Il gioco più antico tra ragazzi, quello del dottore e le ammalate

di
genere
trio

Avevo indici anni e già conoscevo bene il mio corpo, tra ragazzi ne parlavamo e quelli più grandi dicevano che farsi le seghe spesso facevano crescere il cazzo. Immaginate cosa potevo fare i pomeriggi tirarmi una sega,, il tempo passava e io mi sega o convinto che quello che avevo sentito, era vero. Delle volte tra ragazzi si inventavano giochi per passare le nostre giornate, io giocavo spesso con mia sorella di due anni più piccola, e qualche sua amica della stessa sua età. Abitavamo in un palazzo antico di quattro piani noi al terzo e la sua amica al secondo, non c'era ascensore, e il piano più alto vi era una antica lavanderia dove tempo addietro le donne che ci abitavano andavano a lavare i panni tutto a mano, ormai. Non ci andava più nessuno perché oramai c'era la lavatrice che allivava tutte le mamme, e manco più stendere perché era scomodo portare la biancheria su per le scale era stancante, quindi quella lavanderia era vuota e a disposizione nostra, tra l'altro le nostre mamme erano tranquille perché era un posto sicuro invece di andare in giro erano proprio loro che ci mandavano su a giocare, oltre la lavanderia vi erano dei box dove venivano conservate cose che non si usavano più, tipo seggioonini e carrozzine, quindi qual era il gioco preferito? Si giocava a mamma papa e ii figli, eravamo in quattro io, mia sorella e l'altra nostra amica e il suo fratellino più piccolo di tre anni: A il più piccolo gli mettevamo una stoffa a mo di pannolino e lo mettevamo in carrozzina poi andavamo fuori in terrazza per la passeggiata a noi più grandi seccava molto perché quando non c'era lui facevamo giochi sempre familiari ma i soggetti erano diversi più sfiziosi . Uno dei giochi era che abitavamo in campagna ed avevamo anche degli animali tra cui una mucca. La mamma, mia sorella , diceva alla figlia. che dovevano andare nella stalla a mungere la mucca, la mucca ero io,
Mi mettevo ginocchio ie loro mi sbottonavano la patta cavano uscire il cazzo cominciando a smanettare come se fosse un seno di mucca, a loro piaceva molto figuriamoci a me, era una sega a due mani spettacolare. Loro avevano preso una maestria nel maneggiarlo, ed io le avevo convinto di bere il latte direttamente alla fonte, così ne uscì un bel pompino, invece di raccoglierlo in un bicchiere per poi berselo. E già lo bevevano apprezzando il sapore un po' salatino. Cercavo di resistere e non venire subito, appena stavo lì lì per venire dicevo che stava per uscire l latte, si ponevano sotto di me e a bocca aperta accoglievano a l mio latte, quando non ne usciva più con le due dita pollice e indice mi massaggiavano il cazzo facendo uscire ciò che era rimasto, poi da poco lo prendevano in bocca succhiando avidamente. Immaginatevi cari lettori come mi sentivo succhiavano con aviditàta e mi sentivo le palle svuotate. Un altro gioco che facevamo era il dottore, L'infermiera e l'ammalata, io ero il dottore, e a vicenda mia sorella e la nostra amica erano l'ammalata e L'infermiera. Come lettino del dottore usavamo un asse da stiro posto per terra chiuso. Arrivava L' l'ammalata e la facevo accomodare faceva finta di dirmi quali sintomi avesse è sempre si aveva male al basso ventre, le facevo levare le mutandine poi L'accomodavo sul lettino le alzavo la gonna e cominciavo a visitarla, le palpeggiavo lo stomaco poi sempre spostando la mano accarezzavo il pube senza peli avevano un bellissimo taglio che partiva da metà del pube e scendeva in mezzo le gambe. Io come dottore usavo un guanto di lattice fregato nella vetrinetta dei medicinali e degli abbassa lingua quelli di legno. Con la mano sinistra allargavo le labbra della vagina, e con il bastoncino allargavo le labbra della fica, di un bel rosa, continuavo la visita infilando l'indice dentro e massaggiavo tutta la fighetta prima lentamente e poi a velocizzare il movimento.sentivo che alla nostra amica chiamiamola Marta, piaceva tantissimo e di tanto in tanto gli sfuggivano gridolini e ansimava sempre più fino a quando si accasciava sfinita e dalla figa usciva un liquido viscido l'io mi abbassavo e leccavo la figa e lei ansimava sempre più, la visita era finita si rimetteva le mutandine ma si vedeva che era spossata ma aveva stampato un sorriso sul volto di soddisfazione. Quando toccava a mia sorella, che chiameremo Maria, il gioco aveva delle varianti. Diciamo più piccanti. La visitavo sempre allo stesso modo allargavo con le dita la vagina e poi la massaggiavo infilando il dito dentro, quando cominciavaa ad ansimare mi abbassavo a leccarla con avidità spennellavo la mia lingua dentro quel favoloso taglio , poi cominciavo ad addentrarmi sempre più in fondo a mo di cazzo, avevo la lingua che potevo farla uscire di otto e più centimetri, entrando tutto, sentivo fremiti e scosse che le percorrevano e infine veniva facendo uscire a fiotti. Il suo liquido, che io bevevo fino all'ultima goccia. Ma il gioco che piaceva a tutti e due, lo facevamo quando. Ok c'era Marta e suo fratello, facevamo come marito e moglie. I miei non erano molto attenti quando scopavano e siccome erano un po' rumorosi noi sentivamo tutto dalla nostra camera. Ci avvicinavamo alla loro porta socchiusa, poi stavano con la luce della mamma accesa, che poi capimmo perché era accesa, perché piaceva vedersi nelle posizioni che assumevano, la più "monella" era mamma perché aveva letto una storia che si svolgeva in India dove facevano vedere disegnate tante posizioni che poi assumevano. Purtroppo vi era una o forse due posizione. Metterlo nel culo, era solo quello che mi aveva concesso, perché non voleva essere sverginata. Quando giocavamo la facevo mettere a pecoroni e poi la lecchi bene bene il buchetto del culo le infilavo un dito per allargarlo, come vedavamo fare a mio padre, mi mettevo dietro e appoggiavo la cappella bella insaponata e cominciavo a spingere non facevo fatica a penetrarla e andare avanti e indietro sempre più velocemente, lei allungava una mano fino a massaggiare le mie palle, mi portava al settimo cielo e dopo pochi colpi venivo con abbondanza fiotti di sborra la riempivano e quando era piena usciva sgocciolando sulle sue caviglie, poi ci chinava e con la lingua mi puliva il cazzo delle gocce di sperma.che ancora fuoriusciva. Restavamo abbracciati per un po'per riprendere forza. Questi giochi durarono per un po' trovando sempre modifiche che portavano altri orgasmi . Poi un giorno Marta ci annuncio che di lì a poco dovevano cambiare città perché il padre era stato trasferito, a me e mia sorella dispiacquero molto, anche perché ci finivano i giochini erotici. Per qualche anno, due o tre, con mia sorella non ne parlammo più anche se i nostri occhi incontrandosi, volevano dire qualcosa, dormivamo ancora nella stessa stanza anche se mamma aveva comprato un separe e lo aveva piazzato tra me e mia sorella così non potevamo vederci, anche mia sorella era decisamente cresciuta aveva subito notevoli cambiamenti, aveva un bellissimo seno bello sodo a forma di coppa di champagne , un culo bello sodo due gambe lunghe e un figone fantastico, quando metteva i pantaloni si vedeva benissimo lo spacco della figa le labbra allargare da tanti giochi che facevamo infilando uno o due dita, qualcosa mi diceva però che si era procurato un vibratore bello grande e se lo infilava tutti giorni, lasciandolo dentro e ci camminava pure. Un pomeriggio d'estate io avevo diciotto anni e lei sedici, eravamo a letto per riposarci, i miei erano in camera loro con la porta chiusa sicuramente
stavano scopando,chissà perché in estate si scopa di più il caldo dovrebbe conciliare il riposo invece tutti sudati si chiava in maniera bestiale.accostai la porta della stanza, mi fermai abbassandomi i pantaloni, diedi dei bei rasponi al mio cazzo, anche lui era molto cambiato lo volli portare alla massima dimensione, lungo 18centimetri e la cappella enorme pieno di caldo sangue pulsava, levai il separe e mi avvicinai a mia sorella era in reggiseno molto succinto e le mutandine ridottissime infilato tra le due chiappe un filo di stoffa che mettevano in risalto due natiche perfette da metterle a mo di cuscino. Mi avvicinai tenendo il mio cazzo tra le mani mi avvicinai alla bocca socchiusa e cominciai a sfregiarla tra le labbra carnose. Non si sveglio subito e pensai le sta piacendo decisi di infilarglielo più in profondità lei ebbe un sossulto apri gli occhi e rimase ferma non rendendosi cosa stava succedendo, di scatto si mese seduta e con uno sguardo feroce mi fulminò. Mi disse se ero impazzito, che tutto quello che abbiamo fatto dovevo dimenticarmelo, ormai eravamo grandi e quelli erano giochi si erotici ma erano cose fatte da ragazzini sporcaccioni. Io ero lì con ancora il cazzo in mano che la stavo ascoltando e che mi crollo tutto addosso, mia sorella mi aveva dato una bella lezione, perché ormai eravamo grandi persone formate e che dovevamo usare il cervello e non il cazzo come cervello..



scritto il
2017-08-06
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