Una settimana, solo una settimana (Martedì)

di
genere
dominazione

MARTEDI’

La mattina arriva presto, troppo presto.
La tensione della serata si è tramutata presto in un piacevole sonno ristoratore pieno di immagini forti dove la protagonista era Monica. E la cosa mi ha eccitato parecchio. Certo sono stati solo sogni… per fortuna. Avrò parecchio da raccontarle la settimana prossima e chissà che non ne esca qualcosa di buono.
Ho bisogno di una doccia, sono tutto imbrattato di sborra secca da ieri sera.
Le lenzuola! … chi se ne frega, chissà cosa trovano nelle camere le donne delle pulizie.
La giornata scorre coi soliti ritmi, coi soliti riti, ma il pensiero a Monica, a cosa potrebbe essere, mi tormenta. Non riesco a rilassarmi e ogni situazione diventa scabrosa. Ad un certo punto una donna cattura la mia attenzione. E’ girata di spalle ma i fianchi i capelli sono i suoi, Monica! Mi alzo dal lettino e mi affretto verso di lei, un uomo le si avvicina e la tira a se baciandola. Lei accetta il bacio ricambiandolo con trasporto. Man mano mi avvicino la convinzione che quella donna è Monica aumenta sempre più. Anche il costume è lo stesso, quello marrone che le ho regalato l’anno scorso e che mette volentieri perché copre a sufficienza senza essere volgare ma non troppo da lasciare segni evidenti. Come può essere. Il cuore mi batte forte e il respiro si fa pesante. Quando lei si gira la tensione si scioglie in un istante. Non è lei ma è molto simile, almeno nel corpo. La ricorda in tutto per tutto. Svicolo cercando di dissimulare questo stato di agitazione mista a… eccitazione? Cazzo, tutta questa tensione e non mi sono accorto di avere il cazzo in tiro. Mi butto in acqua. Cosa posso fare?!

La cena come sempre è squisita ma non riesco a gustarla appieno. Carmen poi la rende ancor più gustosa con la sua discreta presenza. E bellissima fasciata da un abitino nero aderentissimo che copre giusto il lecito disegnando il culo perfetto e lasciando ampiamente scoperte le cosce toniche. Senza maniche e con un’ampia scollatura da cui si intravedono le mammelle schiacciate. Scarpe nere dal tacco altissimo e collarino completano l’abbigliamento.
Non ho voglia di alzarmi dal tavolo. Intorno a me il nulla. Sono ormai preda della paranoia. Carmen diventa Monica, Monica diventa Carmen in un mescolarsi di situazioni.
-non si preoccupi, vedrà che andrà tutto bene.
Mi desto da questo stato di trance. E’ Carmen, ferma in piedi davanti a me.
-Scusi, ero perso nei miei pensieri – cerco di giustificarmi
-a volte questi momenti servono a chiarirci le idee. Vedrà, quando raggiungerà sua moglie scoprirà quanto il vostro legame è forte.
La guardo stupito, cosa sa lei che io non so.
-Monica?! Cosa sa? Come la conosce?
-Non la conosco e non so più di quanto una brava cameriera deve sapere. Semplicemente lei è così trasparente… ha il classico atteggiamento del marito solo preoccupato, quella povera fede la sta martoriando da quando si è seduto al tavolo.
La stessa cosa che ha detto il signore al bar.
-se non sono indiscreta e questa sera non vuole uscire, verso le dieci posso offrirle una birra al bar. Magari chiacchierare con qualcuno la rilasserà un po’. Niente di più, un oretta poi io devo andare a dormine. Sa per noi cameriere la giornata comincia presto. Se vuole mi trova la. Buona serata.
E si allontana lasciandomi spiazzato senza parole.
E adesso? Come se non avessi già abbastanza casini in testa.
Torno in camera.

Sono passate da poco le nove, sono seduto in poltrona col telecomando in mano, la tv accesa. Ma non la sto guardando. La mia testa è altrove. Monica. Protagonista di un film di cui io sono solo spettatore, e lei gode appieno di tante attenzioni, donne uomini, tutti concentrati sul farla godere. Di quando in quando mi guarda, gli occhi carichi di piacere, la bocca spalancata in attesa di un cazzo. Uno dei tanti cazzi che la penetrano, la profanano con tanto piacere. In fica e in culo. E’ assurdo, non ha mai accettato l’idea anche solo di guardarlo un cazzo che non sia il mio, non ha mai voluto che le toccassi l’ano durante i nostri amplessi, anche leccarle la figa è diventato un fatto sempre più raro. Vorrei partecipare anch’io, anch’io vorrei provare il suo stretto pertugio, vorrei anch’io spingerle il cazzo in gola fino a riempirla col mio seme.
Ma è un sogno, eccitante, bello, ma solo un sogno… da cui mi risveglio.
Guardo l‘orologio, sono quasi le dieci, fuori l’aria è preda dell’euforia tipica delle calde serate estive in riviera. Luci, voci, suoni e luci e voci.
La vita.
Procede.
Incurante.
Se ne frega delle paure, delle preoccupazioni dei singoli.
La vita è vita.
E va avanti.
Non si ferma ad aspettare. Nessuno.
Non so che fare.
Cammino per la stanza.
Il cazzo gonfio dell’eccitazione del sogno.
Ho paura.
Apro la porta e imbocco il corridoio.
Lei è la, appoggiata al bancone sta parlando con una signora. Mi vede. Mi sorride.
La raggiungo… silenzio imbarazzato. Non so perché sono li, perché ho deciso di raggiungerla. Saluta educatamente la signora e mi guarda…
-venga, sediamoci a un tavolino, va bene una birra?
-si – la seguo come un cagnolino senza riuscire a prendere alcuna iniziativa. La mente vuota, o forse troppo piena di confusione. Sono… “niente”.
-non ha un vestito normale da indossare quando non lavora? – domanda da perfetto idiota, quasi offensiva. Ottimo modo per rompere il ghiaccio. Coglione!
-perché? Non le piace il mio vestito? – mi chiede quasi dispiaciuta
-no affatto – cerco di rimediare -è perfetto, solo che quando la vedo indossa sempre abiti bellissimi ma anche estremamente sexy. Pensavo che fuori dall’orario di lavoro preferisse qualcosa di più comodo, casual.
-beh certo, quando sono a casa da sola non serve un vestito così.
-serve? Perché questa parola “serve”? non mi sembra necessario…
-perché lei pensa come vuole il mondo. Provi a liberarsi da tutti i condizionamenti che siamo costretti a subire. Provi a ragionare in termini di “bello” e “piacere” dato e ricevuto. Se la gente si convincesse che il “bello” il “piacere” possono salvare il mondo vivremmo una vita sicuramente più piacevole.
-ma lei chi è? Non è una semplice cameriera…
-mi creda lo sono – dice sorridendo –ma sono anche laureata in filosofia. E questo lavoro mi piace. Traduce perfettamente il mio pensiero… Ma, non siamo qui per me, se non sbaglio è lei che sta passando giorni difficili… no non si preoccupi, non voglio analizzarla ne tantomeno proporle un percorso di terapia… credo però che un uomo solo come lei debba potersi sfogare con qualcuno. Non sono l’amico del cuore ma non sono nemmeno una perfetta sconosciuta… per lo meno qualche volta ci siamo visti…
Cosa faccio. Perché dovrei confidarmi con lei? Ma se sono li è perché non riesco più a tenere tutto dentro e cosi comincio una lunga e sincera confessione. Le dico di come mi sento solo, della paura che a Monica possa succedere qualcosa, del corso, di noi e della nostra storia, le racconto degli strani incontri, di come la cosa mi ha sconvolto, dei sogni che faccio, di mia cognata e di come a volte ci fantastico su. Le racconto di come faccio fatica a mantenere il controllo in mezzo a tutto questo ben di Dio e di come il sesso con Monica e bello ma non elettrizzante.
Lei ascolta, ogni tanto una domanda per capire meglio. E’ discreta, attenta, partecipe. Mi passa un fazzolettino di carta per asciugarmi le lacrime che compaiono ai miei occhi in alcuni passaggi del racconto.

Le dico tutto, cercando di farle capire come l’idea di perderla, di sapere che soffre mi sconvolge. Che vorrei sentirla, chiamarla, parlarle, anche solo per un attimo. Sapere che sta bene, che è felice mi ridarebbe quella tranquillità che non ho più.
Carmen mi guarda con occhi carichi di tenerezza. Mi ricorda lo sguardo di Monica quando guardava i nostri figli piccoli. Mi sento svuotato ma la sua presenza mi rincuora.
-per quello che può valere la mia parola posso dirti, scusa se ti do del “tu” ma mi sembra più sincero, con assoluta certezza che tua moglie e tua cognata stanno bene. Non posso scendere nei particolari perché la perfetta riuscita del corso passa anche da questa forma di isolamento. Capisco che per te è difficile da accettare ma anche questo può essere un esercizio per rafforzare il vostro rapporto. Credimi se ti dico che tua moglie uscirà da questo corso con una consapevolezza di se stessa molto rafforzata e ne gioverai anche tu. Tutte le domande, le paure, anche i desideri repressi troveranno risposta. E anche tua cognata cambierà, sarà una piacevole scoperta.
-come fai ad essere così sicura? di quello che dici intendo. Come fai a sapere quello che fanno in quella casa?
-L’uomo che gestisce il corso, o meglio, quello che l’ha pensato, sviluppato, è stato un mio professore in università. L’ho conosciuto il primo anno. Allora ero una ventenne alquanto imbranata goffa e impaurita. Sono fondamentalmente timida e allora la cosa mi frenava totalmente al punto che non ho mai avuto un ragazzo. Certo mi piacevano, uno in particolare, e credo che ai loro occhi non fossi così brutta ma non riuscivo a sbloccarmi. Ho cominciato a cambiare il giorno che è entrato in quell’aula… le parole che ha detto, come le ha dette… ecco li ha avuto inizio la mia trasformazione.
-mi piacerebbe ritrovare quella Carmen, scusa se ti chiamo per nome, mi ricorda molto mia moglie. Mi sono innamorato di lei proprio per quel suo essere impaurita, schiva, timida. Frequentavamo lo stesso gruppo in oratorio, non era “bella” ma con lei mi trovavo a mio agio, anch’io sono un timido impacciato. Pensa che il primo bacio ce lo siamo dati dopo un mese che eravamo ufficialmente insieme, a pensarci mi viene da sorridere. Ci siamo sposati dopo cinque anni… e finalmente ho conosciuto il suo corpo… si, non abbiamo mai fatto sesso fino al giorno del matrimonio, eravamo convinti, e lo siamo tutt’ora, che il sesso è una parte fondamentale della vita di coppia ma non la principale. Posso educarmi a rinunciare a godere col suo corpo ma non posso rinunciare alla sua presenza. E così siamo cresciuti, scoprendo insieme quanto siamo necessari uno all’altro, anche nel sesso…
Non so se continuare a raccontarmi ma ormai penso di essermi già esposto abbastanza inoltre mi accorgo che più parlo più mi tranquillizzo, Carmen inoltre riesce a mettermi a mio agio, tanto è attenta interessata, coinvolta. Per questo dopo un sorso di birra ricomincio il racconto.
-… ecco, forse il sesso è quella cosa che viviamo in modo diverso. Certo io sono maschio e farei sesso tutti i giorni in tutti i modi, lei è molto romantica, tradizionale oserei dire timida, possessiva. Io sono più sfrontato, disposto a provare modi nuovi, senza eccessi certo ma… il solito rito ,le solite posizioni… non le piace che usi la lingua, non so se capisci – mi sorride con un cenno del capo – non vuole che la tocchi dietro – altro sorriso - non sopporta scene di sesso in tv per cui i film hard sono tabù, non si è mai masturbata cosa invece che, sono convinto le farebbe molto bene, specie in certi giorni – asserisce col capo – e i giocattoli erotici li ritiene sconvenienti e volgari. L’idea poi di fare sesso con persone diverse, oddio!!! solo gli animali lo fanno, e farsi vedere nuda da altri è solo per casi di estrema necessità. Anche la ginecologa l’ha cercata donna… per capirci, se devo fare sesso, se devo godere, deve essere con mio marito, nel letto… dove poi non si risparmia, sono sincero. Quando è disponibile basta che le prenda le tette e si scioglie. Le piace in particolare che giochi coi capezzoli, li ha particolarmente grandi e sensibili, sono fantastici, me li mette in bocca e io li succhio, li mordicchio, poi li prendo tra le dita e li tiro, li schiaccio, li torco fino a farle male ma a lei piace, gode molto e prova numerosi orgasmi – mi fermo preoccupato di aver esagerato nel raccontare e la guardo sentendomi in colpa. Sembra rapita dal mio racconto, anzi sembra eccitata.
-sto esagerando, queste cose dovevo tenerle per me.
-no no anzi, continua. Mi piace la tua storia e mi emoziona sapere che me ne fai partecipe.
-ok… ma lei vuole sempre e solo una cosa, vuole essere penetrata. A volte penso cosa potrei farle provare se fossi superdotato, non voglio dire che ce l’ho piccolo, ma averlo veramente lungo e grosso come certi attori. Le piace troppo sentirlo dentro. Continua a ripetere quanto le piace averlo dentro. Le piace farlo entrare lentamente e poi tenerlo li, piantato fino in fondo, massaggiarlo con la contrazione dei muscoli pelvici. Sta interi minuti a goderselo così. E’ in questi momenti che sogno di avere un altro cazzo da infilarle dietro. Qualche volta ho provato a proporglielo ma lei ha sempre ribadito che a lei un cazzo basta e avanza e comunque il buco dietro non si tocca.
E’ troppo casta, troppo trattenuta…
Ecco la vorrei più disinibita. Senza arrivare a certi limiti, ma più sciolta, più disponibile a godersi il proprio corpo. Ad esempio al mare col suo seno potrebbe stare in topless, ma per lei è fuori da ogni logica mentre per me è un sogno. Ha un seno stupendo, passerei le ore intere a guardarlo, e l’idea che lo mostri mi eccita, mi piacerebbe fare del naturismo per poterla avere accanto sempre nuda. Che poi gli altri la possano vedere nuda mi eccita ancor di più. Ma questo è un altro discorso e io sono preoccupato di quel che le sta capitando ora, ho bisogno di sentirla, di sapere che sta bene. Non so perché ma mi sono convinto che quello non è un corso sull’educazione ma una prigione dove Monica e Nadia vengono violentate continuamente…
-no, no, no credimi, in quella villa non succede niente che tua moglie e tua cognata non vogliano. E credimi quando ti dico che in ogni momento loro volessero venir via potrebbero farlo. Se non ti hanno ancora chiamato è perché quel che fanno a loro va bene. Certo le tecniche, tutto il percorso formativo, è inusuale e, una volta terminato, comporta un cambiamento profondo nella persona ma è un cambiamento positivo per se e per coloro che ne entrano in relazione, più le sono vicine e più ne giovano. Ogni giorno è un gradino in più sulla scala della consapevolezza ma nessuno mai è obbligato a salirla tutta. Poi se le hanno selezionate è perché sono certi che hanno tutte le caratteristiche per raggiungere l’obiettivo. Dietro a tutto c’è un equipe di esperti, persone che in lunghi anni di professione hanno acquisito un bagaglio di esperienza enorme, hai visto i questionari che hanno dovuto compilare, quanto sono specifici, personali…
-ecco appunto, molto personali, troppo personali, non capisco la necessità di sapere certi particolari in fatto di sesso, io non ci vedo il bisogno.
-anche tu adesso mi stai dicendo particolari tanto intimi. E non credo che queste cose le hai dette a tante persone, anzi sono convinta che sono l’unica ad averle sentite.
-…è vero… ma… cerca di capirmi…
-ma tu pensando a queste situazioni come reagisci, veramente. Cosa ti dice il tuo corpo? Non la tua mente, non il tuo cuore che troppe volte ingannano, il tuo corpo cosa ti dice?
-… cosa mi dice?
-no, non rispondere. E’ una cosa solo tua. Allora devi decidere se accettare o combattere. Li non posso aiutarti. Posso solo dire che io ho trovato gioia ascoltando il mio corpo.
Adesso però è tardi, è quasi mezzanotte e io non posso permettermi di fermarmi oltre. Ti auguro giorni più sereni e sono sicura che poi tra te e Monica, e perché no anche con Nadia, le cose cambieranno molto in meglio. E comunque domattina io sono qui ancora, se hai bisogno chiedi. Buonanotte.
-Grazie, buonanotte a te….
La guardo allontanarsi. Avrei voluto abbracciarla, dirle tante altre cose ma non ne sono stato capace. Scompare dietro l’angolo del corridoio e mi rimane solo l’immagine di una giovane donna estremamente sexy nella sua semplicità.
scritto il
2017-07-27
2 . 5 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.