Vivienne. Il suo tentativo fallito di evangelizzare Don Armando e finalmente l'arrivo di "LUI, l'Angelo"!

di
genere
etero

Don Armando era molto nervoso, aveva grosse crisi di coscienza, mi rivolgeva discorsi intesi a convincere me, ma io mi reputavo nel giusto e capivo invece che era lui a cercare scusanti per il suo comportamento.
Ma perché?
Dato che io lo ritenevo un sant'uomo di chiesa? Non avevo nessun problema a continuare, bastava solo che lui ogni volta mi assolvesse.
Ecco... per farti capire... ti riporto cosa mi diceva, dopo però, a libidine soddisfatta.

"Che vuoi? Anche il prete è soltanto un essere umano."
"Tutto OK. Siamo semplicemente umani. Tutti abbiamo diritto di soddisfare le nostre necessità e desideri."
"Che male c'è che un uomo dimostri fisicamente il suo affetto?"
Questa poi era una vera perla: secondo lui non era peccato perché mi prendeva solo nel culo...
"Non è un peccato. Siccome non c'è nessuna possibilità di procreazione o di gravidanza, i nostri atti non sono peccaminosi."
"Questo è un esempio di quanto Dio ti ama!"
"Questo ti mostrerà quanto Gesù ti ama, perché io sono un prete.".

Arrivò a farmi tenere in bocca un'ostia consacrata mentre mi profanava l'ano e, sinceramente, aumentò considerevolmente il mio piacere.
Un'altra volta, successivamente, pretese di farmi un clistere con l'acqua santa, mi piacque molto ma era molto scomodo dopo anche perché lui pretese di profanarmi con l'intestino pieno, non replicammo più per l'incomodo di dover pulire tutta la stanza dal liquido lordo dell'evacuazione.
Il giorno successivo, appena mamma e papà lasciarono casa dopo pranzo, mi precipitai nella loro stanza e presi il cazzo equino, i nastri, il manico di scopa, nonché il frustino, la palla di gomma da inserirsi in bocca e quel laccio che avevo visto stretto attorno agli attributi di papa e corsi da Don Armando.
La mia intenzione era di usarli su di lui, far si che fosse il mio primo uomo che profanavo nel culo ma lui aveva altri progetti, almeno inizialmente.
Fu lui che mi legò invece, mi costrinse in ginocchio e mi legò i polsi alle caviglie e poi tutto assieme al bastone, da una parte e dall'altra, ora ero costretta come il mio papà, pronta per essere usata. Vivevo un momento assurdo d'eccitazione, di paura e voglia di essere sfondata perché Don Armando voleva senz'altro usare l'arnese equino oltre al suo cazzo duro come il ferro!
Feci a tempo a pregarlo di non sverginarmi, gli gridai che non glielo avrei mai perdonato se l'avesse fatto! Ebbe paura? Qualcosa temeva? Fu comunque l'ultima cosa che potei dirgli perché dopo mi mise in bocca quella palla di gomma legandomela stretta.
Cominciò ad usare il frustino sadicamente, mi colpiva le natiche con forza e io piangevo dal dolore e... godevo!
Mi colpiva fra le cosce e sentivo lampi di dolore quando sferzava proprio la mia perla inturgidita, piangevo e... godevo!
Lo sentii approntarsi e il suo serpente entrarmi nell'intestino e iniziare a vangare forte! Mi colpiva sulla schiena con il frustino, io piangevo e... godevo!
Finché lo tolse e al buco orrendamente dilatato avvicinò l'attrezzo artificiale!
Come raccontarti... il piacere che provai mentre mi profanava a fondo?
Spingeva come un pazzo il maiale di un prete!
Io?
Si... piangevo e godevo. Godevo così tanto che mi sentivo santificata!
Una martire ero! Pronta per il Paradiso!
Quella volta mi versò tutta la sua sborra sulla schiena, gratificato da quanto mi aveva fatto provare!
Ma... commise un atto atroce! Sparse il suo seme! Doveva subito andare a confessarlo e chiedere perdono. Glielo dissi causando le sue sciocche risate compiaciute, poi mi slegò e io riportai a casa in tutta fretta l'armamentario, era tardi e non ebbi neanche il tempo di pulire il pene equino, era sporco di me, del contenuto del mio intestino e da un po' di sangue. Misi tutto a posto e sfinita, dolorante, mi buttai sul letto.
Mi svegliò mamma per cena.
Facendo poi una riflessione a posteriori, capii che non era Don Armando l'uomo, l'anima eletta che cercavo, quello che volevo e avrei preso IO... nel suo culo.
Dovevo cercare altrove e altrimenti.
Ma... fu a questo punto che mi venne in soccorso "Lui".
Ma di questo voglio parlartene con calma, senza correre, è una cosa talmente importante e determinante nella mia vita!
Un altro pensiero mi preoccupava, si sarebbe accorta mamma che il suo attrezzo era sporco? Le tracce di sangue e feci erano così evidenti! Avrei dovuto assolutamente pulirlo!
Ma... quale era il pensiero immondo che ora mi eccitava? Chi avevo dentro se non Lucifero in persona? Mi eccitava pensare che mamma lo avrebbe usato così... con papà! L'attrezzo sporco del mio culo ficcato nel suo! La mia lordura mescolata alla sua! Un pensiero orribile! Eppure mi eccitava, non mi bastava neanche più masturbarmi dato che ora i miei orgasmi erano mentali!
Aspettai fremendo e a notte fatta scivolai lungo i corridoi raggiungendo la loro camera, appoggiando l'orecchio alla porta sentii i soliti ormai noti rumori, si... lo stava inculando con l'attrezzo equino sporco di ME! Questo mi fece provare un orgasmo subitaneo! Lì... nel corridoio senza toccarmi! Un piacere immenso!
Nella mia stanza mi buttai in ginocchio e testa sul letto pregai che mi fosse concesso di avere..."Lui". Si... sarebbe arrivato, una voce me lo confermò. Dormii allora il sonno del giusto.
Ora Don Armando pretendeva altro, non smetteva di chiedermi di dare a lui il premio ambito di rompermi l'imene, io mi negavo e lo minacciavo. Qualora lo avesse fatto ne avrebbe subito le conseguenze! Lui conscio della mia determinazione rinunciava per ricominciare a tormentarmi da lì a poco. Era sfiancante.
Mi chiesi allora con trepidazione se non si fosse stancato del mio culo, era forse troppo accessibile? Troppo largo? Effettivamente lo sentivo cedevole assai, ma dipendeva solo dalle mucose permanentemente infiammate dal continuo uso. Provai e riprovai con le dita e mi tranquillizzai, il muscolo anale era ancora molto elastico. Si rinchiudeva subito dopo la penetrazione!
Ah.... che sospiro di sollievo! Avevo sempre il buco di una debuttante!
Avevo avuto altre visioni nel frattempo, io... che in ginocchio gli leccavo il grosso culo peloso, glielo dissi e lo mettemmo in pratica. Leccavo il suo buco, mi piaceva molto il suo sapore aspro e afrodisiaco, contemporaneamente gli menavo il grosso serpente diabolico. Naturalmente finiva che mi rovesciava in ginocchio e mi prendeva lui fra le natiche.
Avevo tentato di indurlo in tentazione, prospettandogli di legare lui e di poter giocare con il SUO di culo, profanarlo con l'attrezzo di mamma, ma senza risultato, non ne voleva sapere.
La cosa continuava e io aspettavo il SEGNO.
E... finalmente arrivò.

Arrivò l'ANGELO!
Quel giorno era l'imbrunire quando entrai in chiesa, non avevo molto tempo a disposizione ma il bisogno di godere mi attanagliava il ventre e volevo da Don Armando una cosa veloce. Una feroce inculata! Essere spinta di forza contro il muro e presa da quell'animale selvatico che era diventato il prete!
Quando lo vidi...!
Era vicino all'altare e sistemava dei fiori.
Una figura dalla veste candida, i lunghi capelli biondi, alto e con le spalle possenti.
Mi avvicinai stranita e mancò poco che mi gettassi in ginocchio, presa com’ero dall'emozione.
"Lui" si giro' e mi guardò con quei suoi occhi azzurri profondissimi, aveva una corta barba bionda e un sorriso celestiale, poi... come se non camminasse ma levitasse si allontanò verso la sagrestia, mi parve che una strana luce circondasse il suo meraviglioso corpo e un'aureola coprisse la sua bella testa!
Corsi allora, tutta affannata, da Don Armando e gli urlai che l'avevo visto!
Avevo visto... "Lui"!
Don Armando allora mi chiese... lui chi?
In chiesa... dissi io... ancora tremante dall'emozione... era vestito di un magnifico abito bianco come la neve ed era circondato da una luce, era biondo e bellissimo....
Don Armando prese a ridere... ma è il mio nuovo aiuto, è un novizio domenicano che hanno mandato per un tirocinio in parrocchia!
E' un prete! E' Don Remigio!
Il suo nome era bellissimo come lui!
Ma che m'importava? Io sapevo che "Lui" aveva preso quelle sembianze e questo mi bastava!
E' un santo... replicai a Don Armando, non sopportando più la sua incredulità!
Un santo? Rispose lui... sapessi che santo è...!
Mi resi conto che era afflitto da una gelosia orribile, stava infrangendo non so quanti comandamenti e cercai di consolarlo accarezzandolo, piena d'angelica comprensione.
Una cosa m'interessava più d'ogni altra, avere conferma che quanto sperassi fosse vero e gli chiesi ancora... è vergine... vero? Non ha mai avuto una donna... vero?
Provocai altre risate da parte del mio interlocutore che ridendo ancora disse... Vergine? Si... si... per essere vergine lo è! Per quello che ne so... ma solo davanti... dietro non so! Ahah... magari lì è più sfondato di te!
Cosa voleva dire?
Che anche "Lui"... bramava di essere profanato dietro? Don Armando sapeva cose d'estrema importanza per me e sollecitai, pregandolo, le sue confidenze.
Era il suo confessore e tutto sapeva, è vero che infrangevamo una regola essenziale parlando di quanto oggetto di confessione, ma la cosa mi eccitava fuori misura, volevo "Lui" e lo volevo in tutti i sensi e ad ogni costo, volevo essere deflorata da "Lui" e volevo poi profanargli IO il culo come mamma faceva a papà!
Ma come fare?
Una povera giovane timorata di dio come me, come poteva raggiungere questi obiettivi?
Fu il diavolo a suggerirmi il modo?
Il fine giustifica i mezzi, mi dissi e la posta, cioè "Lui", valeva il gioco.
Mi avvicinai a Don Armando e lo blandii con parole audaci, gli proposi che se mi aiutava a raggiungere il mio traguardo, vale a dire sedurre "Lui" e averlo pienamente, poteva chiedermi qualsiasi cosa.
Qualsiasi...? Chiese.
Si... risposi, allora pretese questo... voglio romperti io l'imene... entrare per primo nella tua fica e sborrarti dentro.
No... no... non questo, poteva chiedermi ogni altra cosa ma non questo! Non potevo, dopo molto discutere alla fine arrivammo ad un compromesso, "Lui"... l'Angelo mi avrebbe sverginato, avrebbe preso santamente la mia integrità intima e Don Armando avrebbe finito l'opera entrando dentro subito dopo "Lui" e così... allargarmi per bene.
Lo scambio di proposte ci aveva eccitato fuori misura e approfittammo degli ultimi minuti a disposizione per soddisfare la libidine che ci faceva delirare.
Mi misi con le mani appoggiate alla parete a gambe ben larghe e sentii il suo serpente entrarmi nelle viscere. Pochi minuti di colpi decisi e mi riempì di sborra, pretesi il solito bacile d'argento, dove mi liberai e bevvi tutto il sacro contenuto.
Arrivai a casa in ritardo e dovetti necessariamente dire una bugia, questo mi dispiacque molto, era un grave peccato mentire ai propri genitori, ma ero convinta di essere sul giusto cammino verso la luce e dopo aver pregato e chiesto perdono non ci pensai più.
di
scritto il
2018-02-12
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