Giovinezza

di
genere
prime esperienze

Eravamo giovani, spensierati.
Con i libri come cuscini scomodi attraversavamo il lago, distesi a prendere il sole ci sentivamo forti ed immortali.
Quante effimere sicurezze dà la giovinezza. Stringevo la tua mano mentre ti sentivo conversare nel fumo aromatico smezzato con gli altri compagni; mentre il lento frusciare dell' acqua faceva la melodia.
Mi sentivo felice.
Ci amavamo,io e lui.
Gli altri ragazzi seriamente inveivano contro il capitalismo, la globalizzazione, lo sfruttamento operaio saltellando tra una pagina e l'altra del manuale marxista appena acquistato per il prossimo esame,cercavano qualche passo che sostenesse le loro posizioni, sempre allineate, sempre complementari...
L'età dell'illusione, degli "io mai", dei "per sempre", della fiducia.
Mentre discorreva, mi accarezzava pigramente un braccio: dalla spalla al polso, in punta di dita, solleticandomi le vene dell'interno gomito, talvolta sfioramdomi le labbra con le dita.
Mi appisolai, ero al sicuro: quella barchetta, in quel momento, era la nostra casa.
Come guardando un film potevo vedere il mio corpo disteso languidamente con le braccia all' insuì a contornare i boccoli cenere, l'ombelico appena scoperto per la posizione supina e le gambe distese sul bordo dell' imbarcazione a lasciarsi cullare. Lui non smetteva di accarezzarmi seppur ero caduta in un sonno profondo e le mie labbra venivano schiuse più volte dal suo tocco, ora quasi titubante, salato, ruvido.
Come succedesse ad un'altra, sentivo sbottonare la mia camicetta e la brezza del vento d'ottobre sfiorarmi il seno. Una lingua sottile ed impaziente ripercorreva le forme delle mie coppe risalendo umida sul collo per crogiolarsi in un intenso respiro del mio profumo.
Sentivo lontano nella mente, come un ricordo, delle voci mescolarsi e ridacchiare, voci estranee maschili...distanti.
Un dolore breve ed un odore metallico percorrevano il mio sogno fatto di scene confuse: un ragazzo annusava degli slip, prima di metterli intorno al suo sesso scuro e gonfio come un guanto per toccarsi con ardore, cinture sbottonorsi e tintinnare, cicche infuocarsi.
Profumo di uomo mi pungeva le narici, mentre sentivo un peso addosso a spingermi contro i fianchi. Sentivo il pericolo, cercavo di aprire gli occhi ma non riuscivo a svegliarmi.Poi sentii montare un calore liquido dal basso ventre, che mi diede la forza di aprire gli occhi e trovarmi faccia a faccia con quello che pensavo essere il mio primo amore.
I suoi ultimi affondi mi diedero coscienza.
Vidi le mie gambe imbrattate di sangue, la camicetta aperta ed i miei seni scoperti.
Una puzza di saliva addosso, jeans che si chiudevano in fretta.
Fu breve il passo per capire cosa fosse successo.
Ero vergine, forse lui non ci aveva creduto, non era l'età della fiducia forse?
scritto il
2018-10-02
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