Una settimana, solo una settimana (Mercoledì)
di
Amore&Psiche
genere
dominazione
MERCOLEDI’
Sono molto più sereno quando mi sveglio, ho dormito meglio delle ultime notti e ho voglia di uscire. Certo il tarlo del dubbio continua a lavorare ma ho deciso di usarlo per capire. So già la risposta ma devo metabolizzarla. E non è facile.
Passo la giornata cercando di abituarmi all’idea che Monica sta “acquisendo consapevolezza”, così si esprimono in quell’ambiente, e la cosa si rivela tutto sommato intrigante. Ho capito che ascoltare il corpo quantomeno mi fa soffrire meno. E’ sicuramente un atteggiamento egoista ma non voglio più torturarmi con l’idea che Monica sta soffrendo. Siamo a metà settimana e i giorni passano alla svelta. Sabato la rivedrò, tornerà ad essere mia, solo mia e ci godremo la settimana successiva rilassandoci e coccolandoci. Ho anche deciso che voglio farla partecipe dei miei desideri. Non è giusto che le nasconda certi pensieri. So che non la prenderà bene ma credo che sia un passaggio necessario. Rispetto e obbedienza, obbedienza e rispetto. Tra di noi non devono esserci segreti, ce lo siamo promessi tanti anni fa, il giorno che, tenendole la mano, le ho chiesto se voleva essere la mia ragazza.
A cena rivedo Carmen, questa mattina non c’era, e ho modo di ringraziarla ancora del tempo che mi ha dedicato. Le dico come la giornata sia stata più serena e che la paura e i dubbi stanno scomparendo anzi l’ansia generata dalla paura sta diventando impazienza per la curiosità. Le chiedo anche, visto i suoi contatti, di tenermi comunque aggiornato su Monica,
-l’ho conosciuta questa mattina. Ero di servizio in villa, a volte capita. Abbiamo parlato un po’. Mi ha chiesto come stai, era preoccupata. L’ho tranquillizzata, le ho raccontato della nostra chiacchierata di ieri sera e lei era turbata.
-ma lei come sta? Come l’hai trovata?
-sta bene, veramente, credimi. Dice che il corso non è quello che pensava, fa fatica a accettare certe dinamiche ma vuole portarlo a termine, dice che è la prima volta che si trova in certe situazioni e ne soffre ma ha capito che solo arrivando alla fine potrà dirsi veramente padrona dell’educazione.
-ma soffre, hai detto che soffre?!
-fisicamente sta bene, solo un po’ stanca, è più una sofferenza mentale. Da quello che mi hai raccontato non deve essere facile per lei subire certe prove.
-come “subire certe prove”?! – sono allarmato dalle sue parole –cosa le fanno?!
-nulla che lei non voglia provare, te l’ho detto, certe dinamiche, certe prove esulano dai canoni classici dell’educazione. E comunque devo dirti che tua moglie è proprio una bella donna, complimenti, e ha un corpo ancora fresco e tonico, hai ragione quando dici che potrebbe stare in topless, ha un seno magnifico. E anche tua cognata non è così male, perché la vedi così scarsa? secondo me ha grandi potenzialità, dovrebbe certo farsi qualche ritocco, il seno in particolare, ma io vedo in lei una bella donna.
-lei come sta?
-non ha parlato molto, secondo me delle due è quella più in difficoltà, ma, parola del professore, è quella che da più soddisfazioni, comunque anche lei è decisa a continuare. Ti salutano entrambe e Monica dice che ti ama, adesso ancor di più e che, nonostante tutto, tu sei il suo unico uomo. Dice di avere pazienza ancora qualche giorno e poi ti spiegherà tutto.
Adesso però ti devo lasciare, devo continuare il mio servizio. Ciao e buona serata.
Se ne va lasciandomi con mille interrogativi e con la convinzione che quel corso sia solo un’immensa truffa per scoparsi donne innocenti. Una persona normale in una situazione simile andrebbe subito alle forze dell’ordine denunciando un sequestro di persona, ma la curiosità o meglio la perversione di sapere mia moglie, mia cognata, usate sessualmente è più forte di ogni logica. E preferisco aspettare.
Mi chiedo solo come fanno a convincerle, spero solo che non usino la violenza o qualche forma di ricatto.
Ho voglia di camminare. Mi avvio per il centro, la gente intorno. Sono molto combattuto per le parole di Carmen, sapere che Monica e Nadia stanno bene mi tranquillizza, per contro l’accenno a “certe prove” mi agita. A cosa si riferisce? Che cosa devono subire? L’idea stessa che possano essere prove sessuali da un lato crea in me paura, rabbia, dall’altro una perversa eccitazione. L’idea poi che Monica, e Nadia anche, accettino le prove e le vogliano superare mi confonde. Com’è possibile, le donne che conosco io non accetterebbero mai di sottostare a prove sessuali… una domanda esplode nella mia testa “perché ha detto che Monica ha un seno bellissimo, come fa a sapere che ha un corpo tonico e fresco… e Nadia… che ne sa del suo seno e del suo corpo… nude! le tengono nude! altro che abbigliamento elegante! Mi devo fermare, mi manca l’aria, sento il cuore accelerare, devo ritrovare la necessaria tranquillità e lucidità. Mi porto sulla spiaggia, in riva al mare. La brezza avvolge il mio corpo, cerco di regolare il respiro aiutato dal regolare rifrangersi dell’onda e dal luccichio del mare illuminato dalla luna. Non è facile, l’immagine di Monica nuda in quella casa mi carica di agitazione, non riesco a togliermela dalla testa. Devo ascoltare il mio corpo e lui mi dice una sola e inequivocabile cosa: mi sto eccitando. Sento il cazzo pulsare nei boxer e gonfiarsi sempre più. Non può esserci risposta più chiara. Di questo dovrei preoccuparmi. Come può un uomo eccitarsi all’idea che sua moglie passa le giornate nuda in una casa alla mercé di chissà quali uomini. Ritrovo finalmente un’apparente calma e mi giro per tornare sulla strada, poco lontano da me due persone, un uomo e una donna di cui non riesco a capire l’età stanno abbracciati su un lettino. Mi fermo a guardarli. Se sapessero cosa la vita può riservare a due amanti.
Il percorso per tornare sulla strada mi obbliga a passargli davanti ma man mano mi avvicino capisco che non sono solamente abbracciati. Le gambe aperte e l’ansimare della donna mi obbligano a fermarmi. Mi sento un intruso, ma il cenno d’assenso che l’uomo mi fa e la grande curiosità mi convincono a proseguire. Solo quando sono loro vicino la donna si accorge della mia presenza e cerca di sottrarsi alla masturbazione. L’ordine dell’uomo è perentorio e scuote anche me
-apri le gambe e obbedisci al tuo padrone. Chi sei tu? - Non sento la risposta della donna, l’uomo ripete la domanda
-chi sei tu? - Dopo un attimo finalmente la voce della donna si fa sentire
-sono una cagna che vuole godere per mano del suo padrone.
-non permetterti più di rifiutare le mie attenzioni. Ora guarda il signore e fagli vedere bene la tua figa, fagli vedere com’è bagnata e come è larga e digli cosa ti piace e perché sei qui.
Si gira verso di me e vedo una giovane donna sui trent’anni, dal viso dolce e i capelli lunghi neri. Il vestito completamente aperto rivela un corpo molto magro ma col seno decisamente pieno, penso una quarta abbondante, e i grandi e scuri capezzoli, è abbronzata ma non vi è segno di costume. Al collo un collare nero tempestato di perline. La sua voce incerta rivela tensione
-per favore mi guardi, guardi la mia fica aperta, guardi come sono bagnata. Sono così perché sono una cagna e mi piace godere. Sono così perché voglio diventare la cagna di mio marito e il mio padrone mi sta educando al piacere e io lo ringrazio per il tempo che mi dedica.
-vede, non c’è problema, tocchi tocchi pure se vuole, a lei piace essere toccata
Quindi quell’uomo non è suo marito, d'altronde basta guardarlo per capire. Troppo vecchio, potrebbe essere suo padre. Certo la proposta è allettante ma non posso accettare, non senza imbarazzo cerco però di capire.
-perché lo fa? Non pensa di essere usata? E suo marito, come può accettare una cosa del genere?
La mano dell’uomo riprende il lavoro sul sesso della donna rendendole difficile rispondere.
-…amore… l’amore per mio marito… lui vuole… lui vuole che io provi… piacere… in tutti i modi così come io desidero… che lui goda in ogni momento… il suo piacere non deve… dipendere dal mio
-ma è assurdo!!
-non è assurdo se ci pensa bene – è l’uomo a parlare – cos’è che desidera più di tutto per sua moglie, non è forse che stia bene, che possa trarre il massimo del piacere dalla vita? E cosa c’è di meglio di un orgasmo per una donna? forse che a sua moglie non piace godere?
-si certo però…
-però cosa? La verità è che siete schiavi di un’educazione antica. La gelosia, il possesso, non dovrebbero esistere tra due persone che dicono di amarsi. Libertà, libertà totale invece, di ricevere e donare tutto il piacere possibile, a chiunque, in ogni modo, in ogni momento, con chiunque. E sapere che l’altro riceve piacere è la più grande ricompensa che si possa avere.
-ma c’è un limite a tutto, perché arrivare a degradare una donna al punto di definirsi cagna e chiamare lei padrone, cos’è se non una malata perversione…
-si dice che la più alta dimostrazione di amore è donare la propria vita per l’altro, morire per l’altro. Noi non pretendiamo tanto, anzi ci guardiamo bene che possa succedere qualcosa a chi chiede il nostro aiuto, però educarsi a donare è un percorso difficile che richiede impegno, volontà, abnegazione, sofferenza, distacco dalle cose e dalle persone ma prima di tutto da noi stessi e dalla nostra educazione, dalle nostre certezze. Tutto questo però è ampiamente ripagato in termini di piacere fisico inizialmente e mentale poi. Mi creda nessuna donna, nessun uomo che percorre questo cammino subirà violenza, proverà dolore più di quanto lui stesso decida di subire.
-ma suo marito?...
-suo marito sta seguendo anche lui il percorso di formazione. Sono cammini personali e specifici pensati per ogni singolo allievo, dipende dai casi. A volte la copia cammina insieme, la maggior parte delle volte però il percorso è strettamente personale e segue cammini separati con occasionali momenti d’incontro sempre decisi dalla guida. Nel caso della cagna che sto masturbando ad esempio lui sa tutto quello che succede a sua moglie mentre lei non sa nulla del marito. In questo momento potrebbe essere nascosto dietro una cabina a guardare o in una camera d’albergo con qualche altra donna, potrebbe essere al centro di un orgia dove donne e uomini abusano di lui oppure tranquillamente seduto al tavolino di un bar a bersi una birra, chi lo sa, è il gioco della fiducia. Accettare di toccare il fondo come atto di amore.
Mentre parla l’uomo continua a masturbare la donna senza però portarla al piacere estremo.
-lei ama sua moglie?
-certo che la amo!
-e sarebbe disposto a lasciarla scopare da un altro uomo?
-…
-lei dice di amarla ma non è disposto a donarle la piena libertà. Alla fine la tiene schiava del suo amore. Una prigione dorata ma sempre una prigione.
-mia moglie non ha bisogno di farsi scopare da altri uomini, quando vuole le basto io.
-ha mai provato a farsi scopare da altri?
-non ci pensa nemmeno!
-vede, non è che sua moglie non ha bisogno di farsi scopare da altri uomini, semplicemente non ha mai accettato l’idea che potrebbe farsi scopare da tutti gli uomini che vuole cosciente che il suo uomo , per amore, le dona questa libertà.
Sia sincero, lei non vuol toccare questa donna per non tradire sua moglie. E se sua moglie fosse qui e le desse il permesso di scoparla lei cosa farebbe? Risponda sinceramente
-se lei me lo chiedesse certo che la scoperei.
-quindi mi sta dando ragione. Lei in questo momento si sta privando di un piacere solo perché non avete mai affrontato la questione. E sua moglie lo stesso.
Non so se per stanchezza per eccitazione o per confusione di idee ma finisco per accettare il ragionamento dell’uomo. E comunque è vero, sono poche le donne su cui non ho fatto un pensierino e spesso rimpiango il fatto di essere cresciuto con un educazione troppo rigida.
-ne parli con sua moglie, non negatevi la possibilità di una vita veramente libera, e mi chiami, sarà un piacere per me continuare la vostra educazione.
Mi porge un biglietto da visita su cui è scritto un nome e numero di cellulare. Lo tengo tra le mani rigirandolo e immaginando dove potrebbe portaci la telefonata a quell’uomo. Non voglio pensarci e mi congedo
-grazie ma non accadrà mai. Non serve. Buona serata
-buona serata a lei… e arrivederci
Mi allontano cercando di non pensare alle parole dell’uomo quando la sua voce mi richiama
-solo una cosa ancora, cosa devo fare con questa cagna, devo farla godere o devo toglierle questo piacere?
Sono gli occhi della donna a suggerirmi la risposta. Sono occhi imploranti pietà, che chiedono di poter finalmente godere dell’orgasmo fino a quel momento solo sfiorato e mai raggiunto.
-si, finché lei glielo chiede, la faccia godere.
Mi giro e torno velocemente in albergo.
Una domanda continua a martellarmi la testa “cosa sta succedendo?”. Da quando sono arrivato a Rimini si ripetono situazioni assurde che mi spingono tutte nella stessa direzione guarda caso mentre Monica sta seguendo un corso che fin dall’inizio mi ha insinuato numerosi dubbi e solo l’entusiasmo di mia moglie e la contemporanea presenza di mia cognata mi hanno fatto superare. Devo avere pazienza, domani è giovedì, due giorni, poi sabato tutto finirà e tornerà come prima.
Mi metto a letto dopo una corroborante doccia e mi addormento con una domanda nella testa “è più padrone l’uomo che gestisce il piacere della donna, o la donna che accetta di farsi schiava?”
Sono molto più sereno quando mi sveglio, ho dormito meglio delle ultime notti e ho voglia di uscire. Certo il tarlo del dubbio continua a lavorare ma ho deciso di usarlo per capire. So già la risposta ma devo metabolizzarla. E non è facile.
Passo la giornata cercando di abituarmi all’idea che Monica sta “acquisendo consapevolezza”, così si esprimono in quell’ambiente, e la cosa si rivela tutto sommato intrigante. Ho capito che ascoltare il corpo quantomeno mi fa soffrire meno. E’ sicuramente un atteggiamento egoista ma non voglio più torturarmi con l’idea che Monica sta soffrendo. Siamo a metà settimana e i giorni passano alla svelta. Sabato la rivedrò, tornerà ad essere mia, solo mia e ci godremo la settimana successiva rilassandoci e coccolandoci. Ho anche deciso che voglio farla partecipe dei miei desideri. Non è giusto che le nasconda certi pensieri. So che non la prenderà bene ma credo che sia un passaggio necessario. Rispetto e obbedienza, obbedienza e rispetto. Tra di noi non devono esserci segreti, ce lo siamo promessi tanti anni fa, il giorno che, tenendole la mano, le ho chiesto se voleva essere la mia ragazza.
A cena rivedo Carmen, questa mattina non c’era, e ho modo di ringraziarla ancora del tempo che mi ha dedicato. Le dico come la giornata sia stata più serena e che la paura e i dubbi stanno scomparendo anzi l’ansia generata dalla paura sta diventando impazienza per la curiosità. Le chiedo anche, visto i suoi contatti, di tenermi comunque aggiornato su Monica,
-l’ho conosciuta questa mattina. Ero di servizio in villa, a volte capita. Abbiamo parlato un po’. Mi ha chiesto come stai, era preoccupata. L’ho tranquillizzata, le ho raccontato della nostra chiacchierata di ieri sera e lei era turbata.
-ma lei come sta? Come l’hai trovata?
-sta bene, veramente, credimi. Dice che il corso non è quello che pensava, fa fatica a accettare certe dinamiche ma vuole portarlo a termine, dice che è la prima volta che si trova in certe situazioni e ne soffre ma ha capito che solo arrivando alla fine potrà dirsi veramente padrona dell’educazione.
-ma soffre, hai detto che soffre?!
-fisicamente sta bene, solo un po’ stanca, è più una sofferenza mentale. Da quello che mi hai raccontato non deve essere facile per lei subire certe prove.
-come “subire certe prove”?! – sono allarmato dalle sue parole –cosa le fanno?!
-nulla che lei non voglia provare, te l’ho detto, certe dinamiche, certe prove esulano dai canoni classici dell’educazione. E comunque devo dirti che tua moglie è proprio una bella donna, complimenti, e ha un corpo ancora fresco e tonico, hai ragione quando dici che potrebbe stare in topless, ha un seno magnifico. E anche tua cognata non è così male, perché la vedi così scarsa? secondo me ha grandi potenzialità, dovrebbe certo farsi qualche ritocco, il seno in particolare, ma io vedo in lei una bella donna.
-lei come sta?
-non ha parlato molto, secondo me delle due è quella più in difficoltà, ma, parola del professore, è quella che da più soddisfazioni, comunque anche lei è decisa a continuare. Ti salutano entrambe e Monica dice che ti ama, adesso ancor di più e che, nonostante tutto, tu sei il suo unico uomo. Dice di avere pazienza ancora qualche giorno e poi ti spiegherà tutto.
Adesso però ti devo lasciare, devo continuare il mio servizio. Ciao e buona serata.
Se ne va lasciandomi con mille interrogativi e con la convinzione che quel corso sia solo un’immensa truffa per scoparsi donne innocenti. Una persona normale in una situazione simile andrebbe subito alle forze dell’ordine denunciando un sequestro di persona, ma la curiosità o meglio la perversione di sapere mia moglie, mia cognata, usate sessualmente è più forte di ogni logica. E preferisco aspettare.
Mi chiedo solo come fanno a convincerle, spero solo che non usino la violenza o qualche forma di ricatto.
Ho voglia di camminare. Mi avvio per il centro, la gente intorno. Sono molto combattuto per le parole di Carmen, sapere che Monica e Nadia stanno bene mi tranquillizza, per contro l’accenno a “certe prove” mi agita. A cosa si riferisce? Che cosa devono subire? L’idea stessa che possano essere prove sessuali da un lato crea in me paura, rabbia, dall’altro una perversa eccitazione. L’idea poi che Monica, e Nadia anche, accettino le prove e le vogliano superare mi confonde. Com’è possibile, le donne che conosco io non accetterebbero mai di sottostare a prove sessuali… una domanda esplode nella mia testa “perché ha detto che Monica ha un seno bellissimo, come fa a sapere che ha un corpo tonico e fresco… e Nadia… che ne sa del suo seno e del suo corpo… nude! le tengono nude! altro che abbigliamento elegante! Mi devo fermare, mi manca l’aria, sento il cuore accelerare, devo ritrovare la necessaria tranquillità e lucidità. Mi porto sulla spiaggia, in riva al mare. La brezza avvolge il mio corpo, cerco di regolare il respiro aiutato dal regolare rifrangersi dell’onda e dal luccichio del mare illuminato dalla luna. Non è facile, l’immagine di Monica nuda in quella casa mi carica di agitazione, non riesco a togliermela dalla testa. Devo ascoltare il mio corpo e lui mi dice una sola e inequivocabile cosa: mi sto eccitando. Sento il cazzo pulsare nei boxer e gonfiarsi sempre più. Non può esserci risposta più chiara. Di questo dovrei preoccuparmi. Come può un uomo eccitarsi all’idea che sua moglie passa le giornate nuda in una casa alla mercé di chissà quali uomini. Ritrovo finalmente un’apparente calma e mi giro per tornare sulla strada, poco lontano da me due persone, un uomo e una donna di cui non riesco a capire l’età stanno abbracciati su un lettino. Mi fermo a guardarli. Se sapessero cosa la vita può riservare a due amanti.
Il percorso per tornare sulla strada mi obbliga a passargli davanti ma man mano mi avvicino capisco che non sono solamente abbracciati. Le gambe aperte e l’ansimare della donna mi obbligano a fermarmi. Mi sento un intruso, ma il cenno d’assenso che l’uomo mi fa e la grande curiosità mi convincono a proseguire. Solo quando sono loro vicino la donna si accorge della mia presenza e cerca di sottrarsi alla masturbazione. L’ordine dell’uomo è perentorio e scuote anche me
-apri le gambe e obbedisci al tuo padrone. Chi sei tu? - Non sento la risposta della donna, l’uomo ripete la domanda
-chi sei tu? - Dopo un attimo finalmente la voce della donna si fa sentire
-sono una cagna che vuole godere per mano del suo padrone.
-non permetterti più di rifiutare le mie attenzioni. Ora guarda il signore e fagli vedere bene la tua figa, fagli vedere com’è bagnata e come è larga e digli cosa ti piace e perché sei qui.
Si gira verso di me e vedo una giovane donna sui trent’anni, dal viso dolce e i capelli lunghi neri. Il vestito completamente aperto rivela un corpo molto magro ma col seno decisamente pieno, penso una quarta abbondante, e i grandi e scuri capezzoli, è abbronzata ma non vi è segno di costume. Al collo un collare nero tempestato di perline. La sua voce incerta rivela tensione
-per favore mi guardi, guardi la mia fica aperta, guardi come sono bagnata. Sono così perché sono una cagna e mi piace godere. Sono così perché voglio diventare la cagna di mio marito e il mio padrone mi sta educando al piacere e io lo ringrazio per il tempo che mi dedica.
-vede, non c’è problema, tocchi tocchi pure se vuole, a lei piace essere toccata
Quindi quell’uomo non è suo marito, d'altronde basta guardarlo per capire. Troppo vecchio, potrebbe essere suo padre. Certo la proposta è allettante ma non posso accettare, non senza imbarazzo cerco però di capire.
-perché lo fa? Non pensa di essere usata? E suo marito, come può accettare una cosa del genere?
La mano dell’uomo riprende il lavoro sul sesso della donna rendendole difficile rispondere.
-…amore… l’amore per mio marito… lui vuole… lui vuole che io provi… piacere… in tutti i modi così come io desidero… che lui goda in ogni momento… il suo piacere non deve… dipendere dal mio
-ma è assurdo!!
-non è assurdo se ci pensa bene – è l’uomo a parlare – cos’è che desidera più di tutto per sua moglie, non è forse che stia bene, che possa trarre il massimo del piacere dalla vita? E cosa c’è di meglio di un orgasmo per una donna? forse che a sua moglie non piace godere?
-si certo però…
-però cosa? La verità è che siete schiavi di un’educazione antica. La gelosia, il possesso, non dovrebbero esistere tra due persone che dicono di amarsi. Libertà, libertà totale invece, di ricevere e donare tutto il piacere possibile, a chiunque, in ogni modo, in ogni momento, con chiunque. E sapere che l’altro riceve piacere è la più grande ricompensa che si possa avere.
-ma c’è un limite a tutto, perché arrivare a degradare una donna al punto di definirsi cagna e chiamare lei padrone, cos’è se non una malata perversione…
-si dice che la più alta dimostrazione di amore è donare la propria vita per l’altro, morire per l’altro. Noi non pretendiamo tanto, anzi ci guardiamo bene che possa succedere qualcosa a chi chiede il nostro aiuto, però educarsi a donare è un percorso difficile che richiede impegno, volontà, abnegazione, sofferenza, distacco dalle cose e dalle persone ma prima di tutto da noi stessi e dalla nostra educazione, dalle nostre certezze. Tutto questo però è ampiamente ripagato in termini di piacere fisico inizialmente e mentale poi. Mi creda nessuna donna, nessun uomo che percorre questo cammino subirà violenza, proverà dolore più di quanto lui stesso decida di subire.
-ma suo marito?...
-suo marito sta seguendo anche lui il percorso di formazione. Sono cammini personali e specifici pensati per ogni singolo allievo, dipende dai casi. A volte la copia cammina insieme, la maggior parte delle volte però il percorso è strettamente personale e segue cammini separati con occasionali momenti d’incontro sempre decisi dalla guida. Nel caso della cagna che sto masturbando ad esempio lui sa tutto quello che succede a sua moglie mentre lei non sa nulla del marito. In questo momento potrebbe essere nascosto dietro una cabina a guardare o in una camera d’albergo con qualche altra donna, potrebbe essere al centro di un orgia dove donne e uomini abusano di lui oppure tranquillamente seduto al tavolino di un bar a bersi una birra, chi lo sa, è il gioco della fiducia. Accettare di toccare il fondo come atto di amore.
Mentre parla l’uomo continua a masturbare la donna senza però portarla al piacere estremo.
-lei ama sua moglie?
-certo che la amo!
-e sarebbe disposto a lasciarla scopare da un altro uomo?
-…
-lei dice di amarla ma non è disposto a donarle la piena libertà. Alla fine la tiene schiava del suo amore. Una prigione dorata ma sempre una prigione.
-mia moglie non ha bisogno di farsi scopare da altri uomini, quando vuole le basto io.
-ha mai provato a farsi scopare da altri?
-non ci pensa nemmeno!
-vede, non è che sua moglie non ha bisogno di farsi scopare da altri uomini, semplicemente non ha mai accettato l’idea che potrebbe farsi scopare da tutti gli uomini che vuole cosciente che il suo uomo , per amore, le dona questa libertà.
Sia sincero, lei non vuol toccare questa donna per non tradire sua moglie. E se sua moglie fosse qui e le desse il permesso di scoparla lei cosa farebbe? Risponda sinceramente
-se lei me lo chiedesse certo che la scoperei.
-quindi mi sta dando ragione. Lei in questo momento si sta privando di un piacere solo perché non avete mai affrontato la questione. E sua moglie lo stesso.
Non so se per stanchezza per eccitazione o per confusione di idee ma finisco per accettare il ragionamento dell’uomo. E comunque è vero, sono poche le donne su cui non ho fatto un pensierino e spesso rimpiango il fatto di essere cresciuto con un educazione troppo rigida.
-ne parli con sua moglie, non negatevi la possibilità di una vita veramente libera, e mi chiami, sarà un piacere per me continuare la vostra educazione.
Mi porge un biglietto da visita su cui è scritto un nome e numero di cellulare. Lo tengo tra le mani rigirandolo e immaginando dove potrebbe portaci la telefonata a quell’uomo. Non voglio pensarci e mi congedo
-grazie ma non accadrà mai. Non serve. Buona serata
-buona serata a lei… e arrivederci
Mi allontano cercando di non pensare alle parole dell’uomo quando la sua voce mi richiama
-solo una cosa ancora, cosa devo fare con questa cagna, devo farla godere o devo toglierle questo piacere?
Sono gli occhi della donna a suggerirmi la risposta. Sono occhi imploranti pietà, che chiedono di poter finalmente godere dell’orgasmo fino a quel momento solo sfiorato e mai raggiunto.
-si, finché lei glielo chiede, la faccia godere.
Mi giro e torno velocemente in albergo.
Una domanda continua a martellarmi la testa “cosa sta succedendo?”. Da quando sono arrivato a Rimini si ripetono situazioni assurde che mi spingono tutte nella stessa direzione guarda caso mentre Monica sta seguendo un corso che fin dall’inizio mi ha insinuato numerosi dubbi e solo l’entusiasmo di mia moglie e la contemporanea presenza di mia cognata mi hanno fatto superare. Devo avere pazienza, domani è giovedì, due giorni, poi sabato tutto finirà e tornerà come prima.
Mi metto a letto dopo una corroborante doccia e mi addormento con una domanda nella testa “è più padrone l’uomo che gestisce il piacere della donna, o la donna che accetta di farsi schiava?”
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