Insieme per sempre
di
Alba6990
genere
sentimentali
Premessa: questo racconto nasce dalla mente di Outsidergirl. Ha scritto, tempo fa, l'inizio di un racconto che non ha mai concluso e mi ha chiesto di costruirci sopra qualcosa. È nato il seguente racconto. Grazie per avermi dato la possibilità di scriverlo, Outsidergirl :) buona lettura!
Solo il rumore dei miei passi mi tiene compagnia insieme al crepitare delle foglie secche che s’infrangono al suolo. E’ strano trovarsi qui, ai piedi di questa antica villa, eppure qualcosa mi attira inesorabilmente al suo interno, come una presenza, un presentimento. Entro. Silenzio. Un sottile alone di mistero mi circonda. Mi aggiro furtivo tra le stanze spoglie dagli alti soffitti a volta in cerca di qualcosa o qualcuno, finchè indistinto sento un rumore, una melodia. Come attratto da quel suono proseguo, fino a quando quella musica diventa sempre più udibile e distinta. E’ un pianoforte. Non sono solo e anziché rallegrarmi improvvisamente mi sento inquieto. Tutto in questa casa sa di desolazione e trascuratezza, dai muri scrostati ai pesanti tendaggi ricoperti di polvere e stinti, perché sono qui?
Mi risveglio dai miei pensieri, mi passo una mano tra i capelli e proseguo verso una stanza che ha tutta l’aria di essere uno studio o una piccola biblioteca, proprio da lì arriva la melodia, dolce e malinconica, a tratti quasi spettrale, ma c’è veramente qualcuno a suonarla? Potrebbe essere anche un vecchio giradischi o piuttosto, visto l’antiquato stile di questa villa, che sembra più un masuleo, un grammofono. Non mi rimane che scoprirlo. Mi avvicino alla pesante porta in legno socchiusa, un sottile spiraglio mi permette di intravedere ciò che si cela dietro a quel legno quasi marcio.
Ciò che vedo è un pianoforte nero, lucido a coda e sullo sfondo una libreria logora in legno e delle dita che veloci corrono sulla tastiera…Sospiro, mi faccio forza, poggio la mano sulla fredda maniglia e spalanco la porta.
Rimango senza fiato. Un’oscura presenza colpisce i miei occhi, o, per meglio dire, una donna. E’ lei a suonare con trasporto, tanto che nemmeno sembra accorgersi della mia presenza. Mi avvicino, la scruto, è tutta vestita di nero, un vestito lungo, fasciante, che le lascia fuori solo le esili spalle pallide. E’ di profilo, ma non la vedo in volto, una cascata di lunghi e serici capelli scuri lo coprono. Resto a fissarla. C’è qualcosa di familiare nel suo aspetto, sembra ricordarmi qualcuno che ho conosciuto nel passato, ma non puo’ essere, mi ripeto, è solo suggestione e niente più. Non può essere… Il cuore comincia a battermi forte, mille pensieri si rincorrono nella mia mente...Mi avvicino ancora di più, ora le sono accanto, allungo una mano tra i suoi capelli a spostarli delicatamente...lei si gira e non può essere per davvero! La sorpresa diventa sgomento!
“..Lisa!..Tu..non …”
Le parole mi rimangono bloccate in gola, la musica cessa di colpo, solo un profondo silenzio ora ci circonda, per quelli che possono essere minuti o ore, non so, sono paralizzato.
“Ti stavo aspettando.”
Lisa si alza, i suoi occhi sono fissi nei miei, solo pochi passi ci dividono, ma sembrano troppi. Si avvicina eterea, fissandomi con i suoi occhi scuri e profondi, tanto intensi da apparire quasi soprannaturali. Allunga una mano ad accarezzarmi i capelli e il viso , mi cinge con entrambe le braccia e mi bacia. Le sue labbra sono sulle mie, seriche e delicate, rispondo al suo bacio dapprima dolcemente e poi sempre più appassionatamente. Le mie mani percorrono tutto il suo corpo, la premo sempre più forte, tanto intenso è il mio desiderio di possederla e proprio in quel momento sento qualcosa bagnarmi le dita, un sapore metallico impregnarmi la bocca. Apro gli occhi, una lacrima solca il suo viso, una scia rossa percorre le sue guance, il mento, per poi cadere al suolo…lacrime di sangue! Rimango inebetito a guardare quei rivoli rossi percorrerle il viso, il mio cuore si gela...
"Stai tranquillo."
Quelle parole risuonano e riecheggiano tra quelle pareti fatiscenti come un solenne ordine. Il sangue sparisce, così come il sapore metallico che sentivo nella mia bocca. È stata un'allucinazione? Perché c'era del sangue? È mai esistito? Scuoto la testa chiudendo gli occhi, cercando di scacciare quell'immagine. Lisa prende il mio viso tra le sue mani...come sono calde...mi coccolano con quel tocco così leggero e che sa di casa. I suoi occhi straboccano d'amore e mi penetrano l'anima, arrivando dritti al mio cuore, che perde battiti.
"Lisa...amore mio..."
"Sì, sono qui."
Non posso che stringerla tra le mie braccia. Appare così fragile e così bella, come un fiore che nasce nella neve d'inverno, dove basta un semplice tocco per farlo infreddolire...appassire...morire...
Le sue labbra fremono sulle mie. Indugiamo qualche istante, restando fermi come due statue di ghiaccio, con le nostre bocche una attaccata all'altra. Non posso resisterle...Lisa, l'amore della mia vita, è qui...adesso...insieme a me. La mia lingua si fa strada tra le sue labbra calde. Per un fugace momento temo di sentire di nuovo il sangue scorrere sul suo viso...ma niente di brutto accade. Era un'allucinazione, un semplice momento di incubo...ma perché? Lisa è mia moglie...perché sento che questo momento è unico e speciale? Abbiamo fatto tante volte l'amore...perché siamo qui? Perché sento come se non la vedessi da una vita intera?
"Mi manchi così tanto."
"Anche tu..."
Ma perché dico queste parole? Dove sono stato? Non mi importa...l'importa è essere con lei. Lentamente il nostro bacio casto si trasforma in un qualcosa carico di passione, di amore. Le nostre lingue si cercano, si intrecciano, si abbracciano. Sento le dita di Lisa che solcano i miei capelli e che accarezzano la mia schiena. Sospiri sempre più pesanti si fanno spazio in questo silenzio. Le nostre mani corrono sulla stoffa dei nostri vestiti. Ce li togliamo con lentezza, assaporando ogni singolo istante di questo momento paradossalmente unico. Il suo vestito nero scivola a terra silenziosamente, come se fosse fatto di aria. Nuda...eterea...bianca come la neve. Il mio corpo sembra quello di un colosso in confronto al suo, lo è sempre stato. La prendo in braccio, le sue gambe lisce mi cingono la vita. La mia erezione preme possente contro il suo inguine, il suo monte di Venere. Ad ogni secondo che passa la sento impercettibilmente più leggera...una piuma.
"Prendimi."
Non riesco neanche a rispondere. La sua voce è un sussurro quasi disperato nel mio orecchio. Posso solo continuare a baciarla, assaporando il gusto dell'amore che prova per me. La poso delicatamente sul pianoforte...dio, è così bella...
Neanche un'imperfezione, un neo, una voglia, persino il segno del costume è assente. Solo i suoi occhi languidi e i suoi capelli neri come la notte e le sue labbra quasi anemiche.
Le mie mani esplorano il suo corpo, ogni sua fessura, ogni suo angolo più nascosto...così come sta facendo la mia bocca. I suoi seni morbidi e vellutati diventano subito il mio primo oggetto di attenzione. Ma non sono vorace...non voglio rovinare questo momento...voglio saziarmi di esso, di ogni singolo minuto, di ogni singolo millimetro di pelle. Succhio quelle piccole mammelle come farebbe un neonato con la madre...impregno i suoi capezzoli con la mia saliva, mentre sento Lisa sospirare di piacere. Passo per un tempo che sembra infinito da un seno all'altro, coccolando entrambi in egual misura. Solo dopo averli succhiati per bene, comincio a scendere lungo il suo corpo con la punta della lingua arrivando alla mia meta, il frutto proibito...la bacio intorno...in modo delicato, ma carico di voglia, di passione, di lei...quanto mi manca il suo sapore...ma perché continuò ad avere la sensazione di mancanza? Abbiamo fatto l'amore giusto questa mattina...o forse è stato ieri? Non me lo ricordo...
Mi nutro di lei...mi disseto con il suo piacere. La mia lingua rotea veloce sul clitoride, per poi immergersi in quel mare aspro e salato che inonda la mia bocca. Le nostre dita si intrecciano...ci tenevamo sempre per mano...perché parlo al passato?
Bastano pochi attimi e lei esplode di piacere, trema come un agnellino...
"Ohhh...amore...mi fai impazzire ogni volta...mmmm..."
La sua voce, il suo orgasmo dirompente...sono musica per le mie orecchie. Non posso trattenermi di più...le faccio assaporare i suoi umori, esplorando il suo palato. La mia erezione fa quasi male, ma viene subito accolta dal corpo di Lisa. Accoglie il mio membro in un caldo ed umido abbraccio che conosco fin troppo bene. Un lungo gemito esce dalle nostre bocche, praticamente all'unisono.
Spingo dentro di lei, come se volessi diventare un tutt'uno con il suo corpo. Il silenzio è rotto dai nostri sospiri...dai nostri gemiti...dai battiti del nostro cuore...o del mio e basta? Perché il suo non lo sento? O forse sono troppo eccitato per ascoltare?
Sento le sue unghie che affondano nella mia schiena, quasi scavandomi la carne.
Dio...questo calore...questa sensazione di "casa"...non posso farne a meno...Lisa...amore mio...perché mi manchi così tanto? Perché sento che non sei qui per davvero? So che ti sto riempiendo di me, del mio seme caldo, di ciò per cui mi pregavi ogni notte nel nostro letto negli ultimi 12 anni...ma perché ti sento lontana?
"Amore..."
"Lisa...ti amo...dove sei?"
Non so perché le ho fatto questa domanda. Non è qui con me? Non siamo a casa? Guardo Lisa negli occhi, ancora con il fiatone. I suoi occhi sono velati di lacrime. Sono confuso...Lisa piange, piange a dirotto.
"Amore cos'è successo?"
Sono sconvolto. Lisa si accascia a terra piangendo. La cingo con le mie braccia e lei si rannicchia sul mio torace. È...successo qualcosa di brutto? Perché non ricordo?
"Lisa...dimmi tutto. Qualsiasi cosa sia, troveremo un modo..."
Un modo per cosa? Che cosa sto dicendo? Accarezzo i suoi capelli, cercando inutilmente di tranquillizzarla...ma mi sembra di toccare il niente...è come se non avesse consistenza...che sta succedendo? Lisa sta scomparendo...
Dei vetri rotti compaiono a terra...sono sparsi sul pavimento, intrisi di sangue...da dove sono arrivati? Perché Lisa continua a piangere? Lo sto facendo anche io...
"Mi manchi così tanto..."
Dio! Fammi uscire da questo incubo! Non può essere! Non è quello che sto pensando sul serio! Lisa è ricoperta di sangue! I suoi occhi sono vitrei, è come se fosse morta...perché sembra morta?
Adesso ricordo...
Strada. Camion. Vetri. Lisa. Sangue. Sirene. Lampeggianti. Buio.
--------------------
"Mamma? Perché piangi?"
"Tranquilla tesoro. Un incidente sul lavoro."
"Che è successo?"
"È morto un mio paziente."
"Oh mamma...mi dispiace. Com'è morto?"
"Si è dilaniato i polsi a morsi...quello che doveva tenerlo sotto controllo si era allontanato."
"È il paziente di cui mi hai parlato in questi ultimi mesi?"
"Sì, lui."
"Non mi hai mai detto perché l'hanno fatto ricoverare nel tuo ospedale psichiatrico."
"Vedi...l'anno scorso, lui e sua moglie Lisa, stavano andando a fare una vacanza sul lago. Avevano preso l'autostrada da pochi minuti. Un camionista ha avuto un colpo di sonno perché stava guidando da due giorni di fila. Li prese in pieno. Lui sopravvisse...ma Lisa...lei gli morì tra le braccia..."
"Oh dio...che dolore atroce!"
"Lui è impazzito. Amava tantissimo sua moglie. Era diventato un pericolo per sé stesso. Continuava ad avere allucinazioni su di lei. Pensava che fosse ancora viva. La vedeva e parlava ogni giorno con lei. La terapia non ha funzionato..."
"E invece sì...ma non nel modo in cui volevi..."
"In che senso?"
"Non pensi che lui si sia reso finalmente conto di quello che è successo?"
"E anche se fosse? Si è suicidato."
"...per stare di nuovo con lei...perché la amava tantissimo..."
Solo il rumore dei miei passi mi tiene compagnia insieme al crepitare delle foglie secche che s’infrangono al suolo. E’ strano trovarsi qui, ai piedi di questa antica villa, eppure qualcosa mi attira inesorabilmente al suo interno, come una presenza, un presentimento. Entro. Silenzio. Un sottile alone di mistero mi circonda. Mi aggiro furtivo tra le stanze spoglie dagli alti soffitti a volta in cerca di qualcosa o qualcuno, finchè indistinto sento un rumore, una melodia. Come attratto da quel suono proseguo, fino a quando quella musica diventa sempre più udibile e distinta. E’ un pianoforte. Non sono solo e anziché rallegrarmi improvvisamente mi sento inquieto. Tutto in questa casa sa di desolazione e trascuratezza, dai muri scrostati ai pesanti tendaggi ricoperti di polvere e stinti, perché sono qui?
Mi risveglio dai miei pensieri, mi passo una mano tra i capelli e proseguo verso una stanza che ha tutta l’aria di essere uno studio o una piccola biblioteca, proprio da lì arriva la melodia, dolce e malinconica, a tratti quasi spettrale, ma c’è veramente qualcuno a suonarla? Potrebbe essere anche un vecchio giradischi o piuttosto, visto l’antiquato stile di questa villa, che sembra più un masuleo, un grammofono. Non mi rimane che scoprirlo. Mi avvicino alla pesante porta in legno socchiusa, un sottile spiraglio mi permette di intravedere ciò che si cela dietro a quel legno quasi marcio.
Ciò che vedo è un pianoforte nero, lucido a coda e sullo sfondo una libreria logora in legno e delle dita che veloci corrono sulla tastiera…Sospiro, mi faccio forza, poggio la mano sulla fredda maniglia e spalanco la porta.
Rimango senza fiato. Un’oscura presenza colpisce i miei occhi, o, per meglio dire, una donna. E’ lei a suonare con trasporto, tanto che nemmeno sembra accorgersi della mia presenza. Mi avvicino, la scruto, è tutta vestita di nero, un vestito lungo, fasciante, che le lascia fuori solo le esili spalle pallide. E’ di profilo, ma non la vedo in volto, una cascata di lunghi e serici capelli scuri lo coprono. Resto a fissarla. C’è qualcosa di familiare nel suo aspetto, sembra ricordarmi qualcuno che ho conosciuto nel passato, ma non puo’ essere, mi ripeto, è solo suggestione e niente più. Non può essere… Il cuore comincia a battermi forte, mille pensieri si rincorrono nella mia mente...Mi avvicino ancora di più, ora le sono accanto, allungo una mano tra i suoi capelli a spostarli delicatamente...lei si gira e non può essere per davvero! La sorpresa diventa sgomento!
“..Lisa!..Tu..non …”
Le parole mi rimangono bloccate in gola, la musica cessa di colpo, solo un profondo silenzio ora ci circonda, per quelli che possono essere minuti o ore, non so, sono paralizzato.
“Ti stavo aspettando.”
Lisa si alza, i suoi occhi sono fissi nei miei, solo pochi passi ci dividono, ma sembrano troppi. Si avvicina eterea, fissandomi con i suoi occhi scuri e profondi, tanto intensi da apparire quasi soprannaturali. Allunga una mano ad accarezzarmi i capelli e il viso , mi cinge con entrambe le braccia e mi bacia. Le sue labbra sono sulle mie, seriche e delicate, rispondo al suo bacio dapprima dolcemente e poi sempre più appassionatamente. Le mie mani percorrono tutto il suo corpo, la premo sempre più forte, tanto intenso è il mio desiderio di possederla e proprio in quel momento sento qualcosa bagnarmi le dita, un sapore metallico impregnarmi la bocca. Apro gli occhi, una lacrima solca il suo viso, una scia rossa percorre le sue guance, il mento, per poi cadere al suolo…lacrime di sangue! Rimango inebetito a guardare quei rivoli rossi percorrerle il viso, il mio cuore si gela...
"Stai tranquillo."
Quelle parole risuonano e riecheggiano tra quelle pareti fatiscenti come un solenne ordine. Il sangue sparisce, così come il sapore metallico che sentivo nella mia bocca. È stata un'allucinazione? Perché c'era del sangue? È mai esistito? Scuoto la testa chiudendo gli occhi, cercando di scacciare quell'immagine. Lisa prende il mio viso tra le sue mani...come sono calde...mi coccolano con quel tocco così leggero e che sa di casa. I suoi occhi straboccano d'amore e mi penetrano l'anima, arrivando dritti al mio cuore, che perde battiti.
"Lisa...amore mio..."
"Sì, sono qui."
Non posso che stringerla tra le mie braccia. Appare così fragile e così bella, come un fiore che nasce nella neve d'inverno, dove basta un semplice tocco per farlo infreddolire...appassire...morire...
Le sue labbra fremono sulle mie. Indugiamo qualche istante, restando fermi come due statue di ghiaccio, con le nostre bocche una attaccata all'altra. Non posso resisterle...Lisa, l'amore della mia vita, è qui...adesso...insieme a me. La mia lingua si fa strada tra le sue labbra calde. Per un fugace momento temo di sentire di nuovo il sangue scorrere sul suo viso...ma niente di brutto accade. Era un'allucinazione, un semplice momento di incubo...ma perché? Lisa è mia moglie...perché sento che questo momento è unico e speciale? Abbiamo fatto tante volte l'amore...perché siamo qui? Perché sento come se non la vedessi da una vita intera?
"Mi manchi così tanto."
"Anche tu..."
Ma perché dico queste parole? Dove sono stato? Non mi importa...l'importa è essere con lei. Lentamente il nostro bacio casto si trasforma in un qualcosa carico di passione, di amore. Le nostre lingue si cercano, si intrecciano, si abbracciano. Sento le dita di Lisa che solcano i miei capelli e che accarezzano la mia schiena. Sospiri sempre più pesanti si fanno spazio in questo silenzio. Le nostre mani corrono sulla stoffa dei nostri vestiti. Ce li togliamo con lentezza, assaporando ogni singolo istante di questo momento paradossalmente unico. Il suo vestito nero scivola a terra silenziosamente, come se fosse fatto di aria. Nuda...eterea...bianca come la neve. Il mio corpo sembra quello di un colosso in confronto al suo, lo è sempre stato. La prendo in braccio, le sue gambe lisce mi cingono la vita. La mia erezione preme possente contro il suo inguine, il suo monte di Venere. Ad ogni secondo che passa la sento impercettibilmente più leggera...una piuma.
"Prendimi."
Non riesco neanche a rispondere. La sua voce è un sussurro quasi disperato nel mio orecchio. Posso solo continuare a baciarla, assaporando il gusto dell'amore che prova per me. La poso delicatamente sul pianoforte...dio, è così bella...
Neanche un'imperfezione, un neo, una voglia, persino il segno del costume è assente. Solo i suoi occhi languidi e i suoi capelli neri come la notte e le sue labbra quasi anemiche.
Le mie mani esplorano il suo corpo, ogni sua fessura, ogni suo angolo più nascosto...così come sta facendo la mia bocca. I suoi seni morbidi e vellutati diventano subito il mio primo oggetto di attenzione. Ma non sono vorace...non voglio rovinare questo momento...voglio saziarmi di esso, di ogni singolo minuto, di ogni singolo millimetro di pelle. Succhio quelle piccole mammelle come farebbe un neonato con la madre...impregno i suoi capezzoli con la mia saliva, mentre sento Lisa sospirare di piacere. Passo per un tempo che sembra infinito da un seno all'altro, coccolando entrambi in egual misura. Solo dopo averli succhiati per bene, comincio a scendere lungo il suo corpo con la punta della lingua arrivando alla mia meta, il frutto proibito...la bacio intorno...in modo delicato, ma carico di voglia, di passione, di lei...quanto mi manca il suo sapore...ma perché continuò ad avere la sensazione di mancanza? Abbiamo fatto l'amore giusto questa mattina...o forse è stato ieri? Non me lo ricordo...
Mi nutro di lei...mi disseto con il suo piacere. La mia lingua rotea veloce sul clitoride, per poi immergersi in quel mare aspro e salato che inonda la mia bocca. Le nostre dita si intrecciano...ci tenevamo sempre per mano...perché parlo al passato?
Bastano pochi attimi e lei esplode di piacere, trema come un agnellino...
"Ohhh...amore...mi fai impazzire ogni volta...mmmm..."
La sua voce, il suo orgasmo dirompente...sono musica per le mie orecchie. Non posso trattenermi di più...le faccio assaporare i suoi umori, esplorando il suo palato. La mia erezione fa quasi male, ma viene subito accolta dal corpo di Lisa. Accoglie il mio membro in un caldo ed umido abbraccio che conosco fin troppo bene. Un lungo gemito esce dalle nostre bocche, praticamente all'unisono.
Spingo dentro di lei, come se volessi diventare un tutt'uno con il suo corpo. Il silenzio è rotto dai nostri sospiri...dai nostri gemiti...dai battiti del nostro cuore...o del mio e basta? Perché il suo non lo sento? O forse sono troppo eccitato per ascoltare?
Sento le sue unghie che affondano nella mia schiena, quasi scavandomi la carne.
Dio...questo calore...questa sensazione di "casa"...non posso farne a meno...Lisa...amore mio...perché mi manchi così tanto? Perché sento che non sei qui per davvero? So che ti sto riempiendo di me, del mio seme caldo, di ciò per cui mi pregavi ogni notte nel nostro letto negli ultimi 12 anni...ma perché ti sento lontana?
"Amore..."
"Lisa...ti amo...dove sei?"
Non so perché le ho fatto questa domanda. Non è qui con me? Non siamo a casa? Guardo Lisa negli occhi, ancora con il fiatone. I suoi occhi sono velati di lacrime. Sono confuso...Lisa piange, piange a dirotto.
"Amore cos'è successo?"
Sono sconvolto. Lisa si accascia a terra piangendo. La cingo con le mie braccia e lei si rannicchia sul mio torace. È...successo qualcosa di brutto? Perché non ricordo?
"Lisa...dimmi tutto. Qualsiasi cosa sia, troveremo un modo..."
Un modo per cosa? Che cosa sto dicendo? Accarezzo i suoi capelli, cercando inutilmente di tranquillizzarla...ma mi sembra di toccare il niente...è come se non avesse consistenza...che sta succedendo? Lisa sta scomparendo...
Dei vetri rotti compaiono a terra...sono sparsi sul pavimento, intrisi di sangue...da dove sono arrivati? Perché Lisa continua a piangere? Lo sto facendo anche io...
"Mi manchi così tanto..."
Dio! Fammi uscire da questo incubo! Non può essere! Non è quello che sto pensando sul serio! Lisa è ricoperta di sangue! I suoi occhi sono vitrei, è come se fosse morta...perché sembra morta?
Adesso ricordo...
Strada. Camion. Vetri. Lisa. Sangue. Sirene. Lampeggianti. Buio.
--------------------
"Mamma? Perché piangi?"
"Tranquilla tesoro. Un incidente sul lavoro."
"Che è successo?"
"È morto un mio paziente."
"Oh mamma...mi dispiace. Com'è morto?"
"Si è dilaniato i polsi a morsi...quello che doveva tenerlo sotto controllo si era allontanato."
"È il paziente di cui mi hai parlato in questi ultimi mesi?"
"Sì, lui."
"Non mi hai mai detto perché l'hanno fatto ricoverare nel tuo ospedale psichiatrico."
"Vedi...l'anno scorso, lui e sua moglie Lisa, stavano andando a fare una vacanza sul lago. Avevano preso l'autostrada da pochi minuti. Un camionista ha avuto un colpo di sonno perché stava guidando da due giorni di fila. Li prese in pieno. Lui sopravvisse...ma Lisa...lei gli morì tra le braccia..."
"Oh dio...che dolore atroce!"
"Lui è impazzito. Amava tantissimo sua moglie. Era diventato un pericolo per sé stesso. Continuava ad avere allucinazioni su di lei. Pensava che fosse ancora viva. La vedeva e parlava ogni giorno con lei. La terapia non ha funzionato..."
"E invece sì...ma non nel modo in cui volevi..."
"In che senso?"
"Non pensi che lui si sia reso finalmente conto di quello che è successo?"
"E anche se fosse? Si è suicidato."
"...per stare di nuovo con lei...perché la amava tantissimo..."
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Amici di letto - Serata in casaracconto sucessivo
Amici di letto - Serata in discoteca
Commenti dei lettori al racconto erotico