queste sue sparute iniziative inaspettate che me la fanno adorare .
Sono a quattro zampe a carponi cercando di inarcare la schiena verso il basso, il fresco viscoso del lubrificante arriva quasi subito, ma inaspettatamente...
Il primo colpo di cinghia mi coglie di sorpresa e quasi mi fa gridare, il secondo è ancora sull'onda della sorpresa, bruciante ed inaspettato.
I successivi sono distribuiti quasi senza metodo, ma in realtà una loro strategia l'hanno: glutei, fianchi , schiena, inizio del solco delle natiche apparentemente a casaccio, ma il fine ultimo è quello di non permettermi di creare una sorta di aspettativa.
Quando la sequenza termina sono sudato ed ansante, ed è proprio in quell'istante che la sento premere e spingere sino ad entrare senza troppe cerimonie; è decisa, spietata, quasi mi manca il tempo per rilassarmi e permetterle di entrare,.
Sento le sue mani armeggiare su un mio fianco e poi qualcosa di fresco scivolare sotto la mia pancia, sembra una fettuccia....no è una cintura di cuoio, la stessa con cui mi colpiva prima, la allaccia sulla mia schiena chiudendone la fibbia credo e poco dopo torna a montarmi con forza.
La sento quasi addosso, mi monta, mi cavalca come un cowboy monta un toro in un rodeo, si aggrappa a quella cintura per affondarmi dentro e impedirmi di potermi ritrarre o sottrarre in alcun modo.
I sento posseduto, preso, suo, finisco per cedere ed appiattirmi quasi sul fresco pavimento, mentre un refolo di aria fresca filtra da sotto la porta d'ingresso e le voci nel pianerottolo parlano...non so bene di cosa.
Entra ed esce adesso completamente e le pause si allungano sino ad una più lunga che mi fa presumere che abbia finito, ma sbaglio.
Rientra ancora ...
C'è qualcosa di strano nel come si muove dentro di me, provo a girarmi con la testa ma la sua mano mi blocca ferrea sulla nuca...è il suo momento devo lasciare che lo consumi.
Alla fine non riesco a tenermi e godo a denti stretti, labbra serrate, ma Veronica non sente ragioni ed alla fine viene lei pure con un piccolo urlo.
Le voci sul pianerottolo cessano di colpo....silenzio...un bisbiglio indistinto e dei passi leggeri un ombra sulla fessura della porta.
La piccola mano di Vero mi tappa la bocca mentre mi assesta un altro paio di spinte....
qualche secondo di silenzio poi di nuovo passi e le voci che si allontanano e subito dopo una porta che si chiude ovattandone i suoni.
Ho ancora il culo pieno e sento il peso di Vero sulla schiena anche se sono intorpidito e confuso dal piacere, poi lei si sposta da sopra di me per permettermi di girarmi, ma non esce.
La sento camminare sui piedi nudi mi metto a carponi prima di rialzarmi, in tempo per accorgermi che una specie di proboscide ancora mi esce dal culo umido degli umori di lei.
Il click dell'otturatore della fotocamera del cellulare mi sorprende con la faccia che deve essere tutto un programma, adesso che ho capito che ho l'estremità di un dong ancora piantato dietro.
La rincorro per la stanza, con un placcaggio da NFL e finiamo sul divano ridendo, nel fare questo atterro di nuovo di culo e il fallo si spinge di nuovo dentro cacciando una sorta di urletto.
Lei lo estrae e scoppiamo a ridere...
Il tempo vola quando si sta bene, doccia, rivestirsi e eccomi sulla porta per i saluti prima che mi metta in viaggio, ma prima che esca chiedo a veronica cosa ha detto Lara.
“Curioso eh?” sogghigna
Giro la testa leggermente e le lancio un occhiata fintamente severa.
“Ok ok ...era titubante, le ho spiegato il tipo di rapporto che abbiamo con lui e sua moglie e che era libera di non venire, ma che se veniva a cena poi doveva partecipare, se no non aveva senso”
“E....”
“Ed ha detto di sì anche se era sensibilmente eccitata e un po' timorosa all'idea”
Bacio la mia piccola sulla guancia e poi in bocca come si conviene, ci salutiamo mentre entro in ascensore... e ho di nuovo quella strana sensazione.



scritto il
2017-05-21
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