La Dottoressa Angela - Memorie di una madre
di
Angela Kavinsky
genere
incesti
Queste lettere mi sono state inviate da un paziente, Paolo (nome inventato) che ha palesato in questi mesi una forte ossessione per sua madre e, in particolare, per i suoi piedi. A quanto pare la madre di Paolo non fa nulla per evitare certe attenzioni, anzi, le alimenta in maniera assolutamente sconsiderata. Vi lascio allo scritto del mio assistito, sperando possiate trovare queste lettere interessanti.
LETTERA 1
Cara dottoressa, sono ancora io, Paolo. Ormai è chiaro che vivere sotto lo stesso tetto con lei (mia madre) non possa aiutare a migliorare la mia situazione, una situazione che ormai reputo irrisolvibile. Ma andiamo con ordine: come da lei richiesto, le parlerò della mia storia personale:
Mia madre restò incinta di me quando aveva 24 anni. Ora io ho 21 anni quindi può ben fare i conti. Mio padre ci abbandonò quando io avevo solo 4 anni e, nonostante tutti i problemi (soprattutto a livello economico), ce la siamo sempre cavata. Mia madre, una donna bellissima, alta, con i capelli neri, gli occhi verdi e un fisico da sballo, non ha mai avuto grandi problemi a trovare dei fidanzati; non ricordo molto di loro, ma ricordo che nessuno di loro si è mai comportato male né con lei né con me, e nonostante questo lei ne ha cambiato molti, moltissimi. In questo modo, immagino che lei non abbia mai dovuto lavorare, e credo abbia vissuto una vita tutto sommato gradevole. Mia madre ha sempre avuto nei miei confronti un attaccamento morboso, iperprotettivo, e questo mi ha sempre reso molto dipendente da lei. Voleva che fossimo sempre vicini, sempre insieme, a parte quando lei stava con i suoi innumerevoli compagni. Non penso abbia mai amato nessuno di loro, ma piuttosto i loro soldi.
Io ho iniziato a lavorare non appena finito il liceo, e nonostante non fosse il lavoro dei miei sogni (sono operaio in un’officina meccanica, assunto grazie ad una raccomandazione di uno degli ex di mia madre) devo ammettere che i colleghi sono simpatici e la paga piuttosto buona. Da quando ho iniziato a lavorare ho anche iniziato a provvedere al mantenimento di mia madre. Credo che lei, vedendo che ora porto a casa un buono stipendio, non abbia più bisogno di un fidanzato che le paghi l’affitto. Ovviamente non posso permettermi di pagare 2 affitti, quindi io e lei viviamo assieme.
Quando parliamo, lei a volte mi spaventa. Mi dice che sono identico a mio padre, l’unico uomo che lei abbia mai amato, e mi tratta non come un figlio, ma come un compagno. Pretende da me cose molto strane: per lo più stupidaggini ma che per me che sono suo figlio non sono affatto stupidaggini. Per esempio, l’altro giorno stava prendendo il sole in giardino, in topless, e mi ha chiesto di spalmarle la crema solare su tutto il corpo. Ridacchia quando vede che sono in imbarazzo e fa di tutto per provocarmi. È gelosa di me se le racconto un qualsiasi aneddoto su di una ragazza, e dice cose del tipo “non ti serve una ragazza, ci sono qui per te!” oppure “nessuna donna ti amerà mai quanto ti amo io!” e ancora “Come fai a trovare una che sia più bella di me?”. Apostrofa le altre donne definendole “puttane, sgualdrine, donnacce”, mentre lei si vede come la donna migliore del mondo.
La cosa però che più mi fa riflettere è la sua costante richiesta di quella che è la mia ossessione: massaggiare i suoi piedi. Non ha importanza se io sia appena tornato dal lavoro e stanco morto: lei vuole che io le massaggi i piedi. In quanto feticista dei piedi, ho il terrore che lei sia a conoscenza della mia passione per i piedi e che sia un ulteriore tentativo di stuzzicarmi!
LETTERA 2
Dottoressa, io non so più davvero cosa fare. Ieri sera, a cena, mia madre era palesemente ubriaca. Quando beve, diventa irrefrenabile nei suoi istinti. L’unica cosa di cui sono sollevato è che fossimo soli in casa; una volta eravamo a cena con amici (suoi amici, che io non conoscevo) al ristorante e lei non ha avuto alcun ritegno nell’abbracciarmi e baciarmi in modo sensuale, addirittura facendomi il piedino sotto il tavolo, massaggiandomi le parti basse con il suo piede. la stessa cosa è successa ieri sera. Ormai sono convinto che lei sappia della mia passione per i piedi.
Ha ripetuto decine di volte che io sono l’unico uomo della sua vita, che non vuole nessun altro e che farebbe qualsiasi cosa per me; credo di aver capito cosa intende.
“tesoro massaggiami i piedi!” mi ha detto sdraiata sul divano. ovviamente io ho obbedito come un cagnolino. Li ho presi tra le mani è ho iniziato a massaggiarli con trasporto. Mia madre è bellissima, dalla testa ai piedi. Ha piedi taglia 39, smaltati di nero. Sono perfetti, senza imperfezioni, senza nemmeno un piccolo callo. Solitamente le accarezzo il dorso e con i pollici le premo al centro della pianta, perché so che a lei piace.
“baciali!”
“Ma, mamma!”
“Ma tuo padre adorava baciarmi i piedi! Diceva che avevo i piedi più belli che avesse mai visto!”. Credo di aver capito da chi ho preso questa passione per i piedi. Ho iniziato baciandole il dorso, poi la pianta, il tallone, e ho finito succhiandole le dita. Lei mi ha guardato e poi ha abbassato lo sguardo sui miei pantaloni. La mia erezione era evidente. È scoppiata a ridere, poi d’istinto ha allungato il braccio, brancando il mio pene sotto i pantaloni. Con una velocità disarmante mi ha tolto i pantaloni e le mutande, e ha iniziato a masturbarmi. Io avevo ancora i suoi piedi tra le mani. Glieli ho baciati ancora e ancora, mentre lei mi guardava sorridente e con la lingua di fuori. Leccavo come un forsennato, come se i piedi di mia madre fossero oro liquido, e non riuscivo a fermarmi. Quando ero lì lì per venire, sono rinsavito e, non so come, ho lasciato i suoi piedi e mi sono alzato dal divano. Le ho urlato contro. “È SBAGLIATO, MA NON LO CAPISCI? SONO TUO FIGLIO!”. Lei sembrava seria, ma era solo uno scherzo. È scoppiata nuovamente a ridere e, a quattro zampe sul divano, ha gattonato verso di me. Poi, avvicinandosi, mi ha detto: “Tu sei mio!”. Ha aperto la bocca, fatto uscire la lingua e preso in bocca il mio pene. Lo ha succhiato, mentre alzava i piedi dietro di lei come segno di godimento. “Mi sembra di avere in bocca il cazzo di tuo padre! Forse il tuo è addirittura più grosso! Sono davvero orgogliosa di te!”. Non sono riuscito a sottrarmi; nessuno ci sarebbe riuscito. Ha detto che mi amava e che, perché mi amava, potevo venirle sulle piante dei piedi. Si è messa a pancia in giù sul divano, con le gambe alzate. Io mi sono avvicinato e, masturbandomi, sono venuto sulle sue piante dei piedi. “Avevo i piedi freddi, ora invece sono così caldi!” ha detto lei. Vedere le sue piante coperte dal mio sperma non mi ha sconvolto, anzi, mi ha reso più eccitato che mai. L’ho visto come un regalo da parte sua. Stanco morto dalla prestazione, mi sono coricato sul divano a fianco a lei. Lei mi ha preso la mano, s’è l’è portata sulla vagina e ha preteso che le facessi un ditalino. Nel frattempo con le dita lei mi solleticava il glande. Dottoressa, ora capisce perché penso che la situazione sia irrecuperabile?
LETTERA 3
Ormai dottoressa, la situazione è fuori controllo. Mia madre ormai è divenuta la mia compagna. Certo; è un segreto e nessuno lo sa, ma in casa io e lei siamo marito e moglie. Facciamo la doccia insieme, dormiamo assieme. Lei parla del fatto di emigrare in qualche paese straniero, dove nessuno sa che siamo madre e figlio, e vivere come due perfetti sposini. Io la trovo una follia.
Con me ormai lei non ha più inibizioni: gira nuda per casa e mi chiede se preferisco che la sua vagina sia rasata o con un po’ di pelo. Mi tocca il pene come fosse il suo giocattolo e pretende che io non faccia osservazioni su questi suoi comportamenti. La notte ovviamente dorme nuda e vuole che anche io lo sia. Ci abbracciamo, ci baciamo, lei mi tasta il pene e i testicoli con i suoi piedi freddi, dicendo che sono il modo migliore di scaldarli. Dice che per essere davvero una coppia dobbiamo conoscerci bene, anche a livello fisico, così a turno ieri ci siamo leccati il buco del culo. A me è piaciuto sia leccare il suo che farmi leccare il mio. È un’ossessione che non si può controllare. Cosa devo fare? Non c’è bisogno che glielo chieda; so che è sbagliato ma non so come possa guarire da questa fissazione! La verità è che non voglio guarire… Spero che lei possa fissare per me un incontro il prima possibile. Dobbiamo parlare; ho bisogno di qualcuno che mi dica cosa devo fare!
LETTERA 4
Dottoressa, sono la dottoressa Ivana. Grazie per avermi fatto leggere le lettere che Paolo le ha mandato e grazie per aver accettato di avermi come sua paziente. Innanzitutto, credo che lei pensi che sono una persona orribile per questo tremendo scherzo che sto facendo a Paolo, eppure non posso farne a meno. Ho conosciuto Paolo 6 mesi fa, era un mio paziente. Paolo soffre di questa malattia psichiatrica nota come “amnesia anterograda”, ossia la capacità dell’individuo di mantenere i ricordi d’infanzia e della giovinezza, ma di non riuscire a ricordare cose successe pochi giorni fa, o addirittura poche ore prima! Ovviamente in quanto psichiatra lei conoscerà bene questo tipo di malattie!
Durante una delle prime visite con Paolo (un mio collega ormai in pensione mi aveva passato il suo caso) lui mi ha chiamato “mamma”. La cosa mi ha scioccato, ma l’ho trovata eccitante perché mi ero invaghita di lui la prima volta che l’avevo visto nel mio studio. Ho subito capito che mi aveva scambiato per la madre e che probabilmente vi era una certa somiglianza, e questa cosa mi ha eccitato in maniera indicibile, conscia del fatto che Paolo aveva con la madre un rapporto irrisolto.
Non le mentirò dicendole che questo è un esperimento per studiare Paolo, ma voglio che tenga conto di questi fattori:
- Lui è convinto che sia sua madre, ma sono solo la sua psichiatra.
- Io ho 34 anni, non 45, mentre lui non ne ha 21, ma 28.
- Paolo non lavora in un’officina meccanica, anzi, non lavora affatto. Il suo disturbo non gli permette di avere una carriera lavorativa.
- Paolo vive nel mio appartamento, è vero, ma non è vero che è lui a pagare l’affitto, anzi, lui non ha mai sborsato un centesimo; Dopo aver saputo che Paolo viveva in un istituto per malati mentali, ho voluto che venisse a vivere con me.
- Perché l’ho fatto? Perché lo amo. Perché mi spaccio per sua madre? Perché il suo imbarazzo, il suo desiderio nello scopare la madre e la sua piena convinzione che sia una cosa assolutamente sbagliata mi fa eccitare come mai prima d’ora… Pensa che sia una persona cattiva?
Cordialmente, Dottoressa Ivana.
LETTERA DI RISPOSTA
E Brava Ivana! Adesso tutto quadra! Il povero Paolo ha chiaramente iniziato a soffrire di questa forma di amnesia dopo l’abbandono da parte della madre e il suo ingresso (probabilmente poco dopo) in clinica. Stranamente si ricorda di essere stato abbandonato dal padre, ma non dalla sua adorata mammina! Questo l’ha portato ad avere una sorta di complesso nei confronti della figura materna, e della convinzione di doversene prendere cura, anche a livello sessuale. Ovviamente ho capito il tuo giochetto: certe informazioni, come il fatto che lavori in un’officina meccanica, non sono invenzioni della sua mente ma tuoi “suggerimenti” per fare in modo che nella sua testolina si creasse una sorta di memoria riparativa. Dimmi Ivana, di tanto in tanto gli ripeti la solfa, vero? Per fare in modo che non si dimentichi che lui è tuo figlio e che, da bravo lavoratore, porta a casa i soldi per provvedere alla sua povera madre single.
Che dire: pensavo che il caso di Paolo fosse emblematico ma ora mi accorgo che è solo un grande imbroglio. Voglio vedervi tutti e due e voglio che tu gli dica la verità. Essere innamorato a livello sessuale della propria madre gli sta creando molti problemi a livello nervoso. Sapere che in realtà tu non sei sua madre gli permetterebbe di pensare di vivere una vita normale. So che per te non sarà più la stessa cosa, ma pensa a lui! Potreste addirittura pensare di avere una vita normale assieme! E poi, non ti preoccupare; non terrà il broncio con te troppo a lungo, anzi; scommetto che dopo un paio di giorni si sarà già dimenticato tutto!
LETTERA 1
Cara dottoressa, sono ancora io, Paolo. Ormai è chiaro che vivere sotto lo stesso tetto con lei (mia madre) non possa aiutare a migliorare la mia situazione, una situazione che ormai reputo irrisolvibile. Ma andiamo con ordine: come da lei richiesto, le parlerò della mia storia personale:
Mia madre restò incinta di me quando aveva 24 anni. Ora io ho 21 anni quindi può ben fare i conti. Mio padre ci abbandonò quando io avevo solo 4 anni e, nonostante tutti i problemi (soprattutto a livello economico), ce la siamo sempre cavata. Mia madre, una donna bellissima, alta, con i capelli neri, gli occhi verdi e un fisico da sballo, non ha mai avuto grandi problemi a trovare dei fidanzati; non ricordo molto di loro, ma ricordo che nessuno di loro si è mai comportato male né con lei né con me, e nonostante questo lei ne ha cambiato molti, moltissimi. In questo modo, immagino che lei non abbia mai dovuto lavorare, e credo abbia vissuto una vita tutto sommato gradevole. Mia madre ha sempre avuto nei miei confronti un attaccamento morboso, iperprotettivo, e questo mi ha sempre reso molto dipendente da lei. Voleva che fossimo sempre vicini, sempre insieme, a parte quando lei stava con i suoi innumerevoli compagni. Non penso abbia mai amato nessuno di loro, ma piuttosto i loro soldi.
Io ho iniziato a lavorare non appena finito il liceo, e nonostante non fosse il lavoro dei miei sogni (sono operaio in un’officina meccanica, assunto grazie ad una raccomandazione di uno degli ex di mia madre) devo ammettere che i colleghi sono simpatici e la paga piuttosto buona. Da quando ho iniziato a lavorare ho anche iniziato a provvedere al mantenimento di mia madre. Credo che lei, vedendo che ora porto a casa un buono stipendio, non abbia più bisogno di un fidanzato che le paghi l’affitto. Ovviamente non posso permettermi di pagare 2 affitti, quindi io e lei viviamo assieme.
Quando parliamo, lei a volte mi spaventa. Mi dice che sono identico a mio padre, l’unico uomo che lei abbia mai amato, e mi tratta non come un figlio, ma come un compagno. Pretende da me cose molto strane: per lo più stupidaggini ma che per me che sono suo figlio non sono affatto stupidaggini. Per esempio, l’altro giorno stava prendendo il sole in giardino, in topless, e mi ha chiesto di spalmarle la crema solare su tutto il corpo. Ridacchia quando vede che sono in imbarazzo e fa di tutto per provocarmi. È gelosa di me se le racconto un qualsiasi aneddoto su di una ragazza, e dice cose del tipo “non ti serve una ragazza, ci sono qui per te!” oppure “nessuna donna ti amerà mai quanto ti amo io!” e ancora “Come fai a trovare una che sia più bella di me?”. Apostrofa le altre donne definendole “puttane, sgualdrine, donnacce”, mentre lei si vede come la donna migliore del mondo.
La cosa però che più mi fa riflettere è la sua costante richiesta di quella che è la mia ossessione: massaggiare i suoi piedi. Non ha importanza se io sia appena tornato dal lavoro e stanco morto: lei vuole che io le massaggi i piedi. In quanto feticista dei piedi, ho il terrore che lei sia a conoscenza della mia passione per i piedi e che sia un ulteriore tentativo di stuzzicarmi!
LETTERA 2
Dottoressa, io non so più davvero cosa fare. Ieri sera, a cena, mia madre era palesemente ubriaca. Quando beve, diventa irrefrenabile nei suoi istinti. L’unica cosa di cui sono sollevato è che fossimo soli in casa; una volta eravamo a cena con amici (suoi amici, che io non conoscevo) al ristorante e lei non ha avuto alcun ritegno nell’abbracciarmi e baciarmi in modo sensuale, addirittura facendomi il piedino sotto il tavolo, massaggiandomi le parti basse con il suo piede. la stessa cosa è successa ieri sera. Ormai sono convinto che lei sappia della mia passione per i piedi.
Ha ripetuto decine di volte che io sono l’unico uomo della sua vita, che non vuole nessun altro e che farebbe qualsiasi cosa per me; credo di aver capito cosa intende.
“tesoro massaggiami i piedi!” mi ha detto sdraiata sul divano. ovviamente io ho obbedito come un cagnolino. Li ho presi tra le mani è ho iniziato a massaggiarli con trasporto. Mia madre è bellissima, dalla testa ai piedi. Ha piedi taglia 39, smaltati di nero. Sono perfetti, senza imperfezioni, senza nemmeno un piccolo callo. Solitamente le accarezzo il dorso e con i pollici le premo al centro della pianta, perché so che a lei piace.
“baciali!”
“Ma, mamma!”
“Ma tuo padre adorava baciarmi i piedi! Diceva che avevo i piedi più belli che avesse mai visto!”. Credo di aver capito da chi ho preso questa passione per i piedi. Ho iniziato baciandole il dorso, poi la pianta, il tallone, e ho finito succhiandole le dita. Lei mi ha guardato e poi ha abbassato lo sguardo sui miei pantaloni. La mia erezione era evidente. È scoppiata a ridere, poi d’istinto ha allungato il braccio, brancando il mio pene sotto i pantaloni. Con una velocità disarmante mi ha tolto i pantaloni e le mutande, e ha iniziato a masturbarmi. Io avevo ancora i suoi piedi tra le mani. Glieli ho baciati ancora e ancora, mentre lei mi guardava sorridente e con la lingua di fuori. Leccavo come un forsennato, come se i piedi di mia madre fossero oro liquido, e non riuscivo a fermarmi. Quando ero lì lì per venire, sono rinsavito e, non so come, ho lasciato i suoi piedi e mi sono alzato dal divano. Le ho urlato contro. “È SBAGLIATO, MA NON LO CAPISCI? SONO TUO FIGLIO!”. Lei sembrava seria, ma era solo uno scherzo. È scoppiata nuovamente a ridere e, a quattro zampe sul divano, ha gattonato verso di me. Poi, avvicinandosi, mi ha detto: “Tu sei mio!”. Ha aperto la bocca, fatto uscire la lingua e preso in bocca il mio pene. Lo ha succhiato, mentre alzava i piedi dietro di lei come segno di godimento. “Mi sembra di avere in bocca il cazzo di tuo padre! Forse il tuo è addirittura più grosso! Sono davvero orgogliosa di te!”. Non sono riuscito a sottrarmi; nessuno ci sarebbe riuscito. Ha detto che mi amava e che, perché mi amava, potevo venirle sulle piante dei piedi. Si è messa a pancia in giù sul divano, con le gambe alzate. Io mi sono avvicinato e, masturbandomi, sono venuto sulle sue piante dei piedi. “Avevo i piedi freddi, ora invece sono così caldi!” ha detto lei. Vedere le sue piante coperte dal mio sperma non mi ha sconvolto, anzi, mi ha reso più eccitato che mai. L’ho visto come un regalo da parte sua. Stanco morto dalla prestazione, mi sono coricato sul divano a fianco a lei. Lei mi ha preso la mano, s’è l’è portata sulla vagina e ha preteso che le facessi un ditalino. Nel frattempo con le dita lei mi solleticava il glande. Dottoressa, ora capisce perché penso che la situazione sia irrecuperabile?
LETTERA 3
Ormai dottoressa, la situazione è fuori controllo. Mia madre ormai è divenuta la mia compagna. Certo; è un segreto e nessuno lo sa, ma in casa io e lei siamo marito e moglie. Facciamo la doccia insieme, dormiamo assieme. Lei parla del fatto di emigrare in qualche paese straniero, dove nessuno sa che siamo madre e figlio, e vivere come due perfetti sposini. Io la trovo una follia.
Con me ormai lei non ha più inibizioni: gira nuda per casa e mi chiede se preferisco che la sua vagina sia rasata o con un po’ di pelo. Mi tocca il pene come fosse il suo giocattolo e pretende che io non faccia osservazioni su questi suoi comportamenti. La notte ovviamente dorme nuda e vuole che anche io lo sia. Ci abbracciamo, ci baciamo, lei mi tasta il pene e i testicoli con i suoi piedi freddi, dicendo che sono il modo migliore di scaldarli. Dice che per essere davvero una coppia dobbiamo conoscerci bene, anche a livello fisico, così a turno ieri ci siamo leccati il buco del culo. A me è piaciuto sia leccare il suo che farmi leccare il mio. È un’ossessione che non si può controllare. Cosa devo fare? Non c’è bisogno che glielo chieda; so che è sbagliato ma non so come possa guarire da questa fissazione! La verità è che non voglio guarire… Spero che lei possa fissare per me un incontro il prima possibile. Dobbiamo parlare; ho bisogno di qualcuno che mi dica cosa devo fare!
LETTERA 4
Dottoressa, sono la dottoressa Ivana. Grazie per avermi fatto leggere le lettere che Paolo le ha mandato e grazie per aver accettato di avermi come sua paziente. Innanzitutto, credo che lei pensi che sono una persona orribile per questo tremendo scherzo che sto facendo a Paolo, eppure non posso farne a meno. Ho conosciuto Paolo 6 mesi fa, era un mio paziente. Paolo soffre di questa malattia psichiatrica nota come “amnesia anterograda”, ossia la capacità dell’individuo di mantenere i ricordi d’infanzia e della giovinezza, ma di non riuscire a ricordare cose successe pochi giorni fa, o addirittura poche ore prima! Ovviamente in quanto psichiatra lei conoscerà bene questo tipo di malattie!
Durante una delle prime visite con Paolo (un mio collega ormai in pensione mi aveva passato il suo caso) lui mi ha chiamato “mamma”. La cosa mi ha scioccato, ma l’ho trovata eccitante perché mi ero invaghita di lui la prima volta che l’avevo visto nel mio studio. Ho subito capito che mi aveva scambiato per la madre e che probabilmente vi era una certa somiglianza, e questa cosa mi ha eccitato in maniera indicibile, conscia del fatto che Paolo aveva con la madre un rapporto irrisolto.
Non le mentirò dicendole che questo è un esperimento per studiare Paolo, ma voglio che tenga conto di questi fattori:
- Lui è convinto che sia sua madre, ma sono solo la sua psichiatra.
- Io ho 34 anni, non 45, mentre lui non ne ha 21, ma 28.
- Paolo non lavora in un’officina meccanica, anzi, non lavora affatto. Il suo disturbo non gli permette di avere una carriera lavorativa.
- Paolo vive nel mio appartamento, è vero, ma non è vero che è lui a pagare l’affitto, anzi, lui non ha mai sborsato un centesimo; Dopo aver saputo che Paolo viveva in un istituto per malati mentali, ho voluto che venisse a vivere con me.
- Perché l’ho fatto? Perché lo amo. Perché mi spaccio per sua madre? Perché il suo imbarazzo, il suo desiderio nello scopare la madre e la sua piena convinzione che sia una cosa assolutamente sbagliata mi fa eccitare come mai prima d’ora… Pensa che sia una persona cattiva?
Cordialmente, Dottoressa Ivana.
LETTERA DI RISPOSTA
E Brava Ivana! Adesso tutto quadra! Il povero Paolo ha chiaramente iniziato a soffrire di questa forma di amnesia dopo l’abbandono da parte della madre e il suo ingresso (probabilmente poco dopo) in clinica. Stranamente si ricorda di essere stato abbandonato dal padre, ma non dalla sua adorata mammina! Questo l’ha portato ad avere una sorta di complesso nei confronti della figura materna, e della convinzione di doversene prendere cura, anche a livello sessuale. Ovviamente ho capito il tuo giochetto: certe informazioni, come il fatto che lavori in un’officina meccanica, non sono invenzioni della sua mente ma tuoi “suggerimenti” per fare in modo che nella sua testolina si creasse una sorta di memoria riparativa. Dimmi Ivana, di tanto in tanto gli ripeti la solfa, vero? Per fare in modo che non si dimentichi che lui è tuo figlio e che, da bravo lavoratore, porta a casa i soldi per provvedere alla sua povera madre single.
Che dire: pensavo che il caso di Paolo fosse emblematico ma ora mi accorgo che è solo un grande imbroglio. Voglio vedervi tutti e due e voglio che tu gli dica la verità. Essere innamorato a livello sessuale della propria madre gli sta creando molti problemi a livello nervoso. Sapere che in realtà tu non sei sua madre gli permetterebbe di pensare di vivere una vita normale. So che per te non sarà più la stessa cosa, ma pensa a lui! Potreste addirittura pensare di avere una vita normale assieme! E poi, non ti preoccupare; non terrà il broncio con te troppo a lungo, anzi; scommetto che dopo un paio di giorni si sarà già dimenticato tutto!
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