Facciamo la spesa

di
genere
etero

Mi sono appena fatto la doccia, ho messo la tuta senza nulla sotto, mi piace stare libero in casa.
Sono steso sul divano a guardare la tv rilassato.
“andiamo a fare la spesa?”
“ok…ma non potevi dirmelo prima? Mi vestivo subito dopo la doccia”
“che ti frega? esci così.”
“si ma non ho neanche le mutande lo sai”
“capirai, quante volte l’ho fatto io?!”
“non è lo stesso!”
“dai mi metto sportiva anche io, 2 minuti e sono pronta”
Va beh, mi metto le scarpe, mi lavo i denti e sono pronto.
Mi guardo allo specchio, se sta buono al suo posto non si vede molto, dai niente di sconcio.
Sei pronta anche tu, ti sei messa un paio di leggings ed una felpa.
Niente di che, ma … cavolo mi sta già venendo duro!
Mi sorridi “dai andiamo”
In ascensore ne approfitto per baciarti mentre ti appoggio una mano sul culo, tu mi prendi tutte e due le chiappe e stringi.
“Quanto mi piace il tuo culo”
“stavo per dirlo io!”
Guidi tu e ogni tanto mi accarezzi la gamba e sorridi, sei felice.
Parcheggiamo la macchina nel sotterraneo del supermercato e saliamo con l’ascensore, mi passi la lista della spesa, quando la porta sta per aprirsi, mi passi la mano sul pacco, ridi e scappi fuori.
Entriamo nella bolgia del supermercato, il mio compito è spingere il carrello e controllare che si prenda tutto quello che c’è sulla lista, che non guardi neppure.
Ti seguo, mentre tu frulli da tutte le parti, ti allunghi per prendere le cose in alto, ti chini, ti sporgi nei banchi frigo e io ti guardo il culo.
È da prima che me lo chiedo, ma che mutande hai messo? Ma le hai messe? No no non devo pensarci altrimenti… cavolo speriamo che il carrello basti a nascondermi…
Mi passi vicino, mi sfiori, non lo so se lo hai fatto a posta, ma peggiori le cose.
Mi guardo in giro,
no, il carrello non basta, una signora sembra ipnotizzata dal mio cavallo, faccio finta di nulla e ti seguo nella corsia dopo.
Continuiamo a fare la spesa e tu continui a sfiorarmi “per caso” o appoggi brevemente una mano sul mio culo, niente di troppo.
Ma io ora lo so che lo stai facendo apposta e la cosa mi eccita da matti, la mia erezione è ben visibile sotto i calzoni della tuta a questo punto troppo stretti.
La signora di prima continua ad incrociare la nostra strada ed un paio di ragazze mi hanno guardato per un pezzo bisbigliando tra di loro, mentre eravamo in fila per gli affettati e tu mi “sfioravi” per caso con il culo.
Un ragazzo che riforniva uno scaffale mi ha addirittura fatto l’occhiolino… Non ho capito se per complicità oppure perché … va a capire.
Basta me ne frego altamente delle persone che ci stanno attorno ed inizio a renderti pan per focaccia.
Ogni volta che passi vicino ti sfioro con delicatezza le natiche, oppure per prendere qualcosa ti sfioro i seni.
Arriviamo ai surgelati
“no i surgelati no!”
“perché?”
“si sciolgono!”
“ma se li mettiamo subito in freezer…”
“appunto non lo faremo!”
Mi guardi, non capisci, alzi le spalle “volevo solo prendere il gelato per te… farai senza”
Ci mettiamo in fila alla cassa, io mi metto dietro di te e ti faccio sentire tutta la mia erezione.
“ma sei senza mutande pure tu?”
“chi lo sa?!”
C’è troppa gente, ma appoggio una mano sul tuo fianco e cerco l’elastico che non trovo.
“come pensavo!”
Faccio le buste con la spesa mentre la cassiera ci lancia sguardi che vanno dall’invidia allo stupore, vorrebbe dirci qualcosa ma si limita ad un “buona giornata” un po’ più languido del dovuto.
Nell’ascensore non siamo soli, ma il nostro sguardo nello specchio dice molte cose.
Carichiamo la macchina e partiamo verso casa.
Durante il breve viaggio non stacco gli occhi da te, mentre tu non mi guardi neppure un momento, sguardo fisso sulla strada, anche al semaforo, lo fai a posta.
Scendiamo nella rampa del garage, apro la porta basculante e parcheggi nel nostro box.
Esci per andare a scaricare la spesa dal bagagliaio, ma io chiudo la porta.
“ma che fai?!”
Ti raggiungo e ti bacio, ti schiaccio contro la macchina.
Ti spingo con la mia erezione mentre infilo una mano sotto la felpa, agguanto un seno sopra il reggiseno e stringo forte.
Infili le mani nei miei calzoni e mi stringi le chiappe, poi sposti una mano sulla mia schiena mentre con l’altra continui a stringermi contro di te,
mi fai scendere i calzoni alle caviglie, ti sta strusciando con i leggings contro di me.
Allora te li strattono e te li faccio scendere giù, continuiamo a strofinarci così, con le caviglie imbrigliate dai calzoni, provi ad aprire le bambe, ma sappiamo tutti e due che così è impossibile.
Ci fermiamo un attimo guardandoci con il fiatone
“andiamo di sopra?!”
“no girati!”
“ma è scomodo!”
Ti prendo per una chiappa e ti costringo a girarti, ti appoggio l’uccello tra le chiappe, poi ti faccio piegare sul cofano.
“righiamo la mia macchina così!”
Giusto, ti apro la cerniera della felpa e te la sfilo poi ti slaccio anche il reggiseno lancio il tutto su uno scatolone e ti schiaccio di nuovo sul cofano
“così non la righiamo di sicuro!”
Ridi, ma smetti appena entro dentro di te.
Sei stesa sul cofano e io sopra di te, è scomodo, ma oramai non posso fermarmi.
Ti tengo le chiappe larghe con le mani, per spingere più a fondo, mentre tu ti aggrappi al bordo del cofano.
Spingo come un indemoniato, mentre tu assecondi le mie spinte gemendo forte.
Sei bagnatissima, nello slancio esco da te e sbatto contro il cofano.
Scoppiamo a ridere come due deficienti.
Così non va bene…
Ci alziamo ma non riusciamo a smettere di baciarci, stringerci, strusciarci.
Mi agguanti l’uccello mentre io ti infilo due dita nella figa.
sembriamo due ragazzini che fanno petting di nascosto, mentre basterebbe andare di sopra per stare più comodi e fare tutto per bene… ma no, ormai non si può più!
Ti stacchi da me, mi guardi un attimo negli occhi, abbiamo tutti e due il fiatone.
Ti inginocchi sul pavimento in cemento del garage.
Ti aggrappi con le mani alle mie chiappe e lo ingoi.
Nessuna carezza, nessuna delicatezza, solo urgenza.
Ti afferro i capelli e ti faccio una coda che tengo con una mano, ti tengo per i capelli.
Ti sto scopando la bocca o forse sei tu che mi stai scopando con la bocca, non lo so più.
Non capisco più nulla.
Esplodo nella tua gola mentre ti tengo ferma la testa.
Tossisci e mi allontani, mi guardi male mentre il mio seme ti sgocciola, dalla bocca, sul seno, per terra.
“cazzo scusa!”
“tranquillo tanto poi me la paghi, adesso possiamo andare di sopra?”
Ma non sei arrabbiata, anzi più che una minaccia sembra una promessa per dopo …


scritto il
2018-03-06
6 . 9 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Birra pizza e divano

racconto sucessivo

Mi prendi uno yogurt?
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.