Con mia cugina a Bangkok

di
genere
incesti

Mia cugina Veronica è un avvocato di una grande azienda che si occupa di energie rinnovabili, si occupa dei mercati del sud est asiatico e spesso è fuori per lavoro. E' una bella ragazza, due gambe lunghissime, un culo pazzesco e un seno di taglia mediopiccola, super sportiva. Con lei ho sempre avuto un rapporto di vicinanza e affetto, complicità e confidenza. Da bambini giocavamo a fare i fidanzatini e abbiamo sperimentato insieme i primi bacetti e poi negli anni tanti viaggi fatti insieme.
L'anno scorso abbiamo deciso che l'avrei accompagnata in uno dei suoi viaggi di lavoro. "Devo andare due giorni a Bangkok, la società mi paga aereo e albergo, se ti paghi il tuo aereo dividiamo camera di albergo. Però non ti posso filare perchè devo lavorare". Presi biglietto e una guida turistica.
Arrivammo a Bangkok e raggiungemmo questo mega albergo nel tardo pomeriggio, un grattacielo modernissimo e camera con vista splendida sul mare e sulle mille luci della città. Lei andò in bagno a sistemarsi mentre i prendevo possesso dello spazio. Il wifi, i servizi dell'albergo, la televisione satellitare ecc. Il ristorante era altretanto bello e con una cucina di altissimo livello, ma eravamo stanchi e tornammo in camera. Dopo esserci cambiati, lei con un pigiama di seta chiara e io in boxer e maglietta, ci mettemmo a letto. Guradando la televisione lei si adormentò con la sua testa sul mio braccio. Spensi la luce, mi agirai e l'abbracciai. Mi addormentai pure io.
"Bibip". Messaggio vocale di Veronica: "Cugino ti sei svegliato? Io sono in riunione fino al pomeriggio, tornerò verso le 18, probabilmente distrutta. Ma domani sono libera e ce l'abbiamo per noi. La colazione te la possono portare in camera. Buona giornata!". Mi stirai sul letto, le tende ancora chiuse. Il carrello della colazione entrò in camera dopo una quindicina di minuti, spinto da una piccola asiatica elegantemente vestita da cameriera.
La camera era già un casino, Veronica aveva sparso in giro le sue cose vestendosi forse al buoi per non svegliarmi e raccolsi così le sue cose per metterle nell'armadio. Per terra in bagno c'era il suo cambio del giorno prima, camicia, pantaloni, calze e un paio di mutandine color lilla. Internamente avevano una macchiolina biancastra, le annusai. Odore pungente, me le strofinai sotto il naso. E pensai a quando da ragazzini ci baciavamo e a quel suo odore che mi era rimasto nella memoria. Tornai a letto con il cazzo duro portandomi le mutandine, e tenendole sotto il naso partì iniziai a segarmi. Sborrai sulle lenzuola dove avevamo dormito.
Feci il turista per mezza giornata, non è che poi me ne fregasse molto della città. Super moderna, con la parte vecchia umiliata e sopraffatta da grattacieli e businnes orientali. Un porto di mare che sembrava uscito da Blade runner. Feci anche un giro a Patpong, il quartiere a luci rosse. mi ero già segato per cui non aveva grandi voglie. Però decisi di portarci mia cugina il giorno successivo.
Veronica tornò in camera all'orario previsto, mentre io stavo guardando la televisione.
"Allora, il programma è questo: ora mi sistemo un poco, poi andiamo a mangiare qui sopra ma a nanna presto perchè sono distrutta.
Ci riaddormentammo come il la sera precedente. Prima lei sul mio braccio e poi abbracciati.
La mattina successiva ci svegliammo tardi e abbiamo fatto colazione a letto. Vedevo dalla camicetta del pigiama le punte dei capezzoli che dovevano essere turgidi perchè sporgevano, con io che cercavo di nascondere la mia solita erezione mattutina. Parlammo a letto della giornata da passare in giro, aveva programmato praticamente tutto. Uscimmo sul tardi e facemmo un tour per la per la vecchia parte coloniale, shopping, foto d'ordinanza, in giro mano nella mano. Un selfie con bacetto casto sulle labbra. Andammo a Patpong. Con le ragazze thai che ballavano seminude e offrivano massaggi di coppia. Glissammo ma dissi che non sarebbe stato male un massaggio insieme. "Dai, non fare lo studipo!". Però la voglia ce l'avevo e anche lei era incuriosita dalla possibile esperienza, che stava là, a portata di mano è il caso di dire.
Nel pomeriggio tornammo in albergo. Lei volle andare nella palestra dell'albergo mentre io optai per la piscina all'ultimo piano. L'apputamento era in sauna dopo un'oretta. Entrammo in sauna e c'erano altre due persone, un europeo del nord e forse un giapponese. Dopo una decina di minuti le dissi che era possibile avere un massaggio in camera fatto da qualcuno dell'albergo. Lei accettò. Venne questa ragazza thailandese abbastanza anonima, vestita con un camice bianco, e sistemò sul letto un grande telo. Cominciai io. Mi stesi a pancia sotto con un asciugamano intorno alla vita e degli slip di carta che mia veva portato. Mi versò dell'olio sulla schiena, cominciando a spargerlo con sapienza. Ci sapeva fare e il massaggio non era male, intanto Veronica guardava. Mi tolse l'asciugamano e mi girò. Avevo il cazzo in erezione ed era evidente. Mia cugina sorrideva. Aveva già avuto modo di vedermi nudo durante i viaggi fatti in passato, come quando una volta facemmo il bagno nudi, o prima ancora da ragazzini. Le mani della thilandese sfioravano il mio pube, la cappella del mio cazzo in erezione spuntava da sotto gli slip. E quando diedi il cambio a Veronica mi girai prima di spalle e strinsi il mio cazzo facendo uscire una gocciolina dalla cappella, pulendomi quindi con il telo. Poi toccò a lei, che disse alla thai di non cambiare il telo che avevo usato. Si levò la maglietta e rimase a seno nudo. Aveva i capezzoli eretti e si stese languida sul telo che avevo usato. Io mi levai gli slip in bagno e tornai con un telo intorno alla vita, sotto ero nudo, e mi sitemai sulla poltrona a guardare lo spettacolo. A mia cugina piaceva il massaggio, si inarcava quando le mani della thai passavano in certi punti, come sul collo, ai lati del seno, sulla vita, sull'interno coscia. Le allargava le gambe e non si tratteneva di alzare leggermente il sedere. Le mani passavano poi sul seno e sulla pancia, e mi guardava. Il avevo il cazzo durissimo e Veronica lo sapeva. Poi la ragazza smise, il massaggio era finito, raccolse le sue cose e andò via. Rimanenno un po' frastornati in camera, si era accesa una luce di sessualità ma facemmo finta di nulla. Ci cambiammo in bagno a turno senza lavarci. Prima lei e poi io. Quando fu il mio turno in bagno presi i suoi slip dicarta usati per il massaggio. Erano umidi e c'erano nella parte interna i suoi umori ancora freschi. Li leccai e succhiai dal tessuto. Con il mio cazzo sempre in tiro.
Dopo cena in albergo tornammo in camera. Lei si mise il pigiama delle sere precedenti, e a letto scegliemmo di vedere un film in lingua inglese. Le abbracciai con un braccio, e lei mise la testa sulla mia spalla. Dopo un po' le diedi una carezza sul viso, tirò su la testa e ci baciammo sulle labbra, senza lingua ma un bacio un po' più lungo di quello dato nel pomeriggio e di quelli scambiati a volte negli ultimi anni. Era come i baci che ci davamo da bambini. Poi lei si girò dall'altra parte e io l'abbracciai da dietro. Con il suo sedere venne verso di me e sentì il mio cazzo che era in erezione. Le misi una mano sui fianche e sentivo che aveva ancora la pelle con l'olio del massaggio. Intanto le spingevo il mio pene sul solco del sedere. La mia mano salì verso il seno, sentii l'attaccatura della parte bassa, andai verso l'ascella e con il mignolo passai sul capezzolo. Era duro, Presi il seno con tutta la mano, giocavo con il suo capezzolo. Lei si levò la maglietta e si stese a pancia sotto. Mi misi sopra e le massaggiai la schiena. Il mio cazzo era uscito dall'apertura dei boxer. Lei si girò ben presto, le misi la mani sul seno, mentre lei prese il mio cazzo con le due mani e iniziò a massaggiarlo. Poile sfilai i pantaloni del pigiama. Lei allargò le gambe e le misi la mano sul suo pube. Aveva la passera con una barretta di peli, ci passai il dito sopra e scesi sul clitoride. Era bagnatissimo. Infilai il dito dentro e lei ebbe un gemito. La stavo sditalinando e dopo poco mi venne sulla mano, che era ormai zuppa. Allargò le braccia, mi sedetti sopra di lei e mi masturbai. Lei mi guardava, con una mano le strinsi un capezzolo e le sborrai sulla pancia. Poi mi stesi sopra di lei e ci baciammo, con le nostre lingue che si incraciavano vorticosamente. Ci adormantammo nudi, con il mio sperma e i suoi umori sui nostri corpi.
Dopo quella vota non abbiamo fatto altri viaggi e non ci siamo più baciati. Forse c'è un po di imbarazzo. Mi chiedo a questo punto se accettare il suo invito ad accompagnarla nel suo prossimo viaggio in oriente. Destinazione Tokyo
scritto il
2017-06-18
1 5 . 5 K
visite
3
voti
valutazione
7.3
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto sucessivo

Vibratore remoto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.