Una Vigilia speciale

di
genere
incesti

Roma – 24 dicembre, Vigilia di Natale:

Colmo di luci natalizie, il Centro Storico di Roma sembrava un presepio sommerso nella sua antichità. Per i suoi vicoletti le lucette poste sui negozi e sulle porte delle case dietro il Foro di Nerva illuminavano a festa i sampietrini, delizia e tormento per i romani e gli abitanti tutti, nativi e non della Città Eterna. Le strade principali della città non avevano mai quiete e i ristorantini il giorno della Vigilia erano stracolmi di persone, in modo particolare da turisti americani e asiatici, anche se non mancavano, seppure in minor parte, gli italiani che volevano passare quel giorno senza stare nelle loro case, per la felicità delle donne di famiglia che così non dovevano cucinare.
Era nei vicoletti del rione che si poteva star più calmi: la voce delle persone a festa si udiva ugualmente, specialmente di coloro che prima di cena erano soliti fumare alla finestra o su di un piccolo balcone. Questo era anche il caso di due sorelle messicane che vivevano a Roma da più di 25 anni. Abitanti del Centro Storico, le due sorelle Laura e Adriana, native di Merida nello Yucatan, avevano sposato due italiani che avevano conosciuto poco dopo il loro arrivo in Italia. Diverse fisicamente, le due sorelle erano comunque molto affiatate. Di padre americano e di madre messicana, Laura e Adriana erano agli antipodi fisicamente parlando: Laura, 47 anni di chiari tratti somatici caucasici ripresi dal padre, era una donna snella, con seni ben proporzionati al proprio corpo, capelli neri lunghi, occhi scuri un bel sorriso. Amante dei vestiti eleganti con tacchi e stivali che alzavano i suoi 1:70 cm, non disdegnava di certo il vestire sportiva spesso e volentieri. Dopo aver sposato Mario, benestante gioielliere, anche Laura si era messa a lavorare in gioielleria. I due hanno due figli, Lucas e Damiano, di 18 e 20 anni. Lei fu la prima a sposarsi, e fu proprio durante il loro matrimonio che Adriana conobbe Alessio, quello che poi sarebbe divenuto suo marito e con il quale avrebbe generato Amparo, bellissima ragazza 24 enne, e Alejandro, di 23 anni. Lei, la maggiore, di anni 51, era il contrario della sorella: 1:67, era una donna formosa, una quinta di seno morbido e ancora bene in piedi, una bocca carnosa che, come sua sorella, amava truccare molto, capelli castani lunghi ai seni, occhi scuri ed un sedere formoso ed un sorriso meraviglioso. Lei aveva invece preso da sua mamma come tratti somatici, di chiare origini autoctone del Messico, richiamanti certamente alle genti che vivevano lì prima dell'arrivo degli Spagnoli. Anche lei veste in modo elegante, ma predilige più lo sportivo, ma quella sera della Vigilia aveva optato a sorpresa per un vestito da Babba Natale che costringeva gli occhi a notare che era ancora in possesso di seni ben piacenti.
Quella Vigilia però stava quasi per perdersi: la cugina delle sorelle, Juanita, doveva giungere a Roma due giorni prima per festeggiare il Natale, ma causa litigio con il marito non è più potuta partire. Così sia lei che il figlio ed il fratello, non hanno potuto raggiungere Roma e le cugine che non vedeva da due anni. Così le due sorelle si erano riunite a casa di Adriana per poter festeggiare almeno loro la Vigilia e scartare i regali a mezzanotte. Hanno imparato a festeggiare il Natale alla'italiana senza soffrirne particolarmente, pure essendo legate alla loro terra natia; scevre quindi delle posadas tipiche del Messico al crepuscolo, che occupano i nove giorni che precedono la Vigilia di Natale.
Forse anche il momento no della cugina con il marito, ma quella sera le due sorelle con le famiglie non sapevano molto cosa fare, e durante la cena la noia stava un po' prendendo il sopravvento:
-certo che allegria- disse Amparo fra una portata e l'altra. Vestita divinamente, la ragazza italo messicana avevo optato per un vestito scuro, aperto al petto. I bellissimi capelli scuri li aveva legati e aveva optato per un lucidalabbra molto vistoso sul celestino. Snella, Amparo aveva come sua madre due seni enormi
-sì infatti, e meno male che fra poco è Natale, la mezzanotte” disse Mario
-capirai, fra quattro ore- ironico Alejandro. Il figlio di Adriana, padrona di casa quella sera, era in jeans ed un maglione rosso in tono con il Natale
-dai su ragazzi, non iniziate a fare i noiosi- disse Laura appena tornata con la sorella dalla cucina. Laura, bellissima come sempre, aveva optato per la Vigilia per un tailleur scuro, capelli sciolti, tacco 12 ed un lucidalabbra intenso
-ma alla fine hanno ragione cara- disse Mario a sua moglie
-eccolo lui che sempre mi da contro-
-alla fin fine tuo marito ha ragione Laura, la serata sembra tutto tranne che natalizia. Purtroppo la notizia di vostra cugina è stata un po' inattesa- fece notare Alessio
-mettiamo un poco di musica per rallegrare il tutto ragazzi?- disse Adriana sempre sorridendo. Adriana quella sera aveva sfoggiato un allegro vestito natalizio da Babba Natale che iniziava sotto i suoi capelli sciolti ma adorni di un delizioso cappellino natalizio con pon pon: il vestito era a dir poco scollato, con cerniera dietro da metà schiena in giù. Abito d'un pezzo che giungeva fino a poco sopra le ginocchia e degli stivali neri a metà gamba, tacco 12. Come trucco anche lei aveva deciso per un lucidalabbra molto parcato, più scuro di quello di Laura
-ma no mamma dai, ma che musica ! A me non piace la musica di Natale lo sai- disse Alejandro
-si ma magari va agli altri tesoro, non fare il maleducato che sai che a mamma da fastidio- disse Adriana
-no zia non ti preoccupare per la musica, a me non va, poi non so agli altri- disse Lucas
-neppure a me zia- Damiano seguì il fratello
-bhè, almeno mangiamo se no si fredda- disse Mario e tutti si rimisero a mangiare.
Dopo un quarto d'ora che anche la seconda portata era terminata...
-ma se noi usciamo?- disse Lucas ai cugini
-no ! Non se ne parla, è la Vigilia , oggi e domani state in famiglia- disse Laura guardando i suoi figli
-lo stesso vale anche per voi due- disse Adriana ai suoi, con il consenso al No da parte del marito
-e allora facciamo qualcosa no?- disse Alejandro
-ma scusate che volete fare? Almeno proponete se tanto vi stufate- disse Alessio rivolgendosi al figlio
-sì, parlate solo, fate i noiosi ragazzi ma non proponete. È Natale e purtroppo è andata così, ma godiamoci quello che abbiamo no?- disse Laura
-giusto: alla fine siete in famiglia, dovete reputarvi fortunati ad avere delle famiglie molto unite- fece notare Adriana ai figli ed ai nipoti. Dopo un po' Lucas si avvicinò all'orecchio di suo cugino e parlò
-nooo ma che sei matto !?- disse Alejandro abbassando di molto la voce
-cosa c'è?- chiese Mario
-no niente zio, è tutto matto tuo figlio
-vuoi dirci qualcosa anche a noi?-
-mano papà era solo un'idea bizzarra- disse dicendolo anche al fratello che rise
-allora? Che idea? E poi non si parla all'orecchio, quindi diccelo no?- disse Adriana
-va bene dai diglielo, sai le risate se non ti prendono a schiaffi ahahah- disse Alejandro parlando al cugino
-no dai meglio di no-
-no bhè, ora ce lo dici Lucas, anche perché ora ci hai incuriositi- disse la mamma
-io avevo pensato di alzare i toni della serata con un gioco che ho fatto la settimana scorsa con i miei amici a casa dei genitori, dopo che ci stavamo facendo due palle tante per il compleanno del padre-
-educazione no tesoro? Mamma non te l'ha insegnata? A me sembra di sì-
-scusa mamma dai...dicevo per dire-
-che gioco è?-
-è un gioco un po'...inusuale per voi vecchietti- disse Lucas ridendo
-mi sa proprio di sì- disse Damiano mentre sgranocchiava del pane e aveva preso assieme anche un torrone al cioccolato fondente
-ma è quel gioco del quale mi avevi parlato?- chiese Amparo
-ahaha sì-
-tu sei matto !- disse seria la ragazza al cugino
-ma dai su! Fidatevi che è bello e poi almeno passi il tempo se no qua ci addormentiamo-
-ma ce lo vuoi spiegare o no Lucas?- disse suo padre
-e va bene: il gioco consiste nel classico mischiare le carte, classiche carte, chi pesca più basso perde ed il primo che ha alzato la carta decide la penitenza, ovvero se deve spogliarsi, anche se poi si dovrà ricomporre, o se deve far qualcosa di fisico ahahha-
-Lucas ma sei matto a proporre questa cosa in famiglia? Disse suo padre
-sì infatti Lucas, ti sembra il caso?- disse anche lo zio
-ma dai su è carino, alla fine qua ci addormentiamo subito altrimenti- disse Damiano in difesa del fratello
-Lucas a mamma sei uscito fuori di senno? Mi sa proprio di sì tesoro, forse è meglio che a gennaio vai da uno psicologo...- disse Laura senza terminare la frase
-ma dai zia possiamo almeno provarci- disse Alejandro
-Ale ma che dici? Ma gli vai appresso?- disse Amparo
-tesoro di mamma ma...- non finì la frase Adriana
-e dai mamma ma tanto è per arrivare alla mezzanotte, poi scartiamo i regali
-oi ma siamo in famiglia ! Ma pensi che siamo qua come a casa dei vostri amici?- disse Adriana
-ma zia ma l'hanno fatto anche i genitori di Simone e Marco-
-sì mamma, quelli che vengono a calcio con me-
-e che vuol dire Ale?- chiese Laura sconcertata -ti prego cara di qualcosa, fa qualcosa!- rivolgendosi alla sorella
-se sono matti io che posso farci?- rispose la maggiore delle due
-mah...io ci sto dai- d'un tratto ed inaspettatamente, Mario stava dalla parte dei figli e del nipote. Si stava annoiando e lui odiava non far nulla
-e andiamo !! dai zio sei un grande !- disse Lucas seguito dal fratello Damiano
-grande papito, batti il cinque !- Alejandro anche era euforico
-ma Mario anche tu ora? Ma sei un ragazzino?- disse Laura
-se si inizia non c'è ritirata in questo gioco- disse Damiano
-allora no, non ci sto- disse Amparo
-Amparo è proprio questa l'adrenalina del gioco-
-ma dai su tesoro di papà proviamo- ora anche Alessio era convinto
-Alessio ma...oddio qua sono tutti impazziti Laura-
-dai su...quattro contro tre, ora ci dovete per forza stare..e poi prima di iniziare giurate su questi, così siamo certi che non vi ritirate- disse Alejandro dando a tutti il rosario
-cosa centra il rosario ora?- chiese Laura
-voi siete credenti anche se non praticanti, però credete tutte in famiglia, giurate sul rosario che non vi tirerete indietro- disse Lucas
-no guarda, sul rosario no, è un gioco- disse Adriana
-appunto per questo zia, è un gioco no?- disse Damiano
-ma sì dai, almeno passiamo questa Vigilia, altrimenti a mezzanotte arriviamo che dormiamo- disse Mario prendendo il rosario giurando per primo. Seguito poi dai figli e dal nipote, poi da Amparo.
Le due sorelle si guardarono negli occhi. Presero poi il rosario e si guardarono per un poco. Prima giurò Laura titubante, poi dopo passò il rosario a sua sorella, ed anche Adriana giurò
-speriamo bene- disse Laura guardando la sorella


Le carte italiana classiche da Briscola e Scopa erano sul tavolo. La famiglia si dispose divisa per sesso, donne assieme da una parte e uomini dall'altra, anche se in netta minoranza erano le prime. Lucas iniziò a spiegare:
-allora, si mischia il mazzo, poi una persona a conta lo alza dividendolo quanti sono i giocatori. E' facile il gioco: chi pesca la carta più bassa fa quello che dicono gli altri e...ricordate che ora avete giurato-
-lo sappiamo Lucas, non ti preoccupare- disse Laura a suo figlio
-dai su, possiamo iniziare no?- disse Damiano
-avanti, vediamo questo gioco- disse Alessio, il padrone di casa.
Lucas mischiò il mazzo delle carte e fecero la conta su chi doveva dividerlo. Il conto delle dita delle mani ammontava a 32 e così iniziarono a contare, ed uscì Alessio. Il padrone di casa così divideva il mazzo già mischiato consegnando ad ogni giocatore della famiglia la propria “fetta”
-bene, ora uno per uno alziamo- disse Lucas che per primo alzò. Alzando, fece vedere a tutti la sua carta: il sette e bello. Dopo toccò ad Alessio suo zio, che alzando scoprì un Tre di coppe, appresso Mario e Damiano, con un Due di bastoni ed un Quattro di Denara, e alla fine Alejandro per i maschi, con un Otto di Denara. Dopo aver fatto vedere le carte i maschi, era il turno ora delle donne: Amparo per disposizione al tavolo era la prima. Alzò la sua prima carta ed uscì un Dieci di coppe
-ahahah mi sa che vi ho fregati a tutti- disse ridendo la ragazza
-mi sa di si Amparo- disse Damiano
-brava a mamma- sorrise Adriana. Poi toccò alla stessa ed alla sorella che, alzando le carte una dopo l'altra, scoprirono un Asso di coppe per Adriana ed un Tre di bastoni Laura
-mamma hai perso ahhaha-
-eh sì hai perso mamma- disse Amparo dopo il fratello
-nooo Adri- esclamò Laura
-mannaggia...lo sapevo. E ora?-
-ora tocca a chi ha mischiato il mazzo, ovvero a me, decidere cosa dovrai fare zia-
-vacci piano Lucas- disse Laura
-e no mamma, il gioco è gioco e poi avete giurato ricordi?- le due sorelle tacquero
-dai, cosa debbo fare Lucas?- chiese Adriana. Voleva quel momento passasse giacché l'imbarazzo stava prendendo il sopravvento. Lucas si consultò con suo cugino Alejandro, parlando all'orecchio
-non si parla all'orecchio Lucas, non te l'ho insegnato?- disse Laura
-scusa mamma...allora zia io direi che per iniziare potresti scoprirti il seno e mostrarcelo per un minuto, poi lo rimetti dentro- Le due sorelle non credettero alle loro orecchie
-ma...- Adriana deglutì a fatica
-tesoro ma sei impazzito?- chiese Laura a suo figlio
-Lucas ma...è mia madre !- esclamò Amparo. I mariti delle due sorelle messicane risero
-ma dai su amore, tanto è un gioco...- disse il marito di Adriana alla moglie
-e poi hai giurato mamma, o no?- disse Alejandro a sua mamma
-sì ma che vuol dire? Io...-
-tu hai giurato zia- disse il nipote Damiano guardando sua zia.
Adriana sospirò, poi guardò seria la sorella e tutti quanti, nipoti, figli, cognato e marito. Scostò la sedia per meglio far vedere l'azione a tutti i presenti. Prese le due estremità del vestito che sorreggeva il generoso petto e lo abbassò di colpo mettendo il mostra il suo seno giunonico. Tutti ammutolirono, almeno per un po'...
-mamma...Dio santo che poppe !!- disse Alejandro. Amparo non credeva ai suoi occhi: sua madre aveva due gran bei seni e stavano ancora su
-zia complimentoni !- disse Lucas
-bene, ora li avete visti, posso ricoprirli?-
-un minuto zia non è passato, no?- Laura non diceva nulla, ma del resto le due sorelle si conoscevano bene. Nei centri commerciali non era inusuale provarsi i vestiti assieme, da sorelle
-certo mamma che...bhè...eheeh- Alejandro era visibilmente entusiasta di quella visione: mai aveva visto sua mamma in quelle pose, in quelle nudità, e notava che non gli dispiaceva affatto
-ora puoi ricoprirle zia- disse Damiano
-sì, il minuti è scaduto-
-era ora, contenti adesso?- disse Adriana seria ricomponendosi
-direi di sì- disse Alejandro
-tesoro da te non me lo aspettavo, credimi a mamma-
-ma mamma è un gioco...e hai giurato...anzi abbiamo giurato tutti-.
Ora toccava ad Alejandro mischiare le carte. La conta per chi doveva dividerle andò a puntare Amparo, che prontamente, ancora incredula, divise le carte che poi suo fratello andava a distribuire ad ogni giocatore familiare. Le due sorelle ispaniche si guardavano come presagendo come si poteva concludere quella serata. Mai si sarebbero aspettate un gioco così, soprattutto con i rispettivi figli e mariti come protagonisti, nonché loro
-alzate le carte- disse Alejandro che, alzando per primo, scoprì un Sette e Bello. Amparò scoprì la sua carta, un Quattro di Denara, i due figli di Laura scoprirono un Otto di Coppe ed un Nove di Bastoni, il marito di Laura un Tre di Coppe ed il marito di Adriana un Sette di Bastoni. Ora le due sorelle scoprivano le loro carte: Adriana aveva un Cinque di Denara e invece Laura possedeva un Due di Coppe. Laura guardò sua sorella che, seria disse:
-mi sa che ora tocca a te...-
-ha perso zia Laura- disse Amparo
-mamma tocca a te- Damiano guardò sua madre ridendo. Ma toccava ad Alejandro decidere. I cugini si consultarono all'orecchio ridendo
-allora zia, per non fare un torto a mamma, abbiamo pensato che potresti far vedere le medesime cose: il seno- Laura non disse nulla, se lo aspettava. Guardò sua sorella ma, al contrario suo, si alzò in piedi mettendosi fronte a tutti. In maniera molto sinuosa Laura abbassava le spalline del tailleur molto delicatamente, quasi in modo pudico. Adriana e Laura non avevano messo reggiseno quella sera. I seni di Laura, ben proporzionati al suo fisico, uscirono timidamente dall'elegante vestito. Facevano bella mostra innanzi a tutti ora
-mamma ma...li hai stupendi- disse Damiano estasiato
-sì mamma complimenti- ora Luca ammirava a bocca aperta. Il marito di Laura, Mario, rise
-sì, diciamo che la mamma sta ancora molto bene-
-direi di sì zia- ammirava Alejandro. Laura in piedi, il vestito leggermente abbassato, e quei due seni con i capezzoli chiari che puntavano verso i presenti
-dai mamma tranquilla, puoi rimetterle dentro- disse Lucas. Amparo rifece di nuovo i complimenti a sua madre e a sua zia, così anche Alejandro
-io preferisco quelle di mamma- disse sorridendo alla madre che, di rimando e inaspettatamente, ricambiò il sorriso
-ognuno difende la propria madre no?- disse Alessio
-ci mancherebbe- disse Lucas
-a chi tocca mischiare?-
-ora tocca a me- disse Mario che, prendendo il mazzo, iniziò a mischiare le carte per poi farle dividere a Lucas. Mario distribuì le carte dopo avere iniziato a fumare una sigaretta. -Avanti, alzate pure- e così alzarono tutti le carte. Questa volta le due sorelle ispaniche avevano le carte più alte, un Dieci di Denara e un Otto di Coppe, mentre era Amparo ad avere la carta più bassa, un Due di Coppe
-ahahah signorina cuginetta ora ti voglio ahaha- disse Damiano ridendo per la sorte della cugina
-idiota...- disse lei stizzita
-cara nipote, mi sa che sarai la prima a dar pepe a questa serata- disse lo zio
-vacci piano Mario, è mia figlia- disse Adriana
-ed ha giurato, o no?- disse Mario. Tutti quanti difatti diedero ragione all'uomo
-Mario mi raccomando- disse Laura guardando suo marito
-è un gioco e avete giurato- disse Damiano. Mario guardò Amparo...
-cara nipote devi...devi...dare un bacio a...- tergiversando...-al pene di tuo padre-. La frase di Mario fece tacere tutti, anche i figli ed il nipote, per non parlare di Amparo e di sua moglie e cognata. I ragazzi però disgelarono subito la situazione
-sììì...ahahaha ora si gioca per bene!!- disse Lucas ridendo
-ma Mario ti rendi conto di cosa stai dicendo? E' il padre- disse Laura. Adriana era incredula
-avete giurato ricordate?- disse Mario. In effetti, pur non frequentando, ma la famiglia era molto credente, in particolar modo le donne di famiglia
-va bene...va bene- disse Amparo. Il padre, senza dire niente, si alzò porgendosi verso sua figlia. Amparo guardava suo padre che di rimando la fissava. La ragazza iniziò a sbottonare i pantaloni paterni fra gli sguardi di tutti. Dopo un po' il padre iniziò ad aiutarla facendo fuoriuscire il suo pene, bianco e di dimensioni normali. La ragazza rimase ferma, imbarazzata: era la prima volta che lo vedeva. Amparo guardò nuovamente suo padre
-coraggio Amparo- disse il padre tranquillizzando sua figlia che, ovviamente e naturalmente, era in imbarazzo. La ragazza prese il pene di suo padre, ora semi eretto, e lo puntò verso il suo volto. Ne poteva sentire l'odore. Avvicinò il suo viso al glande e piano le labbra si sporsero per baciarlo. La labbra pregne di lucidalabbra toccarono la punta del pene paterno facendo pressione, molta pressione. Dopo un po' si ritrassero emettendo il tipico rumore del bacio. La punta del glande ora aveva preso il colore del lucidalabbra di sua figlia Amparo, che, rossa in viso, si ritrasse guardando nuovamente suo padre che rimaneva a pene eretto.
-rimettilo tu dentro papà- disse Amparo imbarazzata
-sei stata bravissima Amparo- disse lo zio. La ragazza sorrise
-brava figlia mia- disse suo padre dandole un bacio sulla tempia destra
-sì...g...grazie papà-. Fratello e cugini risero facendo i complimenti alla ragazza. Adriana prese la mano sinistra di sua figlia sorridendole
-tutto bene?-
-sì...sì mamma...è un gioco no?-
-già...-
-e abbiamo giurato...quindi giochiamo allora-. Vedendo la serenità di Amparo in quel gioco, anche sua madre e sua zia ora presero coraggio nell'affrontare quella Vigilia.
-Ora a chi tocca?- chiese Mario
-a me a me- disse Alessio prendendo le carte. Solito mischiare, l'alzata toccante ad Adriana e la distribuzione. Alessio, che alzò per primo, ebbe un bel Nove di Coppe, Mario un Nove ma di Bastoni e i ragazzi un Quattro di Coppe, un Tre di Denara e un Sette e Bello
-ma voi sempre carte alte?- chiese Laura -non è che sono truccate?-
-ma che dici mamma? Guarda tu stessa no? E poi le mischiano gli altri- disse Lucas a sua mamma. Amparo alzò la sua carta e per questa volta era salva, aveva un Cinque di Bastoni. Laura alzò la sua ed uscì un Nove di Denara, mentre Adriana un Due di Coppe
-mamma , perso di nuovo?- disse Amparo a sua madre con una lieve risata
-a quanto pare sì, mamma mia che Vigilia...-
-sfigata zia?- chiese Damiano finendo la frase iniziata da Adriana
-sì Damy, proprio così...ma meno male che almeno è mio marito che deve dami la penitenza-
-io non sarei così tranquilla fossi in te ahaha- disse Alessio
-non fare lo scemo-
-stiamo giocando cara...- e tutti in coro, mariti e figli
-ed hai giurato !- ridendo tutto
-avanti allora dai, la penitenza?-
-guarda cara, ti vengo incontro per l'imbarazzo, quindi ciò che dovrai fare lo farai di là e non davanti a tutti, ma ovviamente con una persona fidata che saprà se lo fai o meno...e hai giurato-
-sì sì ok ho giurato....ma cosa...-
-bhè, io direi che Alejandro sarà ben felice di...-
-di...?- Adriana era tesa
-di poter dire che sua madre lo ha fatto venire-
-ma...Alessio caro ma...è nostro figlio-
-certo...ma?-
-ma hai giurato mamma...- Amparo rise vedendo sua madre. Adriana guardò sua sorella
-coraggio cara dai- disse Laura. Adriana si alzò
-andiamo Ale, dai- Alejandro si alzò
-camera mia mamma?-
-non so, chi deve decidere?- chiese Adriana
-no su questo fate voi- disse Alessio
-camera mia allora dai...-
-andiamo-. Madre e figlio così si allontanarono andando in camera del ragazzo.
La camera di Alejandro era un trionfo di poster e di cd musicali: piccola, letto ad una piazza posto nel complesso di un armadio, computer e scrivania. Ci si entrava in due in quella stanzetta, tre erano già troppi. Ma ad Alejandro piaceva. Entrati che furono, il ragazzo chiuse la porta a chiave
-tesoro io...-
-mamma dai, è un gioco e poi hai giurato lo sai, no?- Adriana sospirò
-co...come vuoi che ti aiuti la mamma?-
-te intanto siediti sul letto mamma...- disse Alejandro stando di fronte a sua madre. Adriana si sedette. Il forte rossetto brillava non appena il ragazzo accese la lucetta sul comodino spegnendo così la luce del lampadario. Adriana vedeva ora suo figlio dal basso verso l'alto, conscia che all'altezza del suo viso vi era il suo pene. Alejandro difatti iniziò a sbottonare i suoi jeans per fare uscire il pene che, con visibile difficoltà, liberò poco dopo. Il pene era grande, olivastro, molto largo e pronto. Adriana rimase sconcertata giacché non si immaginava queste dimensioni in suo figlio. Non volle azzardare però complimenti, altrimenti avrebbe fatti entrare padre e figlio in rivalità. Ora la mamma aveva innanzi il pene di suo figlio
-allora Ale, come?- il ragazzo sorrise...
-vorrei mamma una...spagnola e un pompino-
-ma Ale io...-
-mamma...hai giur...-
-giurato sì...ho capito...- così Adriana, finendo la frase del figlio, scoprì i seni che aveva denudati un'ora prima. Alejandro si avvicinò ponendo il suo membro turgido fra i seni materni
-oh diamine mamma...cavolo sono caldissimi- Adriana li strinse con forza attorno al pene di suo figlio che, di getto, iniziò a muovere il suo bacino avanti e dietro scopando fra i seni materni
-oh mamma che calde!-
-Ale non alzare la voce però...-
-sì mamma scusa...- i seni di Adriana ballavano alle botte del pube di suo figlio. Il rumore dello stesso sbattente sui seni non poteva dare immaginazione ad altro, ma solo ad una spagnola -mamma stringi benissimo, cavolo !- disse estasiato Alejandro a sua madre
-g...grazie...grazie Ale-
-mamma...fai ora con la bocca ti prego- Adriana tolse il pene di suo figlio fra i seni
-vuoi...sederti, sdraiarti?-
-no mamma, sto bene così- disse il ragazzo. Adriana allora prese il pene di suo figlio e lo introdusse in bocca iniziando a fargli un pompino. C'era un bel po' di difficoltà per quella madre: togliendo l'imbarazzo ovvio, ma il pene era molto largo ed Adriana non poté metterlo tutto in bocca. Il pene arrivò con fatica a scomparire per metà fra la bocca materna. Adriana spingendo più che poteva si fermò non appena iniziò a strozzarsi
-aaaaaaaaaaahhh mammaaaaa mmmmhhh oddioooo !! Ahh cazzoo !- estrasse il pene di suo figlio
-tesoro...fino in fondo non ce la faccio- disse riprendendo fiato
-no mamma non importa, fammi però un bel lavoro-
-lavoro? Sono tua madre ricordatelo- disse seria Adriana
-sì...sì scusami mamma...ti prego allora, continua come meglio puoi ti prego- Alejandro era molto eccitato e non vedeva l'ora di venire. Adriana riprese in bocca dopo l'ammonizione il pene di suo figlio e iniziò a succhiarlo fino a metà e di santa ragione. Tenendosi ai glutei di Alejandro, Adriana muoveva solamente il capo dando al ragazzo maggior piacere. Non era un pompino lento, ma fatto con foga e molta passione
-mammaaa ...oddio mamma cazzo come li fai bene !!- il ragazzo prese la nuca di sua madre dettando lui il ritmo. La saliva copiosa usciva dalla bocca materna, colando tutta in terra. Adriana tolse le mani di suo figlio, riprendendo a spompinarlo a dovere. Stringeva con le mani i glutei del figlio nel mentre con la bocca eseguiva un pompino magistrale
-mamma ...mmhhh e...eccooo...mmmmmm- il ragazzo si irrigidì ed eiaculò in modo copioso e liquido nella bocca di sua madre che, pur volendo, non riuscì a prendere tutto il succo di quel lavoro.
A tavola intanto si rideva e si scherzava. Laura e Amparo oramai si erano ammorbidite. L'aria pesante si era sciolta
-ah eccoli qua...allora?” chiese Damiano vedendo tornare sua zia e suo cugino
-non potevo avere di meglio- disse soddisfatto Alejandro. Laura prese la mano di sua sorella
-ehi, allora?- Adriana sorrise a sua sorella
-tranquilla, tutto bene. Penso che entro la mezzanotte toccherà anche a te-
-difatti mi sto preparando psicologicamente. Ma, è tuo figlio co...cosa si prova?-
-è un gioco no? Immagina solamente che lo stai facendo per questo o per farlo felice, immagina solo ciò- disse Adriana stringendo la mano di sua sorella regalandole un sorriso. La stessa sorrise ed il gioco riprese.
Un'altra ora passò, e Laura comprese pienamente le parole di sua sorella. Damiano aveva, su penitenza fornita da suo fratello, leccato i seni di sua madre e la stessa gli aveva fatto, però in disparte, un succoso pompino. Laura aveva quasi perso l'imbarazzo oramai e gestiva il pene di suo figlio, in bagno, con assoluta dimestichezza. Mentre Adriana aveva optato per un ritmo passionale e focoso, Laura invece aveva pensato di dar piacere a Damiano con un pompino lento e duraturo. Il pene di Damiano era diverso da quello di Alejandro: meno lungo però ugualmente largo, ma quel che bastava. Chiaro e venoso, glande importante, il tutto accompagnato da due bei testicoli. Non si dovette scoprire i seni Laura, sapeva benissimo che l'abilità della sua bocca sarebbe bastata a suo figlio. Lui ci provò ugualmente a chiedere a sua madre una spagnola, ma lei di rimando...
“penso sia meglio provare con la bocca, non credi tesoro di mamma?-
naturalmente il figlio non se lo fece ripetere due volte. Laura non ebbe molte difficoltà a far entrare il pene di suo figlio fino alla gola, anche avendo dei conati, poteva rimanere con il suo membro lì per qualche secondo senza problemi. Lo faceva scomparire spesso durante il pompino. Damiano sudava ed era attaccato con la schiena alle mattonelle del bagno. Il suo pene brillava dell'importante lucidalabbra di sua madre che non si riposava un attimo, continuando sempre il pompino da quando l'aveva iniziato. Anche Laura non scansò suo figlio quando questi venne, e venne copiosamente in bocca. Al contrario però di suo cugino, lo sperma di Damiano era denso e venne più volte. Laura ingoiò tutto. Con molta calma mandò giù ogni schizzo emesso da suo figlio. Dopo venuto, l'eccitazione del ragazzo si calmò, anche quando la madre gli ripulì il membro con succhiate sulla punta e baci.
Di là intanto il gioco era continuato. Anche se mancavano i due componenti intenti a pagar penitenza, la famiglia era andata avanti con il gioco. Mamma e figlio se ne accorsero appena ritornati al tavolo di gioco: Amparo e suo padre mancavano all'appello e Lucas e Alejandro erano in estasi fra la bocca di Adriana. Si sedettero sorridenti guardando il tutto
-praticamente abbiamo passato anche questa Vigilia cara- disse Laura a sua sorella, intenta a dar piacere al figlio ed al nipote
-ed in un modo inusuale direi- rispose Adriana facendo una pausa, tenendo in mano vicino la bocca il pene di suo figlio Alejandro e di Lucas suo nipote
-dai zia su, parli dopo con mamma- disse Lucas alla zia, impaziente
-Lucas c'è tua madre ora, va da lei no?- Laura guardò sua sorella. Lucas sorride e andò con il pene eretto e nudo accanto a sua madre. La stessa lo guardò
-mamma ti prego dai-
-chi lo ha detto Lucas che debbo pagare penitenza con te?-
-strappo alla regola mamma?-
-per stasera, ok?-
-certo mamma e...Buon Natale-
-Buon Natale a te tesoro- Laura prese il pene di suo figlio Lucas e iniziò a succhiarlo lentamente, così come prima aveva fatto con Damiano. Dall'altro lato del tavolo Adriana continuava il suo lavoro con Alejandro, anche se ora i movimenti erano lenti, calmi e senza alcuna fretta. Intanto Damiano era andato a prendere lo spumante, aiutato da Mario. Laura e Lucas si alzarono
-dove andate?- chiese Damiano
-vieni anche tu?- chiese la mamma al figlio. Damiano sorrise
-certo- Adriana guardò sua sorella e continuò con Alejandro, ora che stava per venire. Laura con i figli si defilò nella camera degli ospiti, fra il sorriso di Adriana e la felicità dei due ragazzi.
scritto il
2018-01-03
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