Anastasia, pelle di luna (cap.5 di 9)
di
Diagoras
genere
saffico
Avviso ai lettori: questo racconto ha, come filo conduttore, il genere "saffico", ma presenta situazioni che avrebbero consentito la sua collocazione anche nei generi "orge", "trio" e "etero".
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Ma, evidentemente, non era così. L’atteggiamento di Vittoria parlava da solo. Ero sicura che ora anche lei la desiderasse, la volesse, la sognasse nuda, tra le sue braccia. Pensai con angoscia e rabbia alle mani di Anastasia su Vittoria, sulla sua schiena, sulle sue lunghe gambe. La vedevo toccare con lievi carezze la pelle abbronzata della mia amica, della mia rivale (perché tale ora era divenuta), eccitata da quel contatto come lo era stata con me. E chissà se, alla fine del massaggio, anche Vittoria si era masturbata sotto la doccia, se anche lei non avesse resistito e si fosse data il piacere.Con una stretta al cuore, attraversata da una paura irrazionale, immaginai che Anastasia, maggiormente coinvolta dal fascino di Vittoria che non dal mio, l’avesse masturbata lei, togliendole le inutili mutandine di carta per carezzarle la fica grondante…Mi rodevo l’anima su quel lettino, sotto quel sole implacabile ed ora fastidioso.Mi torturavo la mente e lo spirito con quei pensieri così per me dolorosi, furiosa con Vittoria per avermi rovinato il sogno che stavo vivendo, gelosa di Anastasia, della sua bellezza, del suo corpo invitante, del suo erotismo dirompente.E fu proprio quella rabbia insensata che si era impossessata di me a farmi accettare quella sfida ormai lanciata, quella battaglia che doveva avere una sola vincitrice: io avrei avuto Anastasia, non Vittoria.Io avrei carezzato e leccato quella pelle stupenda, soltanto la mia bocca avrebbe baciato quelle labbra frementi, e solo le mie mani avrebbero stretto quei seni divini…I miei pensieri impazziti e vorticanti furono interrotti dal ritorno di Luca e Paolo.La giornata si trascinò così, fra sole, mare, riflessioni e supposizioni.Quella stessa sera, dopo cena, decidemmo di passare alcune ore nella discoteca all’aperto del villaggio, un posto bellissimo e direttamente affacciato sul mare.Era una serata calda e afosa, senza un filo di vento a smuovere l’aria pesante.Ballammo e bevemmo qualche bicchiere di birra, apparentemente sereni e contenti di quella nostra vacanza.Dico apparentemente perché, sia Vittoria che io, eravamo tutto tranne che serene ed allegre.Non avevamo più parlato di Anastasia dopo quelle poche battute che ci eravamo scambiate sulla spiaggia quando lei era tornata dal massaggio.Entrambe preda di una frenesia sconosciuta, tutte e due pensavamo alla massaggiatrice di colore; guardandoci negli occhi, spesso di sfuggita, avevamo capito cosa ognuna di noi desiderasse realmente, cosa volessimo più di tutto, e quali fossero i pensieri che si agitavano nelle nostre teste.Ma sia Vittoria che io avevamo lo stesso identico problema: come liberarci l’una dell’altra per il giorno seguente.I ragazzi sarebbero stati fuori tutto il giorno a pesca. Era perciò l’occasione ideale, forse una delle ultime, per tornare da Anastasia, e questa volta non per farsi massaggiare. Il problema era allontanarsi da Vittoria, e riuscire a batterla sul tempo: perché di certo anche lei voleva trovarsi da sola con Anastasia.Ma, come spesso accade, tutto prese una direzione inaspettata e assolutamente imprevista.Avevamo appena finito di ballare ed eravamo tornati tutti e quattro al tavolo, accaldati ed assetati, quando Anastasia si materializzò all’improvviso davanti a noi.- Ciao ragazze ! Come state ? Vi divertite ? - ci chiese tutta allegra.Vittoria ed io a salutammo e le presentammo Luca e Paolo.Iniziammo a chiacchierare, ora non ricordo nemmeno esattamente di che cosa.Era ancora più bella di come la ricordavo.Una maglietta corta che le lasciava scoperto l’ombelico, una minigonna ridottissima e sandali argentati e con il tacco alto che le slanciavano le gambe in maniera fantastica.Anastasia era uno splendore.Più la guardavo e più ero sicura di quello che desideravo. Notai che anche Vittoria la osservava, con una strana espressione sul volto, un’espressione che doveva essere molto simile alla mia.- Domani che fate ? Venite a farvi il massaggio ? - fece sorridente Anastasia, guardando prima l’una e poi l’altra.- Sì, certo - risposi subito io.- Anche io avevo intenzione di farne un secondo - aggiunse subito Vittoria, evidentemente infastidita dalla mia prontezza nel rispondere per prima alla domanda di Anastasia.La donna annuì sorridendo. Poi, dopo un attimo di silenzio, disse: - Domani mattina è tutto pieno, però, e, comunque, io non ci sarò. Devo fare un salto a Kerkira e ritirare un po’ di materiali. Mi sostituirà una collega. Potrei farvi il massaggio solo nel tardo pomeriggio…-- Avrei preferito prima, Anastasia. Sai, la sera tornano Paolo e Luca… - disse Vittoria, ora decisamente a disagio.Anche io pensavo furiosamente su come incontrare Anastasia prima di sera, e senza l’ingombrante presenza di Vittoria.- Sì, capisco. Avete ragione. Facciamo così, allora, e se per voi va bene: dalle quattordici alle sedici il centro estetico è chiuso. Però potreste venire nel mio alloggio. Se venite tutte e due massaggerò prima l’una e poi l’altra. In tre si chiacchiera meglio, no ? -Vittoria ed io ci guardammo. Come un castello di carte, tutti i nostri sogni stavano miseramente crollando, svanendo nella nebbia della delusione: né io, né lei, saremmo state sole l’indomani con Anastasia.Nessuna delle due avrebbe potuto sperare in qualche ora di intimità con lei. Io sarei stata di ostacolo a Vittoria, e lei a me.Invitando entrambe, Anastasia ci aveva riportate con i piedi per terra: per lei eravamo soltanto due clienti, magari anche un qualcosa di più, non proprio amiche, ma quasi.Di certo le eravamo simpatiche, ma da questo a supporre un suo interesse sessuale per un’altra donna ce ne correva: soltanto il nostro fantasticare ci aveva fatto credere che lei potesse essere attratta da una di noi due e ci aveva illuso nel voler credere ad un qualcosa che non esisteva.Per Anastasia si trattava solo di lavoro: altri due massaggi da fare, come tutti quelli che lei giornalmente faceva agli ospiti del villaggio.Mi sentivo svuotata, delusa ed arrabbiata come non mai.E negli occhi di Vittoria leggevo le medesime sensazioni, la stessa amarezza e lo stesso sconforto.- Per me, va bene - le risposi ugualmente, cercando di mascherare al meglio il mio disappunto.Anche Vittoria, e con lo stesso mio stato d’animo, accettò la proposta di Anastasia.Lei si mostrò contenta e disse che ci avrebbe atteso per le quattordici, spiegandoci anche in quale punto del villaggio fosse il suo alloggio.Baciando noi ragazze su una guancia e salutando Paolo e Luca, si allontanò ancheggiando dal nostro tavolo.- Caspita, che schianto - fece Luca, gli occhi fissi su Anastasia che si allontanava.- Già, è veramente super - aggiunse Paolo, anche lui stregato dalla splendida massaggiatrice. Era incredibile. Anastasia attirava le persone come il nettare di un fiore attira le api.Era quasi l’una di notte quando decidemmo che era giunta l’ora di andare a dormire.Non avevo ancora sonno, ma la musica della discoteca mi aveva annoiata. Forse era colpa del mio stato d’animo, della fine di quel delirio che mi aveva sconvolto i pensieri, fatto sta che l’allegria e la confusione mi erano divenute insopportabili.Avevo voglia di fare l’amore con Luca, di scacciare definitivamente tutte quelle idee folli che avevano catturato la parte più profonda di me: volevo solo tornare alla normalità, e che andasse pure tutto al diavolo.Mentre dalla spiaggia tornavamo verso le nostre camere, nella parte centrale del villaggio, Luca e Paolo iniziarono una discussione sulla giornata di pesca che li attendeva. Non ricordo esattamente l’argomento, ma credo che parlassero di fucili da sub, o di qualche accessorio particolare di cui avrebbero avuto bisogno. Fosse quel che fosse, visto che continuavano a parlare, ci dirigemmo tutti e quattro verso la camera di Vittoria e Paolo.Una volta entrati, ci sedemmo sul loro letto.Vittoria ed io ci guardavamo, quasi senza parlare. Avevamo preso una brutta botta, inutile negarlo, e ne eravamo consapevoli entrambe.L’esserci messe in competizione per Anastasia, anche se solo nelle nostre fantasie, non avrebbe di certo giovato al nostro rapporto d’amicizia. Ci sarebbe voluta molta pazienza per ricostruirlo. Non sarebbe stato certo facile.Mentre questi pensieri mi turbavano la mente, portandomi mille miglia lontana da quella camera, fu solo per puro caso che sentii quello che Paolo stava dicendo.- Senti, Luca. E se domani, invece di andare a pesca, andassimo noi a farci fare un bel massaggio da quella gentile signorina ? - fece Paolo, iniziando a ridere di gusto.- Ottima idea ! Basta con la pesca ! E’ giunta l’ora di darsi alla caccia ! - gli rispose Luca, cominciando a ridere anche lui.I due ragazzi si stavano divertendo come matti. Ci guardavano e sghignazzavano sempre più forte; certo, loro non sapevano di star rigirando il coltello in una piaga particolarmente dolorosa, ma mi sentii avvampare per la rabbia che quelle stupide ed innocue battute mi avevano scatenato.Ma, ancora peggio di me, stava Vittoria.
- continua -
diagorasrodos@libero.it
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Ma, evidentemente, non era così. L’atteggiamento di Vittoria parlava da solo. Ero sicura che ora anche lei la desiderasse, la volesse, la sognasse nuda, tra le sue braccia. Pensai con angoscia e rabbia alle mani di Anastasia su Vittoria, sulla sua schiena, sulle sue lunghe gambe. La vedevo toccare con lievi carezze la pelle abbronzata della mia amica, della mia rivale (perché tale ora era divenuta), eccitata da quel contatto come lo era stata con me. E chissà se, alla fine del massaggio, anche Vittoria si era masturbata sotto la doccia, se anche lei non avesse resistito e si fosse data il piacere.Con una stretta al cuore, attraversata da una paura irrazionale, immaginai che Anastasia, maggiormente coinvolta dal fascino di Vittoria che non dal mio, l’avesse masturbata lei, togliendole le inutili mutandine di carta per carezzarle la fica grondante…Mi rodevo l’anima su quel lettino, sotto quel sole implacabile ed ora fastidioso.Mi torturavo la mente e lo spirito con quei pensieri così per me dolorosi, furiosa con Vittoria per avermi rovinato il sogno che stavo vivendo, gelosa di Anastasia, della sua bellezza, del suo corpo invitante, del suo erotismo dirompente.E fu proprio quella rabbia insensata che si era impossessata di me a farmi accettare quella sfida ormai lanciata, quella battaglia che doveva avere una sola vincitrice: io avrei avuto Anastasia, non Vittoria.Io avrei carezzato e leccato quella pelle stupenda, soltanto la mia bocca avrebbe baciato quelle labbra frementi, e solo le mie mani avrebbero stretto quei seni divini…I miei pensieri impazziti e vorticanti furono interrotti dal ritorno di Luca e Paolo.La giornata si trascinò così, fra sole, mare, riflessioni e supposizioni.Quella stessa sera, dopo cena, decidemmo di passare alcune ore nella discoteca all’aperto del villaggio, un posto bellissimo e direttamente affacciato sul mare.Era una serata calda e afosa, senza un filo di vento a smuovere l’aria pesante.Ballammo e bevemmo qualche bicchiere di birra, apparentemente sereni e contenti di quella nostra vacanza.Dico apparentemente perché, sia Vittoria che io, eravamo tutto tranne che serene ed allegre.Non avevamo più parlato di Anastasia dopo quelle poche battute che ci eravamo scambiate sulla spiaggia quando lei era tornata dal massaggio.Entrambe preda di una frenesia sconosciuta, tutte e due pensavamo alla massaggiatrice di colore; guardandoci negli occhi, spesso di sfuggita, avevamo capito cosa ognuna di noi desiderasse realmente, cosa volessimo più di tutto, e quali fossero i pensieri che si agitavano nelle nostre teste.Ma sia Vittoria che io avevamo lo stesso identico problema: come liberarci l’una dell’altra per il giorno seguente.I ragazzi sarebbero stati fuori tutto il giorno a pesca. Era perciò l’occasione ideale, forse una delle ultime, per tornare da Anastasia, e questa volta non per farsi massaggiare. Il problema era allontanarsi da Vittoria, e riuscire a batterla sul tempo: perché di certo anche lei voleva trovarsi da sola con Anastasia.Ma, come spesso accade, tutto prese una direzione inaspettata e assolutamente imprevista.Avevamo appena finito di ballare ed eravamo tornati tutti e quattro al tavolo, accaldati ed assetati, quando Anastasia si materializzò all’improvviso davanti a noi.- Ciao ragazze ! Come state ? Vi divertite ? - ci chiese tutta allegra.Vittoria ed io a salutammo e le presentammo Luca e Paolo.Iniziammo a chiacchierare, ora non ricordo nemmeno esattamente di che cosa.Era ancora più bella di come la ricordavo.Una maglietta corta che le lasciava scoperto l’ombelico, una minigonna ridottissima e sandali argentati e con il tacco alto che le slanciavano le gambe in maniera fantastica.Anastasia era uno splendore.Più la guardavo e più ero sicura di quello che desideravo. Notai che anche Vittoria la osservava, con una strana espressione sul volto, un’espressione che doveva essere molto simile alla mia.- Domani che fate ? Venite a farvi il massaggio ? - fece sorridente Anastasia, guardando prima l’una e poi l’altra.- Sì, certo - risposi subito io.- Anche io avevo intenzione di farne un secondo - aggiunse subito Vittoria, evidentemente infastidita dalla mia prontezza nel rispondere per prima alla domanda di Anastasia.La donna annuì sorridendo. Poi, dopo un attimo di silenzio, disse: - Domani mattina è tutto pieno, però, e, comunque, io non ci sarò. Devo fare un salto a Kerkira e ritirare un po’ di materiali. Mi sostituirà una collega. Potrei farvi il massaggio solo nel tardo pomeriggio…-- Avrei preferito prima, Anastasia. Sai, la sera tornano Paolo e Luca… - disse Vittoria, ora decisamente a disagio.Anche io pensavo furiosamente su come incontrare Anastasia prima di sera, e senza l’ingombrante presenza di Vittoria.- Sì, capisco. Avete ragione. Facciamo così, allora, e se per voi va bene: dalle quattordici alle sedici il centro estetico è chiuso. Però potreste venire nel mio alloggio. Se venite tutte e due massaggerò prima l’una e poi l’altra. In tre si chiacchiera meglio, no ? -Vittoria ed io ci guardammo. Come un castello di carte, tutti i nostri sogni stavano miseramente crollando, svanendo nella nebbia della delusione: né io, né lei, saremmo state sole l’indomani con Anastasia.Nessuna delle due avrebbe potuto sperare in qualche ora di intimità con lei. Io sarei stata di ostacolo a Vittoria, e lei a me.Invitando entrambe, Anastasia ci aveva riportate con i piedi per terra: per lei eravamo soltanto due clienti, magari anche un qualcosa di più, non proprio amiche, ma quasi.Di certo le eravamo simpatiche, ma da questo a supporre un suo interesse sessuale per un’altra donna ce ne correva: soltanto il nostro fantasticare ci aveva fatto credere che lei potesse essere attratta da una di noi due e ci aveva illuso nel voler credere ad un qualcosa che non esisteva.Per Anastasia si trattava solo di lavoro: altri due massaggi da fare, come tutti quelli che lei giornalmente faceva agli ospiti del villaggio.Mi sentivo svuotata, delusa ed arrabbiata come non mai.E negli occhi di Vittoria leggevo le medesime sensazioni, la stessa amarezza e lo stesso sconforto.- Per me, va bene - le risposi ugualmente, cercando di mascherare al meglio il mio disappunto.Anche Vittoria, e con lo stesso mio stato d’animo, accettò la proposta di Anastasia.Lei si mostrò contenta e disse che ci avrebbe atteso per le quattordici, spiegandoci anche in quale punto del villaggio fosse il suo alloggio.Baciando noi ragazze su una guancia e salutando Paolo e Luca, si allontanò ancheggiando dal nostro tavolo.- Caspita, che schianto - fece Luca, gli occhi fissi su Anastasia che si allontanava.- Già, è veramente super - aggiunse Paolo, anche lui stregato dalla splendida massaggiatrice. Era incredibile. Anastasia attirava le persone come il nettare di un fiore attira le api.Era quasi l’una di notte quando decidemmo che era giunta l’ora di andare a dormire.Non avevo ancora sonno, ma la musica della discoteca mi aveva annoiata. Forse era colpa del mio stato d’animo, della fine di quel delirio che mi aveva sconvolto i pensieri, fatto sta che l’allegria e la confusione mi erano divenute insopportabili.Avevo voglia di fare l’amore con Luca, di scacciare definitivamente tutte quelle idee folli che avevano catturato la parte più profonda di me: volevo solo tornare alla normalità, e che andasse pure tutto al diavolo.Mentre dalla spiaggia tornavamo verso le nostre camere, nella parte centrale del villaggio, Luca e Paolo iniziarono una discussione sulla giornata di pesca che li attendeva. Non ricordo esattamente l’argomento, ma credo che parlassero di fucili da sub, o di qualche accessorio particolare di cui avrebbero avuto bisogno. Fosse quel che fosse, visto che continuavano a parlare, ci dirigemmo tutti e quattro verso la camera di Vittoria e Paolo.Una volta entrati, ci sedemmo sul loro letto.Vittoria ed io ci guardavamo, quasi senza parlare. Avevamo preso una brutta botta, inutile negarlo, e ne eravamo consapevoli entrambe.L’esserci messe in competizione per Anastasia, anche se solo nelle nostre fantasie, non avrebbe di certo giovato al nostro rapporto d’amicizia. Ci sarebbe voluta molta pazienza per ricostruirlo. Non sarebbe stato certo facile.Mentre questi pensieri mi turbavano la mente, portandomi mille miglia lontana da quella camera, fu solo per puro caso che sentii quello che Paolo stava dicendo.- Senti, Luca. E se domani, invece di andare a pesca, andassimo noi a farci fare un bel massaggio da quella gentile signorina ? - fece Paolo, iniziando a ridere di gusto.- Ottima idea ! Basta con la pesca ! E’ giunta l’ora di darsi alla caccia ! - gli rispose Luca, cominciando a ridere anche lui.I due ragazzi si stavano divertendo come matti. Ci guardavano e sghignazzavano sempre più forte; certo, loro non sapevano di star rigirando il coltello in una piaga particolarmente dolorosa, ma mi sentii avvampare per la rabbia che quelle stupide ed innocue battute mi avevano scatenato.Ma, ancora peggio di me, stava Vittoria.
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