Akti Olimpias: dramma semiserio di un giovane imbranato (cap.4 di 4)
di
Diagoras
genere
prime esperienze
Le carezze di Gaia sono ora solo un vago ricordo, travolto come mi ritrovo dall'impresa di armeggiare con quell'oggetto fino ad ora sconosciuto. E le conseguenze non tardano a mostrarsi con estrema e drammatica chiarezza: il pisello si è arrotolato su se stesso, si è rattrappito, riducendosi ad un avvilente mucchietto di pelle, come se anche lui volesse fuggire da questa situazione così imbarazzante.
E su quella misera escrescenza non ci potrei srotolare assolutamente nulla, nemmeno la mia sconquassata dignità maschile.
( Un residuo... un ricordo... tracce... ne sono rimaste solo delle tracce.... roba da pazzi... un pò di amor proprio, che diamine... )
Resto con il preservativo tra le dita, vergognoso anche soltanto di guardarla negli occhi, e timoroso di leggere nel suo sguardo solo disprezzo, se non compassione.
( Cazzo, Dimitri... io già sono alla seconda.... datti una mossa, forza... )
E' meglio rinunciare, alzarsi da questo letto e rivestirsi, aprire la porta della camera, scendere le scale ed aspettare lo zio nel salotto, e magari fare quattro chiacchiere con il pappagallo: basta, devo porre fine a questo torm...
( Pusillanime... vigliacco... traditore... cacasotto... )
... ento.
La mano di Gaia, morbida e premurosa, si impossessa nuovamente del mio pene e, con consumata maestria, mi restituisce in pochi istanti (un miracolo, non può essere che un miracolo !) tutta la mia vigoria.
( Cazzo... l'avessi io un'erezione così... beata gioventù... )
( Invidioso, zietto caro ? )
E con il turgore torna improvvisa, quasi irrefrenabile, la voglia di schizzarle tra le dita.
Ma lei mi previene di nuovo: con la mano libera afferra il profilattico e, con un'unica e veloce mossa, me lo srotola completamente sul cazzo svettante.
( Mmmmhhh... niente male, la ragazza... )
( Pensa alla tua, zio... che chissà che fatica dovrà fare, la poveretta, per tirartelo su... non sei più un giovanotto... )
( Alt... fermo... pretendo rispetto... ho una strepitosa carriera alle spalle, io... )
( Già... alle spalle, appunto... )
La soddisfazione di essere riuscito ad avere l'ultima parola con quella allucinazione che mi scuote il cervello, che mi s’insinua di continuo nella testa, mi aiuta a superare quell'ennesimo momento di difficoltà.
Guardo Gaia, e la vista del suo corpo mi fa esplodere dentro una nuova carica di intenso desiderio.
E' una strana sensazione quella che provo: la sua mano scivola sulla sottile plastica, il contatto con la mia pelle non c'è più, ma io l'avverto ugualmente, anche se in modo diverso rispetto a prima.
E l'anello di plastica più spessa che mi stringe la base del pisello mi fa immediatamente intuire che duro è, e che duro rimarrà per molto tempo.
Ma non ho tempo di attardarmi in riflessioni tecnico-scientifiche sul preservativo:
( Trombala, cazzo... si può sapere cosa diavolo stai aspettando, coglione... )
Gaia si piega su di me e se lo infila in bocca, facendo scivolare le labbra sulla plastica sottile, leccandomelo per tutta la lunghezza, gli occhi fissi nei miei, sicuramente curiosa di scrutare le mie reazioni.
( Si chiama pompa... o pompino... o, se preferisci, bocchino... e smettila con tutte queste chiacchiere... )
( E sarei io quello che chiacchiera ? Io ? Ma senti un pò chi parla... )
Non ho più alcuna voglia di andare via, di fuggire da quella stanza, di scappare da quel letto.
Proprio nessuna.
Anzi, vorrei che la sua bocca non mi lasciasse più.
Esitante, le infilo le dita tra i morbidi capelli biondi e seguo il lento movimento della sua testa.
( Seguire il movimento ?? Guidarla... devi g-u-i-d-a-r-l-a... povero me, cosa mi tocca sentire... )
Socchiudo gli occhi e mi abbandono a lei, ad un passo dall'esplodere tutta la mia giovanile vigoria sessuale: e, tra un sospiro e l'altro, inizio a benedire l'iniziativa presa dallo zio, il suo regalo speciale per la mia maggiore età.
( Piantala con le stronzate... goditi questa ragazza... e non rompere più le palle al tuo benefattore... )
Quella bocca fatata mi lascia.
Sento la ragazza muoversi su di me.
Apro le palpebre e vedo Gaia salire più in su, scivolare sulle mie cosce e posizionarsi a gambe aperte sul mio pisello: mentre con una mano lo guida, con le dita dell'altra si divarica le labbra del suo sesso, per poi discendere con la fica su di me.
In un attimo sono in lei, completamente dentro il suo corpo, caldo e palpitante.
Ed è in questo preciso momento che la mia mente si azzera di ogni pensiero, di ogni preoccupazione e timore, e, forse, è in questo istante che divento finalmente un uomo.
Sono in lei, e sono in paradiso.
( Ta-daaa... benvenuto... benvenuto tra quelli che scopano... squillino le trombe... vengano sciolte le campane... mio nipote fotteeeeeeee... )
Gaia si solleva e ridiscende, scopandomi con una dolcezza straordinaria.
Quello che credevo non fosse possibile accade in modo del tutto naturale.
Le metto le mani sui fianchi ed inizio a dettarle io il ritmo della penetrazione, con sempre maggior sicurezza e senza più alcuna titubanza.
( Udite... udite gente.... rullino i tamburi... Dimitri sta trombando... mio nipote scopa... sì... sì... scopa come un mandrillo... )
Vedo Gaia, splendida nella sua nudità, impalarsi sul mio pisello: i suoi seni si muovono così eroticamente da incatenare il mio sguardo, ed il calore e la morbidezza delle sue pareti interne, anche se sicuramente attutiti dal preservativo, mi coccolano e mi accarezzano meravigliosamente.
Non penso più all'imbarazzo ed alla vergogna provati fino a poco tempo prima: solo la consapevolezza di star facendo l'amore con lei mi riempie di felicità, trasportandomi verso quel paradiso dei sensi che solo il sesso riesce a farci intravedere.
( Intravedere un cazzo ! Ogni scopata è una beatitudine, altro che... il sesso " E' " il paradiso, mio blasfemo nipote... )
Non ho alcuna esperienza in fatto di prostitute...
( Errore. Tu non hai alcuna esperienza in fatto di donne, non di puttane solamente... hai una laurea sicuramente in pippologia applicata.... ma, la fica, fino ad ora, nemmeno con il binocolo l'avevi vista... per fortuna che ci sono io... )
... ma i sospiri ed i gemiti di Gaia mi fanno credere, o forse solamente illudere, che...
( Lascia le illusioni a quelli della mia età... alla tua si vive di certezze, mio caro nipote ora trombante... )
... che anche lei stia godendo, e che, almeno una volta, si sia lasciata andare, cercando anche il proprio piacere e non solo quello del cliente di turno.
( Non lo saprai mai, Dimitri... le donne sanno fingere molto bene... )
Ed il piacere finalmente arriva, impetuoso e dirompente, intenso e fantastico come nemmeno avrei potuto immaginare nella più erotica delle mie fantasie: vengo come non mi è mai capitato in vita mia, accarezzandole in punta di dita le morbide cosce ed i tonici seni dai capezzoli duri ed eretti.
Sento il calore dello sperma, trattenuto dal profilattico, e vorrei continuare a restare in lei, ad aspettare di essere nuovamente pronto per riprendere a fare l'amore, non una, ma due, tre, quattro volte, in quella notte che ora vorrei fosse infinita.
Ma lentamente Gaia si sfila dal mio pene, si sdraia accanto a me ed accosta le labbra alla mia bocca, in un bacio lieve e fuggevole: poi si alza e si dirige verso il bagno che, solo ora me ne accorgo, è comunicante con la stanza.
Il pisello gradatamente si affloscia, ed io, con movimenti ora nuovamente impacciati, mi sfilo il preservativo, lo sperma racchiuso nella punta.
( Serbatoio, si chiama... s-e-r-b-a-t-o-i-o... cerchiamo di essere precisi... )
Mi alzo dal letto e attendo che Gaia finisca di lavarsi in bagno: poi andrò anche io a ripulirmi.
Non so se l'esame l'ho superato, ma...
( Certo non a pieni voti, nipote... ma... insomma... diciamo che è stato un buon inizio... )
... ma mi sento diverso rispetto a quando sono entrato in questo bordello: è come se fossi cresciuto in questo poco tempo, ed ora, tutte le difficoltà che mi si presentavano nel relazionarmi con le ragazze sembrano essersi come volatilizzate.
Quello che è accaduto su questo letto non è stata soltanto la mia prima volta, ma il passo decisivo per prendere coscienza, in maniera definitiva, di essere diventato un uomo a tutti gli effetti.
Gaia rientra in camera e la sua nudità mi appare ancora più eccitante di prima.
Ora saprei esattamente come comportarmi con lei, e mi sento più che pronto a prendere io l'iniziativa.
Peccato che non ci sia più tempo per stare con lei.
La vedo infilarsi nuovamente la discinta vestaglietta, pettinarsi i capelli e, temo, cancellare dalla sua mente quanto accaduto tra noi.
( Quando, per fare l'amore, si paga, questo è il momento meno piacevole, mio caro nipote. Si torna con i piedi per terra, e la poesia non ha più spazio... ti ci abituerai... anche io, le prime volte, mi innamoravo sempre della puttana di turno... è normale. credimi... )
La voce dello zio è ora più flebile, come se venisse da molto lontano: le allucinazioni mi stanno abbandonando, forse perché non ne ho più bisogno.
Mentre mi rivesto guardo Gaia, la sua bellezza, il suo corpo in vendita per chi lo voglia comprare per pochi minuti di piacere.
Con una punta di tristezza capisco quanto le parole dello zio siano vere.
Siamo tornati nel salone ed aspetto che lo zio Nikolaus, sazio della mora con la quale si è accompagnato, torni e mi riporti a casa.
Di ragazze, nel salone, ve ne sono, ora, solo tre, e Gaia si è unita a loro, lasciandomi solitario su questa poltroncina, ma con la voglia di tenerla nuovamente tra le braccia.
Sento l'amaro in bocca al pensiero che tra un'ora, o magari anche di meno, lei risalirà le scale tenendo per mano un altro uomo.
Adesso ho voglia proprio di andar via.
" Allora, Dimitri. siamo diventati uomini, stasera, eh ? "
Lo zio Nikolaus è ancora discretamente rosso in viso, e la mora con la quale si è divertito ha il trucco decisamente sfatto: non si sono di certo risparmiati.
Mentre lo zio rinnova il rito degli abbracci e dei saluti, io guardo un'ultima volta Gaia: ci sorridiamo e, ancora per un istante, mi voglio illudere che io, per lei, sia stato qualcosa di più di un semplice cliente, un qualcuno un pochino speciale.
Il capo inclinato da un lato, il pappagallo mi osserva con curiosità: chissà, forse intuisce che, per me, è accaduto un qualcosa di molto importante.
O, forse, guarda tutti nello stesso modo.
D'altronde è solo un pappagallo.
Con lo zio usciamo che è notte fonda e saliamo in auto per tornare a casa.
All'esterno, il caldo notturno è una cappa umida e opprimente.
Dicono che erano cento anni che non faceva così caldo.
Sarà.
Certo è che fa un caldo bestiale.
" La prossima volta ti porto a Patrasso. C'è un night dove... "
" Non penso che ci verrò, zio. "
" Perché mai, Dimitri ? Non dirmi che stasera non ti è piaciuto... la ragazza con la quale sei stato era molto carina... "
La voce dello zio assomiglia in modo preoccupante a quella che mi è rimbombata nella testa per tutta la serata. che mi ha deriso e preso in giro, ma che mi ha aiutato, e non poco, a superare la timidezza e l'imbarazzo.
Vorrei ringraziarlo per quella allucinazione, ma lui non capirebbe.
" No. no, zio... tranquillo... Gaia è stata perfetta. "
" E allora ? Qual'è il problema ? "
L'auto corre veloce per il raccordo praticamente deserto.
Fra pochi minuti saremo al casello autostradale; poi tre ore, e finalmente a casa.
" Il problema è che io voglio innamorarmi di una ragazza che sia tutta mia, che mi ami e che faccia l'amore con me non per soldi... e... sì... se tornassi da Gaia, me ne innamorerei certamente, anche se lei è solo una... "
" Calma, Dimitri. Calma. Innamorarsi di una ragazza come Gaia è assurdo, e tu lo sai. La vita ti porterà ad incontrare molte donne: di alcune ti innamorerai, di altre no.
Ma arriverà il giorno che incontrerai quella giusta, e tutto sarà meraviglioso.
A me non è capitato; a tuo padre invece sì, e con tua madre è stato veramente felice, fino a quando il destino non gli ha presentato il conto.
Questa sera ho voluto che tu prendessi coscienza, una volta per tutte, che la vergogne e la timidezza sono cattive consigliere, e che la vita va vissuta senza crearsi stupide ed inutili difficoltà.
Sei un uomo, ed hai la vita davanti a te. "
Rimuginai a lungo su quanto mi aveva detto.
" Grazie zio. Non solo per questa sera, ma per tutto quello che hai fatto per noi. Senza di te, sarebbe stata dura. Molto, molto dura, credimi. "
Siamo sotto casa, e ho già visto la luce della cucina ancora accesa.
Sono quasi le tre del mattino e mia madre mi sta aspettando, come sempre quando faccio tardi.
Forse si è addormentata su una sedia.
" Buonanotte, zio Nikolaus. E grazie. "
" Ciao, Dimitri. Buonanotte a te. E salutami tua madre. "
Con le chiavi di casa in mano, mi avvio verso il portone.
" Dimitri... "
Mi volto e vedo il viso dello zio che mi sorride.
" Volevo solo dirti che. a Patrasso... beh... ci andrò da solo... o magari aspetterò che crescano i tuoi fratelli... "
Continua a sorridere.
Mi sbaglierò, ma i suoi occhi mi sembrano lucidi.
Sarà la stanchezza per aver guidato così a lungo.
Guardo l'auto allontanarsi, i fanalini rossi rimpicciolire fino a sparire dietro la prima curva.
Non mi ero mai accorto, fino a stasera, di quanto lo zio assomigli a mio padre: stessi occhi, identico colore dei capelli, altezza e peso molto simili.
E ho visto, in quegli occhi lucidi, tutto l'affetto e l'amore con cui mi guardava mio padre.
Grazie, zio Nikolaus.
Con tutto il mio cuore di giovane e confuso uomo.
Novembre 2006
La pioggia cade sottile, insistente, ed avvolge il grande cimitero in una nebbiolina surreale.
L'umidità penetra nelle ossa, e sono alcuni minuti che rabbrividisco sempre più frequentemente.
Sotto l'ombrello, accanto a mia madre, guardo la bara dello zio Nikolaus scendere nella fossa, in quella che sarà la sua ultima dimora.
I miei occhi vanno alla tomba lì vicino, quella nella quale mio padre riposa da più di dieci anni.
Ora i due fratelli sono di nuovo insieme.
Ancora pochi istanti, e tutto sarà finito, e le due tombe saranno sommerse dai fiori.
Sento mia madre dirmi che è ora di andare.
Siamo rimasti solo lei ed io e, qualche metro più in là, i miei due fratelli, immobili sotto il loro ombrello.
Ha ragione mia madre.
Ora è veramente tutto finito.
Ciao, papà.
E ciao, zio Nikolaus.
Riposate in pace...
( Ecchecazzo !! Cos'è quest'aria da funerale ? Sono morto, va bene... ma non mi sembra proprio il caso di fare tutta questa tragedia... )
( Ha ragione mio fratello, Dimitri, figlio mio... e poi, scusa, almeno ora non vi tormenterà più con le sue iniziative strampalate... )
( Ehi...ehi...ehi... adesso non esageriamo... bel ringraziamento... ho fatto dei tuoi figli degli uomini... guardali... )
( Questo è vero, te lo concedo... e sono molto orgoglioso di loro... ma i metodi che hai usato... )
( Zio... papà... )
Stringo a me mia madre, e lei mi guarda sorpresa per quel sorriso che mi aleggia sul viso.
Anche se le spiegassi, non potrebbe capire.
L'ennesima allucinazione ?
No.
Questa volta è molto di più.
E mentre usciamo dal cimitero, all'orizzonte, le nuvole si tingono di rosa, segno che la pioggia, tra poco, sarà finita.
Fine
diagorasrodos@libero.it
E su quella misera escrescenza non ci potrei srotolare assolutamente nulla, nemmeno la mia sconquassata dignità maschile.
( Un residuo... un ricordo... tracce... ne sono rimaste solo delle tracce.... roba da pazzi... un pò di amor proprio, che diamine... )
Resto con il preservativo tra le dita, vergognoso anche soltanto di guardarla negli occhi, e timoroso di leggere nel suo sguardo solo disprezzo, se non compassione.
( Cazzo, Dimitri... io già sono alla seconda.... datti una mossa, forza... )
E' meglio rinunciare, alzarsi da questo letto e rivestirsi, aprire la porta della camera, scendere le scale ed aspettare lo zio nel salotto, e magari fare quattro chiacchiere con il pappagallo: basta, devo porre fine a questo torm...
( Pusillanime... vigliacco... traditore... cacasotto... )
... ento.
La mano di Gaia, morbida e premurosa, si impossessa nuovamente del mio pene e, con consumata maestria, mi restituisce in pochi istanti (un miracolo, non può essere che un miracolo !) tutta la mia vigoria.
( Cazzo... l'avessi io un'erezione così... beata gioventù... )
( Invidioso, zietto caro ? )
E con il turgore torna improvvisa, quasi irrefrenabile, la voglia di schizzarle tra le dita.
Ma lei mi previene di nuovo: con la mano libera afferra il profilattico e, con un'unica e veloce mossa, me lo srotola completamente sul cazzo svettante.
( Mmmmhhh... niente male, la ragazza... )
( Pensa alla tua, zio... che chissà che fatica dovrà fare, la poveretta, per tirartelo su... non sei più un giovanotto... )
( Alt... fermo... pretendo rispetto... ho una strepitosa carriera alle spalle, io... )
( Già... alle spalle, appunto... )
La soddisfazione di essere riuscito ad avere l'ultima parola con quella allucinazione che mi scuote il cervello, che mi s’insinua di continuo nella testa, mi aiuta a superare quell'ennesimo momento di difficoltà.
Guardo Gaia, e la vista del suo corpo mi fa esplodere dentro una nuova carica di intenso desiderio.
E' una strana sensazione quella che provo: la sua mano scivola sulla sottile plastica, il contatto con la mia pelle non c'è più, ma io l'avverto ugualmente, anche se in modo diverso rispetto a prima.
E l'anello di plastica più spessa che mi stringe la base del pisello mi fa immediatamente intuire che duro è, e che duro rimarrà per molto tempo.
Ma non ho tempo di attardarmi in riflessioni tecnico-scientifiche sul preservativo:
( Trombala, cazzo... si può sapere cosa diavolo stai aspettando, coglione... )
Gaia si piega su di me e se lo infila in bocca, facendo scivolare le labbra sulla plastica sottile, leccandomelo per tutta la lunghezza, gli occhi fissi nei miei, sicuramente curiosa di scrutare le mie reazioni.
( Si chiama pompa... o pompino... o, se preferisci, bocchino... e smettila con tutte queste chiacchiere... )
( E sarei io quello che chiacchiera ? Io ? Ma senti un pò chi parla... )
Non ho più alcuna voglia di andare via, di fuggire da quella stanza, di scappare da quel letto.
Proprio nessuna.
Anzi, vorrei che la sua bocca non mi lasciasse più.
Esitante, le infilo le dita tra i morbidi capelli biondi e seguo il lento movimento della sua testa.
( Seguire il movimento ?? Guidarla... devi g-u-i-d-a-r-l-a... povero me, cosa mi tocca sentire... )
Socchiudo gli occhi e mi abbandono a lei, ad un passo dall'esplodere tutta la mia giovanile vigoria sessuale: e, tra un sospiro e l'altro, inizio a benedire l'iniziativa presa dallo zio, il suo regalo speciale per la mia maggiore età.
( Piantala con le stronzate... goditi questa ragazza... e non rompere più le palle al tuo benefattore... )
Quella bocca fatata mi lascia.
Sento la ragazza muoversi su di me.
Apro le palpebre e vedo Gaia salire più in su, scivolare sulle mie cosce e posizionarsi a gambe aperte sul mio pisello: mentre con una mano lo guida, con le dita dell'altra si divarica le labbra del suo sesso, per poi discendere con la fica su di me.
In un attimo sono in lei, completamente dentro il suo corpo, caldo e palpitante.
Ed è in questo preciso momento che la mia mente si azzera di ogni pensiero, di ogni preoccupazione e timore, e, forse, è in questo istante che divento finalmente un uomo.
Sono in lei, e sono in paradiso.
( Ta-daaa... benvenuto... benvenuto tra quelli che scopano... squillino le trombe... vengano sciolte le campane... mio nipote fotteeeeeeee... )
Gaia si solleva e ridiscende, scopandomi con una dolcezza straordinaria.
Quello che credevo non fosse possibile accade in modo del tutto naturale.
Le metto le mani sui fianchi ed inizio a dettarle io il ritmo della penetrazione, con sempre maggior sicurezza e senza più alcuna titubanza.
( Udite... udite gente.... rullino i tamburi... Dimitri sta trombando... mio nipote scopa... sì... sì... scopa come un mandrillo... )
Vedo Gaia, splendida nella sua nudità, impalarsi sul mio pisello: i suoi seni si muovono così eroticamente da incatenare il mio sguardo, ed il calore e la morbidezza delle sue pareti interne, anche se sicuramente attutiti dal preservativo, mi coccolano e mi accarezzano meravigliosamente.
Non penso più all'imbarazzo ed alla vergogna provati fino a poco tempo prima: solo la consapevolezza di star facendo l'amore con lei mi riempie di felicità, trasportandomi verso quel paradiso dei sensi che solo il sesso riesce a farci intravedere.
( Intravedere un cazzo ! Ogni scopata è una beatitudine, altro che... il sesso " E' " il paradiso, mio blasfemo nipote... )
Non ho alcuna esperienza in fatto di prostitute...
( Errore. Tu non hai alcuna esperienza in fatto di donne, non di puttane solamente... hai una laurea sicuramente in pippologia applicata.... ma, la fica, fino ad ora, nemmeno con il binocolo l'avevi vista... per fortuna che ci sono io... )
... ma i sospiri ed i gemiti di Gaia mi fanno credere, o forse solamente illudere, che...
( Lascia le illusioni a quelli della mia età... alla tua si vive di certezze, mio caro nipote ora trombante... )
... che anche lei stia godendo, e che, almeno una volta, si sia lasciata andare, cercando anche il proprio piacere e non solo quello del cliente di turno.
( Non lo saprai mai, Dimitri... le donne sanno fingere molto bene... )
Ed il piacere finalmente arriva, impetuoso e dirompente, intenso e fantastico come nemmeno avrei potuto immaginare nella più erotica delle mie fantasie: vengo come non mi è mai capitato in vita mia, accarezzandole in punta di dita le morbide cosce ed i tonici seni dai capezzoli duri ed eretti.
Sento il calore dello sperma, trattenuto dal profilattico, e vorrei continuare a restare in lei, ad aspettare di essere nuovamente pronto per riprendere a fare l'amore, non una, ma due, tre, quattro volte, in quella notte che ora vorrei fosse infinita.
Ma lentamente Gaia si sfila dal mio pene, si sdraia accanto a me ed accosta le labbra alla mia bocca, in un bacio lieve e fuggevole: poi si alza e si dirige verso il bagno che, solo ora me ne accorgo, è comunicante con la stanza.
Il pisello gradatamente si affloscia, ed io, con movimenti ora nuovamente impacciati, mi sfilo il preservativo, lo sperma racchiuso nella punta.
( Serbatoio, si chiama... s-e-r-b-a-t-o-i-o... cerchiamo di essere precisi... )
Mi alzo dal letto e attendo che Gaia finisca di lavarsi in bagno: poi andrò anche io a ripulirmi.
Non so se l'esame l'ho superato, ma...
( Certo non a pieni voti, nipote... ma... insomma... diciamo che è stato un buon inizio... )
... ma mi sento diverso rispetto a quando sono entrato in questo bordello: è come se fossi cresciuto in questo poco tempo, ed ora, tutte le difficoltà che mi si presentavano nel relazionarmi con le ragazze sembrano essersi come volatilizzate.
Quello che è accaduto su questo letto non è stata soltanto la mia prima volta, ma il passo decisivo per prendere coscienza, in maniera definitiva, di essere diventato un uomo a tutti gli effetti.
Gaia rientra in camera e la sua nudità mi appare ancora più eccitante di prima.
Ora saprei esattamente come comportarmi con lei, e mi sento più che pronto a prendere io l'iniziativa.
Peccato che non ci sia più tempo per stare con lei.
La vedo infilarsi nuovamente la discinta vestaglietta, pettinarsi i capelli e, temo, cancellare dalla sua mente quanto accaduto tra noi.
( Quando, per fare l'amore, si paga, questo è il momento meno piacevole, mio caro nipote. Si torna con i piedi per terra, e la poesia non ha più spazio... ti ci abituerai... anche io, le prime volte, mi innamoravo sempre della puttana di turno... è normale. credimi... )
La voce dello zio è ora più flebile, come se venisse da molto lontano: le allucinazioni mi stanno abbandonando, forse perché non ne ho più bisogno.
Mentre mi rivesto guardo Gaia, la sua bellezza, il suo corpo in vendita per chi lo voglia comprare per pochi minuti di piacere.
Con una punta di tristezza capisco quanto le parole dello zio siano vere.
Siamo tornati nel salone ed aspetto che lo zio Nikolaus, sazio della mora con la quale si è accompagnato, torni e mi riporti a casa.
Di ragazze, nel salone, ve ne sono, ora, solo tre, e Gaia si è unita a loro, lasciandomi solitario su questa poltroncina, ma con la voglia di tenerla nuovamente tra le braccia.
Sento l'amaro in bocca al pensiero che tra un'ora, o magari anche di meno, lei risalirà le scale tenendo per mano un altro uomo.
Adesso ho voglia proprio di andar via.
" Allora, Dimitri. siamo diventati uomini, stasera, eh ? "
Lo zio Nikolaus è ancora discretamente rosso in viso, e la mora con la quale si è divertito ha il trucco decisamente sfatto: non si sono di certo risparmiati.
Mentre lo zio rinnova il rito degli abbracci e dei saluti, io guardo un'ultima volta Gaia: ci sorridiamo e, ancora per un istante, mi voglio illudere che io, per lei, sia stato qualcosa di più di un semplice cliente, un qualcuno un pochino speciale.
Il capo inclinato da un lato, il pappagallo mi osserva con curiosità: chissà, forse intuisce che, per me, è accaduto un qualcosa di molto importante.
O, forse, guarda tutti nello stesso modo.
D'altronde è solo un pappagallo.
Con lo zio usciamo che è notte fonda e saliamo in auto per tornare a casa.
All'esterno, il caldo notturno è una cappa umida e opprimente.
Dicono che erano cento anni che non faceva così caldo.
Sarà.
Certo è che fa un caldo bestiale.
" La prossima volta ti porto a Patrasso. C'è un night dove... "
" Non penso che ci verrò, zio. "
" Perché mai, Dimitri ? Non dirmi che stasera non ti è piaciuto... la ragazza con la quale sei stato era molto carina... "
La voce dello zio assomiglia in modo preoccupante a quella che mi è rimbombata nella testa per tutta la serata. che mi ha deriso e preso in giro, ma che mi ha aiutato, e non poco, a superare la timidezza e l'imbarazzo.
Vorrei ringraziarlo per quella allucinazione, ma lui non capirebbe.
" No. no, zio... tranquillo... Gaia è stata perfetta. "
" E allora ? Qual'è il problema ? "
L'auto corre veloce per il raccordo praticamente deserto.
Fra pochi minuti saremo al casello autostradale; poi tre ore, e finalmente a casa.
" Il problema è che io voglio innamorarmi di una ragazza che sia tutta mia, che mi ami e che faccia l'amore con me non per soldi... e... sì... se tornassi da Gaia, me ne innamorerei certamente, anche se lei è solo una... "
" Calma, Dimitri. Calma. Innamorarsi di una ragazza come Gaia è assurdo, e tu lo sai. La vita ti porterà ad incontrare molte donne: di alcune ti innamorerai, di altre no.
Ma arriverà il giorno che incontrerai quella giusta, e tutto sarà meraviglioso.
A me non è capitato; a tuo padre invece sì, e con tua madre è stato veramente felice, fino a quando il destino non gli ha presentato il conto.
Questa sera ho voluto che tu prendessi coscienza, una volta per tutte, che la vergogne e la timidezza sono cattive consigliere, e che la vita va vissuta senza crearsi stupide ed inutili difficoltà.
Sei un uomo, ed hai la vita davanti a te. "
Rimuginai a lungo su quanto mi aveva detto.
" Grazie zio. Non solo per questa sera, ma per tutto quello che hai fatto per noi. Senza di te, sarebbe stata dura. Molto, molto dura, credimi. "
Siamo sotto casa, e ho già visto la luce della cucina ancora accesa.
Sono quasi le tre del mattino e mia madre mi sta aspettando, come sempre quando faccio tardi.
Forse si è addormentata su una sedia.
" Buonanotte, zio Nikolaus. E grazie. "
" Ciao, Dimitri. Buonanotte a te. E salutami tua madre. "
Con le chiavi di casa in mano, mi avvio verso il portone.
" Dimitri... "
Mi volto e vedo il viso dello zio che mi sorride.
" Volevo solo dirti che. a Patrasso... beh... ci andrò da solo... o magari aspetterò che crescano i tuoi fratelli... "
Continua a sorridere.
Mi sbaglierò, ma i suoi occhi mi sembrano lucidi.
Sarà la stanchezza per aver guidato così a lungo.
Guardo l'auto allontanarsi, i fanalini rossi rimpicciolire fino a sparire dietro la prima curva.
Non mi ero mai accorto, fino a stasera, di quanto lo zio assomigli a mio padre: stessi occhi, identico colore dei capelli, altezza e peso molto simili.
E ho visto, in quegli occhi lucidi, tutto l'affetto e l'amore con cui mi guardava mio padre.
Grazie, zio Nikolaus.
Con tutto il mio cuore di giovane e confuso uomo.
Novembre 2006
La pioggia cade sottile, insistente, ed avvolge il grande cimitero in una nebbiolina surreale.
L'umidità penetra nelle ossa, e sono alcuni minuti che rabbrividisco sempre più frequentemente.
Sotto l'ombrello, accanto a mia madre, guardo la bara dello zio Nikolaus scendere nella fossa, in quella che sarà la sua ultima dimora.
I miei occhi vanno alla tomba lì vicino, quella nella quale mio padre riposa da più di dieci anni.
Ora i due fratelli sono di nuovo insieme.
Ancora pochi istanti, e tutto sarà finito, e le due tombe saranno sommerse dai fiori.
Sento mia madre dirmi che è ora di andare.
Siamo rimasti solo lei ed io e, qualche metro più in là, i miei due fratelli, immobili sotto il loro ombrello.
Ha ragione mia madre.
Ora è veramente tutto finito.
Ciao, papà.
E ciao, zio Nikolaus.
Riposate in pace...
( Ecchecazzo !! Cos'è quest'aria da funerale ? Sono morto, va bene... ma non mi sembra proprio il caso di fare tutta questa tragedia... )
( Ha ragione mio fratello, Dimitri, figlio mio... e poi, scusa, almeno ora non vi tormenterà più con le sue iniziative strampalate... )
( Ehi...ehi...ehi... adesso non esageriamo... bel ringraziamento... ho fatto dei tuoi figli degli uomini... guardali... )
( Questo è vero, te lo concedo... e sono molto orgoglioso di loro... ma i metodi che hai usato... )
( Zio... papà... )
Stringo a me mia madre, e lei mi guarda sorpresa per quel sorriso che mi aleggia sul viso.
Anche se le spiegassi, non potrebbe capire.
L'ennesima allucinazione ?
No.
Questa volta è molto di più.
E mentre usciamo dal cimitero, all'orizzonte, le nuvole si tingono di rosa, segno che la pioggia, tra poco, sarà finita.
Fine
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