La festa di San Ciro

di
genere
etero

Un fiume umano si muove coordinato come un moto d'acqua salendo la strada che dal mare porta alla piazza principale dove i devoti vestiti di amaranto aspettano l'entrata del santo in chiesa. Un fiocco del colore distintivo basta per far parte della comunità di fedeli che per grazia ricevuta credono nel bel santo medico.
 I sensi sono totalmente appagati.Nelle orecchie grida e voci di bambini esaltati dalle attrazioni goliardiche, il calore della seconda metà di maggio rende umide le spalle scoperte delle donne e i volti degli uomini arrossati, la gola è secca e continuamente stimolata dai profumi di fritto e di mandorle caramellate in cottura ad ogni metro...
È una serata magica, in cui ognuno si sente parte di qualcosa di più grande. Nell'obbligatoria stradina in salita,la calca rende difficile fermarsi alle bancarelle situate ai lati e la velocità del passo é cadenzata dalla stessa massa umana, ho paura di perderti, ti precedo consapevole mentre tu ti fai guidare come un turista ammaliato dalla giostra perenne che é la mia città. Senza voltarmi allungo una mano per tenerti in contatto, siamo quasi arrivati alla piazza e il popolo urla "CIRO CIRO CIRO", ci sorridiamo tutti ed applaudiamo mentre altre voci si levano dal sottofondo rumoroso "BRAVO CIRO"... Continuano gli applausi,le tue braccia sono ferme intorno alla mia vita mentre mi lascio trascinare dal folklore e grido anche io, le tue mani si insinuano sotto la gonnella di jeans mentre lego i capelli in uno chignon improvvisato per sollevarmi dall'afa,con lentezza spingi i miei passi sul retro di un camion di caramelle restando dentro di me, con la benda da devoto mi copri gli occhi.."shhh..." mi dici e tenendo le mie spalle sul tuo petto godi della mia frenesia.
Sei più eccitato del solito continui a baciarmi il collo ed accarezzarmi il seno mentre ti impadronisci della mia intimità. L'esplosione dei fuochi d'artificio coincide con la mia. Mi sciogli la benda dagli occhi. Eccolo, è arrivato Ciro: una pioggia di carta colorata viene lanciata dai balconi sulla piazza in piccoli pezzettini, la brezza estiva completa la magia rallentando la caduta dei coriandoli colorati, abbiamo tutti il volto rivolto al cielo.
Faccio per prenderti la mano per reimmergerci nella folla ma non ci sei più...  ti vedo qualche metro avanti a me, urli anche tu estasiato "CIRO CIRO".
Sono sudata, scossa, felice e ti abbraccio da dietro... non hai nessuna benda sul polso. Sgrano gli occhi.

"EVVIVA CIRO"
scritto il
2018-01-03
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