Venezia
di
pollo_ollop
genere
etero
“HO TROVATO UNA SUPER OFFERTA PER VENEZIA!!”
“non serve urlare ho capito, quando?!”
“domani!”
“grazie per il preavviso”
“last minute!”
“e il lavoro?!”
“prendi le ferie come me!”
Mia moglie ha organizzato tutto, Il giorno dopo partiamo in treno, solo uno zainetto con un cambio e “poco” altro che tanto porto io. Lei è raggiante, si è vestita con uno scamiciato a fiori (adoro tutti quei bottoncini davanti che usa per coprire o scoprire a seconda dell’umore) in testa ha un cappello per il sole a tesa larga. Ha preparato anche i miei di vestiti, in genere sono capace da solo di vestirmi, poi sono i miei soliti vestiti, polo, calzoni corti e scarpe da tennis … boh credo abbia in mente qualcosa.
Prima di salire sul treno mi bisbiglia “da adesso in poi non parlare, muto fino a quando non te lo dico io!”
La guardo perplesso lei mi sorride furba.
Seduti sul treno capisco a che gioco sta giocando, dallo zaino tira fuori una guida di Venezia in inglese, a me passa un libro con la copertina in inglese e la macchina fotografica…
Vuole giocare ai turisti stranieri! felice lei, io non so bene l’inglese quindi devo stare zitto e basta, va beh niente di difficile, ma il libro!? Quando lo apro scopro che è semplicemente il libro che stavo leggendo a casa a cui ha cambiato la copertina! Ha pensato proprio a tutto, la guardo ammirato e lei sorride compiaciuta!
Solo adesso mi rendo conto che anche i miei vestiti li ha scelti con cura, sono tutti di marche americane o inglesi... cavolo ma da quant’è che programma questa cosa!?
La guardo con stupore, lei mi fa l’occhiolino e si alza per andare in bagno, le guardo il culo come sempre e come sempre non sono l’unico.
Quando torna capisco che il gioco ha inizio, qualche bottoncino del vestito è rimasto aperto e quando si siede e accavalla le gambe, la vista sulle sue gambe è strepitoso, mi lancia uno sguardo e riprende a leggere la sua guida in inglese.
Non passa molto tempo che si iniziano a sentire le prime conseguenze, un paio di ragazzi iniziano a parlare tra di loro tranquillamente delle gambe di mia moglie, convinti che lei non capisca il loro italiano non si curano di parlare piano o di usare parole forti, mia moglie è bravissima a fare finta di nulla, ma dagli sguardi che mi lancia capisco che la cosa non la lascia per nulla indifferente.
Il viaggio continua, i passeggeri cambiano, i commenti e gli apprezzamenti variano con i passeggeri e i dialetti ma lei è sempre al centro del discorso, vuoi per le gambe, vuoi per il decoltè o per i suoi piedini fasciati dai sandali…
Quando finalmente arriviamo a Venezia… Beh siamo a Venezia ed è sempre bellissima, ci piace girare per calli e ponti poco frequentati, ci siamo stati oramai tante volte, i posti famosi li evitiamo per scoprire sempre posti nuovi.
Siamo felici, faccio un sacco di foto a Venezia e a lei. Seguiamo la cartina sulla sua guida e ogni tanto chiede informazioni in inglese, solo a persone del luogo per continuare il suo gioco, meno inglese sanno i veneziani più si diverte, a volte è difficile restare indifferenti alle risposte che danno in italiano convinti che noi non capiamo “suo marito deve andare in quella direzione al terzo ponte a destra, lei invece deve assolutamente venire nel retro bottega che le faccio vedere io qualcosa di bello!” e questo è forse uno dei più delicati anzi molti non li capiamo neppure noi visto che sono in veneto stretto, ma il concetto è sempre chiaro…
Stiamo ridendo come matti quando cade la prima goccia, non ci preoccupiamo “dai cosa vuoi che succeda, il cielo non è così brutto!”
Dopo neanche 20 secondi inizia a piovere, sempre più forte, noi ci ripariamo dentro una chiesa, ma siamo già fradici, “hai pianificato tutto, non avevi previsto la pioggia!?” lei mi fulmina “aspettiamo che spiova” ma ha freddo “cavolo, è forse più umido e freddo qua che di fuori sotto la pioggia!!”
La guardo è veramente fradicia, i capelli bagnati attaccati al viso, il vestito zuppo è appiccicato al suo corpo e praticamente trasparente, lei intercetta il mio sguardo “primo siamo in una chiesa, secondo già quelle vecchiacce ci stanno guardando male, terzo ho un freddo cane portami all’albergo subito!” io scoppio a ridere, gli faccio notare che non ho idea di quale e dove sia l’albergo e soprattutto che è bellissima anche così!
Si addolcisce un po’, mi dice il nome dell’albergo e la via e mi chiede per favore di portarla in salvo facendo sfarfallare le ciglia.
Io studio la mappa, non è lontanissimo “compriamo un ombrello e in dieci minuti arriviamo” “cosa serve l’ombrello oramai siamo fradici! Dai se corriamo facciamo prima”
Quando arriviamo abbiamo il fiatone e lasciamo dei laghetti d’acqua sotto di noi mentre guardiamo a bocca aperta la hall dell’albergo, è un 4 stelle tutto stucchi e velluti, tappeti e mobili dorati…
“ma sei sicura di aver prenotato qua!?!??”
“credo di si, il nome è questo”
“ma ce lo possiamo permettere?!??”
“l’abbiamo pagato pochissimo e c’è anche la colazione…boh avranno sbagliato qualcosa”
“speriamo che non ci facciano una sorpresina domani alla partenza…”
“ho già pagato con la postepay!”
Al banco c’è un ragazzo gentilissimo ma freddo e impostato che ci registra e ci da la chiave senza battere ciglio, ne per le nostre condizioni ne per le condizioni in cui lasciamo il pavimento.
La camera ha la vista su un piccolo canale secondario ok ma il resto… è enorme, in un angolo c’è anche un divanetto, il letto è in legno, a baldacchino, tutto intarsiato, ai muri sono affissi dei quadri con delle vedute di Venezia con le cornici dorate, mentre il soffitto è affrescato con un bellissimo cielo azzurro con dei putti che giocano…
Io sono ancora lì a bocca aperta quando sento l’acqua della doccia aprirsi, il bagno è ultra moderno tutto lucido e pulitissimo, mia moglie è già sotto la doccia, i vestiti lanciati ovunque…
Metto i suoi vestiti stesi in modo che possano un minimo asciugarsi, mi spoglio con calma e la raggiungo sotto la doccia “ma sei scemo!? Sei freddo!!” la stringo sotto l’acqua, ma mi sfugge ed esce dalla doccia.
Quando esco anche io dalla doccia la trovo sul letto in accappatoio che sfoglia il menù del servizio in camera “amore c’è anche il servizio in camera!” ”si ma non avevo intenzione di cedere un rene in cambio di un piatto si spaghetti!” “ma fuori diluvia io non ho intenzione di rivestirmi ed uscire sotto la doccia” “neanche io voglio assolutamente che tu ti rivesta!” per fortuna la mia mogliettina previdente aveva messo nello zaino anche delle barrette e dei cracker per ogni evenienza “dovrai farteli bastare fino a domani mattina!”
Finito di “cenare” io mi alzo e inizio a perlustrare la stanza, lei è sul letto che mi guarda, aspetta di vedere che succede.
Poi dallo zaino prendo un mia maglietta, la arrotolo e mi avvicino a lei, uso la maglietta per bendarla, lei mi lascia fare, poi tolgo dalle tende le corde dorate con le nappine, torno da lei, le tolgo l’accappatoio e la faccio stendere, è docile e si fa fare tutto senza fiatare. Le prendo una mano, la bacio prendo una corda e la lego ad un montante del letto, poi faccio lo stesso con l’altra mano e i piedi.
Ora è stesa a gambe e braccia aperte, completamente nuda, completamente esposta.
Vado in bagno a prendere una candelona rossa che avevo già adocchiato, la accendo e la appoggio sul comodino, poi dal frigo bar prendo una bottiglietta di vino è di vetro, molto fredda.
Torno da lei è attentissima ad ogni mio rumore, il suo corpo freme in attesa, le appoggio la bottiglietta su un capezzolo che in un attimo si indurisce, sospira forte, passo all’altro e reagisce allo stesso modo, continuo il giochino per un po’ poi appoggio la bottiglia tra le sue gambe, spingo un po’ in modo che si posizioni bene tra le sue labbra, si agita, lo so che vorrebbe di più, la pelle si riempie di puntini della pelle d’oca.
Prendo la candela e gli faccio cadere delle gocce di cera sui seni, urla, forte, ma non di dolore, questa non se la aspettava proprio, faccio cadere la cera anche sulla pancia e sulle cosce, si agita.
Tolgo la bottiglia e gli do una bella leccata, le sue labbra sono fredde e la mia lingua caldissima, urla di nuovo.
Gli slego i piedi per stare più comodo e inizio a leccarla per bene lei si dimena e mi urla di liberarle le mani io continuo imperterrito nel mio lavoro fino a che non mi prega urlando di prenderla.
Mi appoggio le sue gambe sulle spalle e entro dentro di lei, prima lentamente, poi sempre più forte, lei è piegata praticamente a metà, le braccia ancora legate al letto, io continuo, il letto sbatte contro il muro, lei urla come un’indemoniata fino a che non vengo anche io dentro di lei unendomi alle sue urla.
Quando mi riprendo la sbendo, la slego e… scoppiamo a ridere “che casino che abbiamo fatto!”
La mattina dopo ci svegliamo con una gran fame “subito a fare colazione!” io mi sto vestendo, “dai andiamo?!”
La guardo è sulla porta con addosso solo una maglietta lunga che la copre fino a metà coscia, niente di che, ma cavolo io so che sotto è nuda.
“prima o poi mi farai venire un infarto!”
“dai che ho fame e poi sono pure coperta?!”
Quando arriviamo alla sala della colazione il brusio che sentivamo avvicinandoci si blocca all’improvviso e tutti si voltano a guardarci.
“dai va beh non è così corta questa maglietta”
“non credo si solo quello”
“perché sono troppo spettinata?”
“neanche quello”
“e allora?!”
“forse per il casino di ieri sera?!”
“e va beh, come fanno a sapere che siamo stati noi?”
“ma ti sei guardata attorno?”
La stanza è piena di capelli bianchi, tutta gente distinta, tutti ampiamente sopra i settant’anni, qualcuno è un miracolo che sia ancora su questo mondo.
Vedo mia moglie fare il giro della stanza con lo sguardo, poi sorride, mi guarda “ho fame! Mangiamo?!”
Fa una giravolta e si avvia verso il buffet.
Con quella giravolta credo abbia ridato vita ad un paio di signori, finito di mangiare siamo tornati in camera dove abbiamo continuato a scopare fino 5minuti prima di dover lasciare la stanza.
Questa volta quando abbiamo riportato la chiave, tutti scarmigliati e con lo zaino fatto in fretta e furia, il ragazzo alla reception ci ha fatto un gran sorriso prima di augurarci una buona giornata.
“non serve urlare ho capito, quando?!”
“domani!”
“grazie per il preavviso”
“last minute!”
“e il lavoro?!”
“prendi le ferie come me!”
Mia moglie ha organizzato tutto, Il giorno dopo partiamo in treno, solo uno zainetto con un cambio e “poco” altro che tanto porto io. Lei è raggiante, si è vestita con uno scamiciato a fiori (adoro tutti quei bottoncini davanti che usa per coprire o scoprire a seconda dell’umore) in testa ha un cappello per il sole a tesa larga. Ha preparato anche i miei di vestiti, in genere sono capace da solo di vestirmi, poi sono i miei soliti vestiti, polo, calzoni corti e scarpe da tennis … boh credo abbia in mente qualcosa.
Prima di salire sul treno mi bisbiglia “da adesso in poi non parlare, muto fino a quando non te lo dico io!”
La guardo perplesso lei mi sorride furba.
Seduti sul treno capisco a che gioco sta giocando, dallo zaino tira fuori una guida di Venezia in inglese, a me passa un libro con la copertina in inglese e la macchina fotografica…
Vuole giocare ai turisti stranieri! felice lei, io non so bene l’inglese quindi devo stare zitto e basta, va beh niente di difficile, ma il libro!? Quando lo apro scopro che è semplicemente il libro che stavo leggendo a casa a cui ha cambiato la copertina! Ha pensato proprio a tutto, la guardo ammirato e lei sorride compiaciuta!
Solo adesso mi rendo conto che anche i miei vestiti li ha scelti con cura, sono tutti di marche americane o inglesi... cavolo ma da quant’è che programma questa cosa!?
La guardo con stupore, lei mi fa l’occhiolino e si alza per andare in bagno, le guardo il culo come sempre e come sempre non sono l’unico.
Quando torna capisco che il gioco ha inizio, qualche bottoncino del vestito è rimasto aperto e quando si siede e accavalla le gambe, la vista sulle sue gambe è strepitoso, mi lancia uno sguardo e riprende a leggere la sua guida in inglese.
Non passa molto tempo che si iniziano a sentire le prime conseguenze, un paio di ragazzi iniziano a parlare tra di loro tranquillamente delle gambe di mia moglie, convinti che lei non capisca il loro italiano non si curano di parlare piano o di usare parole forti, mia moglie è bravissima a fare finta di nulla, ma dagli sguardi che mi lancia capisco che la cosa non la lascia per nulla indifferente.
Il viaggio continua, i passeggeri cambiano, i commenti e gli apprezzamenti variano con i passeggeri e i dialetti ma lei è sempre al centro del discorso, vuoi per le gambe, vuoi per il decoltè o per i suoi piedini fasciati dai sandali…
Quando finalmente arriviamo a Venezia… Beh siamo a Venezia ed è sempre bellissima, ci piace girare per calli e ponti poco frequentati, ci siamo stati oramai tante volte, i posti famosi li evitiamo per scoprire sempre posti nuovi.
Siamo felici, faccio un sacco di foto a Venezia e a lei. Seguiamo la cartina sulla sua guida e ogni tanto chiede informazioni in inglese, solo a persone del luogo per continuare il suo gioco, meno inglese sanno i veneziani più si diverte, a volte è difficile restare indifferenti alle risposte che danno in italiano convinti che noi non capiamo “suo marito deve andare in quella direzione al terzo ponte a destra, lei invece deve assolutamente venire nel retro bottega che le faccio vedere io qualcosa di bello!” e questo è forse uno dei più delicati anzi molti non li capiamo neppure noi visto che sono in veneto stretto, ma il concetto è sempre chiaro…
Stiamo ridendo come matti quando cade la prima goccia, non ci preoccupiamo “dai cosa vuoi che succeda, il cielo non è così brutto!”
Dopo neanche 20 secondi inizia a piovere, sempre più forte, noi ci ripariamo dentro una chiesa, ma siamo già fradici, “hai pianificato tutto, non avevi previsto la pioggia!?” lei mi fulmina “aspettiamo che spiova” ma ha freddo “cavolo, è forse più umido e freddo qua che di fuori sotto la pioggia!!”
La guardo è veramente fradicia, i capelli bagnati attaccati al viso, il vestito zuppo è appiccicato al suo corpo e praticamente trasparente, lei intercetta il mio sguardo “primo siamo in una chiesa, secondo già quelle vecchiacce ci stanno guardando male, terzo ho un freddo cane portami all’albergo subito!” io scoppio a ridere, gli faccio notare che non ho idea di quale e dove sia l’albergo e soprattutto che è bellissima anche così!
Si addolcisce un po’, mi dice il nome dell’albergo e la via e mi chiede per favore di portarla in salvo facendo sfarfallare le ciglia.
Io studio la mappa, non è lontanissimo “compriamo un ombrello e in dieci minuti arriviamo” “cosa serve l’ombrello oramai siamo fradici! Dai se corriamo facciamo prima”
Quando arriviamo abbiamo il fiatone e lasciamo dei laghetti d’acqua sotto di noi mentre guardiamo a bocca aperta la hall dell’albergo, è un 4 stelle tutto stucchi e velluti, tappeti e mobili dorati…
“ma sei sicura di aver prenotato qua!?!??”
“credo di si, il nome è questo”
“ma ce lo possiamo permettere?!??”
“l’abbiamo pagato pochissimo e c’è anche la colazione…boh avranno sbagliato qualcosa”
“speriamo che non ci facciano una sorpresina domani alla partenza…”
“ho già pagato con la postepay!”
Al banco c’è un ragazzo gentilissimo ma freddo e impostato che ci registra e ci da la chiave senza battere ciglio, ne per le nostre condizioni ne per le condizioni in cui lasciamo il pavimento.
La camera ha la vista su un piccolo canale secondario ok ma il resto… è enorme, in un angolo c’è anche un divanetto, il letto è in legno, a baldacchino, tutto intarsiato, ai muri sono affissi dei quadri con delle vedute di Venezia con le cornici dorate, mentre il soffitto è affrescato con un bellissimo cielo azzurro con dei putti che giocano…
Io sono ancora lì a bocca aperta quando sento l’acqua della doccia aprirsi, il bagno è ultra moderno tutto lucido e pulitissimo, mia moglie è già sotto la doccia, i vestiti lanciati ovunque…
Metto i suoi vestiti stesi in modo che possano un minimo asciugarsi, mi spoglio con calma e la raggiungo sotto la doccia “ma sei scemo!? Sei freddo!!” la stringo sotto l’acqua, ma mi sfugge ed esce dalla doccia.
Quando esco anche io dalla doccia la trovo sul letto in accappatoio che sfoglia il menù del servizio in camera “amore c’è anche il servizio in camera!” ”si ma non avevo intenzione di cedere un rene in cambio di un piatto si spaghetti!” “ma fuori diluvia io non ho intenzione di rivestirmi ed uscire sotto la doccia” “neanche io voglio assolutamente che tu ti rivesta!” per fortuna la mia mogliettina previdente aveva messo nello zaino anche delle barrette e dei cracker per ogni evenienza “dovrai farteli bastare fino a domani mattina!”
Finito di “cenare” io mi alzo e inizio a perlustrare la stanza, lei è sul letto che mi guarda, aspetta di vedere che succede.
Poi dallo zaino prendo un mia maglietta, la arrotolo e mi avvicino a lei, uso la maglietta per bendarla, lei mi lascia fare, poi tolgo dalle tende le corde dorate con le nappine, torno da lei, le tolgo l’accappatoio e la faccio stendere, è docile e si fa fare tutto senza fiatare. Le prendo una mano, la bacio prendo una corda e la lego ad un montante del letto, poi faccio lo stesso con l’altra mano e i piedi.
Ora è stesa a gambe e braccia aperte, completamente nuda, completamente esposta.
Vado in bagno a prendere una candelona rossa che avevo già adocchiato, la accendo e la appoggio sul comodino, poi dal frigo bar prendo una bottiglietta di vino è di vetro, molto fredda.
Torno da lei è attentissima ad ogni mio rumore, il suo corpo freme in attesa, le appoggio la bottiglietta su un capezzolo che in un attimo si indurisce, sospira forte, passo all’altro e reagisce allo stesso modo, continuo il giochino per un po’ poi appoggio la bottiglia tra le sue gambe, spingo un po’ in modo che si posizioni bene tra le sue labbra, si agita, lo so che vorrebbe di più, la pelle si riempie di puntini della pelle d’oca.
Prendo la candela e gli faccio cadere delle gocce di cera sui seni, urla, forte, ma non di dolore, questa non se la aspettava proprio, faccio cadere la cera anche sulla pancia e sulle cosce, si agita.
Tolgo la bottiglia e gli do una bella leccata, le sue labbra sono fredde e la mia lingua caldissima, urla di nuovo.
Gli slego i piedi per stare più comodo e inizio a leccarla per bene lei si dimena e mi urla di liberarle le mani io continuo imperterrito nel mio lavoro fino a che non mi prega urlando di prenderla.
Mi appoggio le sue gambe sulle spalle e entro dentro di lei, prima lentamente, poi sempre più forte, lei è piegata praticamente a metà, le braccia ancora legate al letto, io continuo, il letto sbatte contro il muro, lei urla come un’indemoniata fino a che non vengo anche io dentro di lei unendomi alle sue urla.
Quando mi riprendo la sbendo, la slego e… scoppiamo a ridere “che casino che abbiamo fatto!”
La mattina dopo ci svegliamo con una gran fame “subito a fare colazione!” io mi sto vestendo, “dai andiamo?!”
La guardo è sulla porta con addosso solo una maglietta lunga che la copre fino a metà coscia, niente di che, ma cavolo io so che sotto è nuda.
“prima o poi mi farai venire un infarto!”
“dai che ho fame e poi sono pure coperta?!”
Quando arriviamo alla sala della colazione il brusio che sentivamo avvicinandoci si blocca all’improvviso e tutti si voltano a guardarci.
“dai va beh non è così corta questa maglietta”
“non credo si solo quello”
“perché sono troppo spettinata?”
“neanche quello”
“e allora?!”
“forse per il casino di ieri sera?!”
“e va beh, come fanno a sapere che siamo stati noi?”
“ma ti sei guardata attorno?”
La stanza è piena di capelli bianchi, tutta gente distinta, tutti ampiamente sopra i settant’anni, qualcuno è un miracolo che sia ancora su questo mondo.
Vedo mia moglie fare il giro della stanza con lo sguardo, poi sorride, mi guarda “ho fame! Mangiamo?!”
Fa una giravolta e si avvia verso il buffet.
Con quella giravolta credo abbia ridato vita ad un paio di signori, finito di mangiare siamo tornati in camera dove abbiamo continuato a scopare fino 5minuti prima di dover lasciare la stanza.
Questa volta quando abbiamo riportato la chiave, tutti scarmigliati e con lo zaino fatto in fretta e furia, il ragazzo alla reception ci ha fatto un gran sorriso prima di augurarci una buona giornata.
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