Violante
di
Mitana
genere
incesti
E` successo solo qualche anno fa ma si puo` dire che lo avevo sognato sin da quando ero bambino e sparavo le prime pugnette. Anzi, era passato ormai tanto tempo da quando avevo tratto da lei ispirazione per le mie seghe giornaliere che me ne ero dimenticato. Violante era piu` piccola di me di un paio di anni e a causa di questa differenza di eta` durante l`adolescenza non ha mai permesso che facessi parte della sua cerchia di amiche. ERasvamo cugini ma non amici. Aizzata a tenermi lontano da sua madre per rivalsa sul marito che era amante storico di mia madre. Sua madre l`ho sempre odiata perche` non faceva altro che sparlare in paese contro mia madre. Quando poi da parte sua era amante di suo cognato. Comunque Violante si limitava ad un ciao ciao e basta. Col tempo si fece una bellissima ragazza ed in paese tutti la desideravano. Etra tutti c`ero anche io. Aveva un culo da sballo e le cosce grosse, come piacciono a me. Le tette nella normalita`. Il fortunato a sposarla fu un mio coetaneo col quale avevo condiviso giornate libere invece di andare a scuola. Fui invitato al suo matrimonio come lei lo era stata al mio. E fui partecipe, benche` solo per telefomo, della fine del suo amore. Non aveva avuto figli per cui il trauma fu sopportato meglio. Dopo qualche anno mi trasferii a Milano e fu qui che venne a trovarmi col nuovo ragazzo che avrebbe sposato da li` a qualche mese. Minghia che bella gnocca era diventata. Il culo piu` rotondo il petto piu` gonfio e le cosce piu` grosse. A me le cosce che s`ingrossano di colpo dopo il ginocchio mi fanno diventare matto. Le aveva ereditate da sua madre ma siccome io odiavo sua madre non apprezzavo in lei la qualita` che apprezzavo nella figlia. Quando seduta sul divano colla gonna a meta` coscia mi son perso il suo discorso ed ho inseguito un mio sogno erotico. Ah quelle coscione cme le avrei abbracciate baciate leccate. Quella pelle profumata e liscia, spingere la testa dove le cosce si congiungono e succhiare un grilletto chissa` come duro e ritto. Lei parlava ma io la vedevo solo come donna di piacere. Era una fica parlante, chissa` che bel boschetto la ricopriva. Per poco non mi sono sborrato addosso immaginando la punta della lingua che spuntava tra le labbra leccarmi la cappella ed il buco del culo. Il promesso sposo, Luca, piu` giovane di me ed anche di lei la venerava e ne aveva ben donde. Mi ricordai di tutte le pugnette che le sue cosce di ragazzina mi avevano ispirato. Ma mi resi conto presto che non c`era modo di fotterla anche perche` dal canto suo non dava nessun segno di volermi. Organizzammo un picnic per la domenica successiva su una montagnola che sovrasta il lago di Lecco, Lasnigo. Trovammo un bel prato in riva ad un ruscello nelle cui acque mettemmo a rinfrescarsi una bottiglia di vino rosso. Si vedevano persino le trote sgusciare tra i ciottoli. Trascorremmo una bella giornata fino al primo pomeriggio. Mia moglie ebbe la brillante idea di atraversare il ruscello in bilico sui sassi che sorgevano fuori dell`acqua. Un urlo un tonfo e mia moglie col culo nell`acqua e la caviglia slogata. Un male esagerato e le grida lo testimoniavano. Fu d`uopo portare mia moglie in ospedale. Fino a che ero rimasto seduto ero normale ma appena mi alzai per correre in aiuto all`infortunata i fumi del vino raggiunsero il cervello e mi obbligarono a restare seduto all`ombra di una betulla. Non sono mai stato un bevitore e mal sopporto qualsiasi tipo di alcool. Decidemmo, anzi, decisero che fosse Luca ad accompagnare mia moglie in ospedale colla mia auto ed io e Violante avremmo atteso il loro ritorno per rientrare a casa. Mentre caricavano mia moglie in auto mi accorsi dei jeans che modellavano come una seconda pelle uno dei piu` bei culi che abbia mai visto. Violante china per aiutare il suo ragazzo a far entrare mia moglie in auto mi offriva lo spettacolo delle chiappe separate dal canale colla cucitura dei pantaloni a sottolineare quella sensuale strettoia. I fumi dell`alcool svanirono dalla testa sostituiti da una voglia di penetrare questa fica cosi a lungo desiderata. Tastai l`inguine e vi trovai un cazzo duro pronto ad entrare in quel giovane corpo. Violante intanto aveva raccolto un po` di cose e le aveva avvicinate al plaid che avevamo steso sull`erba. Il seno che spingeva contro la stoffa della camicia ed il canaletto della base delle tette mi mandava in deliquio. Si vedeva ben poco ma era proprio questo ad eccitarmi di piu`. La troia si era accorta che il mio sguardo nascondeva il desiderio di una bestia arrapata. Il viso paonazzo cerco` di parlare di mia moglie e del lavoro che il futuro marito ancora non aveva. Ma io vedevo le sue labbra muoversi intorno ad un immaginario cazzo ritto che la fotteva in bocca. La punta della ligua che appariva tra i denti mentre parlava aumentava la mia eccitazione e lo sguardo che lanciai intorno per controllare che fossimo soli la mise in allerta. Io non avevo proferito una parola, aveva parlato sempre lei e quando malfermo sulle gambe mi avvicinai per difendersi, credo, si mise a pancia sotto stringendo le mani sul petto e le cosce. La tapina non sapeva che era proprio quello che mi mostrava ad attrarmi piu` di ogni altra parte del suo corpo. Il suo culo, volevo il suo culo, avevo deciso di possedere quel culo che per anni avevo goduto in tutti i modi nelle mie fantasie erotiche. Ah quante sborrate immaginando le sue chiappe aperte ed accoglienti. Mi distendo sulla sua schiena, faccio combaciare il cazzo duro contro il canale che divide le chiappe e le succhio il collo. Lei si irrigidisce e con un filo di voce mi dice: - Lasciami stare, non ti vergogni? Lasciami in pace, cosa vuoi fare. Non diro` nulla a nessuno, lasciami....Le infilo le mani sotto il corpo e cerco di afferrare i seni che lei difende strenuamente. Alla fine riesco ad afferrarne uno. Dio che duro. Non mi aspettavo che avesse dei seni cosi duri, a vederli non mi era parso. Le chiappe anche erano sode, ma quelle me lo aspettavo. Le carezzai le cosce grosse che riempivano i jeans, sentii il calore della sua pelle e la pregai di concedermi il corpo che bramavo da anni. - Ma non ti vergogni, se ci vedesse tua moglie? Il fondo sono tua cugina.... Volevo ricordarle che suo padre, fratello di mio padre, era stato amante di mia madre, sua cognata. Non dissi nulla per non farle credere che il mio desiderio era una vendetta. Infatti non lo era. Di mia madre e di suo padre non me ne e` mai fregato nulla. A me interessava il suo culo e basta. Cercavo di baciarla in bocca ma lei voltava la testa e me lo impediva. Le afferrai i capelli le strattonai la testa e la obbligai a farsi leccare le labbra visto che si ostinava a tenerle chiuse. Puttana Eva, piu` si rifiutava piu` mi eccitavo e veniva fuori la bestia che mai mi sarei aspettato di tenere dentro. Non c`e` nulla da fare, l`uomo e una bestia e quando e` ingrifato nulla e nessuno lo puo` far ragionare. Io ero sorpreso di me stesso. Mai sono stato cosi bestiale come quel giorno, io che disprezzo e rifuggo la violenza le misi una mano sotto il mento le sollevai il viso le strinsi la gola e la obbligai a girarsi a pancia all`aria. Dovevo aver il viso stravolto perche` la vidi fissarmi cogli occhi sgranati e quando slacciai la cintura e abbassata la zip le cavai i pantaloni sollevo` il culo per aiutarmi a spogliarla. Persi del tempo a cavarle i pantaloni stretti senza toglierle le scarpe da ginnastica. Alla fine le lanciai via ma lei intanto aveva chiuso le cosce e proteggeva l`inguine colle mani. In ginocchio ai suoi piedi ammiravo la pancia piatta le mutandine bianche i peli della fica che oscuravano il centro del triangolo di stoffa le mani che cercavano di proteggere il centro dell`universo mentre godevo la lucentezza e la freschezza della pelle delle cosce. Coscione grosse, piu` grosse di quanto avessi immaginato. Osanna a chi ha inventato la donna e l`ha fatta cosi bella armoniosa perfetta nelle sue forme. Osanna a chi ha inventato la fica e l`ha posizionata li`, in cima a due colonne seriche dalla pelle di pesca e profumata in quel modo. Non c`era modo di farla diversa. Era cosi che andava fatta e cosi fu fatta. Osanna a chi ha instillato nella donna il rifiuto a concedersi facilmente. Ottenere la fica senza sforzi non c`e` gusto. Piu` ardua e` la salita piu` e piacevole raggiungere la vetta. - Ma non ti vergogni? Lasciami stare, non diro` nulla. Se lo sapesse tua moglie.... Mia moglie? In quel momento neanche sapevo di essere sposato. In quel momento il mondo ero io e la fica che pulsava nelle mutandine bianche. L`universo non era altro che il cazzo duro che stavo estraendo e quella fica palpitante ancora protetta. - Non farlo, ti prego, non farlo....ti voglio bene non farlo... Il cazzo non vuol sentire ragioni e quando ha voglia di beccare non c`e` verso di farlo desistere. Con una voce cavernosa che io stesso non riconobbi le dissi: - Abbassa le mutandine se non vuoi che le strappi. E smettila di frignare se non vuoi un paio di sberle. Chissa` che grugno cattivo che mostrai perche` la vidi sempre cogli occhi sgranati ed impauriti alzare il culo e far scivolare lo slip che scalcio` lontano. Mi distesi su di lei e mentre con un ginocchio le aprii le gambe spinsi contro la fica mezza depilata la cappella rovente del cazzo. - Non farmi male, per favore....e ....non venirmi dentro....non sono protetta.... Non era bagnata come speravo, non era consensiente per cui dovetti umettare la capocchia colla saliva prima di penetrarla. - Aiutami. Se mi lasci fare e partecipi finisco prima. Una luce che spizzava odio vidi brillare nei suoi occhi ma quando poggiai le labbra sulle sue mi accorsi che erano dischiuse e raggiunsi facilmente la sua lingua colla mia. Mi bastarono un paio di affondi per estrarre il cazzo appena in tempo e sborrarle sul ventre. Mi lascio` fare, sollevo` appena la testa per controllare dove avevo sborrato. Raccattai le sue mutandine per pulirla. - E tutto questo casino per un paio di colpetti, non ho fatto in tempo ad accorgermene.... Ah, ma allora vuoi la guerra? e guerra sia. Fece per alzarsi ma le misi una mano sul petto e la costrinsi a mettersi giu`. Le misi la testa tra le cosce e quando strizzai il grilletto e quando le morsi le grandi labbra e quando le infilai la lingua ed un paio di dita nella fica rovente la trovai allagata di voglia e coi suoi gemiti sospiri e rantoli sottolineo` i diversi orgasmi che la lasciarono sfinita distesa a braccia e gambe aperte sul plaid. Mi feci perdonare la violenza al punto che lodo` la mia parte mascolina deprecando nello stesso tempo la mia bestialita`. A dire il vero e` stato l`unico caso in cui ho usato violenza e questo espisodio lo avevo rimosso dalla memoria. Me ne sono ricordato per puro caso. Ne approfitto per chiedere perdono a mia cugina Violante, che gia` allora mia aveva perdonato, ed a tutte le donne.
2
voti
voti
valutazione
5
5
Commenti dei lettori al racconto erotico