La Confessione (parte seconda)

di
genere
confessioni


PREMESSA:
Premetto che tutti i racconti da me scritti sono e saranno sempre di pura fantasia: nulla di ciò che scrivo è reale, ma solo frutto d'invenzione. Ogni fatto ed ogni persona è semplicemente inventata di sana pianta: descrizioni fisiche, caratteriali, morali ecc.

SECONDA PARTE:

IL RISVEGLIO.

Adagio, attenta a non fare rumore con i tacchi per non svegliare i nipoti, sinuosa nel camminare, Anna rientrò in casa dirigendosi verso la camera di suo figlio Simone. La 47 enne era ora molto più serena; sentiva sua sorella come una fortezza e lei riparata dietro la stessa.
I ragazzi avevano tutti le camere per conto loro, visto che la casa era grande e potevano quindi permettersi la tranquillità di una camera singola. La camera di Simone era nel lato ovest della casa: disponeva di un balcone non molto grande ma con una vista eccezionale ed una sdraio. Dentro era bianca con rifiniture celesti, il letto ad una piazza e mezzo, un tavolino, la televisione, il bagno provvisto di ogni cosa e degli scaffali con un armadio.
Arrivata alla porta della camera di Simone, ben lontana da quelle dei suoi cugini, Anna la aprì adagio ed entrò richiudendola immediatamente a chiave dopo essere entrata
“ehi mamma” disse Simone ancora assonnato vedendola entrare
“tesoro di mamma, ti sei svegliato allora?”
“sì, dieci minuti fa, ma non mi va di alzarmi...difatti stavo mettendo un po' di musica per svegliarmi” la luce filtrava attraverso le grandi persiane bianche che davano sul balcone
“pensavo ancora dormissi amore di mamma” disse Anna mettendosi seduta al bordo del letto del figlio, alla sinistra dello stesso
“no no...stai d'incanto vestita così, sai? La Grecia ti dona mamma, ma d'altro canto a te dona tutto”
“tesoro...grazie, come sempre sei gentilissimo, il mio principe” poi sospirando felice “meno male che ho te Simo” sorrise a suo figlio prendendogli la mano sinistra dolcemente. Anna quella mattina era raggiante , come sempre del resto: aveva delle scarpe con tacco di 7 cm, chiare, una gonna corta di jeans, una magliettina che lasciava leggermente scoperta la parte inferiore dell'addome, scollata, ed un cappellino scuro. Mamma e figlio si guardarono dolcemente. Anna sapeva che suo figlio aspettava il buongiorno che il giorno prima, per timore del luogo e di non essere soli, non gli aveva dato. Le lenzuola coprivano il pube del ragazzo
“vuoi che accenda la lucina?” chiese Anna
“si mamma, almeno ti vedo, anche se la tua luce già mi acceca”
“quanti complimenti stamane” e accese la luce
“eccoti...te li meriti tutti mamma, e lo sai benissimo”
“non è vero amore della mamma”
“invece è vero mamma...oddio che sonno !! non riesco ad alzarmi...”disse il ragazzo stirandosi tutto
“vuoi dormire un altro poco? Passo dopo?”
“no no mamma, stai, però voglio stare un po' sdraiato, ma tu stai” sorrise il ragazzo
“va bene a mamma”. Simone guardò sua mamma
“non so mamma se fa più luce il sole o la tua dolcezza” Anna strinse la mano di suo figlio “o il lucidalabbra che hai messo” Anna rise alla frase di Simone
“ti piace amore”
“me lo chiedi mamma?”. La donna sorrideva dolcemente
“vuoi mettere la musica così ti svegli?”
“no, ora che ci sei tu no, preferisco un buongiorno datomi da mia mamma a quella musica...ma ho quella tua di musica mamma, se vuoi sentirla la metto”
“non c'è bisogno tesoro, sono venuta per svegliarti...per bene” disse sorridendo e Simone di rimando, capendo, fece un sorriso più lungo e dolce al volto di sua madre. Anna carezzò suo figlio da sopra le lenzuola ad altezza pubica. Come accade al mattino, il ragazzo aveva il pene quasi in erezione. La madre arrivata lì gli sorrise
“beh mamma...è naturale”
“ahahah lo so tesoro, anche l'altro giorno a casa era così, ma è normale per voi giovani”
“sì mamma...e mi sono svegliato bene, sono stato carico e attivo tutta la giornata” Anna rise di cuore
“hai una mamma che fa miracoli per caso?”
“ho una mamma che è lei stessa un miracolo...mamma”
“allora bisogna che oggi tu sia attivo, visto che dobbiamo andare al mare con gli altri” sorridendo, Anna tolse le lenzuola dalla zona pubica di suo figlio. Le mutande scure stringevano forte la grande erezione di Simone. La donna, con fare grazioso e materno, carezzò lievemente il gonfiore del ragazzo che, sdraiato, aveva il respiro già affannato
“hai delle mani meravigliose mamma, sempre così eleganti, così curate”
“ti piacciono?” chiese Anna con una voce quasi impercettibile e gradevole
“tutto di mia madre mi piace, tutto è perfetto in te mamma...” poi Simone, quasi spaventato “...ma papà ?”
“no amore non ti preoccupare, è uscito a pesca con lo zio qualche ora fa”
“ah va bene” disse rasserenato. Anna abbassò le mutande di suo figlio che, per aiutarla, alzò il bacino. Il pene di Simone, semi eretto, svettò nella sua bellezza: liscio, bianco, 19 cm , forte di una grande circonferenza. Sorridendo a suo figlio, guardandolo negli occhi, Anna iniziò posizionandosi per bene, accavallando la gamba destra sulla sinistra, poggiandosi con la mano sinistra sul letto accanto alla gamba di suo figlio, a masturbare Simone lievemente usando la mano destra
“ti piace tesoro di mamma?”
“oh sì mamma...certo che mi piace” disse Simone preso dal lavoro materno
“non alzare la voce però, non si sa mai”
“si scusa mamma...scusa”
“dai fa nulla, tranquillo tesoro”. Posizionandosi meglio, Anna abbassò la testa piegando la schiena, e prese il pene di suo figlio Simone in bocca
“aaahh mamma !!” gemette Simone a voce quasi soffocata. Anna dapprima si dedicò al glande di suo figlio, facendo roteare la lingua per abbracciarlo tutto, come se volesse lavarlo per bene. Leccata e baciava, baciava e succhiava il glande di Simone. Il lucidalabbra faceva brillare ancora di più il già bel pene di suo figlio. Dolcemente la madre si dedicava al glande di suo figlio ma anche a tutta l'asta, baciandola e leccandola con molta tenerezza.
Rachele era entrata dentro casa e stava preparando la colazione per Alessio e Luca che, visto che avevano fatto tardi, ancora erano nel mondo di Morfeo. Ripensava alle parole, alla confessione fatta da sua sorella. -Dio mio che situazione !- pensò fra se Rachele mentre aspettava che il caffè uscisse, -lo fa per suo figlio, per colpa di quello stronzo del marito...se solo le avesse dato più amore-. Rachele ovviamente era confusa. Sentiva su di se il peso di quella confessione, ma al tempo stesso sapeva di essere un sostegno per sua sorella. Certo sentiva che la cosa era strana, ma sapeva anche che se sua sorella, intelligente, colta e seria, aveva fatto questo passo con suo figlio, lo aveva fatto non per ricatti o altro, ma perché da suo figlio si sentiva amata, lusingata, ciò che non provava più con suo marito. Uscito il caffè, Rachele pensò di chiamare anche sua sorella. Guardò però il lungo corridoio e la porta di suo nipote, fece un leggero sorriso e pensò -non credo sia ora il caso, lo berranno dopo-.
In effetti non era proprio il caso ora del caffè. Nella piccola stanza azzurra e bianca, il sole penetrava dolcemente fra le persiane chiuse, illuminando il volto di Anna, le pareti ed il letto ov'era Simone, steso ed in estasi. Il silenzio era infranto solamente dal rumore che oramai era impossibile reprimere, della saliva che sbatteva sulla bocca e sul palato di quella dolce madre intenta nel fare un pompino a suo figlio. Simone teneva la mano destra di sua madre stretta alla sua, l'altra mano di Anna poggiata sul letto. Senza reggere il pene, Anna era abbastanza esperta nel gestirlo nella sua bocca. Simone era in estasi: la schiena inarcata, gli occhi semi chiusi, il tutto accompagnato da leggeri spasmi misti a godimento. Anna ogni tanto guardava suo figlio, ed ogni tanto si fermava e continuava un poco con la mano
“tutto bene Simo?”
“oh sì mamma, cavolo se va bene...e come no !”
“ahaahha .... va bene così il ritmo tesoro?”
“sì mamma va benissimo, continua ti prego mamma...sto per venire”
“va bene amore, mi riposo un attimo , se no la mascella me la gioco” disse ridendo Anna che intanto stava segando suo figlio con un ritmo normale. Il pene di Simone era lucido di saliva e la mano scivolava come vi fosse dell'olio sopra. Anna, sapendo che Simone stava per avere l'orgasmo di lì a breve, strinse i glutei di suo figlio posizionando le mano sotto il pube dello stesso. Chinò il capo leccando l'asta di Simone guardando il volto lo stesso che stava ansimando e sudando. Lo riprese poi in bocca e andò fino in fondo quasi strozzandosi, fino a far sì che il pene scomparisse dentro la sua bocca. Simone inarcò violentemente la schiena sgranando gli occhi, come incredulo
“ma...mammaaa...aaaaahh oddiooo mamma!!” Anna muoveva il capo come se volesse in quel momento recidere il pene di suo figlio dal corpo, poi ritornò a succhiarlo, questa volta però per facilitare l'orgasmo di Simone, aumentò il ritmo. Il capo materno eseguiva una splendida danza fatta di sue e giù. Il rumore del pompino era inequivocabile per chiunque avesse in quel momento origliato alla porta. Ma Anna era forte del fatto che Rachele avrebbe sicuramente fatto scudo del suo segreto. L'amorevole madre cingeva i glutei di suo figlio per avere una migliore presa con la bocca. I suoi colpi, ora forti e decisi, avevano dato il là per l'orgasmo di Simone che, d'un tratto...
“oddio mamma...oddio ecco...mamma...” uno, due, quattro, sette fiotti copiosi e densi uscirono dal pene del ragazzo che si contorse in una serie di liberatori spasmi. Anna rallentò il ritmo del pompino non appena suo figlio eiaculò, non togliendo però il pene dello stesso dalla bocca. Per poter meglio accogliere il seme La madre amorevole cercò di ingoiare tutto ciò che le fosse possibile, ma l'orgasmo fu talmente violento e lo sperma talmente tanto, che le fu impossibile tenerlo tutto in bocca. Molto colò lungo il pene di Simone. Anna ancora continuava dolcemente a giocare con il pene di suo figlio. Il ragazzo si adagiò ora sul letto, sdraiato più di prima. Ora era calmo, distrutto da quel meraviglioso e materno pompino. Da buona madre, Anna ripuliva ora il pene di Simone con baci e carezze, alternando ancora focosi baci sul glande e su tutta l'asta, ogni tanto donando nuovamente alcune succhiate lente e tenere. D'altronde doveva ripulire il pene di suo figlio. Pulito che fu, il pene di Simone riprese le sue naturali dimensioni del riposo
“mamma Dio mio sei fantastica. Grazie mamma, veramente”
“sei il mio principe tesoro di mamma, lo sai. Ti meriti tutto ciò molto di più di tuo padre, ne abbiamo parlato se ricordi”
“sì mamma, di quello stronzo che..”
“no no , non parliamo di lui, ti prego”
“sì scusa mamma”. Anna si alzò e diede a suo figlio i vestiti posti sulla sedia
“dai amore, ora alzati su, il buongiorno l'hai avuto” sorridendo maternamente, scompigliando con dolcezza i capelli di suo figlio
“sì mamma, ora mi riprendo e vengo”
“dai che sento l'odore del caffè della zia”
“a fra poco mamma”
“a fra poco tesoro...ben alzato” rise Anna compiaciuta della felicità di suo figlio
“ben alzata mamma” rispose Simone sorridendo a sua madre, misto ad una lieve risata.
Anna uscì dalla camera di Simone e si diresse in bagno. Si lavò i denti per coprire l'ovvio odore di sperma. In bagno si ripassò con molta cura il lucidalabbra che giocoforza aveva perso nel dare il buongiorno a suo figlio, e andò in cucina. Rachele sentì i tacchi di sua sorella e si girò...
“ehi Anna” il volto di Rachele tradì una curiosità. Anna sorrise capendo e leggendo il viso di sua sorella
“hai fatto il caffè cara?”
“si tesoro, eccolo...”
“grazie, mmmh che odorino, meno male, ci voleva”. Rachele si sedette accanto a tua sorella...
“beh?” Anna sorrise e stinse la mano destra di sua sorella
“ora è sveglio”. E sorridendo bevve il caffè.
scritto il
2017-12-30
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