Notte di Aprile
di
Brunaluna
genere
sentimentali
Interropo ciambelle di fumo seduta a cavalcioni su di te.
L'odore del fumo mi disgusta, non quando sei tu a fumare. Il ripetersi lento dei medesimi gesti resta uno spettacolo ipnotico per me. La sigaretta si appoggia ritmicamente sullo strumento del mio piacere e con un guizzo di possesso te la strappo per imprimerti un bacio breve ed irruente. Mi sorridi.
Mentre lasciamo il calore andare via dai nostri corpi affannati, sprofondo nella maturità dei tuoi occhi, lucidi di appagamento e opachi di stanchezza. Mi appoggio con la testa al tuo petto per sfuggire ai miei pensieri, e stringo i pugni...
"Dopo parliamo un po, ti va?".Mi dici.
Non mi va,penso.
"Va bene".Dico.
Una lacrima segreta corre sulla mia guancia.
Il mio corpo tradisce tutto ciò che la mia mente vorrebbe custodire gelosamente.
I tuoi affondi carnali mi hanno bruciato più di quanto non abbia fatto il percorso che hai disegnato con la cenere sulla mia schiena. Due unghia si sono spezzate nello stringere selvaggiamente la spalliera del letto mentre affondavi brutalmente nelle mie viscere.
Sul tuo collo i segni dei miei baci ed i graffi sulle tue spalle grandi. Affondi dentro di me come un incubo, come se dovessi uccidermi, come se tu potessi morire d'improvviso...carichiamo il nostro incontro di tutti i chilometri che ci separano, delle crudeltà che ci siamo fatti, dei lunghi baci, delle minacce, delle vendette...
Ora che ripercorro con le dita le rughe dei tuoi occhi, la ricrescita della barba ruvida riecheggia nelle mie orecchie il frastuono di quella prima volta: era notte fonda, in un vicolo che dava sul mare mosso, scoppiò un temporale estivo, ti incitai a violarmi ti dissi "è solo un sogno mister" e mi appoggiai al tufo umido calando totalmente la zip che percorreva interamente il davanti del mio abito. "È un incontro bastardo il nostro, nato sotto una cattiva stella",dicesti.
Riecco quel frastuono. Piove con violenza contro le finestre di questa camera. Mi stringi a te "sei un sogno", mi dici. Forse è tornato anche alla tua mente quel ricordo.
Colgo tristezza nella tua voce. Ti bacio profondamente, come non mi hai abituato a ricevere. Rubo avida il sapore della tua bocca, non voglio che finisca, non voglio dimenticarlo.
Sta cessando di piovere.
Poche gocce ancora colpiscono la visiera del casco. I 200 cavalli che mi vibrano tra le gambe chiariscono ed ordinano i miei pensieri. La velocità mi dà lucidità. Corre veloce la mia moto, unico regalo di quel sogno, ora incubo.
"Non la lascerò, mi spiace "
Riascolto la sua voce battermi nelle tempie.
"Non la lascerò, mi spiace "
"Non la lascerò, mi spiace "
"Non la lascerò, mi spiace "
Cerco in questa frase qualcosa che non c'è, un appiglio, una speranza, un sentimento, un noi.
Non c'è.
Sfreccia la mia due ruote come un tornado sulle strade deserte di una notte d'aprile. Ripasso per quel vicoletto del primo incontro.
VAFFANCULO, gli urlo, contro il vento, contro il mare,contro te.
L'odore del fumo mi disgusta, non quando sei tu a fumare. Il ripetersi lento dei medesimi gesti resta uno spettacolo ipnotico per me. La sigaretta si appoggia ritmicamente sullo strumento del mio piacere e con un guizzo di possesso te la strappo per imprimerti un bacio breve ed irruente. Mi sorridi.
Mentre lasciamo il calore andare via dai nostri corpi affannati, sprofondo nella maturità dei tuoi occhi, lucidi di appagamento e opachi di stanchezza. Mi appoggio con la testa al tuo petto per sfuggire ai miei pensieri, e stringo i pugni...
"Dopo parliamo un po, ti va?".Mi dici.
Non mi va,penso.
"Va bene".Dico.
Una lacrima segreta corre sulla mia guancia.
Il mio corpo tradisce tutto ciò che la mia mente vorrebbe custodire gelosamente.
I tuoi affondi carnali mi hanno bruciato più di quanto non abbia fatto il percorso che hai disegnato con la cenere sulla mia schiena. Due unghia si sono spezzate nello stringere selvaggiamente la spalliera del letto mentre affondavi brutalmente nelle mie viscere.
Sul tuo collo i segni dei miei baci ed i graffi sulle tue spalle grandi. Affondi dentro di me come un incubo, come se dovessi uccidermi, come se tu potessi morire d'improvviso...carichiamo il nostro incontro di tutti i chilometri che ci separano, delle crudeltà che ci siamo fatti, dei lunghi baci, delle minacce, delle vendette...
Ora che ripercorro con le dita le rughe dei tuoi occhi, la ricrescita della barba ruvida riecheggia nelle mie orecchie il frastuono di quella prima volta: era notte fonda, in un vicolo che dava sul mare mosso, scoppiò un temporale estivo, ti incitai a violarmi ti dissi "è solo un sogno mister" e mi appoggiai al tufo umido calando totalmente la zip che percorreva interamente il davanti del mio abito. "È un incontro bastardo il nostro, nato sotto una cattiva stella",dicesti.
Riecco quel frastuono. Piove con violenza contro le finestre di questa camera. Mi stringi a te "sei un sogno", mi dici. Forse è tornato anche alla tua mente quel ricordo.
Colgo tristezza nella tua voce. Ti bacio profondamente, come non mi hai abituato a ricevere. Rubo avida il sapore della tua bocca, non voglio che finisca, non voglio dimenticarlo.
Sta cessando di piovere.
Poche gocce ancora colpiscono la visiera del casco. I 200 cavalli che mi vibrano tra le gambe chiariscono ed ordinano i miei pensieri. La velocità mi dà lucidità. Corre veloce la mia moto, unico regalo di quel sogno, ora incubo.
"Non la lascerò, mi spiace "
Riascolto la sua voce battermi nelle tempie.
"Non la lascerò, mi spiace "
"Non la lascerò, mi spiace "
"Non la lascerò, mi spiace "
Cerco in questa frase qualcosa che non c'è, un appiglio, una speranza, un sentimento, un noi.
Non c'è.
Sfreccia la mia due ruote come un tornado sulle strade deserte di una notte d'aprile. Ripasso per quel vicoletto del primo incontro.
VAFFANCULO, gli urlo, contro il vento, contro il mare,contro te.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Commenti dei lettori al racconto erotico